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Un chiodo nel muro

Indice

Presentazione del problema

No, non si tratta della riproposta dello zio Podger che appende un quadro! (Consiglio di leggerlo per chi non conoscesse l'episodio ;) )

Non molto tempo fa arriva una di quelle domande che non si riesce subito a catalogare:


a casa mia non c'è l'impianto di terra. A volte ho pensato di mettere il filo centrale collegato ad un chiodo inchiodato nel muro. Funzionerebbe? E se no perché?

E' una domanda seria o una provocazione?

Ho pensato più volte di elencare quali sono i principali argomenti che attizzano liti nei forum ed ho sempre concluso che in fondo non ce ne sono che ne escludono la possibilità.
Ci sono i classici come politica e religione, certo, ma anche motori a magneti permanenti, amplificatori valvolari, stagno senza piombo, DI.CO, as Built, Arduino, etere, scie chimiche, motori autofrenanti, teorie fisiche rivoluzionarie, netiquette, regole del forum.
Ci sono pure masse e masse estranee, od il valore che deve avere la resistenza dell'impianto di terra, come nel caso del thread che mi ha spinto a scrivere questo articolo.

Alla domanda se il chiodo nel muro può bastare, ho d'impulso risposto così (ero ancora nel periodo delle vignette)

Ma poi ho aggiunto una considerazione un po' più seria

Beh, tralasciando la spiegazione di Piperita Patty, tenendo presente che nemmeno un picchetto nel terreno da solo è sufficiente come protezione dai contatti indiretti, se non è coordinato con un interruttore differenziale, la ragione per cui un chiodo nel muro non serve a nulla, è che il valore di resistenza che esso offre ad una eventuale corrente di dispersione dovuta ad un guasto, è troppo elevato perché possa essere utile per l'intervento di un differenziale di 30 mA.

Pensavo che la cosa si concludesse così, ma mi sbagliavo.
In effetti le ragioni ci sono, e devo riconoscere che "il coordinamento tra l'impianto di terra ed il differenziale" è una prescrizione normativa imperfetta. Essa stabilisce un limite superiore al valore della resistenza di terra che, nel caso di un differenziale da trenta milliampere è milleseicentosessantasei ohm, per non citare i cinquemila nel caso di un differenziale da dieci mA. Non si fa alcun cenno ad un coefficiente di sicurezza, che anche il senso comune dovrebbe suggerire. E' come se progettando un filo di sostegno in acciaio, avente carico di rottura di 500 N/mm2, per sostenere un peso di 1000 N, si scegliesse un filo di 2 mm2.
Dovrebbe essere quasi naturale non accontentarsi di un impianto di terra avente resistenza di 1666 ohm un valore che, forse, anche un bel chiodo in un muro umido potrebbe realizzare.
Assodato questo, alla domanda se è più sicuro un impianto di terra con R_E = 100 \, \Omega od uno con R_E=1000 \, \Omega? (E: Earth: terra), entrambi ovviamente coordinati con il differenziale, cosa si deve rispondere?
Inoltre: sono entrambi a regola d'arte o no?
Ecco, la discussione del topic finisce per ruotare attorno alle risposte a queste due domande che formano due partiti pronti a combattersi, nonostante, in ultima analisi, tutti siano sostanzialmente d'accordo su quale sia la situazione da preferire.
In questo articolo cerco di analizzare il problema.
Innanzitutto do le mie risposte alle due domande precedenti: se la resistenza di terra non cambia, entrambi gli impianti sono sicuri allo stesso modo ed entrambi sono a regola d'arte. Per l'articolo 2 della famosa legge 186/68 un impianto eseguito secondo le Norme CEI è da considerare a regola d'arte e le Norme CEI, per la protezione dai contatti indiretti nei sistemi TT, prescrivono che la resistenza di terra deve essere inferiore a 50/Idn con Idn corrente nominale di intervento del differenziale, e se questa è 30 mA, il limite da non superare è, come già detto, 1666 ohm. Sia 100 che 1000 sono inferiori, quindi...

Grafici fondamentali

Le normative sulla sicurezza si basano su dati sperimentali che definiscono la pericolosità della corrente. Il pericolo è rappresentato dal valore della corrente che attraversa il corpo e dal tempo in cui vi permane.

