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Il fusibile nei dispositivi elettronici

Il fusibile oltre ad essere un componente sempre presente, è il primo indiziato in ogni dispositivo elettronico che non fornisce alcun segno di vita o comunque guasto, e per quanto semplice possa essere la funzione e la verifica di un fusibile, a volte si sottovaluta la sua sostituzione e/o verifica, omettendo semplici attenzioni per poter operare in sicurezza, e/o le caratteristiche necessarie per una sua corretta sostituzione; questo ovviamente dopo aver individuato la causa del suo intervento.

fusibile saldato su pcb 1.jpg

fusibile saldato su pcb 1.jpg

Il fusibile è il componente maggiormente utilizzato come protezione da sovracorrenti negli stadi di alimentazione di ogni dispositivo elettronico.
E’ costituito da un elemento fusibile, quale un filo elettrico opportunamente dimensionato (sezione, lunghezza e forma geometrica) in modo tale da fondere quando l’intensità di corrente che lo attraversa supera per un certo tempo un determinato valore.

Raggiunta questa condizione (fusione elemento) il circuito in cui è stato inserito il fusibile si apre, determinando così a valle della protezione l’interruzione del circuito, e la conseguente interruzione di alimentazione; ovviamente l’efficacia di questa protezione dipende oltre che dalle sue caratteristiche anche dalla sua corretta collocazione nel rispettivo circuito.

L’elemento fusibile (opportunamente dimensionato dal costruttore) che ne caratterizza il funzionamento, sfrutta le proprietà fisiche del conduttore tipiche di una lega con un punto di fusione basso, in genere stagno, piombo o metalli speciali.
Considerando il classico fusibile, si può trovare il sottile filo conduttore (elemento fusibile) alloggiato in un contenitore cilindrico di vetro, in gas inerte o con il vuoto ed alle estremità i due elementi di contatto.

In virtù delle sue caratteristiche il fusibile presenta un proprio tempo di intervento (raggiungimento della temperatura di fusione del suo elemento) questo tempo diminuisce all’aumentare del valore di intensità di corrente che lo attraversa, rappresentabile attraverso una curva caratteristica “tempo/intensità di corrente” dove si distinguono due zone: zona di non intervento della protezione e zona di sicuro intervento...(rappresentazione approssimata…)


Indice

tipologia

La forma già descritta di un fusibile rappresenta la maggior parte di quelli presenti nelle apparecchiature elettroniche, ovvero il fusibile a tubo ed in alcuni casi possono avere una realizzazione differente; ad esempio il contenitore cilindrico di ceramica dove al suo interno è disposto l’elemento conduttore fusibile, entrambi disponibili nelle dimensioni 3,6x10 mm / 5x20 mm / 6,3x32 mm per interrompere intensità di corrente da qualche frazione di mA fino a 10 A, mentre quelli in ceramica hanno una portata di oltre qualche decina di ampere ed in alcuni casi il loro intervento è segnalato sulla testa di uno dei terminali da un apposito sistema indicatore.

Poi si devono considerare, sempre nel caso di dispositivi elettronici, i fusibili miniaturizzati ed a saldare per circuito stampato dalla forma diversa, del tipo cilindrico(7x8 mm) di colore nero, o del tipo a pasticca autoripristinanti. Questi ultimi aprono (aumentano il loro valore resistivo) il circuito quando si supera il loro valore di intensità di corrente, e si ripristinano (abbassano il loro valore resistivo) quando le condizioni che hanno determinato la sovracorrente sono sparite.

Sono utilizzati per circuiti stampati fusibili di tipo SMD sia del tipo a saldare che del tipo con porta fusibile.

Altra tipologia di fusibile che si può incontrare è il fusibile termico (cut-off) il loro intervento è condizionato da un altro parametro ovvero la temperatura e non l’intensità di corrente, pertanto ad un aumento di temperatura corrisponde il loro intervento di apertura, in genere sono di forma cilindrica (presenti anche in forme costruttive diverse) e miniaturizzata e del tipo a saldare installati all’interno di dispositivi elettrici quali da esempio batterie o trasformatori di alimentazione, il loro span di temperatura è compreso fra i 70°C ed i 230°C.

portafusibile

I fusibili, per poter essere collegati ed utilizzati al circuito, hanno bisogno di un accessorio detto portafusibile che nel caso di apparecchiature elettroniche può essere del tipo per fissaggio a pannello, o del tipo per circuito stampato; quest’ultimo può avere anche un'ulteriore protezione in plastica.

