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Energia: rincari oltre ogni limite

Generalmente in questo blog non ci si occupa di temi di attualità, ma le notizie di questi giorni sull'aumento vertiginoso dei prezzi di Gas ed Energia Elettrica impongono una riflessione importante. Gli aumenti non sono il solito 2-3% l'anno, ma si tratta di numeri a tre cifre. Tanto per fare un esempio, nella settimana di fine novembre c'è stato un aumento dell'8%. In una sola settimana. C'è poco da scherzare, qui sarà a rischio la tenuta sociale del paese.

Indice

Lo dice anche Arera

Secondo Massimo Ricci, direttore della divisione energia di Arera, l’aumento dei prezzi dell’energia per consumatori domestici e imprese sarà drammatico. Può sembrare una dichiarazione allarmistica, ma il problema c’è ed è molto importante conoscerlo perché toccherà non poco i nostri portafogli.
Ricordiamo che nel 2021 il prezzo del gas all’ingrosso è quasi quadruplicato, passando da circa 24€ per megawattora che si sono pagati mediamente negli ultimi 10 anni (!), a circa 82€ che si sono visti nella seconda metà del 2021.
E dato che i prezzi delle fonti energetiche incidono in modo importante sull’economia di un paese, un loro aumento con percentuali a tre cifre, e siamo al 340%, non può che essere devastante.
C’è infatti un aspetto del caro energia che non è di immediata comprensione ma che ha effetti molto più di larga scala della singola bolletta che arriva a casa. E’ l’effetto valanga dei passaggi dal produttore al consumatore, tando da causare un aumento esponenziale di tutti i prezzi. Vediamolo in dettaglio.


Bloomberg Gas UK price 2021

Bloomberg Gas UK price 2021

Il legame Gas-Elettrico

In paesi come Germania e Francia le centrali che producono elettricità a partire dal gas naturale, quello che chiamiamo comunemente metano, sono circa il 15% di tutto il parco impianti di produzione elettrica (compresi quindi nucleari, fotovoltaici, eolici, idroelettrici, ecc.).
In Italia invece gli impianti che producono energia elettrica con il gas sono oltre il 40% del totale, un valore molto significativo.
Secondo il report pubblicato dal GSE nel 2021, nel gergo il Fuel-Mix, nonostante la presenza in Italia di molti impianti alimentati da fonti rinnovabili, abbiamo un 42% di produzione elettrica da gas naturale (Nei Link lo storico 2008-2020).
Questo significa che il prezzo dell’elettricità in Italia è molto influenzato dal prezzo del gas; numeri alla mano, a fronte di un prezzo triplicato nel gas, dovremmo vedere un aumento nei prezzi dell’energia elettrica di circa il 50%. Sono stime di larga massima ma corrispondono a quello si inizia già a vedere in qualche “bolletta”.

GAS

GAS

Una catena esponenziale

Fin qui gli aspetti generali. Ora invece passiamo ad approfondire il fattore fondamentale che si deve tenere in considerazione quando aumentano i prezzi dell’energia: il loro impatto sulla catena di approvvigionamento.
Questo fattore è una vera e propria spada di Damocle che incombe su tutta l’economia perché un movimento importante nei costi delle forniture energetiche si amplifica in modo esponenziale lungo tutta la “Supply chain”.
A differenza infatti di un aumento di prezzo su uno specifico bene o prodotto, l’aumento di elettricità e gas ha degli effetti molto maggiori perché:
a) incide nei costi di produzione di tutti i beni (materie prime, lavorati, semilavorati, ecc)
b) incide nei costi di gestione di magazzini e fornitori all’ingrosso
c) incide nei costi di gestione dei punti vendita al dettaglio,
d) incide nei costi di esercizio della catena del freddo.

Ad esempio, se aumenta il prezzo dell’inchiostro per penne, in cartoleria troveremo un aumento su tutte le penne, ma non sui quaderni né sulle matite. Ma se aumenta il prezzo sia dell’energia elettrica che del gas troveremo aumenti su tutti i prodotti. Il commerciante inoltre avrà maggiori spese per la gestione del negozio (riscaldamento, l’illuminazione, aria condizionata, ecc..), quindi dovrà applicare un ulteriore aumento ai prezzi dei prodotti per sopperire ai nuovi oneri energetici.

The-Food-Production-and-Supply-Chain

The-Food-Production-and-Supply-Chain

Sembra una questione banale ma purtroppo non abbiamo nessun dato storico su un evento di questo tipo.
E soprattuto le nazioni occidentali non hanno mai sperimentato un aumento nei prezzi delle forniture di elettricità e gas con le percentuali a doppia cifra che stiamo vedendo in questi giorni. Nemmeno la crisi petrolifera del 1973 può essere paragonabile; e non è certo decretando le domeniche a piedi che si sono viste in quegli anni che si potrà contenere il problema.

