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La leggenda del bimbo magio

A quel tempo l'astronomo Re Melech, Melchior, mandò un messaggero in Babilonia al cospetto del saggio Re Bathesalsa Signore di Balthazar perché si unisse con lui e con il Signore di Saba Re Galgalath, Gaspar, per il lungo viaggio.

Gli astronomi seguendo la lettura del cielo avevano riconosciuto in Cristo l'antica leggenda ispirata all'Oracolo di Balaam che con Zoroastro aveva annunciato su antiche fragili pergamene che un astro sarebbe spuntato da Giacobbe e uno scettro da Israele a guidarli dall'Oriente sino in terra di Giudea, ora regno di Erode, alla ricerca del neonato Re dei Giudei.

Giosafat con i suoi nove anni ha il suo bel da fare per seguire la carovana dei Magi e raccogliere lo sterco degli animali per alimentare il fuoco della notte, questo è il mio compito, pensava tra sé mentre saliva in corsa sulle giberne a dorso dell’ultimo dromedario in coda alla carovana con il sacco ricolmo del suo lavoro.

Anche oggi la sera è oramai giunta, il sole come una grande sfera arancione si mescola con le dune all'orizzonte, presto le ombre spariranno e sarà ora di cena.
Il fuoco illumina la cerchia dei commensali, una ciotola di harira per scaldarsi dal freddo della sera e poi il mio cibo preferito la tajina, mentre gli uomini intonano antichi canti alla luce delle stelle e tutto è pacifico qui.

Sono quasi cinque le lune del viaggio, accovacciato a ridosso di un masso che mi protegge dal vento gelido della notte osservo la fiamma del fuoco danzare sino a spegnersi.

All'improvviso il buio esplode, la notte ridiventa notte, come per incanto i colori scompaiono, il cielo si riempie di stelle; mi sdraio sulla schiena e tendo una mano verso il cielo, ecco: ora le posso toccare.
Appena appoggiata sopra l’orizzonte la più luminosa, la stella dal lungo mantello, tesoro e segreta profezia che inseguiamo di deserto in deserto oramai da molti giorni.

I grandi continuano a parlarne, dicono che nessuno ne conosce veramente il segreto, anche se una sera ho sentito i tre Signori discutere sottovoce dell'astro: Re Bathesalsa raccontava del Messia che appena nato in una terra lontana è sceso tra gli uomini per salvare il mondo; ma come può un bambino appena nato salvare il mondo?

Il vento della notte incomincia a farsi sentire, mi accovaccio nuovamente, tiro la coperta fin sopra le orecchie, chiudo gli occhi ma continuo a vedere le stelle come in un sogno.

Una folla di pastori si è radunata intorno ad una piccola stalla ricavata in una grotta, è notte ma non sembra fare freddo, e, nonostante non ci sia la luna non è buio: la stella con il lungo mantello sembra essere ora più vicina ad illuminare questo piccolo villaggio.
Mi faccio strada tra le greggi e mi avvicino alla stalla, oltre ad alcuni animali c’è una coppia di giovani: lui in piedi con il mantello aperto quasi a proteggere la sua famiglia, lei è invece seduta e in grembo un piccolo bambino.

C’è musica, è come in un giorno di festa: le grida dei bambini che corrono poco distanti, molti i fuochi accesi, il brusio delle genti, i capannelli di curiosi, i mercanti e i pastori.

Mi avvicino a quello che credo un mercante, è vestito di bianco e quasi sottovoce mi parla dei doni di Dio: della Pace per tutte le genti, dell’Amore per il tuo vicino, del Perdono per il tuo nemico, della Felicità e della Salvezza per tutti gli uomini della terra; questo è quello che offre.

Io allora gli porgo le mani: anche io li voglio, anche io desidero avere i doni di Dio.

L’Angelo apre allora la sua bisaccia, ne estrae un piccolissimo pacchetto di stoffa, me lo porge e lo appoggia sul palmo della mia mano tesa. Tutto qui, gli domando guardandolo in viso, tutti i doni di Dio in un così piccolo pacchetto?

Lui mi risponde con un sorriso: mio giovane amico, il negozio di Dio non vende frutti, ma semi.