Fermo restando sempre la disponibilità in commercio di fusibili per circuito stampato a saldare.


simbolo grafico ed identificazione

Negli schemi elettrici la rappresentazione del fusibile in genere segue le indicazioni ed il simbolo del tipo:

La loro identificazione avviene attraverso delle lettere e numeri che indicano il valore dell’intensità di corrente e della tensione nominale di lavoro del fusibile, mentre la/le lettera/e sta/nno ad indicare la tipologia del tempo d’intervento del fusibile come di seguito riportato:

  • FF = ultrarapidi
  • F = rapidi
  • M = semirapidi
  • T = ritardati


I fusibili di tipo rapido presentano una realizzazione idonea a caricare il loro elemento fusibile per rendere la rottura appunto più rapida, utilizzando come carica una molla che aiuta proprio la rottura prima che il processo di fusione sia completato.

La differenza nei tempi di intervento è giustificata dalla necessaria applicazione pratica, ovvero nel caso in cui si abbia il bisogno di evitare interruzioni per brevi sovraccarichi, ad esempio in apparecchiature dove siano presenti caratteristiche commutazioni di dispositivi di potenza, o in altre apparecchiature in cui l’efficacia della protezione sia la rapidità del suo intervento per cui si rende necessario a seconda dei casi un fusibile con un tempo di intervento adeguato.

verifica di un fusibile

La prima ed importante ATTENZIONE da porre in pratica per verificare la bontà di un fusibile è quella di TOGLIERE TENSIONE AL DISPOSTIVO E/O CIRCUITO ELETTRICO INTERESSATO. Questo perché i fusibili interessano sempre circuiti di alimentazione, che siano essi in continua od in alternata; pertanto ai loro capi è presente un ddp che può presentare un elevata condizione di rischio elettrico, quindi LA VERIFICA/SOSTITUZIONE VA FATTA IN ASSENZA DI TENSIONE !!!

La verifica di un fusibile risulta semplice. In alcuni casi l’integrità dell’elemento fusibile è ben visibile attraverso la custodia in vetro dello stesso fusibile, in altri meno; è comunque sempre corretto verificare la bontà del fusibile (continuità elettrica) una volta tolto dal portafusibile, con il classico multimetro in portata per ohm.

sostituzione e scelta

In caso di guasto su di un dispositivo elettronico, può capitare la necessità di sostituire un fusibile, il che non rappresenta grosse difficoltà; avendo già disponibile quello guasto si dovranno semplicemente prendere le indicazioni serigrafate sullo stesso e sostituirlo con uno identico, ovviamente dopo aver verificato e risolto le cause che ne hanno determinato il suo intervento.

Pertanto in questa condizione la procedura è semplice in quanto si dovrà rispettare il valore di tensione ed intensità di corrente nominale stampigliate sull’involucro del fusibile guasto.
Nella scelta di un fusibile si considerano i seguenti parametri:

  • -il valore di intensità di corrente nominale (ovvero la sua portata) intendendo con questo valore la massima intensità che può attraversare il fusibile per un tempo (in teoria) indeterminato,
  • -il valore di intensità di corrente convenzionale di non fusione, cioè quel valore di intensità di corrente che il fusibile supporta in un intervallo di tempo specifico(tempo convenzionale)senza che l’elemento fusibile fonda,
  • -il valore di intensità di corrente convenzionale di fusione, cioè quel valore di intensità di corrente minimo che attraversando il fusibile in un intervallo di tempo specificato (tempo convenzionale) ne provoca la fusione,
  • -il valore di tensione nominale, ovvero quel valore a cui sono riferite le caratteristiche del fusibile, ed in genere questi valori sono: 250/400/500V per applicazioni di tipo domestico,
  • -la forma d’onda dell’intensità di corrente, se di tipo continuo o variabile.

datasheet fusibili

Datasheet RXE005 fusibile autoripristinante 60V 50 mA

http://pdf1.alldatasheet.com/datasheet-pdf/view/147094/MACOM/RXE005.html

Datasheet fusibile cut-offs EYP serie N

http://www.farnell.com/datasheets/610999.pdf

Datasheet fusibile SDM

http://www.tme.eu/it/katalog/fusibili-smd-um_113008/

Datasheet fusibile SMD con porta fusibile

http://www.tme.eu/it/katalog/fusibili-smd_100131/#id_category=113012&s_field=artykul&s_order=ASC&page=1

