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Stabilita' della macchina sincrona

Indice

Abstract

In questo articolo verificherò la possibilità o meno di collegare un alternatore in serie alla rete.

Introduzione

Se vogliamo verificare la stabilità o meno di un oggetto, in un determinato stato di funzionamento, occorre applicargli una piccola perturbazione.

In assenza di perturbazione, nulla si può dire a tal proposito.

Se in seguito alla perturbazione intervengono fenomeni secondari tali da esaltare gli effetti della perturbazione stessa, possiamo affermare che l'oggetto in esame si trovasse in una condizione instabile, altrimenti la condizione di funzionamento dell'oggetto era stabile.

Il concetto di stabilità è legato al punto di lavoro, all’oggetto e al tipo ed entità di perturbazione.

E si faccia attenzione: il sistema reagisce all’effetto della perturbazione e non alla perturbazione!

Carico alimentato da due alternatori in parallelo

Consideriamo due macchine sincrone identiche, collegate in parallelo attraverso le barre di parallelo a potenza prevalente (rete isolata). Da queste barre, attraverso un interruttore, alimentiamo il nostro carico.

Alternatori in parallelo

Alternatori in parallelo


Nel seguito le due macchine sincrone saranno indicate come alternatore 1 e alternatore 2. Ogni alternatore ha il proprio motore primo. Il punto di lavoro dei due alternatori è lo stesso, data l'ipotesi di macchine identiche; ogni macchina erogherà una certa corrente I.

Il diagramma fasoriale corrispondente alla situazione appena descritta è il seguente:

Diagramma fasoriale parallelo

Diagramma fasoriale parallelo

Trascurando le cadute di tensione, i due alternatori erogano la potenza:


P_{1}=EIcos\varphi


P_{2}=EIcos\varphi


ovviamente le potenze erogate sono le stesse.

Si immagini adesso una piccola perturbazione, ad esempio l'alternatore 1 subisce un piccolo rallentamento, cioè il motore primo dell'alternatore 1 eroga una coppia minore. Ci sarà un transitorio in cui l'alternatore 1 rallenta, quindi la propria scarpa polare non ruoterà più al sincronismo, determinando la sua rotazione nel senso del ritardo. In quell’istante c’è una riduzione della potenza elettrica erogata, poiché si è ridotta la potenza meccanica immessa.

L'alternatore 2 non è indipendente dall'alternatore 1 (sono collegati in parallelo): esaminiamo cosa accade nel circuito interno delle due macchine.

Riferendosi al circuito interno, la f.e.m. E1 è opposta alla f.e.m. E2.

Diagramma fasoriale relativo al circuito interno

Diagramma fasoriale relativo al circuito interno

In assenza di perturbazione nel circuito interno non era presente alcuna circolazione di corrente poiché le due f.e.m. sono in opposizione di fase e identiche.

Nel momento in cui la f.e.m. E1 ritarda, nel circuito interno nasce una tensione risultante VR. Questa tensione permette la circolazione di una corrente interna Iint (interna perchè circola nel circuito interno alle due macchine) che si trova quasi a 90° con la tensione VR, poichè il circuito interno è quasi interamente induttivo. Tale corrente si sovrappone alla corrente richiesta dal carico. L’angolo di sfasamento tra la corrente interna e la f.e.m. E2 è un angolo minore di 90°, quindi l'alternatore 2 impegna potenza attiva positiva (cioè erogata), oltre a quella che deve erogare al carico.

La corrente interna è sfasata rispetto alla f.e.m. E1 di un angolo maggiore di 90°, quindi all'alternatore 1 si associa una potenza attiva negativa (cioè assorbita), oltre a quella che deve fornire al carico. Questo è un esempio di mutuo soccorso, poiché l'alternatore 2 interviene aiutando l'alternatore 1 (si ricorda che quest'ultima ha subito la perturbazione): l'alternatore 1 eroga una potenza minore rispetto alla potenza erogata prima della perturbazione, mentre l' alternatore 2 eroga una potenza maggiore. Se la corrente interna venisse erogata permanentemente dall'alternatore 2, la f.e.m. E2 ritarderebbe se stessa, fino a quando non si troverà in opposizione di fase rispetto alla E^{'}_{1}.

Se la perturbazione è transitoria il sistema ritorna alla condizione di funzionamento precedente.

Il sistema reagisce opponendosi all’effetto, quindi il sistema è stabile. Se la perturbazione è molto elevata, comunque grande, il sistema sarà instabile.

