Indice |
L’attesa del voto.
Il comitato elettorale si riunì due settimane prima del voto che avrebbe eletto, a suffragio universale, il Presidente della federazione del sistema solare BC47.Il Presidente, che durava in carica per quattro anni, sarebbe stato scelto tra i due candidati rimasti in corsa dopo le selezioni che si erano tenute nel precedente semestre.
Solitamente i candidati, per tradizione ormai consolidata nei secoli, erano di genere maschile ma, stranamente, questa volta il candidato del partito blu, nome ufficiale Patria e Libertà, era una persona di genere femminile, mentre il candidato del partito verde, ufficialmente Potere al Popolo, era di genere maschile.
La selezione nel precedente semestre era sta molto dura e le varie centinaia di persone che avevano presentato la propria candidatura si erano sfidati principalmente in duelli verbali ospitati nei vari canali di comunicazione che, giudicati da un gruppo di dieci intellettuali e probiviri estratti a sorte, ricevevano un punteggio che selezionava il vincitore che sarebbe passato alla selezione successiva. In caso di parità il voto del presidente di giuria determinava il vincitore.
Arrivati all’ultimo livello di selezione, cioè individuati i due contendenti finali, si apriva la corsa a trovare i voti necessari per la elezione del Presidente.
Ciascuno dei due candidati si era accaparrato, o meglio aveva comprato, la metà dei mezzi di comunicazione e sfruttandoli con dovizia di mezzi e collaboratori, aveva inondato l’intera popolazione della federazione, circa quindici miliardi di individui, di ogni tipo di slogan, discorsi e promesse.
Sopratutto promesse, che, mescolate a discorsi di prammatica, difficilmente sarebbero state ricordate dai cittadini una volta avvenuta la dichiarazione della vittoria. La popolazione di BC47 aveva da tempo chiamato la settimana prima delle elezioni come il periodo di Promessopoli.
Se una persona che non avesse saputo della contesa elettorale si fosse messa all’ascolto dei mezzi di comunicazione nella settimana di Promessopoli, si sarebbe chiesta di quanti secoli e di quali mezzi i candidati avrebbero dovuto disporre per soddisfare almeno in parte a quanto illustrato ai loro probabili elettori.
Ma i cittadini della federazione BC47 erano ormai abituati alle periodiche maratone di promesse elettorali e erano veramente pochi quelli che si facevano coinvolgere dalla speranza di veder realizzate tutte le promesse elettorali.
Uno dei pochi effetti delle trasmissioni nel periodo di Promessopoli era la vendita di cappellini, sia di colore verde che di colore blu che venivano venduti a prezzi esagerati per supportare le spese affrontate dai candidati.
Una delle attività che nella settimana di Promessopoli era molto seguita era quelle delle previsioni sul risultato del voto che schiere di scaltri intervistatori facevano cercando di capire quale sarebbe stato il voto di ciascun elettore, mentre gli elettori facevano il possibile per non svelare le loro intenzioni.
Il risultato di questi sondaggi molto spesso era scarsamente attendibile e le società di indagine venivano chiamate, da un popolo che non nutriva alcuna fiducia nelle loro previsioni, vetrai, perché molti ritenevano, senza alcuna motivazione reale, che usassero una sfera di vetro per realizzare le loro previsioni.
Si diceva che i candidati mandassero dei galoppini a promettere di casa in casa che se li avessero votati avrebbero dato loro oggetti di consumo, come scarpe, vestiti derrate alimentari, ma da una indagine approfondita nessuno ha riscontrato che questa pratica fosse stata messa in opera in questa elezione.
Purtroppo è notizia certa che in alcune precedenti tornate elettorali ci siano state strane promesse e ci siano persone che stanno ancora aspettando la scarpa destra avendo ricevuto quella sinistra come anticipo del mercimonio del voto promesso.
La settimana di intensa campagna elettorale si svolse senza grossi problemi, salvo le rituali promesse, a cui pochi credevano, gli insulti, gli appellativi degradanti e gli sfottò che i candidai si scambiavano senza alcuna limitazione, il tutto nella normale prassi delle competizioni elettorali, ma tutto sarebbe poi tornato alla normale dialettica dopo il voto della domenica successiva
Il tour elettorale.
I due candidati rimasti in competizione, Donna e Teddy, impegnarono la settimana di campagna elettorale in molti viaggi, sia nelle varie parti del pianeta che nei territori in orbita federati con il pianeta. Riscontrarono entrambi un forte interesse ove venivano offerti o una cena o un pranzo o gadget e omaggi, altrimenti le piazze e gli stadi prenotati erano affollati solo da gruppi di sostenitori molto affezionati che si spostavano da una riunione a quella successiva seguendo ovunque i loro beniamini.
