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Introduzione
Gli alimentatori transformerless sono stati magistralmente descritti da Powermos in [1] . L'analisi colà sviluppata si basa sull'assunzione di segnali sinusoidali per i quali è possibile utilizzare il concetto di reattanza del condensatore, facendo uso di queste approssimazioni:
- Tensione di uscita piccola rispetto alla tensione di picco della rete
- Situazione ciclostazionaria
- Diodi ideali
- Piccolo ripple di uscita
In questo articolo sarà presentato un differente metodo di calcolo della capacità di caduta, mantenendo solo l'assunzione di piccolo ripple di uscita, e non sarà neppure richiesto che la forma d'onda della rete sia sinusoidale.
Simboli utilizzati
Calcolo della tensione di uscita
Il circuito di riferimento è ripreso (con il permesso dell'autore) dal precedente articolo. Il carico è resistivo, e la tensione di uscita è mantenuta livellata dalla capacità di filtro CF.
L'analisi qui presentata non fa uso della reattanza del condensatore, che è definita solo per segnali sinusoidali, ma si svolge nel dominio del tempo, dove si possono trattare un po' più facilmente le non linearità.
La sola assunzione fatta in questa analisi è che la tensione di uscita abbia un piccolo ripple e possa essere considerata costante durante un ciclo della tensione di rete.
L'idea base è quella di valutare la variazione di carica attraverso il condensatore durante mezzo ciclo della tensione di rete. La carica che transita moltiplicata per il numero di volte in cui avviene in una unità di tempo fornisce la corrente media.
Quando la tensione di linea sale, la corrente scorre nel condensatore verso destra, e vengono accesi i diodi D1 e D4. Durante questo periodo la tensione VAB è quindi uguale alla tensione di uscita (supposta costante) più la caduta sui diodi. Nel semiperiodo successivo, quando la tensione di linea scende, la corrente inverte il senso di percorrenza e si accendono i diodi D2 e D3 e la tensione all'ingresso del ponte vale . Questo punto dovrebbe essere chiaro se si ricorda che la corrente in un condensatore dipende dalla variazione della tensione sul condensatore. La variazione di tensione sul condensatore determina la corrente che lo attraversa, e questa corrente decide quale coppia di diodi conduce.
Consideriamo adesso cosa capita quando la tensione di rete raggiunge il picco positivo della tensione (fine della salita), e dopo mezzo ciclo quando raggiunge il picco negativo (fine della discesa). La situazione delle tensioni è rappresentata nella figura 2. Le tensioni importanti sono quelle del nodo A e del nodo B. La tensione di rete è rappresentata da un generatore alternato, mentre quella all'ingresso del ponte di Graetz da una batteria.
Quando la tensione di rete, salendo, raggiunge il suo picco positivo, la tensione del nodo A vale , mentre quella del nodo B vale
. La tensione
sul condensatore, misurata con il positivo a sinistra, raggiunge il suo valore massimo
Mezzo periodo dopo, quando la tensione di rete raggiunge il picco negativo, la tensione del nodo A vale , la tesione all'ingresso del ponte, nodo B, vale
e quindi la tensione sul condensatore, sempre misurata con il positivo a sinistra, raggiunge il suo valore minimo
.
Durante un semiperiodo, dal picco positivo al picco negativo della rete, la variazione di tensione sul condensatore è quindi
Questa variazione di tensione ai capi del condensatore sposta una carica attraverso il condensatore data da , cioè
Questo passaggio di carica avviene per ogni transizione da picco positivo a negativo e viceversa. La carica nel condensatore circola in un verso durante un semiperiodo e in verso opposto nel successivo semiperiodo. Il ponte raddrizzatore rende unidirezionale questo spostamento di carica che circola nella maglia di uscita CF e RL.
La carica spostata in un secondo è data da dalla carica spostata ad ogni semiperiodo moltiplicata per due volte la frequenza di rete. La carica spostata in un secondo è, per definizione, pari alla corrente media che esce dal ponte.
