Finora telelavorare da casa era un'eccezione, ma l'arrivo della pandemia e l'obbligo di confinamento in casa l'ha trasformata per un tempo significativo nella regola per molti di noi. Nel mezzo della tragedia è stata la prova che molte più attività di quanto si pensava possono essere svolte in remoto.
Nel futuro cresceranno le imprese decentralizzate, più flessibili, meno care e più efficienti, e lo stesso concetto di sede aziendale è destinato a cambiare. L'ufficio casalingo (Home Office) farà sempre più parte delle nostre case.
Stavo allestendo un angolo studio per usare il computer nel tempo libero serale, e gli eventi ne hanno accelerato il completamento per utilizzarlo come Home Office. Voglio condividere qui con voi idee e spunti, tecnici e non, per chi volesse realizzare una postazione di studio o lavoro casalinga.
Questo è il mio Home Office x 2 terminato, la cui realizzazione andrò spiegando passo a passo in questo articolo e nei seguenti. Quasi non ci sono cavi in vista!
1. Dove allestisco il mio "ufficio"?
L'ideale sembrerebbe la camera da letto: un ambiente tranquillo che di giorno è poco utilizzato.
Un mio amico l'aveva fatto nella sua camera matrimoniale, realizzando un soppalco con assi di legno massiccio su cui aveva posto i materassi, liberando così un grande spazio a terra.
Si può fare più agevolmente "rialzando" letti singoli (esistono anche mobili già pronti).
Però se non si è da soli in camera e si fa tardi, la luce e piccoli rumori danno fastidio a chi cerca di dormire.
Per me la scelta obbligata era quindi il soggiorno, dove ho una parete di quasi due metri di larghezza, delimitata agli estremi da una colonna e un'altra parete. Uno spazio sufficiente per due postazioni di lavoro, fianco a fianco, con due computer e due monitor.
2. Ho poco spazio: come faccio?
La necessità di ottimizzare mi ha fatto cadere l'occhio da tempo sullo spazio sotto le mensole, sotto i tavoli e sul muro.
È spesso inutilizzato e provvidenziale. Si può sfruttare per fissarvi dispositivi che altrimenti occuperebbero spazio prezioso sul piano di lavoro.
Può servire anche per occultarli alla vista, ottenendo un risultato estetico minimalista, o anche per proteggerli da urti, azionamenti accidentali, spruzzi o imbrattamenti.
In cucina, per esempio, ho utilizzato lo spazio sotto una mensola per fissarvi ciabatte multipresa e una radio, e sul muro ho appeso un televisore e un telefono fisso.
Sotto un banco per studio può trovar posto un cassetto (non troppo alto) per materiale di cancelleria e simili, e sotto la mensola che lo sovrasta si può inserire una striscia LED per l'illuminazione.
Sulla sinistra: radio, ciabatte moltipresa e striscia LED sotto una mensola. Sulla destra: telefono e televisore appesi al muro.
Anche nel mio Home Office applicherò questi criteri.
3. I miei 10 requisiti (e le soluzioni)
Ecco i miei requisiti e gli abbozzi di soluzione, dettagliati più avanti in questa serie di articoli.
1. Vorrei avere il mio materiale a portata di mano: libri, riviste, scartoffie varie, cancelleria, macchina fotografica, pile ricaricabili e caricabatterie...
Soluzione: due robuste mensole su misura, lunghe come tutta la parete, senza sostegni visibili. Sono più eleganti di uno scaffale, che in un soggiorno sfigurerebbe.
2. Non voglio rubare spazio al soggiorno: in occasioni speciali deve essere possibile liberare lo spazio occupato dal tavolo.
Soluzione: un tavolo abbattibile fissato alla parete, profondo almeno 60 cm, ma che una volta chiuso ne "ruba" meno di dieci. In più, non avendo gambe non ostacola i movimenti e la pulizia del suolo.
3. Vorrei una buona illuminazione, ma senza ingombranti lampade fissate al tavolo, o che intralcino l'accesso alle mensole.