Pericolosità della corrente

Curva Pericolosità Corrente

Curva Pericolosità Corrente

Nella figura precedente è mostrata in tratteggio la curva limite che le norme assumono per la sicurezza. Essa si trova all'interno di altre due curve continue che delimitano la zona in cui non c'è pericolo di danni fisiologici (a sinistra) e la zona in cui il pericolo è quasi certo (a destra). Nella zona intermedia ci possono essere inconvenienti fisiologici anche molto fastidiosi ma non permanenti.

Curva di sicurezza

Curva di Sicurezza

Curva di Sicurezza

Invece che alla corrente, che rappresenta il vero pericolo, è più comodo riferirsi alla tensione che applicata al corpo dà luogo alla corrente che lo attraversa. Questa dipende dalla resistenza considerata. La persona può essere schematizzata da due resistenze in serie: la resistenza vera e propria del corpo, indicata con RB (B:body), e la resistenza verso terra della persona indicata con REB. Con UT si indica la tensione cui è sottoposto effettivamente il corpo, detta tensione di contatto, con UST la tensione preesistente al contatto denominata tensione di contatto a vuoto. La resistenza del corpo umano, RB, non è uguale per tutti e dipende anche dalla tensione. A 50 V ad esempio è per il 95% delle persone di 725 ohm, a 220 V di 500 ohm. Tenendo poi anche conto della resistenza di contatto del corpo con il terreno, R_{EB} = 1000 \, \Omega all'interno di edifici ed R_{EB}=200 \, \Omega all'esterno, si ottengono, a partire dalla curva tratteggiata della precedente figura, le tensioni di contatto a vuoto, le UST, dette curve di sicurezze. Nella seguente tabella sono riportati alcuni valori della curva per ambienti ordinari.

U \, (\text{V}) R_E+R_{EB} \, (\Omega) I_B \, (\text{mA}) t \, (\text{ms})
50 1725 29 5000
75 1625 46 600
90 1600 56 450
110 1535 72 360
150 1475 102 270
230 1375 167 170
280 1370 204 120

Intervento differenziali

Curva intervento differenziali tempo-corrente

Curva intervento differenziali tempo-corrente

L'interruttore differenziale è il dispositivo usato per interrompere l'alimentazione, quando ci sono condizioni di pericolo per le persone. La sua caratteristica di intervento tempo-corrente è definita nella precedente figura.
Ovviamente tale caratteristica non è stata scelta a caso, ma con l'intento di fare in modo che rappresenti una vera protezione per le persone. Osserviamo che una persona sottoposta a U=230 \, \text{V}, è attraversata da una corrente di I_B=167 \, \text{mA}. Un interruttore con I_{dn}\le 30 \, \text{mA}, interviene allora, secondo la caratteristica, in t=40 \, \text{ms} il che garantisce la sicurezza. Per questo motivo il differenziale è stato ed è tuttora denominato "salvavita".

Contatto diretto


Nel contatto diretto l'utente tocca una parte attiva. La tensione a cui è sottoposto è data da

{U_T} = {U_{ST}}\frac{{{R_B}}}{{{R_B} + {R_{EB}}}}

{U_{ST}} = \frac{E}{{1 + \frac{{{R_N}}}{{{R_B+R_{EB}}}}}} \quad [1]

L'impianto di terra è ininfluente per quanto riguarda le tensioni di contatto cui è sottoposta la persona.
Poiché R_N  \ll  R_B+R_{EB} \to U_{ST} \approx E.

Se E > 50 \, \text{V}, com'è negli impianti di distribuzione dove E=230 \, \text{V}, la sicurezza non c'è. L'intensità della corrente è data da I_F=I_B=\frac{U_{ST}}{R_B+R_{EB}} per cui, l'unica difesa è in pratica il valore di REB che potrebbe essere maggiore di quello, molto cautelativo del resto, di 1000 ohm considerato dalle norme. Una regola basilare per l'utente è allora di mai intervenire sugli impianti elettrici in tensione a piedi nudi!
La prima vera protezione dai contatti diretti è meccanica, cioè barriere che impediscono l'involontario contatto con le parti attive.
Nel caso le barriere siano abbattute e le resistenze di contatto non siano tali da impedire una corrente superiore ai 10 mA, l'unica protezione è un dispositivo che intervenga in tempo utile ad interrompere l'alimentazione. Tale è l'interruttore differenziale ad alta sensibilità corrente nominale di intervento (I_{dn} \le 30\, \text{mA}). Però è da considerare una protezione addizionale che non può sostituire le barriere.

Contatto indiretto

Nel contatto indiretto l'utente tocca una massa che per un guasto all'isolamento è in tensione.

Senza impianto di terra


RF è la resistenza di guasto (F:Fault), cioè il valore della resistenza del contatto tra la parte attiva e la massa, rappresentata, ad esempio come nel disegno, dalla carcassa metallica di una lavatrice, dovuto alla rottura o al deterioramento dell'isolamento principale. Quando RF = 0 il guasto si dice franco. Poiché RN è sempre molto minore di RE + REB ed RF può essere nulla o diventarla in breve tempo, non c'è molta differenza tra la tensione di contatto e la tensione del sistema verso terra, cioè U_{ST} \approx E, quindi, in pratica, non c'è differenza rispetto al contatto diretto e l'unica protezione risulta REB. Anche la resistenza di guasto è, quanto più elevata, una protezione, aleatoria comunque e sulla quale non bisogna certo fare affidamento. Anche in questo caso l'unica protezione su cui si può sperare, è l'interruttore differenziale ad alta sensibilità. Ma non può essere considerato, come già osservato per il contatto diretto, una vera protezione perché interviene quando avviene il contatto e non lo previene.

Con impianto di terra

Consideriamo il sistema di distribuzione TT in cui l'impianto di terra del neutro, di resistenza RN, è distinto dall'impianto di terra dell'utente, RE. Consideriamo la persona in una punto del terreno dove il potenziale è nullo.

Quando il contatto non c'è ancora (RB + REB scollegate) si ha, indicando con UE la tensione totale di terra

{U_E} =R_EI_F= {U_{ST}} = {R_E} \frac{{E}}{{{R_N} + {R_F} + {R_E}}} = \frac{E}{{1 + \left( {{R_N} + {R_F}} \right)\frac{1}{{{R_E}}}}} \quad [2]

E' un valore tanto più piccolo quanto più basso è il valore di RE
Quando il contatto avviene tale valore si abbassa

{U_{ST}} = {U_E} =\frac{{{R_E}\left( {{R_B} + {R_{EB}}} \right)}}{{{R_E} + {R_B} + {R_{EB}}}}
 I_F=
= \frac{{{R_E}\left( {{R_B} + {R_{EB}}} \right)}}{{{R_E} + {R_B} + {R_{EB}}}} \cdot \frac{{E}}{{{R_N} + {R_F} + \frac{{{R_E}\left( {{R_B} + {R_{EB}}} \right)}}{{{R_E} + {R_B} + {R_{EB}}}}}} =

= \frac{E}{{1 + \left( {{R_N} + {R_F}} \right)\frac{1}{{{R_E}}}\left( {1 + \frac{{{R_E}}}{{{R_B} + {R_{EB}}}}} \right)}}
\quad [3]

tanto più quanto più alto è RE. La cosa è però tanto meno importante quanto più basso è RE in quanto già UST è bassa
La situazione precedente è la peggiore e la tensione di contatto a vuoto coincide con la tensione totale di terra. Si ha quando l'utente si trova in una zona in cui il terreno ha potenziale zero. Ciò dipende dalla distanza dal dispersore. La tensione infatti è massima nella vicinanze del dispersore e decresce esponenzialmente allontanandosi da esso. Se l'utente si trova in una zona del terreno in cui il potenziale è più alto, la tensione di contatto a vuoto è inferiore alla tensione totale di terra. Lo schema di riferimento in tal caso è il seguente

Per la sicurezza occorre comunque riferirsi alla situazione più sfavorevole.

Guasto franco

Si ha quando RF = 0
Si ha in tal caso, sostituendo nella [2]

{U_E} = {U_{ST}} = \frac{E}{{1 + \frac{{{R_N}}}{{{R_E}}}}} \quad[4]

La tensione di contatto dipende dal rapporto tra RN ed RE
Se RE fosse 3,6 volte inferiore ad RN basterebbe solo l'impianto di terra per ottenere la condizione di sicurezza, cioè una tensione sulle masse inferiore a 50 V. Ma in genere non è così ed RE è sempre sufficientemente superiore ad RN. Esiste, a dire il vero, un valore limite superiore imposto al distributore, abbastanza elevato per RN, di 180 ohm, ma anche se, per un caso improbabile, si dovesse riscontrare tale valore, non vi si può fare affidamento in quanto RN può subire notevoli variazioni senza alcun preavviso.
In definitiva per un guasto franco non c'è in pratica alcun impianto di terra che garantisca la sicurezza. Se RE da sola non può garantire la tensione di sicurezza, la presenza di un differenziale impedisce, se coordinato con la resistenza di terra, che una tensione superiore ai 50 V permanga sulle masse per un tempo intollerabile.
Se il differenziale non interviene, significa che la corrente che lo attraversa è inferiore alla sua corrente nominale, Idn. Supponiamo sia un 30 mA e la corrente di guasto sia di 29 mA. Se la resistenza di terra è R_E=1000 \, \Omega, sulle masse ci sono 29 V. La tensione di sicurezza è 50 V. Certo, se R_E=100 \, \Omega sull'impianto di terra ce ne sono 2,9 di volt, ma non possiamo dire che sia meno pericolosa, perché una tensione di 29 V è anch'essa non pericolosa.
L'intervento del differenziale non è però immediato, quindi per il tempo di non intervento sulla massa c'è la tensione data da [2]. Se il guasto è franco, come visto, la tensione sulle masse è sempre superiore alla tensione di sicurezza in quell'intervallo.

Guasto non franco

Se il guasto non è franco nell'intervallo di tempo in cui il differenziale non interviene, se RE è bassa sulle masse può esserci una tensione di sicurezza.
Con R_N= \, 1 \Omega \, \, , \, \, R_F= 1000 \, \Omega \, \, , \, \, R_E=1000 \, \Omega e con, al solito , E=230 \, \text{V} abbiamo
{U_{ST_{1000}}} = \frac{230}{{1 + \left( {1 + 1000} \right)\frac{1}{{1000}}}} = \frac{{1000}}{{2001}} \times 230 = 115{\rm{V}}
mentre con R_E = 100 \, \Omega avremo
{U_{{ST_{100}}}} = \frac{230}{{1 + \left( {1 + 1000} \right)\frac{1}{{100}}}} = \frac{{100}}{{1101}} \times 230 = 21{\rm{V}}
Il secondo valore è già di sicurezza, ma dobbiamo necessariamente affermare che il primo impianto è meno sicuro?
Se il differenziale non funziona non ci sono dubbi ovviamente, in quanto nel primo caso la tensione eccessiva permane per un tempo indefinito. Del resto lo scopo dell'impianto di terra è ridurre la tensione di contatto sulle masse che è tanto più bassa quanto minore è il valore della RE.
Il vecchio DPR 547/55 imponeva per RE il limite massimo di 20 \, \Omega, ma a quel tempo il differenziale non era ancora in uso ed il valore derivava da un compromesso che ipotizzava probabilmente certe condizioni per resistenze di terra e di guasto.
Il differenziale però è stato inventato e quel limite è diventato inutile. Infatti, se il differenziale funziona, ciò che si deve valutare è per quanto tempo la tensione superiore al limite di sicurezza di 50 V può permanere sulle masse. Qui occorre confrontare la curva di sicurezza tempo-tensione con la curva di intervento di un differenziale.
E' quanto mostra il grafico seguente. La curva di sicurezza è quella ordinaria; la curva di intervento in tensione del differenziale è ricavata da quella in corrente in base alle considerazioni seguenti

\begin{array}{l}{R_E} \le \frac{{{U_L}}}{{{I_{dn}}}}\\{U_E} = {R_E}{I_F}\\{I_F} = {I_{dn}} \Rightarrow t = 300{\rm{ms}} \Rightarrow {U_E} \le {U_L} = 50{\rm{V}}\\{I_F} = 2{I_{dn}} \Rightarrow t = 150{\rm{ms}} \Rightarrow {U_E} \le 2{U_L} = 100{\rm{V}}\\{I_F} = 5{I_{dn}} \Rightarrow t = 40{\rm{ms}} \Rightarrow {U_E} \le 5{U_L} = 250{\rm{V}}
\end{array}

Le linee in rosso mostrano che una tensione di circa 200 V, secondo la curva di sicurezza, può permanere per circa 200 ms mentre un differenziale interviene in un tempo inferiore ai 50 millisecondi.
I 115 V dell'esempio potrebbero permanere per oltre 300 ms ma il differenziale interviene in meno di 100 ms.

Conclusioni

Con la corretta installazione del differenziale dobbiamo allora concludere che i due impianti, quello con R_E=1000 \, \Omega e quello con R_E=100 \, \Omega, sono ugualmente sicuri e che entrambi sono costruiti a regola d'arte poiché un impianto si presuppone a regola d'arte se costruito secondo le norme CEI che impongono il coordinamento tra l'impianto di terra ed il differenziale, considerando curva di sicurezza e curva di intervento dei differenziali.
Si tenga anche presente la bassa probabilità che l'utente tocchi la massa proprio a partire dall'inizio di quell'intervallo di tempo in cui il guasto inizia, data l'esigua durata dell'intervallo stesso.

Certo, il differenziale deve essere sano ed intervenire nel tempo stabilito.

Non è comunque vietato discutere di quale valore sia meglio ottenere per la resistenza di terra e molte sono le ragioni a favore di un valore che non sia vicino al limite massimo ammesso dalle norme, come già si è detto all'inizio.
E probabilmente tutti siamo d'accordo che è preferibile l'impianto con R_E=100 \, \Omega. Nel tempo è sicuramente più affidabile, e se il differenziale non interviene, sulle masse, nel caso in cui la resistenza di guasto RF abbia e mantenga un valore sufficientemente elevato, c'è una tensione di sicurezza. Generalmente comunque il guasto non franco evolve verso un guasto franco.

Credo che si possa anche dire, che un impianto di terra di resistenza pari a 1000 ohm sia abbastanza difficile da realizzare se non si tenta con qualche chiodo nel muro e non si è su un terreno roccioso. Basta considerare una formula empirica, molto approssimata senza dubbio, che però dà un'idea della resistenza di terra di un picchetto infisso nel terreno:R_E=\frac {\rho}{L} con ρ la resistività del terreno in Ωm ed L profondità di infissione del picchetto. In un terreno con \rho=100 \, \Omega \text{m} un solo picchetto di lunghezza un metro fornisce una resistenza di 100 ohm.

NB: Nei riferimenti sono riportati un paio di link per il calcolo della resistenza di terra dei dispersori.

Come ricordato in un link dei riferimenti, in alcuni paesi è stato stabilito un limite superiore per la resistenza di terra che si aggira sui duecento ohm. Direi che lo si può benissimo adottare anche se le normee CEI non lo prescrivono (di certo non lo vietano), senza sforzarsi sia di ottenere valori molto bassi, dell'ordine dell'ohm, sia di accontentarsi di valori al limite della sicurezza, tra l'altro anche questi difficili da ottenere se non si è su terreni con resistività elevatissima.

Qui entra in campo il progettista che farà la sua scelta in base alla situazione in cui si trova e, se è un progettista valido, certamente valuterà un idoneo coefficiente di sicurezza nel realizzare il valore di RE.
Per la regola d'arte, o si cambiano le norme CEI o si modifica l'articolo 2 della 186/68.

Riferimenti vari

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Commenti e note

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di ,

Clicca sull'ultimo link dei riferimenti (Curva pericolosità della corrente)

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di ,

Admin, sa se esiste un riferimento normativo del CEI in cui è riportata la curva di sicurezza tensione-tempo? Mi piacerebbe approfondire tale argomento. La ringrazio per la disponibilità.

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di ,

Seven7,

non sono in grado di entrare nei dettagli per i valori cui fai cenno. Io mi sono limitato a riportare i valori del testo del Carrescia, citato nei riferimenti, che per il percorso mani-piedi riporta, per la condizione considerata il valore di 725 ohm

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di ,

Buongiorno, complimenti per l'articolo molto interessante che riassume le principali nozioni di sicurezza elettrica. Ho un dubbio sui valori della resistenza del corpo umano (Rb) riferita al percorso mani-piedi. So che tali valori vengono determinati da quelli relativi al percorso mano-mano che non vengono superati dal 5% della popolazione e poi divisi per due in modo da ottenere i corrispondenti per il percorso mani-piedi. Facendo riferimento alla Tab. 1 della specifica tecnica CEI 64-18, i valori dell'impedenza mano-mano sono diversi: per una tensione di contatto uguale a 50 V l'impedenza è pari a 1375 Ohm, che divisa per due risulta 687,5 Ohm. Se poi a questo valore si aggiunge l'impedenza del corpo verso terra si ha 1687,5 Ohm, diverso da quello riportato nella tabella del presente articolo.

