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LILLOADE

Indice

Il racconto epico del gatto Lillo

Quando ancora non si chiamava Lillo il gatto Lillo sentì l’aria del mondo in un giorno del mese di aprile del 2015.

Quel giorno non vide la luce, come tutti i gattini neonati aveva gli occhi chiusi, ma l’istinto lo diresse subito verso le mammelle di mamma gatta che stava sdraiata su un fianco e porgeva la pancia verso i cinque gattini appena nati che si contendevano i sui piccoli capezzoli.

Secondo gli standard di moralità degli umani la mamma del futuro Lillo non era stata un campione di fedeltà. Durante il periodo in cui si era sentita attratta dai gatti maschi aveva concesso i suoi favori a diversi campioni di intraprendenza, tra tutti spiccava un grosso esemplare di maschio nero che dopo averla sedotta, da perfetto cialtrone, si era dileguato sottraendosi ai suoi doveri di padre.

Lillo cucciolo

Lillo cucciolo

Tutti i gattini nati avevano livree, comportamenti, personalità e dimensioni che li rendevano molto diversi tra loro ma ciascuno simile al proprio genitore paterno.

Nero come la notte con un ciuffo di peli bianchi nel petto, il futuro Lillo aveva ereditato da suo padre le dimensioni, la fame, la pigrizia e l’intraprendenza e la scaltrezza.

Già dopo una settimana era di qualche centimetro più lungo dei suoi fratelli e da prepotente aveva monopolizzato la migliore mammella di mamma gatta che succhiava con un rumore caratteristico e con le zampette premeva alternativamente per avere il massimo del latte.

Dopo due settimane il futuro Lillo aprì gli occhi, e si rese conto che il mondo era ben più vasto della pancia pelosa della sua mamma.

Era irrequieto, stava sempre vicino alla sua mamma che lo accudiva in tutte le sue necessità, lo coccolava, era il più intraprendente e ben presto si impose sui suoi fratelli, naturalmente di sola madre, con cui giocava e si preparava diventare grande.

Questo atteggiamento fu notato dall’uomo, che si riteneva il proprietario della mamma e dei piccoli nati, che notò che il futuro Lillo era quasi pronto per il negozio; vendendolo avrebbe guadagnato qualche euro così tolse il piccolo gattino nero dalla cucciolata e lo costrinse a mangiare delle crocchette. La nostalgia della mammella materna non sarebbe mai più scomparsa dalla mente del piccolo micio.

Ma il padrone aveva bisogno di quei soldi, mise il gattino nero in una cestina e lo portò al negozio "Il paradiso degli animali”, contrattò il prezzo dell’animale, ricevette il contante e lasciò il cucciolo al commerciante. Il futuro Lillo si trovò subito a competere con molti altri cuccioli di gatto provenienti da altre cucciolate.

Al futuro Lillo mancava moltissimo la sua mamma, il caldo sapore del latte, i giochi con i suoi fratelli, era incredibile la nostalgia di non poter dormire con la testa appoggiata sul ventre sicuro e tranquillizzante della sua mamma.

Qui tutto era solo competizione con quei gattini estranei chiusi nello stesso recinto in attesa che qualche persona arrivasse a comprare un piccolo animale.

Ma il futuro Lillo era nero e chi mai avrebbe voluto un gattino nero anche se sul suo petto brillava un ciuffo di peli bianchi?

Il richiamo di Lillo.

Come ogni giorno Carlo stava facendo la solita pedalata giornaliera e quel giorno aveva scelto il viale che portava verso la via Novara, di rado passava da quelle parti, era per lui un’area di scarso interesse.

Non si era mai soffermato a guardare i negozi che formavano una catena continua ai due lati della strada. Quel giorno, appena superato il semaforo prima di piazza Amati, ebbe come un presentimento, come se qualche cosa lo invitasse a posare lo sguardo sulla destra della strada. Un barbiere cinese, un bar, un compro oro, un negozio di animali, così si succedevano gli esercizi commerciali.

Un negozio di animali, pensò Carlo, è strano non sono mai entrato in un negozio di animali.

