Viaggiare è forse una delle cose più affascinanti che si possano fare. Dalla trepidazione del viaggio stesso, con tutte le sue attese e ritardi del caso, passando dall'euforia della meta raggiunta, alla nostalgia del ritorno. E poi abbiamo quello che rimane nei nostri ricordi. Ricordi spesso che sfocano con il tempo ma che la tecnologia aiuta a rendere indelebili attraverso le elevate definizioni delle fotocamere dei nostri smartphone.
I viaggi sono a volte brevi, a volte invece ti proiettano dall'altra parte del mondo, che siano di lavoro o di piacere. Viaggio molto per lavoro, limitando i miei spostamenti ai confini italici. Questa volta però, anche grazie ad un evento unico della mia vita sono andato oltre. Ad onor del vero nutrivo una certa diffidenza iniziale verso la meta di Dubai, poi ho deciso di accettare.
Arrivo all'aeroporto dopo 6 ore di viaggio da Roma, ore 20.00 locali. Siamo in attesa del tour operator che ci accompagni in hotel, e la mia dipendenza da nicotina comincia ad avere la meglio. Mi allontano verso l'uscita e immediatamente il mio concetto di afa viene stravolto; lo sbalzo termico con l'aria condizionata sicuramente accentua l'effetto, immediatamente mi sento avvolto da un calore quasi innaturale, e la mia voglia di fumare svanisce. Resto impalato a due metri dall'ingresso, finchè mia moglie mi desta avvicinandosi con l'autista che ci accompagnerà a destinazione. Destinazione Sheraton Creek Hotel, piano 12. Convenevoli iniziali nella hall seguito da accesso in camera. La prima cosa che faccio è affacciarmi al balcone della stanza, e mi si presenta questa vista:
Dopo il dovuto riposo si riparte di buon ora il mattino seguente. Direzione Dubai Mall, ovvero il centro commerciale più grande del paese. La prima cosa che salta all'occhi è che vi sono gigantografie di emiri ovunque:
pur essendo sostanzialmente un regime dittatoriale, gli sceicchi qui sono praticamente venerati. Quello in foto dovrebbe essere il figlio di Zayed, padre della Dubai moderna. Il panorama osservabile è aria fresca per i miei occhi:
e l'aria fresca qui serve tantissimo in quanto il termometro segna 45°C all'ombra. Prima di arrivare al Dubai Mall decidiamo di scendere a quello che ci descrivono come uno dei principali mercati di tessuti e abbigliamento, il Souk Madinat Jumeirah:
al cui interno i venditori ti leggono in faccia l'appartenenza al popolo italico, e cercano di invitarti come possono a visitare il loro negozio. Non sono eccessivamente invadenti. Mia moglie acquista un paio di sandali del posto, e approfitto per scambiare due chiacchiere con il venditore in un inglese maccheronico. Mi spiega che gran parte dei loro affari sono alimentati da turisti italiani, i quali a differenza dei nostri colleghi europei siamo estremamente più propensi a uscire il portafoglio. E tra l'altro, hanno un sistema di contrattazione economica identico a quello del mercato del mio paese di sabato mattina. Lasciamo il mercato e continuiamo il nostro giro. Sono le 10.30 circa e la temperatura è insostenibile: si gronda sudore solo respirando, anche all'ombra. Il nostro pullman passa davanti Dubai Marina, dove si sviluppano le prime spiagge. L'audio-guida invita i turisti a indossare idonee scarpette o ciabatte per sostare in spiaggia, in quanto il rischio ustioni è elevatissimo. Restii alla passeggiata in spiaggia continuiamo il nostro tour, e improvvisamente fa capolino uno dei grattaceli più maestosi, il Burj Al Arab:
Per poter visitare il grattacelo vi sono due opzioni: prenotare una camera d'albergo, o prenotare una cena in uno dei lussuosissimi ristoranti all'interno. Noi ci accontentiamo di ammirare la sua architettura dall'esterno. Si rimane basiti dall'imponenza di certe strutture, soprattutto per gli addetti al settore, vedere dove l'ingegno umano riesce a spingersi lascia a bocca aperta. Il tragitto continua, e la sete di novità aumenta. Ma non è l'unica sete ad aumentare: l'esigenza di idratarsi in continuazione è fondamentale. L'approvvigionamento idrico dell'Emirato si basa sulla desalinizzazione dell'acqua di mare (98,5% dell'acqua potabile). La nostra fortuna è che il pullman turistico con cui abbiamo fatto convenzione è equipaggiato a bordo con un frigorifero pieno di bottiglie freschissime di acqua a costo....0. Piccola chicca per chi vorrebbe gustare una birra fresca... scordatevela: gli alimentari, i centri commerciali, e i chioschi non hanno alcolici di alcun tipo. Il passaggio davanti a una moschea lascia sempre a bocca aperta:
Non è consentito ai turisti di entrare in tutte le moschee: alcune sono esclusivamente per gli islamici, e per altro in quelle di libero accesso non è possibile scattare foto. Infine, si entra rigorosamente senza scarpe:
La preghiera è fondamentale per un mussulmano: si prega 5 volte al giorno, e ovunque ti ti trovi, senti le campane delle moschee che indicano il momento della preghiera. In diversi luoghi pubblici, e a dire della guida anche nelle abitazione private, sui soffitti è possibile apprezzare la direzione della Mecca, verso la quale i fedeli rivolgono la loro preghiera. Qui la religione assume un significato assoluto, dal quale ogni mussulmano non può prescindere. Il percorso è sempre più affascinante, con il suo susseguirsi di strutture megalomani, che hanno dato sfogo all'immaginazione di architetti di tutto il globo:
dove quest'ultima opera, estremamente criticata (come tutto d'altronde) da parte di alcuni architetti, vorrebbe essere una cornice allo skyline di Dubai. Entriamo nel Dubai Mall e non può di certo passare inosservato l'enorme acquario all'interno:
con tanto di squaletti purtroppo non visibili in foto.
Il centro commerciale è immenso, al di fuori di ogni immaginazione. Dopo un po' di shopping andiamo verso quello che è il grattacielo più rappresentativo della città:L'immenso centro commerciale è unito al Burj Khalifa attraverso un tunnel, che permette l'accesso solo al 124° e al 156° piano. Il resto del grattacielo ospita uffici, hotel e ristoranti, accessibili dall'ingresso principale. Attraverso un ascensore interno saliamo in meno di 50 secondi al 124 piano, e quello che c'è davanti i nostri occhi lascia senza fiato:
La vista panoramica è corredata di cannocchiali che permettono zoom fino quasi a leggere le targhe delle macchine, nonchè una visione storica, a partire dagli anni '50, di quella che era Dubai. Imperdibile la visione del Burj Khalifa al calar del sole:
Giochi di luce illuminano l'imponente grattacielo, quasi a confermare la sua superiorità rispetto a quello che lo circonda. Durante l'attesa per salire, ci vengono mostrate le fasi di realizzazione, nonchè come gli ingegneri hanno sconfitto le raffiche sabbiose di vento, e come gli esperti antincendio hanno realizzato le misure di protezione.
Avrei tanto ancora da mostrarvi, ma penso in queste poche foto di avervi immortalato le parti più salienti. I più navigati, i viaggiatori, faranno un sorrisino di fronte al mio stupore. Spero di continuare a viaggiare, e di avere la possibilità di mischiare la mia cultura con la loro, o con quella di qualche altro popolo all'angolo del pianeta. Vi lascio con le ultime due foto: una molto rappresentativa per me, che mostra quanto nonostante le diversità etniche, culturali, di usi e costumi, si fondono in gesta forse comuni all'interno mondo: in un hotel italiano di solito al primo cassetto del comodino troviamo una Bibbia, nei loro, c'è ovviamente il Corano:e un altra, dove oltre a non saper fare un espresso, è evidente che non sanno neanche scriverlo: