The top ten hits of all time: the ranked fifth "un-due-tre-stella"
Dedica speciale allo caro amico Sebastiano e alli cari amici Carbonai tutti. “Fuggi le chiacchiere, per non essere reputato un loro fomentatore: a nessuno nuoce aver taciuto, nuoce aver parlato” Marco Porcio Catone il Vecchio, detto anche il Censore (234 a.C. – 149 a.C.), politico, militare e scrittore romano.
Questo breve racconto narra di una storia realmente accaduta, luoghi, personaggi e nomi, (a volte) sono puramente inventati, ma la storia purtroppo no.
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Il Luogo
Siamo nelle Lowlands scozzesi, lì dove il Clyde River diventa meno tortuoso e si allarga a dismisura per poi affacciarsi nel Fiordo di Clyde e mescolarsi così alle fredde acque dell’Oceano Nord Atlantico; ecco, qui si trova il luogo dove si svolge la nostra storia: in questa “piccola valle verde”, credo dal gaelico Glasgu all’odierno Glasgow.
Il Cliente mi aveva assicurato temperature miti e verdi colline: “tranquillo Carlo, l’inverno è oramai finito e la primavera è meravigliosa qui da noi”.
E così sogno le verdi colline delle battaglie di Bravheart mentre il volo da London Gatwick si prepara a bucare le nuvole per atterrare a destinazione.
Sono curioso, mi affaccio sonnolento al finestrino tempestato da una miriade di fitte goccioline per cercare i prati, ecco, ora le nubi, ora le nubi; strizzo un poco gli occhi come a prepararli al verde che da lì a poco mi riempirà la vista ma non si vede ancora nulla.
Mi sporgo allora contro il vetro come per cercare di osservare più in basso ed è in quel momento che il carrello dell’aereo tocca la pista mentre con grande delusione vedo aumentare le piccole gocce di pioggia che tempestano il vetro mentre a tratti si materializza la pista di atterraggio avvolta in una nebbia che nemmeno a Milano nei tempi buoni.
“…la primavera è meravigliosa qui da noi”, cominciamo bene.
Il Tempo
Sapevo che il clima non sarebbe stato un gran che, anche se siamo a metà Marzo mi aspettavo una fredda primavera, fredda magari ma comunque primavera anche a queste latitudini, ma la nebbia e un nevischio ghiacciato proprio non li avevo messi in conto.
Il termometro dell’auto a noleggio segna due gradi sopra lo zero mentre procedo sulla M8 avvolta in una nebbia invernale, contavo di poter vedere anche se da lontano l’Armadillo, il Clyde Auditorium che immagino trovarsi al di là del fiume; ma nulla da fare. E’ tutto così freddo e così magico, la radio trasmette So Far Away dei Dire Straits e io me lo immagino Mark Knopfler che suona a casa sua dall’altra parte del fiume.
“So far away from me, So far I just can see, So far away from me, You’re so far away from me”
I Protagonisti
HappyGranDaddy, detto anche “Aureola” Nonno Felice è il grande guru capo e stregone della sua azienda. Alto poco più di due metri ondeggia vistosamente quando cammina e la sua folta e vaporosa chioma di capelli bianchi lo circonda galleggiando nell’aria come un aureo segno divino.
Si esprime in un antico dialetto Scozzese dove per ragioni strettamente grammaticali non vi sono pause alcune tra le parole da lui pronunciate: l’effetto è quello di una antica cantilena, una litania lontana ai più imperscrutabile.
In una saga televisiva HappyGranDaddy avrebbe il ruolo del buono, colui che tutto sa, che tutto controlla e che tutto perdona … ma si sa, l’ira dei buoni è sempre in agguato.
Il suo motto è: “etsibonumguyssunt”
Raggamuffing, le treccine imperlinate danzano al ritmo incalzante di una musica lontana mentre il nostro tecnicofacciotuttoiomaselofaituèmeglio è indaffarato nel suo lavoro. Appesa alla sua cintola abitano una moltitudine di tasche e marsupi porta attrezzi, la leggenda vuole che fino a qualche tempo fa in una delle sue tasche posteriori vi fosse stipata una antica macina in granito rinvenuta in uno scavo archeologico lì vicino che Raggamuffing utilizzava per polverizzare a mano alcuni polimeri plastici in caso di necessità. Ora si dice l’abbia sostituita con un mulino portatile da 30kW alimentato con batterie al litio.
Il suo motto è: “potrei farlo, si, potrei farlo, ma se dopo che lo avrai fatto tu mi spiegherai come lo hai fatto allora forse potrei farlo meglio”.
TheSinger, tecnologo di processo per lavoro e cantante di professione TheSinger vive in laboratorio, lui parla di polimeri, miscela i polimeri, si ciba di polimeri ma preferisce il tè alla menta.
Laureato alla facoltà di canto dell’università di Glasgow TheSinger passa il suo tempo a cantare.
La sua sala da concerto travestita da laboratorio risuona perennemente dei suoi canti, nulla lo può interrompere.
L’unico insignificante particolare è che TheSinger è stonato come una campana, la leggenda vuole che a causa di un assolo in una calda mattina d’estate ci fu una moria di Highlander nelle Highlands, lui si è sempre pronunciato innocente ma alcuni anziani del luogo raccontano ancora delle urla strazianti che invasero la valle.
Il suo motto è: ”canta che ti passa”.
Pneumo, manutentore capo, è colui che custodisce il sapere e che coordina tutt’è cose: il mastro di chiavi della manutenzione tutta; colui che delle macchine conosce il passato, manutiene il presente e condiziona il loro futuro.
Pneumo non ha età, i sui lineamenti potrebbero appartenere ad un quarantenne ma per folta barba e i lunghi capelli color argento potrebbe avere un’età compresa tra i 300 e i 400 anni.
Di costituzione magrissimo e dal respiro affannoso Pneumo fuma una quantità indefinita di sigarette, sigari e calumet della pace … si insomma, qualsiasi cosa che possa essere acceso e infilato i bocca; una fitta coltre di fumo giallastro lo insegue come una nuvola personale creando un mortale microclima da anni oggetto di studi da parte di alcuni scienziati dell’Università di Strathclyde.