La corrente media che esce dal ponte e passa nel carico può anche essere scritta, usando la legge di Ohm come Vo/RL. La relazione si basa sul fatto che la corrente media che passa nel condensatore è nulla, e quindi la corrente media che esce dal ponte passa tutta nella resistenza di carico.
Risolvendo questa equazione si può trovare la tensione di uscita, conoscendo C1 e il carico rappresentato da RL oppure dalla corrente assorbita dal carico.
Le formule (4) sono normalmente usate per analizzare un circuito esistente.
Notare il significato di (4b): l'alimentatore è modellabile in uscita come un equivalente Thevenin con una tensione a vuoto molto elevata, praticamente la tensione di picco della rete, e una resistenza in serie di valore
.
Questa resistenza non dissipa potenza, ed essendo di valore molto elevato fa sì che la corrente di cortocircuito sia limitata.
Da notare che non è la reattanza del condensatore. Un indizio di questo fatto è l'assenza del fattore
che sbuca sempre fuori quando si tratta di sinusoidi e reattanze. L'equazione (4) è stata ricavata senza nessuna ipotesi sulla forma d'onda dell'ingresso, basta solo conoscere la metà del suo valore di picco-picco.
L'equazione (4) dice anche che se il carico viene rimosso, la tensione di uscita tende al valore picco picco della tensione di ingresso, con costante di tempo pari a
Un comportamento del genere è quasi sempre da evitare, poiché potrebbe ad esempio danneggiare il condensatore CF o eventuale elettronica in stand by collegata all'uscita.
Questi alimentatori devono avere una limitazione della tensione di uscita. Se la tensione è regolata da un integrato ad esempio della famiglia 78XX, la limitazione può essere costituita da uno zener prima del regolatore. In alcuni altri casi è possibile usare un regolatore di tensione a zener, che limita automaticamente la tensione di uscita. Altre soluzioni basate su partitori capacitivi sull'ingresso sono presentate in [2].
Consideriamo ora l'equazione (4a), in cui si può sostituire . Si ottiene:
L'ultima equazione rappresenta un partitore fra la resistenza interna della sorgente
e la resistenza di carico
.
Il circuito, sempre nell'ipotesi di basso ripple, ha quindi un circuito equivalente di Thevenin di questo tipo:
è da ricordare che la resistenza non dissipa potenza, è solo un modello del comportamento del circuito. Anche se vi sono condensatori e interruttori, non si ha dissipazione di potenza perché le commutazioni sono naturali, non forzate.
Calcolo della capacità C1
Per il progetto del circuito è necessario calcolare il valore della capacità di C1 conoscendo la corrente voluta e la tensione di uscita oppure tensione di uscita e il valore della resistenza di carico. La relazione da usare per il progetto è una delle (7), ricavate invertendo le (4). (7a) è usata nel caso si conosca resistenza di carico e tensione di uscita, mentre (7b) serve quando si conosce la corrente di uscita e la tensione voluta.
Per la rete europea, con tensione efficace di 230V (tensione di picco di 325V) e frequenza 50Hz queste relazioni diventano:
dove si sono considerati 2V di caduta diretta sui diodi del ponte. Se la tensione di uscita Vo è piccola rispetto alla tensione di picco, è possibile trascurare il termine Vo a denominatore e si arriva alla formula solita:
vale a dire la capacità C1 deve essere di 1uF per ogni 65mA di corrente richiesta in uscita, nell'ipotesi di tensione efficace di rete di 230V e tensione di uscita trascurabile rispetto a questo valore.
Da notare che in presenza di rete "bassa" del 10% e tensione di uscita di 12V, la corrente si riduce a 58mA per ogni microfarad di capacità di C1.