Carlo per la prima volta nella sua vita si fermò per guardare quella vetrina.

Strano, era come se qualcuno lo chiamasse.

Vieni, vieni gli sembrava sentir dire.

Carlo non credeva, non aveva mai creduto alle para scienze, ma incuriosito si fermò, guardò con curiosità il negozio sulla sua destra.

È strano, pensò di nuovo Carlo, un paio di settimane prima, era morta la gatta Milly di Lucia, e sapeva che Lucia aveva sofferto molto per quella perdita.

Ma che diamine pensò Carlo, non è il caso di lasciarsi impressionare da una sensazione, ma aveva tempo e con una certa decisione entrò nel negozio di animali.

Il negozio era pieno di oggetti e prodotti che Carlo assolutamente non conosceva e mentre si stava ancora chiedendo perché era entrato in quel negozio, notò sulla destra dell’ingresso una gabbia, di circa un metro cubo, in cui erano presenti due piccoli gatti, uno con il pelo rosso striato ed uno nero che stavano ben lontani l’uno dall’altro.

Quando Carlo si avvicinò alla gabbia il gatto rosso continuò a giocare con la sua pallina di stoffa, quello nero stava seduto sulle zampe posteriori e guardava attentamente il nuovo arrivato. Due occhi gialli grandi erano fissi su Carlo che senza togliere l’attenzione dal piccolo gatto si rivolse al negoziante che nel frattempo si era avvicinato.

- Sono in vendita? Chiese Carlo che si stava ancora domandando il perché di quanto stava accadendo.

- Si rispose, il negoziante, e disse a Carlo il prezzo dei due animali, quello rosso veniva venduto quasi al doppio di quello nero.

- Capisco, disse Carlo dopo qualche secondo, ma non sarebbe per me debbo sentire la futura proprietaria poi le farò sapere.

Carlo uscì dal negozio e mentre si muoveva notò che il gattino nero non gli aveva mai tolto lo sguardo di dosso, quella sensazione che lo aveva toccato, quasi costretto a fermarsi, non era cessata un momento.

Carlo quella mattina aveva diversi impegni, si fermò quasi un minuto sulla porta del negozio prima di riprendere la bici e completare il suo giro di lavoro.

Quattro parole a colazione.

Carlo non sapeva come iniziare il discorso con Lucia. Sapeva che era ancora scossa dalla morte della gattina Milly a cui era stata molto affezionata.

- Senti, disse ad un certo punto Carlo, questa mattina mi sono fermato e sono entrato, non so neppure io per quale motivo, in un negozio di animali. Mi ha colpito una gattina, molto piccola, ma c’è un ma.

- Quale sarebbe questo ma, chiese Lucia.

- È nera, rispose Carlo, ma mi sembra molto bellina.

- E dove si trova questo negozio, gli chiese Lucia.

Carlo le disse l’indirizzo, a meno di 10 minuti in bicicletta dalla sua casa.

- Finiamo di fare colazione e andiamo a vedere, disse Lucia.

Terminarono in fretta la colazione e Lucia si fece portare da Carlo al negozio di via Novara.

Al negozio

In meno di dieci minuti arrivarono al negozio di animali dove poche ore prima Carlo aveva visto la gattina nera che lo aveva tanto colpito.

Nella gabbia riservata ai gattini erano ancora presenti quelli che Carlo aveva visto qualche ora prima, stavano lontani, quello rosso era su un supporto elevato, quello nero sul pavimento della gabbia e stava seduto sulle gambe posteriori. Girò la testa verso le due persone che erano entrate, gli occhi gialli e neri, grandi, ne seguivano i movimenti.

- Ti piace? Chiese Carlo a Lucia.

- Si, rispose, prendiamola.

Carlo si avvicinò al proprietario, trattò il prezzo, e concluse la vendita. Il gattino passò rapidamente di mano e Lucia lo tenne vicino a sé come se fosse suo da sempre.

- La chiamiamo Lalla? Chiese Carlo.

- Si, rispose Lucia con un filo di voce.

Carlo capì che era un amore reciproco a prima vista.