Il suo motto è: “calma, calma; lasciatemi respirare”
LaSalma, programmatore esperto di sistemi di automazione. La grande conoscenza dei sistemi e la profonda esperienza acquisita su campo lo premiano con un biglietto da visita che recita così: Chief Executive R&D Software Dpt; di mestiere fa il manutentore.
LaSalma, spesso impegnato in gare di invisibilità con Pneumo che è il suo capo essendo se possibile ancora più magro di quest’ultimo, è un ragazzo minuto, non molto alto dal peso approssimativo sui 40kg; camminando nei reparti si trascina appresso con grande sforzo uno zaino porta-computer con una massa equivalente al doppio del suo peso; praticamente uno stercorario informatico.
Il suo motto e: “That’s All Folks!”
Il Prologo
La linea di iniezione è installata presso il Cliente finale oramai da un paio d’anni.
La missione del viaggio è un’incognita: il Cliente lamenta alcuni malfunzionamenti apparentemente non legati tra di loro. “Nonostante noi si esegua periodicamente tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, non capiamo perché ma sembra che il sistema, pezzo dopo pezzo, abbia deciso di smettere di funzionare. Il nostro esperto informatico che si occupa della manutenzione del software non se ne fa una ragione; è per questo motivo che gradiremmo una sua visita per aiutarci a capire cosa non va”.
Così grossomodo la mail del grande capo che sentito poi telefonicamente sembrava più disperato che preoccupato.
Sono proprio curioso di capire che cosa succede: ho così infilato la mia tuta da Ghost Busters, ho raccolto il mio zaino protonico, un computer, un paio di trappole e mi preparo a partire a caccia di fantasmi … non si sa mai …
La Storia
Day 1st, morning: “Nulla è ciò che sembra, nulla è ciò che appare”
La sala riunioni è accogliente e ben riscaldata, osservo al di là del vetro ricoperto di gocce il prato che separa l’azienda dalla strada appena visibile per la fitta nebbia.
Una immagine luminosa compare alle mie spalle riflessa nella grande vetrata, mi volto e un uomo altissimo dai folti capelli bianchi si avvicina e tende la mano per salutarmi.
“Madainn mhath dhut”
Alzo lo sguardo verso il volto del mio interlocutore e lo osservo probabilmente con una faccia da ebete, ma che caspita mi avrà detto?
Lui sorride e con fare serafico, e come se si rivolgesse ad un bambino sciocco e poco attento mi ripete: “Madainn mhath dhut” fa una piccola pausa e prosegue; “goodmorningtoyou”, è Gaelico, mi spiega, noi qui usiamo salutare i nuovi venuti nella nostra antica lingua”.
HappyGranDaddy si siede quindi a lato del tavolo, accavalla le sue lunghe gambe quasi a sdraiarsi sulla poltrona; si allunga quindi verso il telefono, sollevata la cornetta e accende l’interfono per parlare con quella che credo essere la sua segretaria in una lingua a me incomprensibile.
La traduzione di quanto ascoltato non tarda però ad arrivare: la stessa voce femminile elenca i nome di alcune persone invitandole nella sala conferenze.
“Allora Carlo, come è andato il volo?”
“Tutto bene grazie, tutto bene; sono solamente rimasto un poco sorpreso per il tempo: mi sarei immaginato un clima più primaverile”
“Ah, ma è primavera, qui tutto può succedere; comunque va bene: oggi non nevica”
Ah ecco … almeno oggi non nevica …
Mi vengono presentate le persone che saranno coinvolte nelle attività di verifica e di test della macchina: il tecnologo di processo, il responsabile della manutenzione e con lui un tecnico meccanico; ci sono quasi tutti, manca solamente il responsabile software che dovrà relazionarci per quelle che sono le problematiche riscontrate.
Sorseggio il mio the caldo nell’attesa mentre Pneumo, il responsabile della manutenzione, incomincia ad armeggiare introno ad un grosso proiettore posizionato al centro del tavolo, TheSinger, il tecnologo, seduto di fronte a me picchietta ritmicamente le dita sul tavolo canticchiando Jumping Jack Flash dei Rolling Stones:
“I was crowned with a spike right thru my head. But it's all right now, in fact, it's a gas! But it's all right, I'm jumpin jack flash, It’s a gas! Gas! Gas!”
HappyGranDaddy è sempre semi-sdraiato sulla sua poltrona con le mani giunte con gli occhi socchiusi quasi fosse in meditazione; la situazione è abbastanza irreale, perché non mi spiegano cosa succede o meglio ancora non andiamo direttamente a vedere l’impianto?
Pazienza, aspettiamo di conoscere il loro programmatore.
Sono trascorsi almeno dieci minuti da quando ci siamo accomodati, HappyGranDaddy sembra ora spazientito, solleva la cornetta del telefono e accende l’interfono; non si capisce cosa stia dicendo anche se si intuisce dal tono della voce, subito dopo ecco nuovamente la voce all’interfono che richiede al responsabile software di presentarsi in sala conferenze, ma con urgenza questa volta.
Passano ancora una decina di minuti, ho chiesto a Pneumo di poter essere relazionato sui difetti del sistema ma nessuno sa nulla, la risposta è sempre quella: bisogna aspettare LaSalma, il tecnico del software.
Deo gratias ago, eccolo finalmente: LaSalma si presenta velocemente e dopo essersi scusato con grande capo per il ritardo è ora tutto indaffarato a collegare un enorme portatile al proiettore precedentemente acceso, finalmente, ora tutto è pronto, ora si può incominciare.
LaSalma prende la parola, si presenta alla platea scandendo il suo nome e cognome e descrivendo nel dettaglio le principali attività del suo curriculum vitae lavorativo e ci prepara così per la proiezione di un filmato da lui realizzato dove dovrebbero essere descritti i malfunzionamenti lamentati, mi verso un’altra tazza di the caldo, mi affondo nella poltrona, tolgo il cappuccio alla penna pronto prendere appunti.
Il filmato è a dir poco esilarante, girato probabilmente da un operatore ubriaco traballa continuamente in tutte le direzioni, l’intenzione di chi lo ha girato era probabilmente quella di descrivere il processo produttivo per il quale vengono riscontrati dei misteriosi malfunzionamenti, l’effetto ottenuto è invece quello di procurare una sensazione di nausea agli spettatori.