Non esistono sistemi stabili per perturbazioni comunque grandi.

All'alternatore 2 si può attribuire il significato dell’intera rete elettrica a cui l'alternatore 1 è collegato in parallelo, quindi la potenza della rete è tale da imporre il tempo di sincronismo: non ci saranno variazione di frequenza ma solo variazione di potenza (utile la ipotesi di barre a potenza prevalente).

Carico alimentato da due alternatori in serie

Adesso consideriamo gli stessi alternatori, ma collegati in serie.

Alternatori in serie

Alternatori in serie

Ogni alternatore avrà il proprio motore primo.

Le f.e.m. dei due alternatori sono in serie e la corrente erogata è I.

Ogni macchina eroga la potenza:


P=EIcos\varphi


Supponiamo la stessa perturbazione precedente:rallentamento del motore primo dell'alternatore 1.

La f.e.m. E1 ritarda, portandosi in E^{'}_{1}.

Diagramma fasoriale serie

Diagramma fasoriale serie

Rispetto alla rotazione della f.e.m. risultante ER, segue anche una rotazione della corrente I che diventa I’, dato che l’angolo \varphi è imposto dalla natura del carico.

Prima della perturbazione, l’angolo tra la f.e.m. risultante e la corrente I era \varphi, uguale all’angolo tra la E1 e I, uguale all’angolo tra E2 e I, cioè:


\varphi =\varphi _{1}=\varphi _{2}


Dopo la perturbazione, l’angolo tra E2 e I’ è \varphi_{2}^{'} maggiore rispetto a \varphi _{2} , mentre \varphi_{1}^{'} è diminuito rispetto all’angolo \varphi perché E_{1}^{'} ha ruotato di più rispetto a ER.

Per ordinare un pò le idee, si ha:


\varphi_{2}^{'}>\varphi_{2}=\varphi


\varphi_{1}^{'}<\varphi_{1}=\varphi


Le potenze erogate dai due alternatori sono:


P_{1}^{'}=EI^{'}cos\varphi _{1}^{'}


P_{2}^{'}=EI^{'}cos\varphi _{2}^{'}


La f.e.m. risultante ER ha subito solo una rotazione, il suo valore efficace non varia (non si agisce sulla eccitazione della macchina). Inoltre, possiamo scrivere


I\approx I^{'}


La corrente erogata dopo la perturbazione, pertanto, subisce solo una rotazione.

Esaminiamo la potenza erogata dall'alternatore 1 dopo la perturbazione.

L'angolo \varphi_{1} è diminuito (=\varphi_{1}^{'}), quindi il suo coseno è aumentato, pertanto:


P_{1}^{'}>P_{1}


Per l'alternatore 2 abbiamo la situazione duale, quindi:


P_{2}^{'}<P_{2}


Questa è una pessima conclusione, poiché l'alternatore 1, che ha subito la riduzione di potenza meccanica, è chiamato ad erogare maggiore potenza, cioè aumenta ulteriormente la coppia elettromagnetica al traferro.

Il sistema reagisce amplificando l’effetto della perturbazione, infatti, l'alternatore 1 subirà un maggiore rallentamento e più rallenta più il fenomeno si amplifica, più la f.e.m. E1 ritarda. L'alternatore 2 risente della perturbazione subita dalla macchina 1, diminuendo la potenza erogata, quindi accelera (diminuisce la coppia elettromagnetica al traferro), spostando la propria scarpa polare in avanti.

Il sistema tende sempre più ad allontanarsi dalla propria condizione di funzionamento divergendo. La condizione di funzionamento è chiaramente instabile, ed inoltre tale instabilità investe anche l'alternatore 2 che non ha subito alcuna pertubazione, ma in virtù del collegamento serie, ne seguirà le vicissitudini.

Conclusioni

Con questo articolo ho cercato di spiegare per quale motivo gli alternatori devono essere collegati in parallelo alla rete e non in serie. Collegando due alternatori in serie o un alternatore in serie alla rete, occorre solo una piccolissima perturbazione affinché l'intero sistema elettrico si porti in condizione di instabilità.