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di ,

Interessante e al contempo utile e ben fatto articolo. Grazie.

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di ,

Quando ho letto questo articolo ho pensato che era l’articolo che avrei sempre voluto scrivere io, ma me ne è sempre mancato il tempo e la capacità. Sono i concetti di sicurezza elettrica che cerco di trasmettere ai neofiti quando ho l’occasione di fare un po’ di formazione. Grazie Zeno!

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di ,

Mbha, mi arrogo, con presunzione, la capacità di capire quanto scritto, sebbene, nello specifico, non ne sappia nulla.
Non sono un ingegnere elettrotecnico e non mi sono mai occupato nello specifico di progettare un impianto di terra. Leggendo però quello che scrive Zeno mi sembra di colmare un po' la mia ignoranza e tanto mi basta per ringraziarlo vivamente per quello che ha messo a disposizione di tutti.

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di ,

Buongiorno, ma come si fa e definire inutile un articolo del genere? Voglio dire ok la critica e gli apprezzamenti e ok pure il dibattito che tecnicamente può, anzi è, costruttivo, ma qualcuno si rende conto che da "un chiodo nel muro" nasce una spiegazione tecnica che nel peggiore dei casi insegna qualcosa a chi non è esperto. Cosa vogliamo scrivere negli articoli? Che tra xxx anni quando non saremo più qua magari l'umanità abiterà un altro pianeta? Bene che qualcuno lo scriva, su Electroyou si condividono tante volte argomenti di vario genere culturale, ma se contiamo che rilegando in un unico book le pagine del 90 per cento degli articoli scritti potremmo avere un mega trattato di materie tecniche, penso che ci sia un certo "valore aggiunto" e non da poco.

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di ,

Piero, però chi non è del campo (come il sottoscritto) apprezza articoli del genere, sono gradevoli da leggere e vedo come lavorano i professionisti come voi.

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di ,

Piero, io non so per quale motivo un articolo che piace a tutti non valga la pena di essere scritto.
Ad ogni modo nello scrivere un articolo come questo, il proposito è di fornire informazioni tecnicamente corrette in modo chiaro e gradevole, non tanto che piaccia e basta. Non c’è poi alcuna pretesa che non susciti alcun dibattito, sia sui contenuti tecnici che sulla forma in cui sono proposti.
CarloCoriolano ha scritto che è inutile: è una sua opinione, legittima, tutti la possono leggere, concordare ed agire di conseguenza abbandonando la pagina. Io ho risposto al suo commento, spiegando quali sono origine e scopo dell’articolo, spiegazione che può benissimo non essere condivisa.
CarloCoriolano ha la possibilità, se vuole, di mostrare come invece avrebbe dovuto essere, e quando lo farà cercheremo di imparare da lui.

Tu hai posto più che un punto di vista tecnicamente diverso dell’argomento trattato, che riguarda sostanzialmente la differenza di sicurezza per le persone dai contatti indiretti, che si ha con impianti di terra aventi valori di resistenza diversi, ma tutti coordinati con il differenziale. Vi ho tratto le mie conclusioni cercando di documentarle con ragionamenti tecnici, confrontandoli con le indicazioni normative, ed esprimendo anche un giudizio su una loro mancanza, che, sostanzialmente, consiste nel non evidenziare la necessità di adeguati coefficienti di sicurezza, come si fa in qualsiasi altro progetto ingegneristico, elettrico o meccanico che sia.
Il tuo punto di vista critico è invece legato al funzionamento degli scaricatori, che non sono però installati per la protezione delle persone dai contatti indiretti, ma per la protezione delle apparecchiature dalle sovratensioni. Tutta un’altra faccenda dove, se per quello, con una fulminazione diretta, anche un impianto di terra di qualche ohm di impedenza, non riesce ad impedire che un’apparecchiatura posta a qualche metro dallo scaricatore, sia soggetta ad una tensione doppia della tensione che rappresenta l’effettivo livello di protezione dello scaricatore. Insomma tutto un altro problema tecnico che non ha niente a che vedere con quanto discusso nell’articolo. Un argomento che richiede tutt'altra trattazione tecnica.