Variante al calcolo di C1
Un altro modo per calcolare il valore di C1 è il seguente. Osservando la Figura 3 e la relativa equazione (4a') si osserva che la tensione di uscita è data dalla partizione di RL con la resistenza Req. Conoscendo Vpk, Vd, f, RL si può invertire la (4a') e si ottiene
Trovata , si può calcolare il valore di C1 dalla (5)
Verifiche
Questa procedura di calcolo è stata verificata confrontandola con i valori simulati in [1], sia montando un circuito in laboratorio e misurando i reali valori.
Verifica simulativa
L'equazione (4) ricavata in precedenza è stata verificata usando i valori di simulazione presenti nell'articolo citato. I dati della simulazione si riferiscono a un condensatore C1=1uF. I valori di Vo calcolati sono in ottimo accordo con quelli simulati. Sono stati assunti 2V di caduta sui diodi.
Una seconda verifica è stata fatta analizzando la tensione di uscita con carico di 100Ω che viene improvvisamente staccato. In questo caso la capacità C1 è stata presa di 1.006uF e CF=105uF. La tensione di picco di ingresso è stata assunta di 325V.
Il grafico della tensione di uscita rimane a 6.3V circa finché il carico è connesso. Quando a t=0.1s il carico viene scollegato, la tensione di uscita Vo sale esponenzialmente fino a 323V. La costante di tempo (cioè il tempo impiegato dalla tensione per percorrere il 63.2% della variazione) e visualizzato dai cursori, risulta essere di 520ms circa, mentre l'equazione (6) fornisce un valore
Verifica sperimentale
Oltre alla simulazione, è stata fatta in laboratorio una verifica su un circuito in cui è stato montato come C1 un condensatore ICEL in polipropilene da 1uF, tensione di lavoro 630V (www.icel.it/pdf/13_PPB.pdf), resistenza di protezione di inrush current da , condensatore di filtro da 105uF con ESR di
(misurati su impedenzimetro vettoriale HP4192A) e carico formato da resistori vari.
Il setup di misura è nella Figura 4. Poiché questi circuiti sono collegati direttamente a rete, si sono usate probe isolate. Staccare la connessione di terra dell'oscilloscopio per poter usare le sonde normali è una procedura PERICOLOSA E CRIMINALE!
Figura 4 - Set up di misura. Strumenti utilizzati: Multimetro Agilent 34401A, oscilloscopio Tek 3014, sonda di corrente Tek A6301, amplificatore Tek AM503B, sonda differenziale di tensione LeCroy AP030
Le tensioni di uscita calcolate con l'equazione (4) e misurate nel circuito reale con diversi carichi sono riportate nella tabella seguente. Anche in questo caso si sono assunti 2V di caduta sui diodi.
In questo caso l'errore è maggiore, a causa della distorsione della tensione di rete e delle non indealità dei componenti. Nelle figure seguenti sono riportate nella foto di sinistra la tensione di rete (blu) e la corrente assorbita dalla rete (gialla), nella foto di destra la tensione di ripple (blu) e la corrente (gialla), per il carico da , da
e da
.
Carico 100 ohm. - Sinistra: Tensione di rete e corrente assorbita. Destra: corrente assorbita e tensione di ripple
Carico 1 kohm. - Sinistra: Tensione di rete e corrente assorbita. Destra: corrente assorbita e tensione di ripple
Carico 10 kohm. - Sinistra: Tensione di rete e corrente assorbita. Destra: corrente assorbita e tensione di ripple (la tensione di ripple è a rovescio, per errore di connessione del probe!)
Negli oscillogrammi è evidente l'anticipo di fase della corrente sulla tensione. Si notano anche due altri fenomeni. L'angolo di conduzione dei diodi diminuisce all'aumentare della tensione di uscita, come mostrato in [1] da Powermos. Tuttavia il metodo qui presentato continua a fornire una ottima stima della tensione media sull'uscita.
