Ovvero un componente più elegante, più preciso e (alle volte) meno ingombrante da utilizzare per i classici impieghi del 555. Se poi è altrettanto versatile, c'è solo da scoprirlo!
Indice |
Non ringraziamenti
La persona che oggi proprio non voglio ringraziare sta un po' antipatica a tutti. Con la sua prepotente e umile cultura farà sentire sempre la maggior parte di noi dei neonati che giocano con un paio di LED. Ha la risposta giusta a qualsiasi domanda gli venga posta, a parte ad una:
Perché sprechi il tuo (certamente) prezioso tempo per rispondere a domande come "Vorrei creare una centralina per un sonda spaziale, pensavo di usare un paio di 555. Però ho un problema: poi nello spazio come respirano?"?
A me piace pensare che sia perché ci vuole bene, IsidoroKZ.
Dopo il mio primo articolo è sempre a causa sua che scrivo questo secondo, seguendo molto da vicino il libro da lui consigliato 100 IC circuits.
Tutto ciò che dirò è infatti frutto di ricerche e letture, quindi non voglio assolutamente pormi come esperto, cosa che non sono, ma semplicemente fare due chiacchiere su ciò che ho capito.
Vera essenza del 555
Ma qual è il segreto dietro questo componente? Come si può ottenere quella versatilità che tanto lo rende famoso? Possiamo affermare che la vera essenza del 555 risieda in ciò che viene definito Trigger di Schmitt. Questa fantastica creatura mitica non potrà mai avere giustizia con una spiegazione fatta da me, per questo mi limiterò a parlare solo dell'uso che ne faremo noi. Sostanzialmente si può pensare al Trigger di Schmitt come ad un comparatore, l'unica differenza è che la soglia non è una sola, ma sono due:
Ciò che viene chiamata isteresi (indicata proprio dal simbolo del riquadro del componente) si può facilmente osservare nel grafico: sono presenti una soglia superiore ed una inferiore, quando l'input raggiunge una soglia e l'uscita cambia il proprio valore, non basta tornare sopra o sotto a quel valore per rifar commutare l'uscita ma serve raggiungere l'altra soglia, come un'inerzia che il componente acquisisce ad ogni commutazione. Tutto ciò rende questo componente indispensabile per molte applicazioni, noi ne analizzeremo alcune.
Per i nostri utilizzi ci interesseremo esclusivamente di porte logiche inverter (NOT) con input a Trigger di Schmitt, un piccolo impiego in un mare (almeno a me) per la maggior parte sconosciuto.
Facci vedere!
Eh, si. In tutto questo non ho ancora mostrato nulla sulle capacità di questo componente, quindi iniziamo subito con qualcosa di leggero:
Ritardo
Sfruttando il tempo di carica di un circuito RC la porta logica commuterà l'uscita solo dopo un tempo prefissato, pari al raggiungimento da parte della tensione sul condensatore della tensione di soglia superiore, idem nella scarica. Da notare che l'output risulta invertito per la natura della porta utilizzata.
Qui il circuito viene modificato per mostrare due possibili aggiunte:
- un ulteriore inverter in uscita per annullare l'effetto di inversione dato dal primo
- un diodo in parallelo alla resistenza per ottenere il ritardo solo durante la carica della capacità (o viceversa)
Impulso
Scambiando l'ordine degli addendi... il risultato cambia eccome! Scambiando di posto il resistore e il condensatore il circuito RC inizia a non amare più le basse frequenze a scapito delle alte, ed ecco a voi la generazione di un impulso di tempo prefissato.
Astabile
Ed eccoci arrivati al primo tra i cavalli di battaglia del 555 e... sorpresa: servono meno componenti aggiuntivi! Esattamente la metà di quelli necessari per fare un oscillatore astabile con un 555, non male no? Inoltre se si utilizza una famiglia logica con ingressi CMOS i vantaggi sul consumo e sulla precisione di questa configurazione rendono il tutto veramente appetitoso! Ma come funziona? Cerchiamo di tenere a mente il concetto di Trigger di Schmitt, quindi osserviamo che la retroazione della resistenza non fa altro che caricare (o scaricare) il condensatore all'ingresso, in base allo stato dell'uscita. Quando l'uscita sarà in uno stato logico alto caricherà il condensatore fino a fargli raggiungere la tensione di soglia superiore, allora l'uscita commuterà nello stato logico basso, ciò darà inizio alla scarica della capacità fino alla soglia di tensione inferiore del Trigger di Schmitt, il ciclo quindi si ripete. Quindi è necessario far notare che il vantaggio di utilizzare meno componenti in realtà è valido solo se servono oscillatori con un duty cycle del 50%.
Il circuito precedente mostra come sia possibile modificare i tempi del duty cycle con un diodo ed una resistenza in parallelo alla prima, così da avere un tempo di carica diverso da quello di scarica.
Soppressore
Questo circuito permette invece di "sopprimere" le oscillazioni del circuito astabile visto in precedenza. Una porta con un solo diodo collegato al suo output può infatti intervenire caricando (o scaricando) il condensatore a seconda dello stato dell'uscita e del verso del diodo, così da "bloccare" la tensione sul condensatore ad un valore specifico, e con lei anche l'uscita del secondo gate logico. Quando invece il diodo è polarizzato inversamente la prima porta non ha effetto sull'oscillazione della seconda.
Monostabile
A vedere lo schema non sembra semplificare le cose. Infatti la configurazione monostabile qui rappresentata è un unione di singoli stadi che sembrano complicare inutilmente il circuito, ma in realtà (come scopriremo tra poco) l'uso di varie porte inverter di Schmitt non aumenta l'ingombro effettivo del circuito. La prima parte è un semplice inverter del segnale del pulsante, può avere (in applicazioni in cui è utile) anche una funzione di debounce del pulsante, con le dovute attenzioni. Il secondo stadio non è altro che il circuito che abbiamo visto per il ritardo, con il diodo per avere un trigger immediato alla pressione del pulsante, ma un tempo di scarica del condensatore prefissato. L'ultima porta rende l'output in fase con la tensione del condensatore.
Ma che faccia ha?
L'integrato incriminato è il 74xx14 (o la sua controparte 40106, che però non sono riuscito a reperire) ed ha questa forma:
Come si vede abbiamo quindi a disposizione ben 6 inverter di Schmitt in un unico integrato da 14 pin. Certo più grande di un 555, ma delle stesse dimensioni di un 556 (più piccolo quindi di due 555), ma con ben 6 porte logiche che permettono di costruire molto di più di ciò che si ottiene con un 556 (nella maggior parte dei casi). Ciò per cui quindi ne consiglio l'uso è quando si vogliono fare quei circuiti iniziando a dire: "Allora... uso un 555 per fare l'oscillatore, poi uno monostabile per accendere quello, poi un altro per controllare il relè..." Decisamente più carino e ordinato avere tutto in un singolo integrato.
Ma certo la sua scoperta non finisce qua! Vi aspetto infatti per la prossima puntata in cui vedremo di "unire" questi fantastici moduli ottenibili da questo componente per arrivare a disegnare circuiti un poco più complessi, ma molto utili nelle applicazioni hobbistiche, e se non vi avrò convinto neanche allora... beh, dopotutto il 555 ha anche il suo innegabile fascino...
Se ci sono errori, orrori o bestemmie vi prego di avvertirmi subito. Mi scuso inoltre se sono stato poco preciso o confuso. Grazie mille per l'attenzione!
Nota
La foto usata per la home page dell'articolo è tratta da questo sito: http://www.memegen.it/meme/rwcrjc