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Commenti e note

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attiliovolpe, il fusibile fonde per il valore di corrente indicata, non per la potenza corrispondente al prodotto della tensione nominale per l'impiego del fusibile per la corrente. La potenza di fusione è il prodotto del quadrato della corrente per la resistenza del fusibile, o, ciò che è lo stesso, della caduta di tensione ai capi del fusibile per la corrente. Se in un'apparecchiatura elettronica alimentata a 230 V si inserisce un fusibile di protezione, ai capi del fusibile non ci sono certo 230 V e nemmeno 200 V: non resterebbe tensione per far funzionare l'apparecchiatura protetta! La tensione ai suoi capi è una percentuale trascurabile della tensione disponibile. Quando il fusibile è interrotto deve però poter sostenere la totale tensione che alimenta l'apparecchiatura, altrimenti il suo intervento sarebbe vano. Questa è la tensione nominale del fusibile. Quindi se inserisci un fusibile da 1 A 230 V in un circuito a 24 V, non ci sono problemi; al contrario ce ne sono se inserisci un fusibile da 24 V in un circuito a 230 V.

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di ,

Salve attiliovolpe. Quando in un dispositivo (in genere) interviene la protezione di un fusibile, è segno che c'è un'anomalia nel funzionamento del dispositivo (ad esempio sovraccarico) o un possibile guasto (ad esempio un cortocircuito) in ogni caso,la rimozione e sostituzione del fusibile non può esser fatta senza una verifica dello stato del dispositivo nei circuiti critici ( dapprima quelli di alimentazione) da un loro esame visivo e srumentale, poi segue la sostituzione ma solo ed esclusivamente con un componente identico ovvero un fusibile di pari caratteristiche, quindi di identico valore di corrente nominale, di identico valore di tensione di isolamento e di identica tipologia (rapido-semirapido o ritardato) e questo perchè il costruttore del dispositivo ha "dimensionato il fusibile in fase di progetto" del dispositivo stesso; installare un fusibile di caratteristiche diverse significherebbe in caso di guasto ancora presente creare più danni al dispositivo di quanti il guasto stesso non abbia già fatto. Per maggiori delucidazioni ti consiglio di aprire un thread nel forum di EY. ;)

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di ,

Scusate ma non posso fare a meno di chiedere: spesso in un'apparecchiatura protetta salta il fusibile e sostituendo quest'ultimo si risolve il problema, a meno che non ci sia un guasto reale, persistente... Il parametro di corrente che caratterizza un fusibile lo dobbiamo per forza rispettare: troppo picco si interrompe ancora, troppo grande rischiamo di bruciare il dispositivo; la tensione invece è espressa come valore massimo oltre il quale il fusibile si brucia e qui faccio la domanda: il filamento si interrompe per effetto Joule, quindi se abbiamo 1A 24V vuol dire che nel filamento passa energia pari a 24W, ma spesso il fusibile nella stessa apparecchiatura è del tipo 1A 250V, in teoria si brucia quando passa energia per più di 250W, ben 10 volte tanto!!!! Allora chiedo: il parametro di tensione è importante o mi sto perdendo qualcosa? Grazie.... Chiedo venia!!!

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di ,

hai ragione foxin,"il fusibile: una grande invenzione" per la quale dovremmo ringraziare Louis-François-Clement Breguet che nel 1847 lo scoprì ed utilizzò per proteggere le sue linee telegrafiche ed il successivo perfezionamento by Thomas Edison per la protezione delle linee di distribuzione, salvo ulteriori aggiornamenti e/o errata corrige da parte di esperti del forum, direi che questo dispositivo "ne ha interrotte di sovracorrenti" ...ed ancora oggi è sladament epresente al suo posto, ed in ogni dispositivo ... :)

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di ,

il fusibile .. una grande invenzione !!! ( Quante volte mi ha salvato le mie casse amplificate durante le serate con corrente fornita da fantomatici gruppi elettrogeni poco coerenti a se stessi !! )

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di ,

sebbene il principio di funzionamento dei fusibili è molto semplice a volte mi dimentico che in realtà vi sono importanti studi per stabilire la composizione della lega sia per ottenere la corrente massima che può attraversarlo sia la rapidità di fusione desiderata. un articolo fatto bene e approfondito :)

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di ,

Attilio,sul ripristino dei magnetotermici e relativo sezionamento dell eutenze hai pienamente ragione, è un metodo noto .. :)per il resto condivido. ;)