Soluzione: una striscia di LED fissata sotto la mensola più bassa e schermata verso l'utente per evitarne l'abbagliamento. Avevo già provato questo sistema, trovandolo ottimo per l'ingombro nullo, l'aspetto minimalista e l'uniformità dell'illuminazione del piano di lavoro (non si fa ombra col corpo).
4. Vorrei utilizzare entrambi i monitor con un solo computer nei momenti in cui l'altro non è utilizzato, e non vorrei appoggiarli sul tavolo, così non devo spostarli quando lo chiudo, risparmio tempo e non devo trovare uno spazio dove metterli, con il rischio di romperli mentre li sposto. Inoltre non pesano sul tavolo abbattibile, e recupero il prezioso spazio-scrivania che sarebbe altrimenti occupato dai loro supporti.
Soluzione: appendere i monitor alla parete, e predisporre i cavi e le alimentazioni affinché possano essere utilizzati entrambi da uno solo dei due computer, oppure separatamente.
5. Anche gli altoparlanti non dovrebbero occupare spazio-scrivania.
Soluzione: appendere gli altoparlanti sotto la mensola. Oppure utilizzare monitor con altoparlanti incorporati, che però danno un suono di bassa qualità, sono più cari e più difficilmente reperibili.
6. Non voglio la torre del computer desktop né a terra né sulla scrivania, perché in entrambi i casi ingombra, ostacola la pulizia e non è bello da vedere.
Soluzione: appendere il computer al muro sotto il tavolo, sollevato da terra in modo da lasciare abbondante spazio per i piedi.
7. Voglio sfruttare lo schermo del computer portatile come monitor secondario, e che occupi poco spazio.
Soluzione: utilizzare un supporto che mantenga il computer inclinato e sollevato, a fianco del monitor grande.
8. I cavi sono la mia bestia nera. Tra alimentazioni varie, HDMI, Ethernet... i cavi intralciano e occupano spazio (che già è poco) sulla scrivania, e a terra le ciabatte multipresa sono tra i piedi e sono scomode da azionare. Inoltre sono un problema estetico, provocano accumuli di polvere e ostacolano la pulizia.
Soluzione: ho la fortuna che dietro la parete ho un armadio a muro. Posso bucare la parete dove è necessario e far passare i cavi da dietro, sul fondo dell'armadio, dove restano occulti e non danno fastidio. Per chi non ha un armadio a muro dall'altro lato, in un successivo articolo suggerisco qualche idea.
I cavi sbucheranno sotto il tavolo, in corrispondenza del retro dei computer che si appenderanno al muro, oppure potranno passare nello spazio tra la parete e il lato del tavolo, per collegarsi al computer portatile posto sopra. L'eccesso di cavo sarà avvolto dentro l'armadio.
Anche le tastiere e i mouse saranno senza fili, alimentati a pile. Le tastiere saranno preferibilmente compatte, ovvero senza lo spesso sottoutilizzato tastierino numerico, per rubare meno spazio.
9. Vorrei prese di corrente disponibili per caricare smartphone, tablet, pile ricaricabili e alimentare dispositivi vari (hub USB, alimentatore, saldatore, schede di sviluppo, debugger...).
Soluzione: fissare due "ciabatte" al muro sotto il tavolo, una per ogni postazione, vicine agli estremi del tavolo. Dovranno essere abbastanza sottili da permettere al tavolo abbattibile di chiudersi completamente. Anche i caricabatterie possono essere appesi alla parete sotto il tavolo, mentre è aperto.
10. E la stampante multifunzione? Dove la metto?
Soluzione: oggi si trovano stampanti complete di scanner, piccole ed economiche, che possono stare su una mensola profonda solo 25 cm.
4. La realizzazione
4.1. Mensole e 4.2. Tavolo abbattibile
Dato che siamo in un soggiorno, anche su... ehm... "consiglio" di mia moglie abbiamo evitato il bricolage e abbiamo fatto realizzare il tutto a un bravo falegname, in MDF ricoperto di lacca poliuretanica bianca. Nel disegno seguente si vedono le mensole e il tavolo (aperto e chiuso) in sezione. Le misure sono in centimetri.