Viene ripetutamente inquadrato il quadro elettrico e la consolle di comando dove sono posizionate le interfacce HMI, si vede una mano dell’operatore che preme alcuni comandi ma non si riesce però ad identificare quali, una voce lontana in sottofondo sovrastata dal rumore delle linee in produzione potrebbe probabilmente aiutare lo spettatore a capire quanto avviene, ma il rumore di sottofondo è così alto da rendere assolutamente incomprensibili i commenti alle immagini.
Dopo circa una ventina di minuti di questo delirio il filmato finalmente volge al termine, l’inquadratura ruota di centoottanta gradi ad inquadrare il volto dell’operatore, è lui, LaSalma, che sorride in camera e grida “That’s All Folks!” prima del buio proprio come nelle migliori pellicole Looney Tunes e Merrie Melodies.
LaSalma si alza, riaccende le luci, si volta verso la platea e domanda: “E’ tutto chiaro?”, io guardo la pagina bianca del mio blocco, non sono riuscito neppure a scrivere una nota; alzo lo sguardo e cerco di capire cosa risponderanno gli altri.
Ci guardiamo tutti con aria sbigottita, nessuno credo ci abbia capito nulla.
Mi volto a cercare lo sguardo del grande capo, questi è ancora in meditazione con le mani giunte, alza la testa, ci guarda, sospira, e poi finalmente si esprime: “Ma lei”, rivolto a LaSalma, “Ma lei è convinto di quello che ha fatto?”
“Certo” risponde lui sorpreso, “anzi, se qualcosa vi è sfuggito, qualcosa di poco chiaro, io sono qui per rispondere alle vostre domande”.
TheSinger si alza dalla poltrona, urla parole impronunciabili in orario protetto e si allontana dalla sala lasciando la porta aperta.
La situazione è alquanto imbarazzante, Pneumo si accende un’altra sigaretta e rimane seduto impassibile al suo posto, è allora che mi faccio avanti: “Si, io avrei qualche domanda: ma insomma, qualcuno potrebbe spiegarmi quali i malfunzionamenti per i quali avete richiesto la mia presenza? Non conviene forse spostarci sulla macchina per toccare con mano quello che succede?”
LaSalma mi guarda sorpreso, “ma allora il mio filmato era poco chiaro?” Cerco allora di mediare “no no, il filmato era chiarissimo, forse il problema sono io, sa, non parlo molto bene la vostra lingua e probabilmente qualcosa mi è sfuggito” “Ah ecco mi risponde lui, mi sembrava strano, nel filmato io ho proprio descritto tutto tutto“.
HappyGranDaddy si alza dalla sua poltrona e visto dal basso, stando seduti, sembra essere ancora più alto, “No Carlo, io credo che il tuo inglese non abbia nulla che non va, ti prego di aiutarci a risolvere il problema, queste persone saranno a tua completa disposizione per qualsiasi cosa”
Chiudo quindi il mio blocco e lo infilo nello zainetto “Ok, andiamo finalmente a vedere impianto”.
Indossato l’abbigliamento di sicurezza ci rechiamo quindi verso la macchina, la fabbrica è enorme e ben ordinata, la linea in oggetto è il fiore all’occhiello dell’Azienda mi spiega Pneumo mentre ci rechiamo nel cuore dei reparti di produzione, “Carlo, per comodità e per ovviare al rumore proporrei di posizionarci nell’acquario, la macchina è giusto al di là del vetro e ci possiamo collegare ad essa attraverso la rete aziendale”.
L’acquario è una specie di ufficio con pareti completamente di vetro dalla forma ottagonale posto al centro dell’area produttiva, all’interno oltre ad un paio di scrivanie ci sono gli strumenti di TheSinger, questo è il suo regno e qui lui governa incontrastato.
Passiamo la soglia dell’acquario TheSinger si avvicina con aria minacciosa ed incomincia ad urlare: “lui no, lui non può stare qui!”, mi chiedo cosa mai avessi fatto di male per meritarmi un simile trattamento quando mi rendo conto che in realtà lui non si rivolgeva a me ma a LaSalma che si trovava alle mie spalle; questi indietreggia verso la porta di vetro che gli viene chiusa letteralmente in faccia e rimane lì, in piedi fuori dalla porta a guardarci.
TheSinger pronuncia ad alta voce una serie di parole incomprensibili, una litania per la quale credo comunque non serva traduzione alcuna, poi si calma, respira profondamente e si rivolge quindi verso di me e gentilmente mi invita a prendere posto ad una scrivania e si allontana canticchiando “Take me to the river” dei Talking Heads.
“Hug me, squeeze me, love me, tease me. Till I can't, till I can't, till I can't take no more of it. Take me to the water, drop me in the river. Push me in the water, drop me in the river. Washing me down, washing me down.”
La situazione è a dir poco irreale: appoggio lo zainetto sulla scrivania e cerco LaSalma al di fuori del vetro, lo vedo e mi avvicino mentre lui è tribolato a scrivere qualcosa su un blocco note.
Strappa malamente la pagina e la appoggia al vetro dell’acquario: “I’ll be right back”, incastra il foglio con il suo messaggio nel bordo del vetro e si allontana.
Estraggo il mio PC dallo zainetto ed incomincio ad aprire il sistema di sviluppo e quindi il sorgente originale della macchina.
TheSinger si avvicina alla scrivania con una coppia di tazze di the fumanti, le appoggia sulla scrivania e si siede di fronte a me con un gran sorriso.
“E’ imbecille”, esclama ad alta voce, “è un imbecille, stai a vedere, fra dieci minuti arriverà con il capo e piangerà come al solito”.
Solleva la tazza di tè, urta la mia come per un brindisi e insieme incominciamo a sorseggiare la calda bevanda in attesa che qualcosa accada in un silenzio che ha dell’irreale.
Non sono passati che un paio di minuti che il grande capo in persona si fa vivo: HappyGranDaddy, o meglio, la sua bianca chioma galleggia all’orizzonte verso di noi, subito dietro Pneumo e LaSalma tutti in fila indiana.