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di ,

Nel caso della stampante, il fusibile non era nemmeno "saltato" se così vogliamo dire! Almeno questo è quanto diceva sia l' ohmetro che la mia vista. Poi, il discorso finale del mio precedente commento, in realtà, poteva essere frainteso e per dire la verità non riguardava tanto il fusibile "nei circuiti elettronici". E'ovvio che un fusibile che fonde, lo fa per una precisa causa e non per vocazione al suicidio, talvolta però, mi è capitato di utilizzare il fusibile come elemento di prova, per verificare quale carico tra una serie di essi, fosse responsabile dell'intervento (azionandone uno per volta, dopo averli esclusi tutti). Parlo di quadri bordomacchina fatti un po' al risparmio. E' comunque un metodo di verifica non ortodosso, ma che in molti casi si rendeva necessario per individuare il problema in pochi secondi. Ripeto, non è certo il modo corretto di trovare un corto, quindi non prendete ad esempio quanto ho scritto. Tuttavia diciamocelo chiaramente, quando interviene un magneto termico, la prima cosa che si prova a fare è quella di riarmarlo, se poi vi sono vari sezionamenti verso le utenze, dopo averli aperti, si richiudono uno ad uno ed amen!

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di ,

@ Attilio - in genere l'intervento di un fusibile avviene per un "difetto" relativo al circuito in cui è inserito e quasi sempre è "quello di alimentazione" ora vien da se che se il fusibile si "apre" a valle dello stesso deve esserci un'anomalia, pertanto "sostituendo il fusibile" nell'immediato evento non è escluso che il "difetto si ripresenti" e che "il fusibile si riapra" e non è escluso altresi che "il difetto crei ulteriori danni", quindi credo sia il minimo dare un'occhiatina ed una "misuratina ai principali indiziati del possibile sovraccarico" del circuito interessato "prima di sostituire il fusibile" e magari in quell'occasione si è individuato anche il colpevole ... :) Giustamente quanto osservato vale in linea di massima, perchè poi ci sono casi particolari tipo quello che è avvenuto con la tua stampante, o ad esempio quanto mi è accaduto di recente con uno scooter 50. Lo scooter funzionava benissimo, accensione elettronica perfetta, fin quando nell'andare a riprenderlo, giro la chiave del quadro e contemporaneamente le frecce che erano inserite si mettono a lampeggiare, e fin qui nulla di anormale, ma quando vado per accendere ...nulla..l'accensione non risponde,quadro spento e non funziona più nulla, il primo pensiero va alla batteria; pertanto mi accingo a eseguire i controlli di routine (incredulo perchè fino a pochi istanti prima funzionava tutto...mah) apro il vano batteria, eseguo delle misure e sembrerebbe tutto ok, provo ad avviare lo scooter ma niente, e la cosa strana neanche una piccola variazione di tensione ai capi della batteria, a quel punto gli indiziati diventano i fusibili, e la prima domanda è dove sono ?... :) ... così una volta trovati (ho dovuto tirar giù la batteria .. :( ) a vista sembrano integri ma per scrupolo li voglio misurare, e mentre faccio per toglierli ... sorpresa ... i terminali del portafusibili volante (fusibile 6,3 x 32 ..A) sono eccessivamente lenti, così ripristino la corretta funzione di serraggio dei morsetti,verifico il fusibile con l'ohmetro ed è ok, richiudo il tutto et voilà lo scooter riprende ad avviarsi regolarmente, e dil fusibile incriminato è stato assolto in formula piena. ;) ---- Per i disegni in fidocadj, prova è divertente disegnare con questo nuovo strumento.... :)

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di ,

Interessante

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di ,

Quasi dimenticavo, complimenti per i disegni con fidocadj!

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di ,

Ricordo di una stampante che qualche anno fa utilizzavo a lavoro. Al mattino in un paio di occasioni premendo il pulsante di accensione, essa non dava segni di vita, provo a sostituire il cavo di alimentazione: nulla! Morta! La smonto e vedo il fusibile in ingresso al primario di alimentazione. E proprio di quelli a tubetto, 5x20 da 0,5 o 1A se non ricordo male. Lo smonto, nonostante già a prima vista sembri perfettamente integro, ne provo la continuità col multimetro che mi conferma che il fusibile è integro! Il problema sarà altrove penso, tuttavia per non so quale ragione, sostituisco ugualmente il fusibile, richiudo e avvio... e funziona! Penso allora ad un falso contatto del fusibile nel porta fusibile, quindi smonto e rimetto il vecchio, risultato: non funziona! Quando a distanza di qualche mese mi capitò di nuovo, sostituì immediatamente la protezione con lo stesso identico risultato. Morale, non sempre prima di sostituire un fusibile è indispensabile trovare la causa che l'abbia fatto saltare o non saltare (come nel caso appena esposto). Comunque, articolo utile.

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di ,

bel contributo!!

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di ,

Grazie Guerra. ;)

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di ,

Bravo mir :)

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