Le mensole hanno una scanalatura, sia nel retro che nei laterali, che permette di infilarle come se fossero cassetti su guide di legno duro fissate alla parete con tasselli. Successivamente le mensole sono state bloccate in posizione. Il falegname assicura che con questo sistema di fissaggio possono sostenere carichi molto grandi.
Il tavolo abbattibile si compone di due parti in MDF, una fissa e una mobile, unite da tre squadre d'acciaio che si possono chiudere.
La parte fissa è unita alla parete con tasselli, di cui il secondo dall'alto è chimico e assicura una grande resistenza. Inoltre è anche incollata alla parete con un adesivo di montaggio. Il falegname dice che non sarà possibile staccarla se non abbattendo la parete.
Uno dei tre sostegni che permettono di chiudere il tavolo. Lo sblocco avviene tirando verso di sé la sporgenza alla fine del braccio orizzontale. Il profilo di 3 x 3 cm in PVC bianco che ho avvitato alla parte verticale, visibile in alto, serve a tavolo chiuso per occultare alla vista tutti i cavi, le scatole di derivazione elettriche, le ciabatte multipresa e i sostegni per il PC che ho fissato alla parete e che restano nell'intercapedine di 3,5 cm tra le due tavole in MDF. Si trova a una distanza di circa 7 mm dal piano superiore mobile, in modo che non venga toccato da questo mentre si chiude il tavolo.
Per evitare l'abbagliamento la superficie di lavoro non deve essere bianca, ma di un colore più scuro. Ho quindi sovrapposto al tavolo due salva-scrivania di un materiale gommoso di colore marrone dorato.
Non ho apportato nessuna modifica al piano del tavolo, né vi ho appeso nulla. In questo modo può essere agevolmente smontato dal falegname per lisciarlo e rilaccarlo con lacca poliuretanica, in modo di averlo sempre come nuovo.
Materiale | Prezzo indicativo |
---|---|
Tavolo abbattibile 189 x 62 x 3 cm in MDF laccato bianco, montato (Artigiano) | 950,00 € |
Due mensole 193 x 24 x 3 cm in MDF laccate bianche con "minigonna" anti-abbagliamento di 3 x 1,6 cm, montate (Artigiano) | 750,00 € |
Profilo in PVC bianco da 3 x 3 cm, 2,60 m (Leroy Merlin) | 5,00 € |
Due salvascrivania 65 x 49 cm, in materiale gommoso marrone dorato (2 x 5,99 €) (Lidl) | 11,98 € |
TOTALE | 1716,98 € |
4.3. L'illuminazione
Per un angolo studio il tipo di luce va scelto con cura.
La temperatura di colore dovrebbe essere compresa tra 3000 e 4000 K (luce neutra, né troppo calda né troppo fredda) per favorire la concentrazione e rendere l'ambiente più intimo e familiare.
Il CRI (Color Rendering Index, o Indice di Resa Cromatica) è un indice adimensionale che va da 0 a 100, con simbolo Ra. Descrive la capacità di una sorgente luminosa di restituire fedelmente i colori di un oggetto illuminato.
Perché i colori appaiano naturali è necessario un Ra > 90.
Ho quindi acquistato una striscia LED da 24 V lunga 2 metri, da 120 led al metro, 4000 K e Ra > 90, e l'ho accorciata a misura tagliando via 10 cm (12 LED).
3.1. Nei dettagli: l'alimentazione
Anziché alimentare la striscia con 24 V (cioè in tensione), ho preferito farlo in corrente utilizzando un driver per LED a corrente costante.
I LED infatti, per la loro ripida curva caratteristica, vanno pilotati in corrente. Le resistenze inserite nella striscia sono un sistema di regolazione della corrente molto rudimentale, che ne causa grandi variazioni per piccole variazioni della tensione di alimentazione. Il pilotaggio in corrente invece garantisce una regolazione precisa. In questo caso le resistenze presenti nella striscia non servono per regolare la corrente, ma solo per ripartirla equamente tra le diverse serie di LED.