HappyGranDaddy bussa alla porta di vetro ed entra nell’acquario seguito da Pneumo, LaSalma rimane ad un palmo di naso dalla porta che gli viene nuovamente chiusa letteralmente in faccia.
Pneumo ha ora acceso un sigarillo messicano dalle dimensioni di un wurstelone Bavarese e si è accomodato su di una poltrona girevole avvolto da una impenetrabile coltre di fumo giallastro.
Mi alzo rivolto al grande capo per cedergli il posto alla scrivania mentre TheSinger rimane seduto e continua a sorseggiare il suo the senza alzare lo sguardo.
HappyGranDaddy mi fa cenno di avvicinarmi e con me Pneumo, si volta velocemente verso LaSalma quasi per assicurarsi che non potesse sentire, incrocia le dita come per dire una preghiera e rivolto a TheSinger sussurra con un filo di voce: “lo sai com’è fatto, lui non è cattivo”, TheSinger senza alzare lo sguardo risponde: “no, non è cattivo, è imbecille”.
HappyGranDaddy si avvicina a TheSinger curvandosi leggermente in avanti: “okkey, si è anche imbecille, ma ora ci serve e dobbiamo risolvere questo problema, consideralo un favore personale”
TheSinger alza lo sguardo, si rivolge a LaSalma che ci osserva dietro il vetro appannato dal suo respiro, gli fa un cenno con la mano e grida: “Come in idiot!”. (vieni avanti cretino).
“Ora, se Dio vuole, possiamo forse incominciare a lav…”, la sirena che segnala la pausa pranzo non mi lascia terminare la frase e tutti scompaiono come vaporizzati in un istante.
HappyGranDaddy mi guarda come un padre che cerca di consolare un bambino deluso e mi invita a pranzo: “téigh go dtí lón”
Day 1st, afternoon: “Non ti stupire mai, tu non lo sai ma qualcuno nell’ombra sta lavorando per migliorare la tua sorpresa”
Il pranzo non è stato frugale, questo piatto di Haggis lo digerirò domani: polmone d’agnello e grasso di manzo con una quantità indescrivibile di cipolla, avena e spezie di ogni genere asciugato da una mostruosa porzione di purè di patate … potrei morire.
Finalmente operativi, la macchina è al di là del vetro, la connessione wi-fi è stabile.
Sono seduto alla scrivania con Pneumo e LaSalma, mentre Raggamuffing, il tecnico operatore della linea, è al di là del vetro che governa l’impianto come un esperto macchinista governa la sua locomotiva.
La macchina al nostro arrivo non era in funzione, bisogna quindi attendere che gli stampi e gli iniettori siano giunti in temperatura prima che Raggamuffing spurghi gli iniettori, pulisca gli ugelli e inizi la produzione; nel frattempo, con l’aiuto di Pneumo sto cercando di intervistare LaSalma per capire quali i problemi da risolvere; TheSinger all’altro capo dell’ufficio sta canticchiando “Running on Empty” di Jackson Browne intervallando il canto con degli assoli di batteria suonati con due matite sugli strumenti del laboratorio.
“Gotta do what you can just to keep your love alive. Trying not to confuse it with what you do to survive. In sixty-nine I was twenty-one and I called the road my own. I don't know when that road turned onto the road I'm on. Running on - running on empty. Running on - running blind. Running on - running into the sun. But I'm running behind”
“Procediamo con ordine” mi rivolgo a LaSalma, vorrei, se possibile, raccogliere in una nota l’elenco dei malfunzionamenti che riscontrate sulla macchina così da poter organizzare una serie di test per riconoscerne le cause”
LaSalma: “Carlo, non serve a nulla scrivere un elenco dei malfunzionamenti, io ho già corretto tutto”
Guardo Pneumo con aria interrogativa e quindi rivolto a LaSalma gli domando: “Perdonami ma non comprendo: se hai già corretto tutto io cosa ci faccio qui? E comunque, se hai apportato delle correzioni è evidente che vi fosse qualcosa di sbagliato; puoi spiegarmi cosa?”
Pneumo: “Come hai corretto tutto, i report di produzione lamentano una serie infinita di malfunzionamenti”
LaSalma: “No, non c’è nulla che realmente non vada”.
Pneumo mi guarda sbigottito: “Carlo, non so proprio che dirti, eppure la linea non funziona correttamente”.
Un grido ci interrompe, TheSinger si avvicina e dice: “Adesso basta, ci penso io” ed esce dall’uffico per rientrarvi subito dopo con l’operatore, Raggamuffing.
Questi si toglie il pesante marsupio come un pistolero si toglierebbe il cinturone con le armi e lo appende con non poca fatica su un porta abiti vicino alla porta di ingresso dell’acquario facendolo inclinare al limite dell’equilibrio sotto il peso della cintura.
TheSinger avvicina un paio di sedie e si accomoda con Raggamuffing all’altro lato della scrivania: “Ora tu stai zitto e risponderai solamente alle domande che ti verranno poste” grida rivolto a LaSalma.
Ricominciamo da capo: “Riusciamo a descrivere in un elenco le anomalie che avete riscontrato cercando magari di relazionarle ad un evento o ad una causa?”
“Certo che si”, risponde serafico Raggamuffing, TheSinger, mi guarda, mi mostra il pollice alzato e dice: “Carlo, adesso potrai finalmente lavorare” e affonda nella poltrona tenendo tra le mani una tazza di tè fumante.
Raggamuffing: “Carlo, per quello che posso intuire tutto è incominciato dopo alcune attività di manutenzione ad alcune resistenze di riscaldamento e di uno dei frigoriferi che raffreddano l’acqua degli stampi: non saprei bene spiegarti quello che avviene ma è come se il controllo delle temperature per i riscaldamenti e per il raffreddamento non rispondessero correttamente”
Io: “Cosa intendi per non rispondono correttamente?
Raggamuffing: “Si insomma, per esempio, mettiamo che la temperatura di raffreddamento non sia sufficientemente bassa, il sistema non se ne accorge più: continua a lavorare senza segnalare alcuna anomalia anche se il set point della soglia di allarme impostata è stato raggiunto”.
