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E' semplice parlare di inciviltà, sicuramente presente, ma bisogna avere il coraggio di dire che il sistema di gestione di rifiuti lavora da anni sul filo del collasso, anche per le pesanti infiltrazioni criminali nello smaltimento, rese possibili dalle falle della filiera ufficiale.
Ora, almeno a Roma, il problema è duplice: non solo quello della destinazione finale della "monnezza" (discarica, riciclo od inceneritore) ma anche quello della raccolta e del trattamento, da molti anni gestiti in maniera pubblicistica e clientelare.
Per il secondo punto, difficile riuscire a fare qualcosa di utile mantenendo in piedi l'attuale commistione tra un carrozzone municipalizzato (AMA) e ditte private a cui viene assegnato (senza bando, o con bando mono-partecipante) il contratto di gestione della raccolta e del trattamento dei rifiuti.
Per il secondo punto, vista l'impossibilità di autorizzare nel Lazio impianti di
La prima soluzione dell'utilizzo del CSS nelle centrali, già praticata a Fusina, sfrutta la presenza di impianti di trattamento dei fumi già esistenti per la combustione di carbone e olio pesante.
Questa ultima ipotesi, un po' più percorribile dal punto di vista autorizzativo rispetto alla costruzione di nuovi inceneritori, sarebbe comunque fortemente osteggiata da praticamente tutte le forze politiche locali.
Chiaramente rifiuti già differenziati come carta, metallo e vetro, non si pone il problema dello smaltimento in quanto il loro valore residuo ne consente la vendita alle aziende del settore. Purtroppo la percentuale di questi è ancora minoritaria rispetto all'indifferenziato.
Il problema di questi giorni di Roma tuttavia non è relativo alla destinazione finale di rifiuti, ma alla fase di raccolta e trattamento, per la quale è piuttosto ipocrita parlare di emergenza, visto che la situazione si trascina da anni in questo modo.
Anche ammesso di esportare il rifiuto all'estero, con i costi conseguenti, è necessario realizzare gli impianti di trattamento in loco. Purtroppo tutte le forze politiche ed amministrative hanno spinto sul programma elettorale escludendo le ipotesi più fattibili, proponendo invece (chi più chi meno)
dei fantasiosi piani di azzeramento dei rifiuti,
Dubito quindi che si arriverà ad una soluzione nel breve periodo; del resto l'emergenza è molto più comoda, perché consente di non effettuare gare ma prescritti

(*) se parli di incenerimento sei automaticamente classificato come mostro disumano, una persona civile non usa queste parolacce; termovalorizzazione è considerato un termine al limite del politically correct in un contesto politico / dialogo verso il pubblico