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Sebastian: UFO, previsione e precisione un trinomio fatale.

Il 30 marzo 2046, un venerdì, esattamente alle 17 e 52, Sebastian si alzò dalla sua poltrona, chiuse il cassetto di destra della scrivania, dal cassetto di sinistra estrasse una borsa ove mise alcuni fogli che aveva sul piano di lavoro, chiuse a chiave anche questo cassetto, controllò che non fossero rimasti sulla scrivania oggetti personali, ordinò al computer di spegnersi e di cancellare ogni riferimento alla sua persona, chiese al robot-maggiordomo di aiutarlo ad indossare il leggero 3/4 di pura lana sintetica e si avviò versa la festa di commiato.

Esattamente 78 passi dopo, nella sala riunioni, un gruppo di impiegati della Atlantic INC, collegati dalle loro postazioni remote sparse in tutto il mondo, applaudì il Capo Settore Conti e Riscontri(CS-CR) che aveva terminato il suo impegno professionale. Un torta servita da automi volanti assieme ad una abbondante misura di autentico prosecco italiano erano il segnale di inizio della festa di addio a Sebastian dalla azienda da lui servita con grande dedizione negli ultimi 26 anni.

Anche l’amministratore delegato della Atlantic INC era presente, naturalmente in modo virtuale, alla festa. Disse alcune parole con un accenno al dono che l’azienda aveva inviato a casa di Sebastian come premio per la sua fedeltà e l’incredibile precisione del suo apprezzatissimo lavoro.

Gli impiegati del Settore Conti e Riscontri, in piedi, applaudirono ed ascoltarono con assoluta riverenza la risposta di Sebastian. In cuor loro non aspettavano altro sperando di prendere il suo posto ed ereditare, la mattina successiva, le chiavi della scrivania, chiavi che Sebastian aveva lasciato sul tavolo in bella mostra, assieme al foglio con le credenziali per accedere al computer e per farsi riconoscere dal robot-maggiordomo che toccava, come benefit, al CapoSettore.

Alle 18 e 13 precise Sebastian lasciò per sempre l’Atlantic INC, salì sull’autogiro personale, chiamò Marika per la cena serale. Chiese al computer di bordo di portarlo a casa. Durante il viaggio ordinò una torta, una bottiglia di champagne, una cena a base di gamberetti e riso alla paprika, assieme ad un braccialetto ornato con pietre autosplendenti.

Quando Sebastian arrivò a casa Marika aveva già apparecchiato la tavola. Anche i cibi ordinati erano già stati consegnati ed erano disposti sulla tavola ornata con una candela di colore rosso. Marika trovò bellissimo il braccialetto, abbracciò e baciò con trasporto Sebastian pregustando l’invidia che sarebbe spuntata sul viso delle amiche.

Mangiarono, parlarono, amoreggiarono. Poi Sebastian, con aria seria e con tono ufficiale disse che il giorno successivo sarebbe partito perl’America centrale, come avevano più volte parlato e pianificato, e non sarebbe tornato prima della fine del mese successivo. Marika aveva ormai accettato questo distacco, disse che Sebastian al ritorno avrebbe avuto una accoglienza congrua con la loro situazione. Quando si lasciarono Sebastian con il suo autogiro si recò all’aeroporto Tikitaka, Marika invece restò in città, anche se aveva già’ prenotato una vacanza ad Acapulco, terra di facili avventure senza un ritorno di impegni e strascichi sentimentali.

Il perché del viaggio di Sebastian.

E’ il momento di rivelare un piccolo segreto di Sebastian, uomo preciso e scrupoloso fino alla più incredibile professionalità. Non per niente era stato ai massimi livelli della Atlantic INC, e voi tutti sapete che questa azienda è la numero uno in tutti i sensi.

Da anni Sebastian aveva catalogato, classificato, analizzato tutti, proprio tutti gli avvistamenti e sopratutto gli atterraggi degli UFO, o dischi volanti come sono chiamati dal popolo.

Era convinto che una razza cosi’ avanzata, capace di spostarsi tra le stelle, non facesse niente per caso, ed ogni loro azione fosse inquadrata in uno schema, in un programma che dava loro la possibilità di pianificare ogni azione nel tempo e nello spazio.

E chi meglio di Sebastian poteva capire, interpretare, decodificare questo schema? Lui e solo lui aveva una precisione maniacale nella organizzazione dei dati, un pensiero matematico e schematico che non lasciava niente al caso nel classificare azioni diverse, nel trarre da una serie di dati una legge che spiegasse il loro fluire nel tempo.

