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L’ambientalismo nel pensiero di un uomo libero

"L'inferno è vuoto e i diavoli sono tutti qui". William Shakespeare, "La Tempesta", 1623

Indice

Ambientalismo

GAIA - La nostra amata terra

GAIA - La nostra amata terra

Il rispetto e la salvaguardia dell'ambiente, un programma ecologico e politico. Una teoria che attribuisce all'ambiente un'influenza determinante sui comportamenti degli individui. Un insieme di idee e correnti intellettuali che studiano la relazione tra umanità e ambiente e ispirano azioni per tutelarlo. L’ambientalismo identifica anche un complesso di movimenti sociali impegnati a proteggere l'ambiente e a contrastare gli impatti negativi delle attività umane e su di esso questo movimento raccoglie un ampio ventaglio di idee e iniziative politiche e sociali che si definiscono come "ambientaliste".

L'ambientalismo ha origini sociali e filosofiche. Idee ed organizzazioni ambientaliste hanno cominciato ad avere un ruolo di mobilizzazione di massa a partire dagli anni 1960 diversificandosi e assumendo connotazioni diverse a seconda dei contesti e dei periodi. Successivamente questi movimenti si sono diffusi globalmente e col tempo hanno accresciuto la capacità di influenzare le scelte politiche ed economiche sia locali che nazionali e globali.

I movimenti ambientalisti sono rappresentati da organizzazioni formalmente costituite (partiti politici e organizzazioni della società civile) e anche da forme organizzative non altrettanto strutturate, come campagne e reti, permanenti o temporanee. I movimenti ambientalisti sono spesso coinvolti anche su altre tematiche sociali e politiche, oltre quella ambientale.

Le idee ambientaliste contemporanee riflettono due concezioni di base della relazione tra uomo e ambiente: da un lato c'è una valutazione pragmatica o utilitaristica dell'ambiente, che lo considera come sistema di sostegno alla vita e alla società umana; dall'altro c'è la visione dell'ecologia profonda, secondo la quale l'ambiente ha un valore connaturato ed indipendente dalle sue utilità per l’umanità. Queste due concezioni di fondo alimentano una grande diversità di idee, di valori e di modi di agire.

I movimenti ambientalisti possono adottare diverse strategie per influenzare le scelte politiche a loro collegate, e si sono evoluti nel corso del tempo, molti si sono orientati verso azioni di pressione istituzionale piuttosto che di attivismo movimentista.

Una pillola di storia.

Fino a pochi anni fa la cura dell’ambiente era connaturato alla stessa esistenza umana, gli dei abitavano i cieli o le alte vette delle montagne e gli uomini potevano solo cercare di ottenere i loro favori, la pioggia o gli animali da cacciare.

Da vecchio uomo ricordo le preghiere primaverili o rogazioni che i sacerdoti, in processione con i paesani delle varie borgate della campagna, cantavano invocando la pioggia e che fosse loro risparmiata la grandine ed i temporali violenti.

Durante il medio evo e fino al rinascimento molte processioni dei flagellanti o di altre congregazioni di penitenti venivano indette ogni volta che le condizioni ambientali non erano ottimali per i raccolti.

Nell'antica Roma, durante la cerimonia chiamata "aquilicium", matrone scalze e con i capelli sciolti salivano sul Campidoglio, facevano ruzzolare pietre e invocavano Giove Pluvio a squarciagola simulando il brontolio del tuono (ancora oggi si pensa che il cantare stonando porti la pioggia!).

L'idea che Dio mandi l'acqua in risposta ai comportamenti umani si può leggere nella Bibbia: "Se seguirai i miei comandamenti, ti manderò la pioggia". Se la pioggia si faceva attendere o i fenomeni atmosferici erano esagerati, la gente pensava che qualcuno avesse peccato.

Il meccanismo psico-sociale, disciplinato dalle religioni e che accomuna quasi tutte le preghiere e le cerimonie, è l'attribuzione della collera divina a una colpa della collettività degli uomini. L'espiazione che nelle culture arcaiche esigeva il sacrificio umano, ora richiede almeno una preghiera. Alla metà del quarto secolo, papa Liberio trasformò per la prima volta la cerimonia pagana di invocazione delle precipitazioni in una pubblica preghiera cristiana.

