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Tucidide e l’eterna “trappola” delle rivalità
Tempo fa, in un altro thread, avevo cercato di accennare allo storico stratega Tucidide e alla famosa “trappola”, ma la riflessione fu ignorata dal Forum e il tentativo di discutere un possibile parallelismo storico fallì, finendo nel dimenticatoio.
Eppure, poteva essere interessante spendere qualche parola. Tucidide è stato il maestro indiscusso della storiografia, un osservatore acuto che sapeva bene come la storia si ripete. Insegnava che le rivalità tra potenze nascono sempre da una combinazione di ambizione e paura, una dinamica eterna che attraversa ogni epoca.
Secondo lui, Atene non era innocente: con la sua “Lega Delio-Attica”, espandeva il proprio controllo come un olio che si allarga su una superficie lucida. Sparta, percependo la minaccia alla sua autonomia e influenza, reagiva con decisione. Quindi Tucidide ci racconta di un conflitto alimentato da ambizioni, giochi di potere e paure reciproche, tutti elementi che fatalmente o incredibilmente riecheggiano nel confronto moderno tra gli “U S A” e la Russia. Questo scenario riflette quella che oggi chiamiamo la “trappola di Tucidide”: il rischio di conflitti violenti quando una potenza sfida la posizione di un’altra.
Gli “U S A” e la Russia: la solita faida tra compagni di scuola
Immaginate gli “U S A” e la Russia come due vecchi compagni di scuola che si odiano cordialmente da sempre. Uno è il secchione popolare autoproclamato (gli“U S A”), sempre pronto a porsi al centro dell’attenzione; l’altro è il tipo taciturno e muscoloso che si siede in fondo alla classe (la Russia). Ora, per rendere tutto più interessante, mettiamoli in toga e sandali e trasportiamoli nell’antica Grecia!
Gli “U S A” incarnano Atene: democratici (ma solo quando conviene), ricchi, ossessionati dagli affari e con una passione sfrenata per le guerre predatorie. Atene era quel tipo di città-stato che ti diceva: “ti porto la democrazia!”, ma poi ti ritrovavi con un esercito accampato nel salotto. E ovviamente si presentava a tutta la Grecia come il paladino della libertà… sì, la libertà di fare tutto ciò che desiderava.
Dall’altra parte c’è la Russia, alias Sparta: seriosa, rigorosa e con un’ossessione per il rafforzamento in armamenti e un addestramento militare che farebbe impallidire anche un Ufficiale di Legione. Sparta era il tipo di attore che ti diceva: “Noi siamo per l’autonomia!”, ma quello che intendeva era: “l’autonomia di seguire le nostre regole”. Con il suo fascino austero da fratello maggiore controllava tutto, una sorta di influencer ante litteram. Sparta, sempre impegnata a sollevare pesi e affilare spade, non aveva tempo per la diplomazia raffinata. Su questo, almeno, certe superpotenze di oggi l'hanno superata: sono esperte nell'arte di sorridere mentre impongono sanzioni.
La Guerra del Peloponneso e il boomerang delle sanzioni
E così comincia la grande faida. Sparta invade l’Attica (un po’ come la Russia in Ucraina), ma Tucidide – il cronista supremo della storia – ci ha spiegato che la colpa era di Atene. Perché? Beh, Atene aveva questa “Lega Delio-Attica”, una versione antica della “N A T O”, espandendo la sua influenza ovunque, mentre Sparta reagiva per difendere ciò che considerava suo.
E la “U E”? Beh, a quei tempi non c’era; attualmente, la “U E” moderna trova un parallelo come un’assemblea di città-stato che cercava di gestire gli equilibri di potere, ma che spesso si trovava a subire l’influenza delle grandi potenze; mettiamola così...
Poi c’erano le sanzioni economiche: eh sì, anche nell’antica Grecia si usavano! Pericle introdusse il famoso “decreto megarese”, che strangolava economicamente le città filospartane con l’idea di indebolirle. Ma il risultato fu un clamoroso boomerang: invece di piegarsi, Sparta consolidò nuove alleanze e trovò modi per aggirare il blocco economico.
E lo stesso sta accadendo oggi. Le sanzioni contro la Russia avrebbero dovuto indebolirla, ma invece hanno generato nuove strategie economiche per aggirare i blocchi e rafforzare legami con altre potenze, come la Cina. Nel frattempo, chi ha imposto le sanzioni si è ritrovato con prezzi dell’energia alle stelle, tensioni economiche interne e la consapevolezza che l’arma economica si è ritorta contro gli stessi che l’hanno brandita.
Il declino di Atene, la Persia vincitrice indiretta e la Macedonia come nuova potenza
Alla fine Sparta, pur di vincere, si alleò con Macedonia e Persia – i nemici giurati della Grecia. Ma la vera sorpresa arrivò poco dopo: la Persia, che aveva finanziato Sparta e manipolato gli equilibri greci, emerse temporaneamente come vincitrice indiretta, influenzando le politiche interne delle polis e rafforzando il proprio dominio regionale. Tuttavia, questa egemonia non durò a lungo.
Nel vuoto di potere che seguì, fu la Macedonia a cogliere l’occasione. Filippo II e Alessandro Magno trasformarono la Macedonia nella nuova superpotenza, unificando la Grecia sotto il loro dominio e rovesciando l’impero persiano stesso. In questo modo, Macedonia divenne la vera erede del potere, ridefinendo completamente l’ordine geopolitico dell’epoca.
Il parallelismo moderno: chi sarà il nuovo vincitore?
Oggi, mentre gli “U S A” e la Russia si affrontano, la Cina sembra giocare un ruolo simile a quello della Persia antica: osserva, influenza e trae vantaggio dalla debolezza altrui, rafforzando la propria posizione strategica. Ma la domanda resta aperta: chi raccoglierà davvero l’eredità del potere globale? Il nuovo “Filippo II” potrebbe già essere all’opera, pronto a ridefinire gli equilibri mondiali.
Nel frattempo, l’élite globale si prepara a spartirsi il bottino: riarmo europeo da una parte e risorse ucraine dall’altra. È come se i grandi dellaTerra avessero deciso di giocare a Monopoli mentre noi comuni mortali cerchiamo disperatamente di pagare l’affitto.
Morale della storia
Due vincitori aggressivi (“U S A” e Russia), una possibile vincitrice indiretta (Cina alias Persia) e forse una nuova potenza all’orizzonte. La lezione? La storia non cambia mai davvero: ieri erano le poleis greche a litigare per chi comandava; oggi sono le superpotenze globali. E noi? Noi rimaniamo sempre gli spettatori paganti, bloccati in uno spettacolo che non ci appartiene, sperando almeno in un pezzo di pita… e che il prossimo secolo non sia solo una replica di quello passato. Salvo, ovviamente, finire trascinati in qualche guerra servile, costantemente a nostre spese. Come sempre, il mondo cambia faccia, ma il copione rimane lo stesso. A questo punto conviene solo sperare che almeno il sequel sia scritto meglio.