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Commenti e note

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di ,

La risposta si trova qui

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di ,

Tante grazie Edmond

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di ,

Ciao Edmond, l'articolo è chiarissimo ed è un valido sostegno per chi è curioso e vuole approfondire alcuni aspetti in merito all'alternatore. Una sola cosa, che non capisco, o per lo meno, sinceramente non ci arrivo. Cosa intendi per circuito interno? Te lo chiedo perché non riesco a giustificarmi il fatto che il vettore E1 ed il vettore E2 siano in opposizione di fase tra loro. Intendi per caso il fatto che nel "circuito interno" di un alternatore si una tensione indotta dall'altro alternatore in opposizione di fase a quella intrinseca dello stesso alternatore? Perdonami ma non capisco e/o mi sfugge qualcosa.

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di ,

Bene! Grazie delle ulteriori delucidazioni, ora è tutto molto più chiaro!

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di ,

Ovviamente ci riferiamo al caso parallelo. Il motore primo dell'alternatore 2 deve fornire la totale potenza richiesta dall'alternatore stesso, non solo le sue perdite, altrimenti si ha una decelerazione (transitorio pesante che porta alla instabilità: la macchina elettrica eroga potenza!). Cosa accade in questo caso, dopo la pertubazione che investe l'alternatore 1, lo puoi leggere nell'articolo. L'ipotesi di potenza prevalente è utile nel transitorio, come vedi la E2 non varia la propria fase. La rete è in grado si sopperire al deficit di potenza e la frequenza non varia. Se la pertubazione fosse permanente, allora la E2 si porterebbe in opposizione di fase rispetto alla E1'. Il sincronismo è ripristinato, ma ad una frequenza più bassa. Questo è solo un esempio ideale. Nella realtà ci saranno sempre delle variazioni di frequenza, variazioni non ammissibili. Fra tutte le grandezze elettriche, la frequenza ha il range di variazione più stretto. Hai ripetuto più volte che il motore primo fornisce le perdite dell'alternatore. Non è vero. Stai attento! L'alternatore trasforma l'energia meccanica in energia elettrica, quindi il motore primo dovrà fornire anche la potenza erogata dalla macchina generatrice, non solo le sue perdite.

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di ,

Spero di avere capito, mi corregge se sbaglio? L’ipotesi che si fa sull’alternatore 2 è che la potenza ad esso fornita dal motore primo sia costante e pari a quella necessaria a sopperire alle sue perdite. In questo caso quando l’alternatore 2 aumenta la potenza erogata lo fa a spese della sua energia cinetica, l’alternatore 1 accelera perché riceve potenza, l’alternatore 2 decelera e lo scambio di potenza si ferma quando le due fem sono in opposizione di fase, la frequenza è variata. Quindi in questo caso non c’è l’ipotesi di rete a potenza prevalente. Se il motore primo dell’alternatore 2 rispondesse prontamente incrementando la coppia motrice evitando il rallentamento della macchina (o se in modo equivalente una rete a potenza prevalente fornisse tutta la potenza richiesta dalla macchina 1) allora la macchina 1 assorbirebbe dalla rete la potenza necessaria a contrastare il decremento di potenza del motore primo 1, ovvero prenderebbe dalla rete quella quotaparte della potenza necessaria a sopperire alle perdite che il motore primo 1 non fornisce più, funzionando in modo ibrido. Se si stacca il motore primo 1 si ha il funzionamento da motore. Grazie mille per il tempo che mi ha dedicato!

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di ,

Se i due alternatori sono collegati in serie, il sistema è instabile. La rete collassa. Anche per una pertubazione transitoria. Per il caso parallelo, se la pertubazione è transitoria allora si ripristina il sincronismo, come dici tu, altrimenti (pertubazione permanente) anche la E2 ritarda, portandosi in opposizione di fase rispetto alla E1'. E' variata la frequenza della rete.

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di ,

Mi può dire dove sbaglio nel seguente ragionamento? Se la macchina rallenta e l'asse polare del rotore ruota ad una velocità inferiore rispetto a quella di sincronismo, esso non comincia a scorrere rispetto all'asse delle AS di armatura che ruotano alla velocità di sincronismo imposta dalle barre a potenza prevalente? Riesco a visualizzre il fenomeno del ritardo della f.e.m. se immagino una variazione transitoria della velocità e poi una ripresa della velocità di sincronismo in modo che i due termini di campo (di eccitazione e di armatura), dopo aver cambiato la loro posizione relativa ruotino mantenendo nulla la loro velocità relativa.

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di ,

La fase della f.e.m. dipende dalla posizione dell'asse polare, se la macchina rallenta, l'asse polare (rotore) ritarda, causando un ritardo della f.e.m.

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di ,

Salve, potrebbe spiegarmi perché quando l’alternatore rallenta la f.e.m. si porta in ritardo?

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