Da allora l'uso è rimasto e ancora oggi un vescovo, in caso di prolungata siccità, può indire una processione o un pellegrinaggio 'ad petendam pluviam' (per invocare la pioggia).

Nella cultura Azteca i raccolti del mais erano affidati a Xipe Totec, "Nostro Signore lo Scuoiato", e sacrificavano nemici e schiavi affinché le loro sofferenze propiziassero l'arrivo delle piogge ed erano soliti praticare anche il sacrificio di bambini per compiacere gli dei nel tentativo di meritare le loro grazie, questi popoli credevano che attraverso il sacrificio umano le forze della natura potessero essere costrette ad agire in loro favore.

Uno dei modi in cui gli Aztechi onoravano i loro dei era uccidendo le persone in un campo con le frecce in modo che il loro sangue potesse fecondare la terra.

Una definizione ardita.

Non è una eresia paragonare i moderni movimenti ambientalisti ad una religione, è incontrovertibile che ritengono che gli esseri umani possano cambiare il tempo ed includono nel loro pensiero una visione del peccato nelle azioni che gli umani compiono, una strategia del pentimento, ed una prospettiva della dannazione e della salvezza. Questi sono concetti tipici di tutte le religioni.

Al di là della presenza di veri neopagani e adoratori di Gaia tra le loro fila, gli stessi movimenti ambientalisti stanno mostrando le caratteristiche di un culto che adora la natura e palesemente anti umano. Molti dei loro sostenitori, se non tutti, credono effettivamente che il mondo abbia un cancro e che il cancro sia chiamato razza umana.

Il movimento Just Stop Oil (definito in calce) fornisce un esempio convincente di come l’ambientalismo moderno stia diventato una religione primitiva e barbara qualsiasi nome assuma.

A partire dal 2019 attivisti iconoclastici hanno preso di mira famosi quadri in tutti i principali musei del mondo, hanno imbrattato palazzi e monumenti provocando danni importanti per protestare contro l’emergenza climatica. Per ripristinare la fruibilità e l’uso, ove possibile, delle opere danneggiate sono state usate sostanze altamente inquinanti e questo ha sicuramente incrementato le motivazioni della loro protesta. Mi viene il dubbio, ma spero di essere troppo maligno, che in realtà lo facciano per incrementare i danni all’ambiente ed avere altri motivi per protestare.

Danneggiando le opere d'arte nei musei, bloccando le strade, interrompendo le partite sportive e altro ancora, questi eco-terroristi rivelano un ambientalismo non solo dotato di sfumature apocalittiche ma dimostrano che il loro intento è di rendere la vita miserabile per i propri simili e di distruggere i lavori dei migliori esseri umani, esempio di conquiste culturali e storiche dell’intera umanità. Naturalmente io penso che una ragionevole preoccupazione per evitare l’inquinamento e preservare le nostre risorse naturali in modo responsabile è una posizione etica encomiabile e perseguibile, dobbiamo sempre prenderci cura dell’ambiente, operare per la sua salvaguardia, essere responsabili della sua protezione e, allo stesso tempo operare per migliorare il livello economico delle popolazioni meno abbienti.

Ma a me sembra che gli sforzi ambientalisti per ridurre le emissioni di anidride carbonica, il classico gas serra, rendano l’energia meno economica e meno accessibile dalle popolazioni più disagiate, il che fa aumentare i costi dei prodotti di consumo, soffoca la crescita economica, costa posti di lavoro e impone effetti dannosi sulle popolazioni più povere della Terra.

Al contrario stanziare risorse monetarie per aiutare a costruire impianti di trattamento delle acque reflue, migliorare i servizi igienico-sanitari e fornire acqua pulita ai poveri avrebbe un impatto immediato maggiore sulla loro situazione rispetto alla battaglia sul vago concetto di riscaldamento globale.

Al centro delle convinzioni degli estremisti sul cambiamento climatico ci sono due principi principali:

  • che gli esseri umani possono controllare il tempo
  • che gli esseri umani porteranno alla fine del mondo se mancheranno di rispetto alla natura.