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di ,

Vedi Zeno, come ben tu mi insegni vista la tua esperienza di insegnante, l'umanità è varia. C'è chi considera alcune materie inutili e con troppa fretta le etichetta come tali; c'è chi invece ne coglie l'importanza, forse anche solo l'interesse. Ho letto i commenti e solo il suo stona nel complesso. Ogni opinione è legittima, non tutte però devono avere lo stesso peso.

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di ,

Beh, Riccardo, non proprio per tutti: c'è chi li giudica inutili, come puoi vedere nel legittimo commento di CarloCoriolano.

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di ,

Sempre interessanti

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di ,

Bell'articolo Zeno, hai messo in evidenza la problematica che attanaglia ancora tanti tecnici orfani del DPR 547/55, quelli dei 20 ohm senza se e senza ma... Anche un chiodo sul muro può garantire il coordinamento con l'impianto di terra, l'importante è rendere affidabile anche questo collegamento. Sono interventi estremi che trovano la loro collocazione in situazioni particolari, non di certo in nuove costruzioni. Per esempio in un condominio anni 50 dove era impossibile realizzare un impianto di dispersione all'esterno, è stato fatto internamente nello scantinato, con ottimi risultati.

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di ,

Il bello degli articoli è che possono essere letti, oppure possono non essere letti.

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di ,

carlocoriolano, l'articolo non è una risposta a chi ha fatto la domanda, ma una serie di considerazioni personali che hanno preso spunto dal thread che ne è conseguito, e che ho deciso di condividere. All'utente che l'ha posta potrebbe anche bastare la risposta di Piperita Patty. Credo poi che una motivazione importante più o meno inconscia che mi ha indotto alla pubblicazione, sia stata quella di essermi ricordato di un classico dell'umorismo come "Tre uomini in barca" di J.K.Jerome che leggevo da bambino. Nel caso poi qualcuno lo veda come un trattato inutile come soluzione del suo problema pratico, può sempre rivolgersi ad un professionista con le capacità di sintesi e di chiarezza che a me mancano. Io non chiedo nulla a chi vuole comunque leggere le mie considerazioni, nessuno è ovviamente obbligato a leggerle, e quando, dopo alcune righe, capisce l'andazzo che non gli va, fa presto ad abbandonarle e, conoscendo il mio nome, inserirmi in una lista che gli permetta di evitargli di iniziare inutili e barbose letture. So bene che c'è chi è molto più bravo e chiaro di me: io sono, purtroppo, più o meno come appaio da ciò che scrivo. Spero fondamentalmente di non avere scritto grandi sciocchezze. Mi sono impegnato per questo, ma le capacità sono quelle che sono e non sono in grado di garantirne la qualità.

Rispondi

di ,

Se il punto di domanda di attiliovolpe è riferito al mio precedente messaggio (ma c'è proprio bisogno di inviare un commento con solo un punto di domanda?): Pannello controllo utente/Preferenze/Opzioni di visualizzazione/Visualizza messaggi dei giorni scorsi=Tutti i messaggi

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di ,

?

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di ,

Mah, non so. Una simile risposta per chi fa la domanda di apertura, anche se solo lontanamente simile, e` inutile, tanto quanto il non aver risposto del tutto. Di fronte a queste problematiche mi pongo diversamente: cosa pensa di me il mio medico di famiglia quando gli espongo i miei problemi e le mie improbabili soluzioni? Non mi ha mai risposto con un trattato di medicina. Forse, e dico e ribadisco "forse", manca questa capacita`.

Rispondi

di ,

attiliovolpe, c'è qualcosa nelle tue impostazioni di ricerca. Probabilmente hai settato "1 giorno" invece di "tutti i risultati"

Rispondi

di ,

Mi portano al seguente messaggio: "Nessun messaggio in questo argomento nel periodo impostato." A dire il vero succede quasi sempre anche quando da una ricerca su google seguo link che portano ad electroyou

Rispondi

di ,

Non so, i link a me sembrano tutti funzionare. Per la corrente sono milliampere ovviamente. Avevo dimenticato il prefisso nella tabella

Rispondi

di ,

PS: i primi due link portano a niente "Nessun messaggio in questo argomento nel periodo impostato."

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di ,

Articolo interessante, ma faccio una domanda: nella tabella in alto, la corrente deve essere in A o mA? In tabella è indicato A, poco piu in basso fai riferimento a 167mA a 230V

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di ,

Ottimo articolo. Da leggere tutto con attenzione.

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