Il secondo fenomeno è la forma d'onda della corrente molto distorta (ho verificato che la sonda di corrente funzionasse :)). La ragione è che la tensione di rete non è una sinusoide perfetta, la cui derivata sarebbe ancora sinusoidale. Le piccole distorsioni della tensione vengono esaltate dall'operazione di derivazione fatta dal condensatore. Il rumore sovrapposto sulla corrente sembra una tredicesima armonica della rete, ma non sono andato ad indagare con l'FFT. Al momento pare solo di poter escludere sia un ringing o una risonanza parassita.
La forte distorsione della corrente rende anche difficile calcolare la tensione di ripple. In ogni caso non ho trovato una espressione semplice per la tensione di ripple, neanche in caso di onda sinusoidale.
Le due foto successive riportano la tensione all'ingresso del ponte e la tensione ai capi del condensatore nel caso di carico di . La curva gialla è sempre la corrente, quella azzurra la tensione.
Carico 1 kohm - Sinistra: Tensione all'ingresso del ponte e corrente assorbita. Destra: Tensione sul condensatore e corrente di ingresso
La tensione all'ingresso del ponte è praticamente un'onda quadra con valore di picco pari alla tensione di uscita (più la caduta sui diodi), come anche mostrato nel precedente articolo. Questa costanza di tensione permette di ricavare facilmente la quantità di carica che passa sull'uscita, e quindi la tensione di uscita. Anche la forma d'onda della tensione sul condensatore era già stata presentata in simulazione nell'articolo precedente.
Conclusioni
è stato presentato un metodo di calcolo della capacità di alimentatori transformerless basata su una analisi nel dominio del tempo, al posto della tradizionale analisi nel dominio della frequenza. Con questo metodo si ottengono risultati precisi anche in presenza di tensioni di uscita elevate e tensioni di ingresso non sinusoidali. Una elevata tensione di uscita è ad esempio richiesta quando si vogliono mettere in serie molti led.
Per quanto riguarda i dettagli di progetto del circuito completo, si rimanda al pluricitato [1]
Una doppia nota di invito alla prudenza: si lavora con tensione di rete, questo alimentatore non è isolato! Il secondo invito alla prudenza riguarda la bontà dell'informazione che si trova su questo circuito. Ad esempio [1][2] e [3] sono articoli affidabili e completi. L'articolo [4] è abbastanza buono, anche se mi lascia con qualche dubbio, come se l'autore non avesse indagato a fondo quello che sta raccontando. Infine [5] è un brutto articolo, con errori (figura 3), informazioni incomplete fuorvianti e pericolose... In [6] e` riportata la storia di come la Microchip ha (o meglio non ha) risposto quando le e` stato fatto notare che aveva scritto una castroneria pericolosa.
Ringraziamenti
Desidero ringraziare Powermos per l'opportunità che mi ha dato di approfondire questo argomento, nonché per le proficue discussioni notturne avute con lui e i suggerimenti su come migliorare questo articolo.
Bibliografia
[1] Powermos - Analisi e progetto di alimentatori senza trasformatore (transformerless) - Electroportal, Jan 2010
[2] Nathan O. Sokal, K. Kit Sum, David C. Hamill, "A Capacitor-Fed, Voltage-Step-Down, Single-Phase, Non-Isolated Rectifier", APEC 1998, Volume 1, Issue , 15-19 Feb 1998 Page(s):208 - 215 vol.1
[3] Nathan O. Sokal, K. Kit Sum, David C. Hamill, "Stepdown Rectifier Makes a Simple Power Supply" EDN Apr. 9, 1998, Pages: 169-180.
[4] Microchip AN954, "Transformerless Power Supplies: Resistive and Capacitive"
[5] Microchip TB008, "Transformerless Power Supplies" (microchip ha tolto questa vaccata dal suo sito, 15/8/2011, l'application note AN954 [4] e` decisamente migliore). La technical note TB008 e` scaricabile qui ed e` PERICOLOSA, fatta da un criminale.
[6] Rod Elliott, "Cheap Death (or How Not to Design a Power Supply)", Elliot's website