Sembrano due paragrafi di una scrittura religiosa e, mentre gli ambientalisti forniranno prontamente ricerche scientifiche a sostegno delle loro affermazioni, raramente tollereranno contro-argomentazioni, come quando qualcuno sottolinea che nessuna delle loro previsioni apocalittiche si è avverata finora.

La pubblica vergogna e il bullismo nei confronti di qualsiasi scienziato che differisce dall'ortodossia del cambiamento climatico ricorda stranamente il processo alle streghe di Salem o la (santa) Inquisizione spagnola, con fustigazioni pubbliche inflitte - metaforicamente parlando - per i loro crimini mentali. In effetti, i dissidenti del riscaldamento globale, come sono stati spesso etichettati, subiscono un’umiliazione rituale per mano dei loro colleghi e dei media, con ogni loro motivazione messa in discussione e le loro opinioni mai discusse, solo messe alla berlina.

Quando la temperatura aumenta o se non piove da tempo sentiamo dire: questa è una prova evidente del cambiamento climatico.

Ma quando c'è un rapido raffreddamento o in caso di piogge alluvionali sentiamo: questa è un'ulteriore prova del cambiamento climatico.

La bellezza del riscaldamento globale è che tocca tutto ciò che facciamo: cosa mangiamo, cosa indossiamo, dove andiamo. La nostra impronta del carbonio è la misura dell'uomo. In altre parole, l'idea del cambiamento climatico è essenzialmente inconfutabile perché, da qualche parte, in qualche modo, il clima cambia costantemente. Questa inconfutabilità rende il cambiamento climatico una base perfetta per una convinzione religiosa.

Questa fede, a sua volta, trasforma le persone coinvolte in uomini e donne “necessari”, gli esseri umani in un'epoca di scarsità si troveranno pressati da qualcosa che si può chiamare "necessità", e gli uomini necessari non sono uomini liberi e che uno stato dovrebbe essere in grado di rendere le persone "libere dalla paura".

Riporto una nota dell’Institute on Religion and Democracy di Washington, DC, ove si legge che esiste una lunga storia di pensiero ambientalista che vede gli esseri umani principalmente come consumatori e inquinatori. Questo pensiero porta molti a insistere sul fatto che rinunciare ai figli viene promosso dalle “élite verdi” è rispettoso dell’ambiente, mentre le donne senza figli stanno facendo la loro parte per ridurre l’impronta di carbonio della civiltà.

Molti movimenti ambientalisti non solo suggeriscono alle giovani generazioni di rinunciare ai figli per paura di mettere in pericolo il pianeta, ma invitano anche a interrompere le loro gravidanze, con alcuni che arrivano al punto di affermare apertamente che ciò è suggerito per soddisfare gli obiettivi climatici. Un motto dice “Non avere un figlio è la cosa più rispettosa dell'ambiente che possiate fare", un altro afferma che: Avere figli è egoista.

Ogni persona che nasce usa cibo, acqua, terra, combustibili fossili, alberi e produce rifiuti, inquinamento, gas serra e aggrava il problema della sovrappopolazione.

Naturalmente, le preoccupazioni sulla sovrappopolazione non sono nuove.

L’economista del diciottesimo secolo Thomas Malthus predisse una carestia mondiale dovuta alla sovrappopolazione e sostenne un’azione immediata per limitare la crescita della popolazione, e nel 1968, l’ecologo Paul Ehrlich con il libro La bomba demografica (vedere note) gli fece eco asserendo che “Nei prossimi quindici anni arriverà la fine". Inutile dire queste profezie non si sono avverate.

Nonostante tutte le preoccupazioni, l’accesso al cibo e alle risorse è aumentato con l’aumento della popolazione mondiale, ovviamente, ciò non ha impedito ad alcuni attivisti ambientali di continuare a fare affermazioni altrettanto bizzarre sull’umanità e sul futuro del nostro pianeta.