Gli uomini intonano antichi canti alla luce della stella dal lungo mantello, si respira Amore nell'aria e tutto è pacifico qui.


E’ quasi giunta l’Epifania del Signore e con questa ricorrenza il vago ricordo di una vecchia preghiera, uno di quei pensieri narrati sul retro delle immaginette sacre di quand'ero bambino, questa la mia interpretazione che ho voluto condividere.

Un Sincero Augurio per un Felice Anno di Pace e Serenità a tutti Voi e ai Vostri Cari.


L'immagine di copertina è stata realizzata utilizzando un personaggio di Charles Schulz della famiglia dei PEANUTS

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Commenti e note

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@mir, ringrazio anche te Caro Mariano. Un abbraccio.

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" carlomariamanenti sei un Grande .. "

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@Mike,marrano! BIRRA e MIRra ... magari? Un abbraccio anche a te amico mio.
@Kirkegaard, "mastro novelliere"? Sei forse in gara con Sebastiano a chi crea più imbarazzo al sottoscritto? Grazie per l'apprezzamento.
@oldkamikaze, un brindisi anche a te e carissimo Ivan.

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Carlomaria è mastro novelliere...

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Ma cos'è sta roba? Mirra! E cos'è la Mirra? Un specie di incenso... Melchiorre, avevamo detto BIRRA!!!!!! :-D Grande Carlo, un abbraccio!

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@admin, grazie infinite per l'apprezzamento. Se me lo concedi vorrei completare il tuo pensiero con una bellissima frase che amo moltissimo di Nelson Mandela: "Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso".
@GuidoB, questo breve racconto non vuole riscrivere una storia che tutti conosciamo e che probabilmente da bambini ci ha più o meno tutti affascinato. L'intenzione era quella di soffermarsi per un istante dalle mille attività per ricordarci le ragioni di questa ricorrenza, un piccolo pensiero di speranza per tutti e una piccola preghiera per chi crede.
@Guerra, grazie per le belle parole anche se credo che "grande narratore" sia però un poco immeritato.
@PietroBaima, grazie anche a te Pietro, un abbraccio.
@sebago, ed ecco Sebastiano che con le sue lodi ora mi fa sentire in imbarazzo. Credimi amico mio, sono molto, molto felice di essere in qualche modo riuscito a trasmetterti qualche istante di felicità.
@Paolino, sempre grazie.

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Grazie, Carlo. Come sempre sai stupirci!

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Grandissimo Carlo, con questo racconto confermi una volta di più che con te l'automazione ci ha guadagnato ma la letteratura ci ha perso. E alla grande. Un grazie infinitamente grande per la storia e per la tenerezza e la saggezza che profonde, di cui in questi tempi bui il mondo intero ha un disperato bisogno.

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Bellissimo .

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Davvero bravo Carlo. Seppur hai cambiato il genere di racconto, ti confermi grande narratore di storie.

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Ereticooooooo !!!!!

Scherzo Carlo, è un bel racconto e potrebbe anche essere successo come lo immagini, come tante altre cose il cui ricordo non è stato tramandato o s'è perso.

I Magi, antichi astrologi che non è detto che fossero tre e nemmeno che fossero re (l'evangelista Matteo non lo dice), scoprono un nuovo corpo celeste, probabilmente una cometa, e lo interpretano come un messaggio che indica loro che nascerà un nuovo Re e indica loro un cammino.

Avrebbero potuto limitarsi ad annotarlo nei loro annali astrologici.

E invece la cosa straordinaria è che questi antichi studiosi pre-scientifici, stranieri e nemmeno ebrei, lasciano la loro vita comoda e umilmente si mettono in cammino in un lungo e faticoso viaggio solo per rendere omaggio al nuovo Re che sta per nascere.

Per me è sempre stata una grande lezione.

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di ,

E' bello scrivere qualcosa di bello, costruire allegorie che illuminano il senso del cammino attraverso la vita; è bello leggerlo e, pur coscienti dell'indifferenza della realtà, è bello sperare che alcune parole possano in qualcuno germogliare e dare i buoni frutti dei semi che esse spargono. Grazie Carlo!

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