Tutto in Sebastian e con Sebastian era pianificato, tutto calcolato, tutto previsto. Negli ultimi due anni aveva verificato ogni apparizione degli extraterrestri, indovinando ogni loro mossa. Aveva stabilito che la prossima, la più importante apparizione, sarebbe avvenuta in un pianoro tra le montagne del centro America ad una altitudine di 666 metri, esattamente alle 6 e 13 minuti del 1 aprile del 2046, domenica, e lui Sebastian, sarebbe stato lì esattamente a 15.15.30.73 di latitudine nord e a 87.44.27.3 di longitudine ovest, con un errore massimo di 1.3 metri.

L’arrivo, il soggiorno l’albergo.

L’aviogetto preso da Sebastian, spinto dal motore a idrogeno, in due ore atterro’ nella capitale. Non era il massimo dell’organizzazione, ma poteva passare. Un taxi, ancora con motore a benzina portò Sebastian al suo albergo, prenotato alcuni giorni prima, lontano una settantina di chilometri dall’aeroporto. Fu trattato come un nababbo, inchini e salamelecchi, un pranzo da favola ma si meravigliarono che avesse solo un piccolo trolley.

“Il signore quanto si sarebbe fermato” gli chiese con voce metallica e inespressiva l’umanoide autoservente della reception. La risposta: “una sola notte” lo lasciò completamente indifferente ma diligentemente annoto’ tutto sul computer dell’albergo assieme alle foto dei documenti.

Sebastian si alzò alle 4, non si svegliò, non aveva dormito un attimo, teso e felice per l’avventura che lo aspettava. Prese un caffè al servobar della reception, saldò il conto scambiando alcune parole con l’umanoide autoservente, e usci’ dall’albergo.

Arrivano

Con orgoglio, smisurato orgoglio, Sebastian estrasse dalla borsa le mappe che aveva disegnato , le foto satellitari dell’altopiano, gli schemi che avevano permesso la previsione. Controllo’ ancora una volta le coordinate pentadimensionali (x, y, z, tempo siderale e tempo quantistico), non aveva commesso errori, accese il navigatore GPS per trekking e via…. In cammino.

Era sicuro che gli alieni sarebbero arrivati, esattamente nel posto da lui calcolato. Ricontrollo’ le coordinate, una occhiata al foglio di calcolo e si convinse ancora di più di essere sulla corretta via.

Esseri così precisi lo avrebbero sicuramente ed immediatamente ricompensato facendolo parte della propria esistenza e forse capo delegazione dei futuri negoziati con il genere umano.

I tre chilometri che lo separavano dal punto previsto di arrivo non erano molti, ma era ancora buio e la strada un poco sconnessa. Segui' puntigliosamente la mappa e presto controllò il pianoro che sarebbe servito da atterraggio ai NUOVI benvenuti, forse lo avrebbero chiamato Sebastian Point.

Estrasse dalla borsa lo striscione di benvenuto, un sole nascente dalle montagne simbolo della nuova era, lo dispose a terra, proprio nel punto calcolato ed attese.

Erano ormai passati 12 minuti dalle 6 del mattino, ancora un minuto e, Sebastian ne era sicuro, sarebbero arrivati. Scrutava il cielo, ormai tinto di rosa dall’incipiente aurora, Sebastian ripensò ai versi dell’Iliade studiati sui banchi del liceo dove Omero raccontava la veglia degli Achei prima della battaglia. Ancora niente, secondi, altri secondi, poi PUFF un leggero soffio di vento ed un oggetto di dimensioni incredibili si materializzò a 13 metri dal suolo: con un diametro di 1331 metri, uno spessore di 131 metri. Una gigantesca massa metallica di oltre 313 milioni di tonnellate aveva proiettato un’ombra improvvisa sul pianoro.

Una tecnologia lontana 13 mila anni avanti al genere umano fece uscire da sotto l’astronave un cilindro di 39 metri di diametro che, senza fare rumore, si appoggiò al suolo per sorreggere la sovrastante massa metallica. Non si udi’ alcun rumore, o più esattamente, solo un leggero scricchiolio, come se fosse stata schiacciata qualche cosa.

Ma Sebastian questo rumore purtroppo non fece in tempo a sentirlo.

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Commenti e note

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Bellissimo racconto, ben equilibrato con risata finale

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Grazie a voi di ospitarmi. Io mi diverto, passo il tempo, evito le code e gli assembramenti. Anche se, non so se dire grazie alla mia eta', dovrei essere immune al covid 19 per un poco di tempo. Buona giornata a tutti.

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Beh, che dire? E' un piacere grande scoprire le qualità delle persone, la loro originalità. Anche perché è inaspettata, portati come siamo a vedere solo il degrado in ciò che ci circonda. Ma non è per fortuna così e certi eventi portano alla piacevole sensazione che il mondo sia migliore di come ci appare. Speriamo sia vero. Ora intanto EY può vantarsi di inaugurare con l'estro di Carlo un nuovo filone letterario, nel caso non ci sia ancora (googlerò dopo ;-)): Fantascienza umoristica. Grazie Carlo! ;-)

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di ,

Bellissimo, ottimo finale.

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