Dovremmo essere profondamente sospettosi nei confronti di qualsiasi argomento che utilizzi un linguaggio che si riferisca agli esseri umani come, un “virus invasivo”, una “piaga” o addirittura un “problema” che deve essere risolto.

Siamo arrivati al punto che anche una nuova vita umana è vista come una minaccia per l’ambiente, al punto che alcuni sostengono candidamente che i neonati rappresentano una fonte indesiderabile di emissioni di gas serra e consumatori di risorse naturali. Questi aspetti insidiosi del culto ambientalista devono essere smascherati e sfidati.

Da attuale studente di scienze geologiche posso dire che sulla terra si sono succeduti i climi più incredibili e che le situazioni più estreme hanno portato a molte estinzioni di massa. In molti casi la variazione climatica, che ora viene attribuita alle attività antropiche, sono state svolte da batteri, stromatoliti, microalghe, vulcani con risultati che di epoca in epoca sembravano distruttivi e definitivi. La razza umana, nella accezione biologica del termine, potrebbe subire la stessa sorte, con il massimo rispetto della continuità esistenziale del pianeta terra.

I cianobatteri riempirono l’atmosfera di un gas che era velenosissimo per la vita allora presente, parlo dell’ossigeno, si estinsero quasi tutte le forme di vite presenti fino ad allora, ma si ebbe una esplosione di altre forme di vita. Le emissioni di anidride carbonica del vulcanesimo nel Cambriano furono di qualche milione di volte di quelle che l’umanità produce e sarà in grado di produrre. Si estinsero molte specie di animali, ma la terra ha continuato a orbitare attorno al sole. Dato il tema trattato lascio alla curiosità dei lettori approfondire le caratteristiche dell’evoluzione della composizione atmosferica e delle variazioni climatiche negli oltre quattro miliardi di anni di vita del nostro ancora giovane pianeta terra. I curiosi troveranno incredibili sorprese.

È mia convinzione, ma è l’opinione di una sola persona, che sia impossibile fare a meno del nostro attuale modello di sviluppo e che una delle poche soluzioni praticabili e sostenibili sia quella della estrazione dall’atmosfera dei gas serra, principalmente della anidride carbonica, e di migliorare le tecniche di degrado delle materie plastiche a prodotti che piante ed animali possano utilizzare direttamente.

Una ultima proposta. Non penso che le proteste di movimenti ambientalisti possano influenzare le politiche di emissione di CO2 in atmosfera in Italia, ma forse dimostrando in paesi ben più inquinanti del nostro otterrebbero migliori risultati. Propongo loro di recarsi in Cina, in India, in Russia, in Arabia Saudita, negli Stati Uniti e lì imbrattare quadri e monumenti. Forse otterrebbero migliori risultati, sicuramente starebbero per un lungo tempo lontano dall’Italia.

La cattura della CO2

Con “cattura e rimozione dell'anidride carbonica”, Carbon Dioxide Removal in inglese (CDR), ci si riferisce a tecnologie, pratiche e approcci che rimuovono l'anidride carbonica dall'atmosfera e la immagazzinano in modo duraturo in “serbatoi” come la vegetazione, il suolo, le formazioni geologiche, l’oceano, o anche in appositi impianti di stoccaggio.

Esistono diverse soluzioni per la cattura e rimozione dell'anidride carbonica, ciascuna con i propri rischi e benefici, che differiscono per costi, grado di maturità tecnologica e tempistiche di implementazione.

Imboschimento, riforestazione

L'imboschimento, afforestation in inglese, consiste nel piantare alberi su terreni precedentemente privi di copertura arborea per almeno 50 anni ed è considerato tra gli approcci da utilizzare per sequestrare il carbonio e mitigare il riscaldamento globale. Tuttavia, i fattori che determinano il tasso di sequestro del carbonio con l'imboschimento sono ancora poco conosciuti e la letteratura ha prodotto risultati contrastanti, con studi che evidenziano come tale tecnica sia un buon sistema per la cattura dell’anidride carbonica, mentre altri dimostrerebbero che possa perfino essere una fonte di emissione di CO2. L’incoerenza dei risultati potrebbe derivare dal fatto che l’assorbimento di CO2 è influenzato da molteplici fattori.