Per ottenere una buona illuminazione per studio ho stimato una potenza LED di 5 W al metro di scrivania, basandomi sulla luce emessa da lampadine LED che ho in casa. Per il mio tavolo di quasi 2 m ho quindi bisogno di 10 W sui LED. La striscia scelta è data per 8-11 W/m, quindi la utilizzerei a circa metà della sua potenza massima, a tutto vantaggio del minore riscaldamento e della maggiore durata dei LED.
I driver per LED più facilmente reperibili sono da 300 mA. Se ne usassi uno per alimentare la striscia LED da 24 V, ammettendo che cadano 24 V anche con questa corrente piuttosto bassa, otterrei una potenza di 24 V x 0,3 A = 7,2 W: troppo pochi, considerando anche che una piccola parte della potenza non va ai LED ma si dissipa sulle resistenze presenti sulla striscia.
Dovrei trovare un driver da 600 mA, oppure... idea! Se taglio a metà la striscia da 24 V e collego in serie i due spezzoni, ottengo una striscia da 48 V. Pilotandola sempre con 300 mA, otterrei in teoria una potenza di 48 V x 0,3 A = 14,4 W (compresa la dissipazione sulle resistenze). Alla prova dei fatti, con 300 mA la tensione misurata sulla serie di strisce è di 37,3 V (anziché 48 V). La potenza lorda (LED più resistenze) è quindi di 37,3 V x 0,3 A = 11,2 W. Per pilotare le due mezze strisce in serie ci vuole perciò un driver da 300 mA e almeno 12 W.
Invece la tensione misurata su ciascun LED è di 2,67 V. La corrente attraversa serie di 6 LED per ciascuna mezza striscia, quindi 12 LED in totale, con una tensione complessiva di 2,67 V x 12 = 32 V. La potenza totale netta dei LED è quindi di 32 V x 0,3 A = 9,6 W. La differenza rispetto ai 10 W desiderati è minima.
La potenza dissipata sulle resistenze è di 11,2 W - 9,6 W = 1,6 W, che in percentuale è 1,6 W / 11,2 W = 0,14 = 14%. Questa piccola perdita sulle resistenze permette però di ripartire equamente la corrente tra le diverse serie di LED.
Col senno di poi, sarebbe comodo poter regolare la corrente e quindi la luminosità su almeno due livelli, perché ad esempio nelle ore serali è più gradevole un'illuminazione più bassa, e magari anche una luce più calda. Per ora, però, mi accontento.
Ho attaccato la striscia di LED autoadesiva a un profilo di alluminio da 2600 x 20 x 2 mm, previamente accorciato a misura e forato.
Se la mensola è incassata tra pareti, conviene che la striscia di LED sia 10-16 cm più corta della mensola, in modo da lasciare 5-8 cm senza LED a ogni estremo. Con questo accorgimento si riduce l'antiestetico effetto di parete fortemente illuminata vicino agli estremi della striscia.
È opportuno verificare col tester che non ci sia continuità elettrica tra l'alluminio e le alimentazioni dei LED.
L'alluminio permette una buona dissipazione del (poco) calore generato dai LED, allungandone la vita utile che, in condizioni nominali, è promessa di 100000 ore (oltre 34 anni, utilizzando i LED 8 ore al giorno).
Ho poi avvitato il profilo di alluminio sotto la mensola. I quattro fori ovali, che ho praticato nel profilo per far passare le viti, permettono di inclinarlo di circa 15º verso l'utente, per illuminare meno il muro e più il tavolo (vedere la figura seguente).
La mensola presenta una "minigonna" di 3 cm che occulta i LED alla vista dell'utente, per impedirne l'abbagliamento.
Ho portato l'alimentazione al centro della striscia, perché è da lì che si dipartono le due mezze strisce da 24 V collegate in serie. Se non avessi dovuto tagliare la striscia in due, l'avrei più comodamente alimentata da un estremo.