Il gestore del negozio si raccomandò di portare il gattino dal veterinario appena possibile per tutte le cure e le vaccinazioni necessarie.

- Lo porto sicuramente domattina disse Lucia, e uscirono dal negozio.

A casa.

Appena arrivata a casa Lucia aprì il trasportino e Lalla uscì, si guardò intorno, e si rese conto che era il suo ambiente, rapidamente ne ispezionò ogni angolo e dimostrò che non solo si trovava bene, ma aveva eletto quell’ambiente come la sua casa di sua esclusiva proprietà.

- Domattina, disse Lucia, porto Lalla dal veterinario per tutte le visite e le analisi. Poi dopo qualche secondo, non ti sembra, chiese, che si trovi bene?

- Ha eletto questa casa per la sua casa, guarda, rispose Carlo, è già saltata sul divano e lo considera suo.

- Ok a domani, grazie per questo regalo. È molto, molto gradito.

- Bene a domani dopo la visita di Lalla.

Lalla, seduta sulle zampette posteriori, guardò Carlo uscire come se chiedesse: ma dove vai?

Lalla visitata dal veterinario.

Carlo ricevette la chiamata di Lucia verso le dieci appena terminata la visita di Lalla fatta dal veterinario.

- Non crederai a quello che sto per dirti, iniziò Lucia, la visita è andata molto bene, l’animale è sano, ma c’è un problema.

- Quale chiese Carlo.

- È un maschietto, e dobbiamo trovargli un nuovo nome.

- Arrivo subito, disse Carlo.

In pochi minuti Carlo arrivò a casa di Lucia e vide il gattino che scorrazzava allegro per la casa. Appena entrato il gattino si mise in posizione seduta e lo guardò quasi chiedendo: Cosa ci fai a casa mia, emise un flebile “miao”, con la lingua rossa si leccò una zampa e rimase ad osservare il nuovo entrato.

- Allora è un maschio? Chiese Carlo.

Lillo inizia la sua avventura

Lillo inizia la sua avventura

Ricevette la risposta positiva seguita da una piccola risata.

-Lo chiamiamo Lillo! È un bel nome per un gattino come quello.

- Bello, mi piace, confermò Lucia.

- Benissimo, disse Carlo, poi rivolto al gatto

- Da oggi sei Lillo, diventerai un grande gatto, forte, fiero e bello, ma, profetizzò Carlo, le tue caratteristiche mi dicono che sarai vagabondo, dormiglione, ruffiano e ci comanderai per soddisfare le tue legittime e naturali necessità.

Lillo, del tutto indifferente a questi apprezzamenti, saltò sul tavolo del computer, passeggiò sulla tastiera e si mise di fianco al computer vicino al ventilatore per godersi il caldo che ne usciva, poi girò la testa verso le due persone che lo seguivano, li studiò senza mostrare alcun senso di riverenza verso di loro, aprì la bocca e ne uscì un flebile “miao”, estrasse la lingua e iniziò a lavarsi.

Era semplicemente a casa sua e gli umani erano e sarebbero sempre di più stati ospiti graditi sempre solo se avessero fornito crocchette, cibo umido ricercato, acqua corrente e tante, veramente tante coccole.

Lui era diventato Lillo, iniziava la sua vera vita, la sua epopea, iniziava la LILLOADE.

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Commenti e note

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di ,

ma questo gatto ha un nome stupendo!

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di ,

Spero che Vi abbia strappato un sorriso. Lillo, quando gli ho detto della sua visibilità ha esternato la sua gioia e ringraziamento con un paio di miaio, ma poi ha continuato a dormire e farsi accarezzare.

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di ,

SCusa Admin, ero a casa e non lo avevo visto, mi copro il capo di cenere e ti ringrazio profonda,ente della tua cortesia e ospitalit

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di ,

Perché non lo vedi pubblicato? È in prima pagina

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di ,

Grazie del voto positivo, ma non vedo pubblicato il racconto. Sicuramente Lillo non sa di elettronica, ma la sua compagnia,la sua dedizione al suo amico che si crede padrone ma che è al suo servizio, la sua placida pigrizia giustificano tutto. Lillo rimgrazia!!!!

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