Con il termine “riforestazione” si intende invece la creazione di una nuova foresta in un’area in cui già precedentemente ne era presente una.

Sequestro del carbonio nel suolo

Denominato in inglese come Soil carbon sequestration, è un processo in cui la CO2 atmosferica è assorbita e immagazzinata nel suolo. È principalmente mediato dalle piante attraverso la fotosintesi, con il carbonio che viene immagazzinato sotto forma di sostanza organica del terreno, cioè l'insieme della materia organica di origine animale e vegetale non completamente decomposta presente nel suolo. Nei climi aridi e semi-aridi, il sequestro del carbonio nel suolo può avvenire anche grazie alla conversione della CO2 presente nel suolo in forme inorganiche come i carbonati; tuttavia, il tasso di formazione del carbonio inorganico è relativamente basso

Biochar

Il biochar è definito come un materiale ricco di carbonio prodotto durante la pirolisi della biomassa, un processo di decomposizione termochimica che avviene a una temperatura di circa 700°C in assenza o in quantità limitata di ossigeno.

L'impiego del biochar ha un duplice vantaggio: infatti può essere utilizzato sia per il sequestro del carbonio a lungo termine sia come ammendante per il suolo. Secondo alcuni studi, il biochar è una tecnologia che potrebbe essere impiegata per la mitigazione del cambiamento climatico, implementabile su scala globale con una capacità potenziale di sequestrare fino al 12% di gas serra di origine antropica.

Bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio

La Bioenergy with carbon capture and storage (BECCS) comporta la cattura e lo stoccaggio permanente di CO2 da processi in cui la biomassa viene convertita in combustibili o bruciata direttamente per generare energia. Poiché le piante assorbono CO2 man mano che crescono, questo è un modo per produrre energia e rimuovere CO2 dall'atmosfera. Poiché la bioenergia può fornire calore ad alta temperatura e combustibili che funzionano nei motori esistenti, BECCS svolge un ruolo importante nella decarbonizzazione di settori come l'industria pesante, l'aviazione e gli autotrasporti nello scenario Net Zero Emissions by 2050 (NZE).

Cattura dell'anidride carbonica direttamente dall'aria

A differenza della cattura del carbonio che viene generalmente effettuata nel punto di emissione, come le ciminiere di un'acciaieria, le Direct Air Capture (DAC), estraggono la CO2 direttamente dall'atmosfera. Ciò offre il vantaggio che un impianto DAC può essere realizzato ovunque.

La CO2 catturata dall’aria può essere utilizzata per diversi impieghi industriali, come nell’industria alimentare, chimica e petrolchimica, così da contribuire alla riduzione del costo del processo di estrazione.

Se la CO2 catturata viene immagazzinata in modo permanente, si parla invece di DACCS, Direct Air Carbon Capture and Storage. Formazioni geologiche come giacimenti di petrolio e gas esauriti o falde acquifere saline possono fungere da deposito di CO2 a lungo termine.

Miglioramento dell'erosione delle rocce

L'Enhanced rock weathering (ERW) è una tecnica che mira ad accelerare il naturale processo di rimozione della CO2, spargendo rocce di silicio ricche di calcio e magnesio, come il basalto, finemente macinate, sul suolo; qui, la roccia di silicato frantumata reagisce con la CO2 dell'atmosfera formando ioni bicarbonato che, tramite deflusso, vengono infine trasferiti negli oceani per lo stoccaggio a lungo termine. L’applicazione di queste rocce frantumate sui terreni agricoli comporta potenziali co-benefici per la salute dei suoli, la sicurezza alimentare e mitigazione dell'acidificazione degli oceani.

Questa tecnica, inoltre, si presta anche a ridurre le emissioni del settore minerario, infatti alcuni rifiuti minerari possono essere utilizzati come materie prime per la mineralizzazione della CO2.

