Dicono così i miei alunni di quinta, mutuando il gergo da quello che un tempo fu dei militari di leva (allora si diceva “100 all’alba”), per indicare la distanza temporale che li separa dall’inizio dell’esame di stato, e anche per indicare lo spuntino (nel senso “sardo” del termine,beninteso) al quale mi invitano e al quale purtroppo, anche quest’anno, ho dovuto rinunciare. Vabbè…parliamo d’altro.
Il percorso di arrivo all’esame di stato è anche quest’anno irto di complessità. Le linee guida della riforma dell’istruzione professionale (partendo da Tremonti-Gelmini e passando da Boschi-Renzi), hanno prodotto il frutto scombiccherato di una figura professionale (quella che dovrebbe uscire dai cinque anni di corso) sospesa tra il fantascientifico e l’illusorio. Ai tre noti corsi di un tempo (tecnici di industrie Elettriche, Elettroniche,Meccaniche), che avevano almeno un’identità chiara e tentavano di dare fondamenti solidi nelle discipline guida, i maestri pensatori ministeriali hanno scelto di individuare un unico corso di Manutenzione e Assistenza Tecnica.
Di cosa? Ma di tutto, ovviamente. Sicché nelle linee guida (non si chiamano più programmi ministeriali) si trova la qualunque: dal settore termotecnico a quello elettrico, da quello elettronico a quello meccanico, con qualche puntata a quelli idraulici, pneumatici e dell’automazione.
Chi non ci credesse, provi a dare una sbirciata ai temi d’esame pubblicati negli ultimi quattro anni.
In questa specie di minestrone indistinto, c’è pure la ciliegina sulla torta del mantra ossessivo dell’"apprendimento laboratoriale", dello sviluppo di competenze in "contesti non formali", dello "stretto contatto con il territorio".
Come se la realizzazione di "percorsi laboratoriali" di apprendimento potesse prescindere da uno studio serio del fenomeno che si osserva, come se i contesti "informali/non formali" potessero prescindere da una misura della valutazione degli apprendimenti, come se il territorio fosse il naturale e ovvio deus ex machina che guida nei meandri di una istruzione fumosa (notizia di questi giorni: il mio territorio, la zona industriale di Nuoro, in soli dieci anni ha perso l’ottantasette percento degli occupati, la maggior parte dei capannoni sono chiusi o all’asta, buona parte dei restanti sono negozi o ipermercati). E taccio di tutto il resto: mala tempora currunt.
Non la voglio però tirare per le lunghe: quest’anno – dopo un periodo di insegnamento nell’ITI negli anni scorsi – sono rientrato nel Professionale (Manutenzione e Assistenza Tecnica, appunto), nelle classi quinte. Presento quindi tre file, che uso nelle spiegazioni in classe, relativi ad argomenti non sempre facilmente rintracciabili nei libri di testo che vanno per la maggiore e talvolta neppure sui manuali. Il primo è relativo all'analisi dell'affidabilità (ringrazio Mario Maggi per il suo articolo in hp che mi ha fatto conoscere altri aspetti), il secondo parla dell'analisi dei guasti e delle problematiche della manutenzione, il terzo è un piccolo contributo all'analisi dei rifiuti elettrici ed elettronici. Vale la solita avvertenza: sono necessariamente molto sintetici e sono rivolti a studenti delle scuole superiori.
Se notate imprecisioni, castigatemi pure. Ho spalle larghe, e ringrazio in anticipo.
Buona lettura.