LaSalma: “Ma questo non c'entra nulla con quello che avviene, un allarme è un allarme!”
Il mio sguardo interrogativo si incontra con quello di Pneumo e Raggamuffing: “Ma che cosa intendi dire con un allarme è un allarme?”
Non gli è concesso di rispondere, TheSinger di avvicina a LaSalma, lo prende per la collottola e lo scaraventa letteralmente fuori dalla porta dell’acquario: “Tanto è imbecille, lui non vi serve e potete farne tranquillamente a meno!”.
Ci risiamo: adesso LaSalma ci osserva dall’altra parte del vetro disegnando nuvolette di vapore ad ogni respiro.
Mettiamo quindi in funzione la macchina, ho suggerito a Raggamuffing di variare il set point di temperatura dell’acqua di raffreddamento stampi a macchina in funzione per verificare se il sistema rileva qualche anomalia.
Ho ruotato il PC di 180 gradi perché anche LaSalma che ci osserva al di là del vetro possa osservare, ho “lanciato” un trend riferito alla temperatura dell’acqua, stiamo a vedere.
Ecco, ci siamo: il set point di temperatura del frigorifero è stato spostato di tre gradi centigradi, la temperatura sale, sale, supera la soglia di allarme e non succede nulla; il sistema continua a funzionare senza segnalare alcuna anomalia.
“E’ strano, è molto strano” dico rivolgendomi a Pneumo che con me sta osservando il grafico su monitor del PC.
“Leggiamo il codice sorgente per vedere come è gestita la cosa”.
Non appena entro in modalità monitor con il sistema di sviluppo noto che la maggior parte delle task non sono allineate con i sorgenti della macchina in mio possesso, mi giro e rivolto a LaSalma gli indico il monitor facendogli cenno che le evidenti righe rosse indicano che qualcosa nel software del sistema è stato cambiato.
Questi fa dei cenni incomprensibili e la sua immagine scompare dietro una serie di nuvole di vapore.
Guardo Pneumo e gli dico: “E’ ridicolo, non si può andare avanti così!”, stacco il cavo di alimentazione dal portatile, lo sollevo dalla scrivania ed esco dall’acquario. “Quando è troppo è troppo!”.
Il rumore è infernale, appoggio il portatile su di un carrello pieno di attrezzi in prossimità delle consolle di comando e mostro al LaSalma le incoerenze tra il mio backup realizzato alla consegna dell’impianto e il software attualmente installato.
Pneumo si fa serio: “cosa significa questo?”
“questo cosa” chiede LaSalma con aria innocente,
“questo!” gli dico indicandogli il monitor del computer.
LaSalma cerca di spiegarsi prima alzando il volume della voce per cercare di coprire il gran rumore e poi a gesti ma non c’è nulla da fare, non riusciamo a comunicare.
Sollevo il computer dal carrello e afferro LaSalma per un braccio invitandolo ad entrare nell’acquario.
Sulla soglia ci aspetta TheSinger con volto minaccioso ma non me ne curo, spingo nell’acquario LaSalma e lo seguo, “lui è con me e mi serve qui dentro”, “ok Carlo, ma solo perché ci sei tu altrimenti …” e si allontana verso l’altro lato del laboratorio canticchiando un motivetto che non riconosco.
“Creeping, creeping footsteps around the world. While they promise us everything we've ever wanted. Hush now, don't you cry, don't you realise your crime?”.
Il PC è ora appoggiato sulla scrivania, sullo schermo in bella vista in colore rosso l’elenco dei programmi caricati in macchina non allineati con i sorgenti originali.
LaSalma si siede e scorrendo ripetutamente l’indice sul mouse pad scorre la lista delle task avanti e indietro ripetendo a bassa voce una sorta di nenia quasi a commentare chissà quale verdetto.
Io, Pneumo, TheSinger e Raggamuffing rimaniamo in piedi dietro di lui in un silenzio irreale, il rumore ovattato dell’impianto in sottofondo sembra sparire mentre TheSinger continua a canticchiare lo stesso motivetto che non riconosco:
“Like lambs go to the slaughterhouse, we know our rights from wrongs. But we go down to the shopping mall with 30 silver coins”.
Passano alcuni interminabili secondi, non saprei dire se 5, 10 o 1000, la LaSalma si volta di scatto ruotando sulla sedia e grida: “Tutto ok, i programmi sono quelli giusti!”, i nostri sguardi si incrociano, Pneumo solleva le spalle come a dire di non saperne nulla, TheSinger si fa serio in volto e mi dice: “Carlo, o lo ammazzi tu altrimenti ci penso io”; gli faccio un cenno con la mano come per indicargli di calmarsi, faccio un bel respiro e mi rivolgo a LaSalma: “Allora, anche noi abbiamo capito che i programmi caricati in macchina hanno gli stessi nomi dei programmi sorgenti, ma vedi: le task di colore rosso indicano che sebbene i nomi siano identici i programmi in esecuzione sono differenti dagli originali”.
Cerco lo sguardo di TheSinger come per avere la sua approvazione ma lui mi restituisce un ghigno scuotendo la testa.
“Ah, adesso ho capito cosa intendete dire”, risponde LaSalma con fare sufficiente, “E’ corretto che i programmi non combacino, li ho dovuti correggere tutti io”
TheSinger incomincia ad agitarsi e gli faccio nuovamente cenno con la mano di calmarsi, Pneumo si lascia letteralmente cadere sulla sedia alla mia destra; “Perdonami, continuo a non capire: perché dici di aver dovuto modificare tutti quei programmi?”
“Ho dovuto correggerli per forza: i programmi erano pieni di errori e così io li ho corretti altrimenti la macchina non avrebbe potuto funzionare”.
Ora i ruoli si sono invertiti: evidentemente alla risposta di LaSalma devo aver reagito con un movimento incontrollato, forse un sussulto, e così adesso è TheSinger che mi tiene per un braccio e mi fa cenno di calmarmi; Pneumo ha appoggiato la testa sulla scrivania e si tiene le mani sul capo.
“Okkey, facciamo finta che i programmi fossero colmi di errori, facciamo anche finta che tu li abbia corretti; possiamo avere la copia dei programmi modificati così che si possa capire cosa non funziona?”