L’impatto nelle aziende

Secondo una recente stima di Confindustria Toscana per le imprese tessili, nelle filature industriali la spesa per energia elettrica incide nel bilancio delle aziende dal 10 a 14%, mentre nelle tintorie incide meno, circa il 5%, ma in queste realtà c’è l’utilizzo del gas, la cui spesa incide tra il 5 ed il 10% (Link alla fine sullo studio).
Dati gli aumenti previsti nei costi di elettricità (50%) e gas (200%) per la tintoria significa un aumento dei costi energetici di circa il 20%, mentre per le filature sarà circa il 5%. Abbiamo quindi aumentato il costo di produzione di un prodotto del 25%… senza ancora averlo fatto uscire dalla fabbrica!

AT Grid

AT Grid

La stessa cosa naturalmente non avverrà solo in Italia, ma in tutti i paesi con una situazione equivalente alla nostra (ad esempio il Regno Unito); quindi se i prodotti “nostrani” rincarano, non è detto che si troveranno prezzi più bassi nei beni che arrivano dall’estero.

La catena del freddo

La problematica dell’aumento esponenziale dei costi peggiora in modo ulteriore per i prodotti che necessitano di essere conservati ad una determinata temperatura, prima di tutto per il settore alimentare (ma non dimentichiamo quello dei farmaci).
Qui infatti si devono utilizzare degli strumenti per garantire la catena del freddo dal produttore al consumatore (magazzini frigoriferi per lo stoccaggio, banchi frigo per la vendita, ecc.) cioè apparecchiature con un elevato consumo energetico il cui costo di gestione sarà colpito dagli aumenti dell’energia elettrica, aumenti che andranno a pesare ulterioremente sul prezzo di vendita.
Tanto per essere chiari, fatta 100 la bolletta energetica per un punto vendita di articolo “non-food” come abbigliamento, casalinghi o ferramenta, questa lievita a 200 per un supermercato di pari dimensioni, proprio per la presenza di congelatori e banchi refrigerati.
Nel prodotto alimentare fresco o surgelato, quindi, si vedrà la somma di due distinti aumenti: i maggiori costi di produzione, che abbiamo detto sono generalizzati, ma anche gli aumenti dovuti ai costi per la conservazione.
Questo aspetto purtroppo significa solo una cosa: l’aumento della spesa energetica avrà maggior peso sui prodotti alimentari piuttosto che sui beni voluttuari o altri articoli non indispensabili per vivere.

Conclusione

L’aumento a due (o tre) cifre del costo del gas e dell’energia elettrica potrà avere conseguenze “drammatiche” sui costi di tutti i prodotti, a partire da quelli alimentari.
Da non dimenticare, a proposito di prodotti alimentari, che un ulteriore punto debole nei costi della loro produzione è dovuto ai costi per gli alimenti degli animali, un settore che sarà anch’esso influenzato dai prezzi dei prodotti energetici, scatenando una ulteriore escalation al rialzo su tutta la catena.
Avrete comunque notato che in tutte queste variabili mancano riferimenti all’aumento generalizzato delle materie prime.
I produttori di cavi elettrici, tanto per fare un esempio “a tema”, oltre a subire l’aumento del costo dell’elettricità, che incide dal 5 al 20% nei costi di produzione, si sono visti triplicare il prezzo del rame, che è passato da 3 a 9 Euro/kg.
Numeri che avranno effetti importanti nei prezzi finali.
Ci sarebbe anche da parlare del rincaro dei prodotti petroliferi oppure della cirsi dell’additivo per i modori diesel (il cosiddetto AdBlue), tutti elementi che potranno incidere sui costi della logistica, ma meglio non infierire sulla salute dei lettori.
Non so quale sarà il potere di acquisto dei nostri stipendi tra 6 mesi, ma se le cose continuano di questo passo credo sarà fortemente ridimensionato, tanto da mettere qualche dubbio sulla tenuta sociale del paese.


Link Utili

Ricci (ARERA) - Aumento dei prezzi dell'energia: "Il prossimo trimestre sarà drammatico" https://www.ilsecoloxix.it/economia/2021/11/25/news/aumento-dei-prezzi-dell-energia-ricci-arera-il-prossimo-trimestre-sara-drammatico-1.40961418

GSE - Fuel Mix 2008-2020 https://www.gse.it/servizi-per-te/fonti-rinnovabili/fuel-mix/documenti

Confindustria Toscana: Energia elettrica e gas, le stime degli incrementi dei costi e l'incognita-energivore https://www.confindustriatoscananord.it/area-stampa/comunicato-stampa.645/energia-elettrica-e-gas-le-stime-degli-incrementi-dei-costi-e-l-incognita-energivore-le-imprese-tess

Caro energia, Ricci (Arera): rischio fallimento operatori e mancati investimenti https://www.teleborsa.it/News/2021/12/02/caro-energia-ricci-arera-rischio-fallimento-operatori-e-mancati-investimenti-67.html

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Commenti e note

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di ,

Non vorrei sbagliare ma non credo che in Italia ci siano funzionanti centrali a combustibili liquidi di derivazione petrolifera. Ad esempio la centrale di Porto Tolle (Rovigo) 4x660MW, nonostante non fosse proprio vecchissima, è stata chiusa. Sarebbe da rimettere in moto subito, se non fosse tutto arrugginito.