Gestione del carbonio blu

Gli ecosistemi costieri, come le foreste di mangrovie, le paludi salmastre e le praterie di posidonia, immagazzinano quantità significative di carbonio organico. Nonostante occupino meno dell'1% del fondo oceanico, questi ecosistemi, collettivamente indicati come blue carbon ecosystem (BCE), immagazzinano circa il 50% di tutto il carbonio organico presente in mare. Inoltre, pur occupando solo il 3% dell'area delle foreste terrestri, i BCE sequestrano una quantità comparabile di carbonio, poiché i tassi di stoccaggio del carbonio dei BCE sono circa 40 volte superiori rispetto ai suoli forestali.

Alcalinizzazione artificiale degli oceani

Questa tecnica sfrutta un processo già in atto, infatti, parte della CO2 naturalmente assorbita dagli oceani reagisce con l’acqua formando acido carbonico (H2CO3). Tale processo prende il nome di acidificazione. L’alcalinizzazione, dunque, non è altro che il processo inverso. Disciogliendo in acqua minerali a base di silicato, come l’olivina, o di derivati del carbonato di calcio, come la calce viva o la calce spenta, accelera il naturale processo di alcalinizzazione dovuto all’invecchiamento delle rocce, aumentando l’assorbimento di CO2.

Fertilizzazione dell'oceano

La ocean fertilisation è una tecnica che consiste nell’aumentare la produzione biologica dell’oceano attraverso l'aggiunta di nutrienti alle acque oceaniche superiori.

Aumentando la disponibilità di nutrienti, l'assorbimento di CO2 viene stimolato attraverso la fotosintesi del fitoplancton che produce materia organica. Per la fertilizzazione l’elemento più utilizzato è il ferro, uno dei tre elementi limitanti insieme all’azoto e al fosforo. Quando si ricorre a questa tecnica, è necessario considerare le differenze regionali, la disponibilità di nutrienti e le condizioni di luce e temperatura.

Rimozione di altri gas serra

Ci sono studi e ricerche su come rimuovere il metano, gas ben più pericoloso della CO2, ed anche il protossido di azoto che rimane in atmosfera per un tempo molto lungo.

Una realizzazione irlandese

"Orca", nei pressi di Reykjavik, in Islanda è un grande impianto per la cattura della anidride carbonica presente nell'atmosfera. Rimuovere la CO2 presente nell'atmosfera e immagazzinarla definitivamente nel sottosuolo è possibile, ma non senza difficoltà, lo conferma l'azienda svizzera Climeworks, che nel 2021 in Islanda ha messo in funzione "Orca".

La Svizzera è in prima linea nello sviluppo di tecnologie che mirano a ridurre la quantità di CO2 presente nell'atmosfera. L'8 settembre del 2021, l'azienda elvetica Climeworks, in collaborazione con l'islandese Carbfix, ha messo in funzione il più grande impianto al mondo in grado di filtrare l'anidride carbonica dall'atmosfera - si parla di Direct Air Capture (DAC) - e di immagazzinarla in maniera definitiva nel sottosuolo.

L'impianto Orca è alimentato con l'elettricità di una vicina centrale geotermica. I filtri nei collettori separano il CO2 dall'aria; il gas viene poi mischiato con acqua e pompato negli strati di roccia basaltica a una profondità compresa tra gli 800 e i 2000 metri. Lì dovrebbe rimanere per milioni di anni.

Ma…...

Organizzazioni ambientaliste quali Greenpeace sostengono che la DAC potrebbe essere una pericolosa distrazione e distogliere l'attenzione dall'azione più urgente ed efficace da intraprendere, ovvero la drastica riduzione delle emissioni. Perché investire milioni di dollari in una tecnologia che attualmente ha la capacità di rimuovere solo una piccola percentuale della CO2 che emettiamo ogni anno nel mondo? Purtroppo, non si tratta più di discutere se fare una cosa o l'altra. Abbiamo bisogno di entrambe. Sono convinto che la riduzione delle emissioni debba essere la priorità numero uno, poiché una tonnellata di CO2 evitata sarà sempre più economica di una tonnellata di CO2 rimossa dall'atmosfera. Detto questo, dobbiamo anche investire nella rimozione del carbonio. E dobbiamo farlo oggi per raggiungere le capacità richieste per il 2050.