“Si”, dice LaSalma serafico, i programmi li ho salvati sul server”, non faccio in tempo a chiedere di averne una copia che Pneumo mi chiede una chiavetta per poterli copiare.
“Propongo di eseguire un confronto con tra i file modificati e quelli originali” dico rivolgendomi a Pneumo, LaSalma ribatte: “Vorrai dire tra i file corretti e quelli sbagliati?”
Non fa in tempo a terminare la frase che TheSinger lo afferra per il colletto del camice per trascinarlo nuovamente fuori dall’aquario, lo fermo con il cenno di una mano “No, ti prego, potrebbe esserci di aiuto: non cacciarlo nuovamente fuori, lascialo qui con noi … e poi, non mi sono ancora divertito questa settimana”.
“Okkey Carlo, come vuoi tu; ma lui deve stare in fondo all’ufficio e non deve fiatare altrimenti …” TheSinger mi guarda e mima un calcio.
Io e Pneumo siamo seduti uno a fianco dell’altro davanti al PC, in piedi di fronte a noi Raggamuffing che sembra nudo privo del suo cinturone porta attrezzi e là, dietro di noi in piedi in fondo all’acquario LaSalma che osserva in silenzio mentre TheSinger è seduto poco distante con i piedi sulla scrivania come John Wayne in un western in bianco e nero che canticchia ancora quel motivetto che non riesco a riconoscere:
“And somewhere out in South America, where the forests lie in ruin. They shout - we'd better get these natives some clothes. Because their videos are coming in soon”.
Carico le cartelle dei progetti in WinMerge e incominciamo la lenta comparazione, “Vedi”, mi rivolgo a Pneumo, “molte delle modifiche sono per fortuna inconsistenti, qualche commento cambiato qua e là; sono tre i programmi veramente modificati: la task relativa l’alarms handling e due task relative alle termoregolazioni”.
“Noho, non si tratta di modifiche ma di correzioni!” grida LaSalma dal fondo dell’acquario.
“Red light !“ ribatte TheSinger, “Zitto tu! Altrimenti voli fuori così in fretta che una meteora in confronto è ferma! Lasciali lavorare in pace e rispondi solo at Green light se sarai interrogato”.
Pneumo mi appoggia la mano sul braccio e sussurra: “Carlo, non te la prendere se puoi”.
“Vedi”, mi rivolgo a Pneumo, “Nella mia vita ne ho viste si situazioni strane, ma mai avrei immaginato una situazione simile a quella che stiamo vivendo”.
“Red light !“ grida nuovamente TheSinger, “Ti ho detto di non muoverti e tu non ti devi muovere!”
“Vedi, come ti dicevo è proprio una situazione strana … questa cosa di restare fermi per esempio, mi ricorda qualcosa di quando ero bambino”
“Grandmother's footstep” mi risponde Pneumo.
“Grandmother's footstep? Cosa intendi?”
“E’ un gioco, mi risponde lui, un gioco da ragazzi … quando chi è sotto è girato gli altri possono avvicinarsi ma non devono farsi vedere in movimento. Red Light, Green Ligh, queste sono le parole”.
Non do molta importanza alle parole di Pneumo, sono troppo concentrato alla ricerca delle modifiche apportate ai programmi sorgenti.
“Eccoci, ci siamo, ci sono in tutto tre variazioni al codice originale: una modifica per programma; vediamo esattamente di che cosa si tratta”.
“Noho, te l’ho già detto che non si tratta di modifiche ma di correzioni!” ribadisce LaSalma dal fondo dell’acquario.
“Red light !“ gli urla TheSinger che è scattato in piedi dinnanzi a lui e con il dito indice puntato lo ammonisce:, “Zitto, devi stare zitto! Questo è l’ultimo avvertimento”.
Mi rivolgo a Raggamuffing e chiedo: “prima abbiamo visto delle variazioni di temperatura fuori tolleranza senza che alcun allarme segnalasse la cosa”
“Si”, mi risponde lui, “Il problema è che in queste condizioni, qualsiasi sia la ragione delle oscillazioni di temperatura si rischia di iniettare del materiale o troppo caldo o troppo freddo e la cosa può essere pericolosa per l’operatore e per la macchina”.
“Ecco la ragione” gli rispondo indicandogli il codice sorgente sullo schermo, “le soglie di warning e di allarme sono state moltiplicate per un fattore dieci”
“Cosa intendi dire?”
Rispondo: “Se imposti un grado centigrado di massima deviazione accettabile il sistema non lo segnala se non quando avrà raggiunto una deviazione di temperatura pari a dieci gradi centigradi”
Pneumo mi guarda incuriosito e mi chiede: “E perché mai è stata fatta una cosa del genere?”
Non gli rispondo e mi volto per guardare LaSalma che non risponde immediatamente, alza un dito rivolto a TheSinger come per chiedergli il permesso di rispondere.
“Eccerto che ho dovuto fare ‘sta correzione, altrimenti ci voleva un sacco di tempo prima che la macchina fosse pronta per la produzione; mica possiamo aspettare tutto questo tempo ogni volta che si accende la linea!”
“Red light!“ gli urla TheSinger, “Hai parlato fin troppo e hai detto anche troppe sciocchezze”.
LaSalma smette di parlare alzando le mani in un gesto di resa.
“Allora credo che questa correzione si possa rimuovere e che si possa quindi ripristinare il software originale sbagliato?” chiedo sarcasticamente a Pneumo e Raggamuffing che mi rispondono con un sorriso.
“Okkei, una è fatta; vediamo ora la seconda modifica”
“Ancora con questa storia delle modifiche, correzioni, sono correzioni!” grida LaSalma avvicinandosi verso di noi.
TheSinger lo placca nemmeno fosse il Quarterback dei Chicago Bears. “Red light ! ti ho detto” e lo trascina per la collottola indietro di un paio di metri.
“Eccola qua: non ne capisco la ragione ma la funzionalità di controllo automatico delle ventole del regolatore PID è stata bellamente commentata”
Tutti e tre ci rivolgiamo verso LaSalma per avere spiegazione di questo cambiamento ma lui non dà cenni di vita.
Immobile come un manichino non risponde alle domande del suo capo che gli chiede chiarimenti: “Perché hai modificato il controllo delle ventole?” Nessuna risposta.
TheSinger toglie lentamente i piedi dalla scrivania e accenna ad alzarsi in piedi e allora LaSalma decide di rispondere:
“OK, ve lo dico solo se lui non grida”
TheSinger si siede nuovamente e si rimette comodo.
“Allora: il sistema continuava a segnalare la necessità di manutenere le ventilazioni: di pulire i filtri dell’aria, non è ammissibile che questa operazione debba essere eseguita quasi una volta al mese così ho disattivato le ventole e gli allarmi sono spariti”.
“Ti ringrazio Buon Dio di avermi dotato di pazienza smisurata e vi ringrazio Mamma e Papà di non avermi mai iscritto ad un corso di arti marziali … io questo lo uccido”.
“Cosa hai detto Carlo?” mi chiede Pneumo, “Niente, non è niente; pensavo ad alta voce in Italiano”.
Guardo Raggamuffing, che mi restituisce uno sguardo di disagio.
Osservo allora TheSinger che sdraiato sulla poltrona e con piedi sulla scrivania mi dice: “Io te lo avevo detto che questo qui è un imbecille!”
Mi rimetto al computer curioso di vedere quale la terza meraviglia, “Eccoci qua, questa è ancora più strana: ma perché sono stati commentati tutti gli allarmi dei frigoriferi di raffreddamento degli stampi?”
La risposta di LaSalma non si fa attendere: “Per forza che li ho rimossi! Ma vi sembra normale che se un frigorifero va in avaria si debba fermare completamente la linea? Questi poi mi chiamano e mi tocca di capire cosa succede ogni volta”.
Mi volto, mi alzo dalla sedia e mi avvicino a LaSalma, lo guardo fisso negli occhi e quì mi accorgo che Pneumo mi tiene per un braccio, della serie non si sa mai …
“Ma come? … per forza li ho rimossi …? Ma caspita, è come se sul cruscotto della tua auto si accendesse la spia di mancanza olio e tu invece che rabboccare il lubrificante strappassi la lampadina della spia per non vederla più accesa!”
A questo punto TheSinger si alza di scatto, prende LaSalma per il colletto del camice e lo trascina fuori dall’ufficio gridando: “Okkey è andata, adesso questo imbecille non serve proprio più a nessuno!”.
E’ oramai sera ed è troppo tardi per procedere con i test di verifica, i programmi nella macchina sono stati ripristinati alla versione originale e l’appuntamento è per il giorno seguente; chiedo solamente che vengano puliti i filtri delle ventole e che vengano eseguiti i programmi di diagnostica dei gruppi frigoriferi prima di eseguire i test di domani.
La promessa è che se occuperanno i manutentori del turno di notte.
Day 2nd, morning: “Il buongiorno si vede dal mattino?”
Non è stato affatto semplice raggiungere il Cliente questa mattina, la neve caduta nella notte ha imbiancato il paesaggio e le strade e dovere guidare a sinistra in una strada non segnalata ha messo seriamente alla prova le mie misere capacità di guidatore.
In compenso oggi il clima nell’acquario è oggettivamente migliore, sono seduto alla scrivania con Pneumo e TheSinger a sorseggiare un tè caldo in attesa che Raggamuffing metta in funzione la linea, eccolo la, oltre il vetro dell’acquario che governa il tutto come un esperto macchinista alla guida di un prezioso treno a vapore.
Non si è ancora visto LaSalma ed è forse per questo motivo che qui è tutto così tranquillo.
E’ il momento, tutto è pronto. La linea è in fase di riscaldamento e i trend di temperatura sui monitor di supervisione indicano che fra non molto tutto sarà pronto per la produzione; il mio PC è collegato al sistema e tutto sembra a posto.
La produzione è oramai avviata da qualche ora e “casualmente” non sembrano essere più presenti le misteriose, io sto scrivendo il mio report sorseggiando l’ennesima tazza di tè caldo, Pneumo seduto all’altro della scrivania e sta fumando una strana pipa a forma di tartaruga divertendosi a creare dei cerchietti di fumo sopra di sé; TheSinger seduto all’altra scrivania dell’acquario sta compilando dei documenti mentre canticchia ancora quello strano motivetto che non riesco a riconoscere:
“Come with me my little innocents, there's a game that we can play. See how much we can change your world while you look the other way. Turn around as if to see if you can catch us cheat. And all you'll find are shining presents laid down at your feet.”
E’ oramai mezzogiorno quando in lontananza si vede un’aura luminosa galleggiare tra gli impianti, HappyGranDaddy seguito da LaSalma stanno camminando verso l’acquario.
TheSinger si alza per aprire la porta al suo capo che entra e si accomoda a lato della scrivania, LaSalma rimane invece in piedi fuori dalla porta chiusa da TheSinger, fisso e in diligente silenzio, quasi fosse di guardia all’ingresso; scambio lo sguardo con Pneumo e lui mi sorride indicandomi con la mano di non chiedere nulla.
TheSinger offre una tazza di tè caldo al suo capo e si siede all’altro lato della scrivania, il silenzio è assordante.
HappyGranDaddy posa la tazza del tè sul tavolo e congiunge le mani come per pregare, si rivolge a TheSinger e gli dice: “Lo hai rifatto vero? Lo hai fatto di nuovo?”
TheSinger abbassa lo sguardo lentamente come farebbe un bambino quando viene sgridato e risponde: “Si, l’ho rifatto, ma loro sono testimoni: non potevamo fare altrimenti … fosse per me lui non sarebbe neppure stato qui”.
HappyGranDaddy fa un sospiro, beve un sorso di tè e prosegue: “Lo so che lui a volte è strano, ma devi avere pazienza, molta pazienza, trattarlo così davanti a degli estranei, mettiti nei suoi panni … e poi, ancora con grandmother's footsteps”
TheSinger allarga le braccia in segno di resa: “Si è vero, grandmother's footsteps, non lo nego … ma lui è proprio imbecille! E poi, Carlo è un amico e non un estraneo, chiedi a lui cosa ha combinato. Te lo abbiamo raccontato ieri sera e guarda, la linea ora funziona come un treno …”
HappyGranDaddy volge lo sguardo verso la porta di ingresso dell’acquario, LaSalma è ancora al suo posto: diligentemente in piedi e osserva la linea in produzione; si volta verso di me e mi chiede: “Carlo, e tu cosa ne pensi?”