Il filo bipolare di alimentazione passa dietro le viti fino a un estremo della striscia, per piegare a 90º, passare nell'angolo della mensola e attraversare un foro nel muro.
La geometria dell'illuminazione è nella figura seguente. Dato che gli occhi dell'utente si trovano ad almeno 35 cm dal piano del tavolo, non vengono raggiunti dalla luce diretta dei LED, e si evita così l'abbagliamento.
Ho misurato l'illuminamento con una app per smartphone (non so quanto precisa). Sono risultati 670 lux nella zona giusto sotto i LED, e circa 550 lux nella zona del tavolo più usata. Per scrittura e lavoro al computer è consigliato un illuminamento fra 300 e 750 lux, quindi quello che ho ottenuto dovrebbe essere adeguato.
Per i collegamenti si può seguire uno di questi due schemi elettrici. Quello a sinistra (da me utilizzato) usa un driver da 300 mA, e richiede di tagliare in due la striscia da 24 V collegando poi le due metà in serie.
Quello a destra, che consiglio, utilizza un driver da 600 mA, col quale si alimenta da un lato tutta la striscia senza necessità di tagliarla in due.
Attenzione ad effettuare tutti i collegamenti a 230 V in doppio isolamento (cioè, se si utilizzano morsetti mammut, vanno poi chiusi in una scatoletta di derivazione elettrica).
Materiale
Oltre alla normale attrezzatura e materiale di consumo (cacciavite, viti, piattina elettrica con guaina a doppio isolamento, eventualmente saldatore, stagno, tubetti termorestringenti, o in mancanza morsetti mammut), sono necessari:
Materiale | Prezzo indicativo |
---|---|
Profilo di alluminio piatto grezzo 2600 x 20 x 2 mm (Leroy Merlin) | 4,00 € |
Striscia LED 24 V da 2 m, 120 led/m tipo 2835, 4000 K, Ra > 90, 8-11 W (Aliexpress) | 4,38 € |
Driver a corrente costante per LED, 300 mA 36-63 V (Aliexpress) | 2,04 € |
Interruttore basculante luminoso bianco (Aliexpress) | 2,97 € |
TOTALE | 13,39 € |
Il driver che ho usato richiede di tagliare la striscia da 24 V, 2 m in due spezzoni uguali e collegarli in serie per ottenere una striscia da 48 V.
Ho poi trovato (troppo tardi) quest'altro driver, preferibile al precedente perché fornisce il doppio della corrente a circa metà della tensione, e quindi può alimentare la striscia da 24 V, 2 m da un estremo, e senza necessità di tagliarla in due:
Driver a corrente costante per LED, 600 mA 18-34 V (Aliexpress) ca. 3,40 €
Volendo utilizzare una striscia dello stesso tipo da 24 V, ma lunga solo 1 m, consiglio un driver come questo:
Driver a corrente costante per LED, 300 mA 12-28 V (Aliexpress) ca. 1,28 €
Volendo invece utilizzare una striscia dello stesso tipo, ma da 12 V, lunga 1 m, consiglio un driver come questo:
Driver a corrente costante per LED, 600 mA 6-13 V (Aliexpress) ca. 2,86 €
Si possono scegliere svariati tipi di interruttore, per esempio ultrapiatto da fissare sotto la mensola (come visibile nella foto seguente). Io ne ho utilizzato uno luminoso, che ho inserito in una scatola portafrutti 503 da parete insieme ad altri interruttori luminosi. Descriverò questa "scatola comandi" nell'ultimo di questa serie di articoli.
Per un eventuale collegamento della striscia LED alla rete elettrica in modo separato da altri dispositivi, è necessario aggiungere un cordone di alimentazione bipolare con spina.
La mia prima "lampada sottomensola", costruita con LED meno potenti, un interruttore extra-piatto e l'alimentatore di una vecchia stampante. Utilizza come "minigonna" anti-abbagliamento un profilo in PVC a "L" di 3 x 3 cm.
Siamo giunti alla fine di questo primo articolo. Nei prossimi descriverò i passi successivi della realizzazione.
A presto!