I livelli atmosferici di CO2 sono alti e sono responsabili del riscaldamento globale dovuto ad attività antropiche. Continueranno ad aumentare nel prossimo decennio, poiché le emissioni molto difficili da eliminare, ad esempio quelle provenienti dall'aviazione, dal cemento e dall'acciaio, continueranno ad esistere, almeno in un futuro non solo prossimo.

Non sarà sicuramente qualche persona facente parte di movimenti marginali di ambientalisti a convincere la rimanente popolazione mondiale a rinunciare ad aria condizionata, automobili, vestiti lucenti e tostapane. Unica soluzione, a mio modestissimo parere, è la rimozione della CO2 dall’atmosfera, a meno che qualche batterio non si accorga, durante una mutazione casuale, che è disponibile una grande quantità di anidride carbonica con cui produrre, utilizzando qualche fotone e un poco di meccanica quantistica, zuccheri elementari con cui nutrirsi e riprodursi.

Ma l’intelligenza artificiale?

Prima o poi l’intelligenza artificiale verrà usata per gestire l’ambientalismo. Non ho una bella sensazione. Quella cosa lì non ha empatia, non prova emozioni, penso che quella cosa lì abbia una unica proposta: limitare la popolazione umana sulla terra. Ma chi sarà incaricato di scegliere gli eletti? E come saranno scelti? Staremo a vedere!!

Note

La bomba demografica (1968)

L'edizione originale di The Population Bomb iniziava con l'affermazione: La battaglia per nutrire tutta l’umanità è finita. Negli anni ’70 centinaia di milioni di persone moriranno di fame nonostante tutti i programmi drastici attualmente adottati. A questo punto, nulla può impedire un aumento sostanziale del tasso di mortalità mondiale…

Ehrlich sosteneva che la popolazione umana era troppo numerosa e che, sebbene la portata del disastro potesse essere mitigata, l’umanità non poteva prevenire gravi carestie, la diffusione di malattie, disordini sociali e altre conseguenze negative della sovra popolazione.

Le sue previsioni erano completamente errate ed esagerate; non si è verificata alcuna carestia del genere e sia la popolazione che l’offerta alimentare globale hanno continuato a crescere negli anni ’70, ’80 e oltre.

Just Stop Oil

E’ un gruppo di attivisti ambientalisti britannico . Usando la resistenza civile, l’azione diretta, il vandalismo e l’ostruzione del traffico, il gruppo mira a far sì che il governo britannico si impegni a porre fine alle nuove licenze e alla produzione di combustibili fossili. Il gruppo è stato fondato nel febbraio 2022 e ha iniziato a protestare presso i terminali petroliferi inglesi nell'aprile 2022. Il gruppo ha ricevuto particolare attenzione, positiva e negativa, per i suoi metodi di attivismo.

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Commenti e note

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di ,

Quando ho scritto questo materiale non ho calcato volutamente su una mia convinzione. Data la mia certezza che la maggior parte dei movimenti ambientalisti sono assimilabili a religioni, e le religioni quando sono in competizione tra loro e non vedendo avverate le loro profezie tendono a diventare profondamente integraliste, mi aspetto, anzi sono certo che stia già avvenendo, che inizino i sacrifici umani, cruenti e giustificati dal fatto che chi non rispetta il loro credo debba essere punito per i peccati che gli umani compiono nei confronti dell'ambiente. Mi dispiace, ma io la penso così.

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di ,

Proprio qualche giorno fa, assieme ad un collega, ragionavamo sulla attuale accezione dell'ambientalismo, sulla sua trasformazione in religione civile e sul messaggio milleniarista veicolato. Ci sarebbero tante analogie da discutere, tra cui le varie "confessioni", spesso in lotta tra loro, in cui tale credo viene declinato, oppure la comparsa di figure militanti giovanili (stile Giovanna d'Arco, per capirsi) spesso sfruttate dalle gerarchie per riaccendere la lotta e poi abbandonate quando non più utili alla causa. Il dispiacere maggiore, almeno per me, è che per via di un approccio fideistico si rischino di perdere le opportunità di miglioramento economico e sociale offerte dallo sviluppo tecnologico ed in particolare dalle fonti rinnovabili.

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