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di ,

Una cosa che mi chiedo è: perchè non passare a olio le centrali multicombustibile che possono farlo? Il gas a 120€/MWh [prezzo medio della scorsa settimana] equivale a 210€/BBL (assumendo 1MWh = 0,59 Barili equivalenti), oggi il petrolio costa sotto gli 70€/BBl. Anche ne fossero rimaste solo poche, impatterebbe comunque sul costo, o sbaglio? Anche considerando il fattore "prezzo marginale" una minore richiesta di gas per la produzione termoelettrica porterebbe a un pcalo del prezzo del gas quindi un abbassamento del prezzo al MWh prodotto da centrali a gas (quindi, di fatto, del PUN)?

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di ,

Ho atteso molti giorni prima di inserire un mio pensiero in calce a questo articolo. Non commento l'esposizione, molto buona, ma faccio una riflessione sulla miopia dei politici che per anni hanno solo rimandato un problema alla successiva legislatura, burocratizzando qualsiasi iniziativa e lisciando la pancia, per non perdere voti, ai piu' cervellotici movimenti piu' o meno verdi, accettando referendum basati su teorie che non avevano alcun orizzonte temporale realistico. Si parla di utilizzare fonti rinnovabili per alimentare il paese, si parla di gas, si parla di nucleare si parla di idrogeno, si parla, si parla si parla.....si parla ma si continua, si continua, si continua. Basta un regolo, non un calcolatore, per vedere che e' impossibile alimentare l'Italia con pannelli solari e con eolico. Basta un regolo, non un calcolatore, per vedere che e' impossibile caricare le batterie delle automobili che attualmente circolano, o per sapere quanto pesano le batterie per far viaggiare un treno. E ancora non ho sentito nessuno, forse per pudore, proporre aerei caricati ad elastico, come realizzavo nel 1950. Basta un regolo, non un calcolatore, per vedere che le imprese non potranno produrre carta, acciaio, alluminio, auto, mobili, elettrodomestici, ma neanche raffreddare le tac degli ospedali o i surgelati nei frigo se non raddoppiando o triplicando il debito per pagare il metano o comprare l'energia elettrica da chi la sapra' produrre, naturalmente utilizzando principalmente il nucleare. La mia personale posizione e'molto buona. Ho ormai 82 anni, non posseggo automobile, e sono sicuro che la mia casa sara' calda durante l'ínverno per il tempo che mi resta, ho fatto tre vaccini e non soffrendo il caldo non ho bisogno di condizionamento, ma se dovesse mancare il caldo mi ricordo che negli anni '40 vivevo in una casa senza alcun riscaldamento in montagna e allora nevicava molto. Ho una proposta oscena ma la debbo esporre. Lo stato potrebbe accumulare trentamila metri cubi di metano al giorno dotando i cittadini di apposite mutande contenitive, e forse qualche burocrate, non so se europeo o italiano, ci sta gia' pensando.........

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di ,

Marco interessante esposizione,di una problematica che è ormai "purtroppo" molto attuale. Proprio questo pomeriggio l'argomento "aumento del costo del gas metano" è stato un elemento della presentazione aziendale, e di quanto abbia inciso nei costi di produzione e di quanto possa incidere in avanti .. è veramente un problema serio per le produzioni industriali e non solo, come hai giustamente marcato nella tua esposizione.

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di ,

Aggiungo Marco un'importante considerazione sull'impatto del prezzo del gas nel prezzo dell'energia elettrica. Il mercato elettrico Italiano adotta il principio del prezzo marginale (marginal price), per cui a fissare il prezzo sul mercato è l'ultimo impianto ad essere chiamato in servizio. Visto che è il gas naturale a costituire in modo prevalente la fonte marginale di energia sul mercato, di fatto il prezzo del gas sposta anche il costo dell'energia prodotta con altre fonti.

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di ,

Nel frattempo le banche centrali proseguono con il tormentone della "transitorietà" dell' inflazione, tesi che è funzionale a tenere fredde le aspettative di imprese e consumatori ed evitare di innescare una spirale prezzi-salari in cui ad aumenti inseguono altri aumenti. Peccato che tutto può essere definito transitorio (in un arco temporale adeguato). Poi si fa presto a dire: "questa inflazione è causata dall' aumento dei costi dell' energia che è una componenete volatile dei prezzi, quindi non preoccupa". Forse ad alcuni sfugge che ci troviamo nel pieno di una transizione energetica molto difficile che rischia di avere impatti molto pesanti su consumatori e lavoratori.

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