Finalmente anche questa settimana di intensissima attività promozionale delle idee politiche terminò con estremo sollievo di Donna e Tommy che avevano ormai raggiunto il limite di sopportazione dello stress.
Attendevano solo che arrivasse il giorno successivo, la domenica, giornata dedicata al conteggio dei voti espressi dalla popolazione della federazione.
Per onore di cronaca occorre dire che le società incaricate di fare previsioni pubblicarono i risultati delle loro ricerche da cui risultava che i due candidati avevano le stesse probabilità di successo, asserivano tutte che ben pochi voti avrebbero determinato la vittoria dell’uno o dell’altro concorrente alla carica di Presidente.
Il voto.
In una società estremamente automatizzata come quella della federazione BC47 il voto avveniva in pochi minuti. Tutti i cittadini elettori avevano ricevuto sui loro comunicatori personali una scheda con le indicazioni per esprimere il proprio voto per la scelta del candidato Presidente che avrebbe governato per i successivi quattro anni.
Ciascun cittadino aveva una finestra di cinque minuti per esprimere il proprio voto, non potevano esserci brogli in quanto ogni persona era individuata in modo univoco e certo con i dati biometrici memorizzati sul dispositivo.
L’orario della votazione erano le dodici di ciascun fuso orario, ma dato che il voto si estendeva per l’intero pianeta, i risultati sarebbero arrivati entro dieci minuti dopo l’ultima votazione.
Questa attesa di ventiquattro ore era veramente snervate per Donna e Tommy, purtroppo il sistema era impermeabile ad ogni tentativo di conoscere in anticipo i risultati anche se parziali.
In attesa dei dati definitivi ciascun candidato si era ritirato, con il proprio cerchio magico di fedelissimi, nella propria abitazione privata.
Alle dodici e dieci dell’ultimo fuso orario del pianeta BC47 tutti i sistemi di comunicazione della federazione si collegarono con la sede del comitato elettorale.
Un anonimo funzionario era seduto ad una scrivania con lo sguardo fisso sullo schermo del comunicatore collegato con il computer centrale che stava raccogliendo e conteggiando i risultati ricevuti dai comunicatori degli elettori.
Tutti notarono un cambiamento improvviso nella espressione del funzionario addetto alla lettura dei risultati. Il funzionario si schiarì la voce, si aggiustò gli occhiali con la mano sinistra estese la mano destra verso lo schermo e lesse, inarcando le sopracciglia, i dati che erano stati appena elaborati.
Le previsioni delle società di indagine erano state clamorosamente sbagliate: Tommy aveva ricevuto oltre il 65 per cento dei voti riportando una vittoria senza precedenti nella storia della lunghissima democrazia della federazione BC47.
La celebrazione della vittoria.
Nella piazza principale di Liberty-Town una folla valutata in alcuni milioni di individui stava celebrando la vittoria del partito Potere al Popolo con canti, balli popolari e altre manifestazioni che erano ormai entrate nella coreografia di ogni tornata elettorale.
Tommy era certo che solo una parte delle persone presenti nella piazza era realmente convinta del credo del partito verde, il suo carro, quello che aveva vinto, era molto grande e poteva ospitare molte persone che vi stavano salendo approfittando della sua vittoria senza precedenti.
Tommy salì sul palco ornato di bandiere e coccarde e rivolto alla folla dei sui sostenitori pronunciò un discorso di circostanza stando bene attento a non riproporre alcuna delle promesse fatte senza freno solo qualche ora prima.
Poi invitò i presenti a divertirsi nei vari stand che erano stati allestiti con cibi e bevande il tutto allietato da musica popolare suonata da un notevole numero di piccole orchestre.
Terminato il discorso il nuovo Presidente, seguito dai suoi più fedeli collaboratori di partito, entrò nella sua villa a lato della iazza.
Si sentiva stanco e rivolto al suo seguito.-
Nel salone della villa, disse, è stata preparata la cena e nel giardino una piccola orchestra allieterà il vostro relax con musiche del periodo romantico del diciannovesimo secolo.-
Lei non viene sig. Presidente chiese con deferenza il vice Luis.
- Vi raggiungo nel giardino dopo la cena, mi ritiro nel mio studio per alcuni minuti a meditare, mangerò qualcosa più tardi.
Poi aggiunse.
- E’ stata una incredibile giornata.
Il Presidente entrò nel suo studio, si sistemò dietro la sua scrivania, accese il comunicatore con cui si teneva in contatto con tutto il resto del mondo, poi dalla tasca estrasse una spina che inserì nel punto giusto e nascosto della scrivania ed iniziò ad alimentarsi.