Cerco lo sguardo di TheSinger e di Pneumo come per chiedere aiuto, mi volto verso HappyGranDaddy e rispondo alla sua domanda con un’altra domanda: “Mi perdoni, cosa ne penso in riferimento a quale argomento?
Lui mi guarda e sorride, l’aura che lo circonda sembra per un attimo illuminarsi, sorseggia un goccio di tè e mi risponde: Semplicemente, cosa ne pensi?”
“Okkey”, gli rispondo, “In riferimento alla linea io non ho fatto altro che verificare cosa fosse stato modificato e ripristinare quindi il software originale, per i dettagli le farò avere il mio report anche se mi sembra di capire che ieri sera la abbiano già relazionata per questo”.
“Si si, questo lo so”, mi risponde con un sorriso, “E per il resto? Cosa mi dici per il resto?”
“Beh, effettivamente, se posso permettermi, avete uno strano modo di affrontare i problemi; manutenere un sistema significa operare affinché vengano rimosse le cause di eventuali anomalie e cercare di prevenirne di nuove, Qui invece si è operato per rimuovere le segnalazioni di allarme delle stesse e questa non è cosa buona”
HappyGranDaddy mi osserva interessato, sorseggia ancora del tè e poi prosegue: “Okkey, anche questo lo ho capito, ma per il resto?”.
“Cosa vuole che le dica, io non conosco i trascorsi tra i suoi collaboratori e non sono esattamente nella posizione di poter giudicare i loro comportamenti”
“Okkey”, mi risponde divertito, “Questa è la risposta diplomatica ma io vorrei conoscere la tua personale opinione”
“Va bene”, gli rispondo, “se proprio devo dare una mia opinione forse io riconsidererei le mansioni di LaSalma, non posso darvi un giudizio tecnico perché non ci ho mai lavorato insieme ma per come ha operato in questo caso forse non è la persona più adatta per manutenere ed eventualmente modificare un impianto complesso”
HappyGranDaddy mi guarda e sorride come in attesa che io prosegua, temporeggio un attimo e finalmente TheSinger viene in mio aiuto: “Io lo avevo detto”, dice con aria fiera, “Lo avevo detto che quello è imbecille!”
Pneumo, che fino ad ora non aveva mai parlato limitandosi a fumare la pipa, con sorpresa si esprime: “Io non sono d’accordo con Carlo quando dice che LaSalma sia inadeguato con il suo ruolo”, TheSinger mi guarda stupito e fa come per ribattere ma Pneumo lo interrompe appoggiandogli la mano sul braccio e prosegue: “Non sono d’accordo con Carlo perché lui è troppo buono, credo che TheSinger abbia ragione: questo non è solo inadeguato ma è soprattutto imbecille!”
Sorrido alla cosa e HappyGranDaddy solleva la tazza del tè e la porge al centro della scrivania come per un brindisi e tutti beviamo.
“Io però avrei una domanda”, dico rivolgendomi a HappyGranDaddy, “Potrò sembrare ingenuo, ma cos’è questo grandmother's footsteps?”.
Lui mi sorride come farebbe un papà con un suo figlio ingenuo: “Carlo, sicuramente ci avrai giocato da bambino, grandmother's footsteps, red light, green light, un bambino è girato rispetto agli altri generalmente rivolto verso un muro, e i suoi compagni corrono verso il muro che è la meta, quindi lui si gira velocemente gridando red light e tutti si devono fermare immobili, chi viene sorpreso in movimento va a sua volta al posto del bambino che sta sotto. Il gioco finisce quando un bambino tocca il muro e grida green light liberando così i suoi compagni”
.
“Ecco!”, rispondo soddisfatto, “Ecco perché la cosa mi sembrava famigliare, da noi in Italia il gioco è molto simile ma si chiama un-due-tre-stella che è poi il grido del bambino che sta sotto e quando il gioco finisce chi raggiunge il muro deve gridare stellone!”.
“Bravo Carlo!”, mi risponde TheSinger, non hai ascoltato la mia canzone di ieri?”
“Si che l’ho ascoltata, ma non sono riuscito a riconoscerla”
“Grandmother's footsteps dei New Model Army, cercala su YouTube, così quando la sentirai penserai a questo viaggio, penserai a noi e ti farai due risate”.
“Okkey!”, grida HappyGranDaddy sollevando i pollici al cielo, chiamate quell’imbecille che si va tutti a mangiare un buon piatto di Haggis!”.
Il Finale
Le verdi Lowlands Scozzesi sono solo un ricordo della mia immaginazione, l’aeroplano sta decollando e fuori dal finestrino, nascoste da una miriade di goccioline che si rincorrono velocemente sulla superficie del vetro, osservo le bianche colline innevate in questa terribilmente fredda primavera Scozzese.
“Mòran taing Carlo! Tha mi buidheach dhut”. (Molte grazie Carlo! Ti sono grato)
“Di nulla Signore, è il mio lavoro; piuttosto, abbiate cura dei programmi sorgenti della vostra linea, e se decidete di fare delle modifiche abbiate cura di salvarne una copia degli originali …”
“Sarà Fatto Carlo, per il resto non ti preoccupare: noi qui non abbiamo mai cacciato nessuno; a LaSalma verrà assegnato un altro ruolo dove spero non riuscirà a fare ulteriori danni”
“Ancora grazie Carlo”
“Arrivederci Signore”
“Mar sin leat”. (Arrivederci a te)
Così mi sono congedato prima di recarmi in aeroporto, il il Clyde River nascosto nella nebbia sembrava ghiacciato, Ciao verdi Lowlands scozzesi, ciao Amarillo e ciao anche a te Mark, ti immagino comodamente seduto su di un caldo divano dinnanzi al caminetto con la tua Schecter Custom Stratocaster in mano …
“So far away from me, So far I just can see, So far away from me, You’re so far away from me”