Il giorno dopo.
Il manuale consegnato a Luigi come vademecum per la sua ambientazione diceva che Hierba Buena era lieta di dare ospitalità al rifugiato proveniente dallo Stato del Nord, ma lo avvertiva che appena possibile doveva presentarsi al Giudice di Accoglienza e che la sua "protezione" durava 30 giorni, dopo tale intervallo di tempo, chiamato di bengodi, diventava un cittadino normale, doveva lavorare e mantenersi, a meno che disponesse di sostanziose risorse.
L'unica cosa di cui disponeva Luigi era la sua persona ed i vestiti che aveva indosso, oltre al kit di benvenuto che il generoso comune di Hierba Buena gli aveva concesso.
Il giorno successivo al suo arrivo e alla rimozione del SCSDN (Sistema di Controllo dello Stato Democratico del Nord) che era stato impiantato nel suo polpaccio, si adoperò per adempiere a tutti i gli obblighi imposti dal suo stato.
Il Giudice di Accoglienza (GDA)
Andò subito dal giudice, un androide di classe GIULIO (Giudice, Indipendente, Unico, Libero, Incorruttibile, Onnisciente) che lo accolse nel suo ufficio del Centro di Accoglienza, ove, sulla parete sotto una bilancia, indice della giustizia, era scritto:
Questo giudice conosce tutte le leggi,
applica solo la legge,
non sbaglia mai,
giudica in fretta,
e non si può corrompere.
Luigi in una decina di minuti raccontò ogni dettaglio della sua fuga, la sua età, il fatto di essere scampato a due riffe precedenti, ed il senso di incredulità per la libertà trovata e con gli occhi lucidi descrisse la immensa gioia di trovarsi a Hierba Buena.
E’ noto che gli androidi di ottavo livello e di classe GIULIO dimostrano di provare, senza in realtà provarli, dei sentimenti ed il GDA fece capire la sua soddisfazione, trasmise al sistema la sentenza di accoglienza e assegnò a Luigi il kit finale di benvenuto assieme alla sua nuova carta identificativa ed infine gli rilasciò le nuove credenziali individuali per essere rintracciato in ogni momento.
Gli fu anche consegnato del denaro contante, 500 talleri, che se non spesi si sarebbero inceneriti tra trentuno giorni.
Solo quel denaro era in forma tangibile, da quel momento qualsiasi operazione finanziaria nello Stato del Sud sarebbe avvenuta in modo rintracciabile e virtuale mediante la carta identificativa che conteneva anche tutti i parametri vitali per l'assistenza sociale nel caso che si fosse reso necessario.
Assieme al denaro era presente una mappa virtuale della città con indicanti tutti i luoghi dove avrebbe potuto trovare assistenza e supporto nel primo periodo di ambientazione.
Aveva a disposizione anche un comunicatore che lo metteva in condizioni di contattare qualsiasi persona o ente in modo totalmente gratuito dato che i sistemi di comunicazione erano compresi nella dotazione vitale di ogni cittadino in ogni momento della sua esistenza.
Verso le 12 tornò a casa da Luicilla che non era presente ma gli aveva lasciato un messaggio ove lo invitava a studiare attentamente tutto il materiale ricevuto e contattare il servizio impiego personale e dare la sua disponibilità per un lavoro che rispondesse alle sue caratteristiche professionali
Luigi passò il pomeriggio a studiare il manuale ricevuto, si iscrisse al servizio di impiego personale e preparò una cena a base di patate bollite e aragosta. Tutti conoscono gli effetti dei crostacei e Luigi sperava che fosse vero.
La scelta del lavoro
In una società ipertecnologica le persone erano spinte a svolgere delle attività all'aperto, così in Hierba Buena ogni cittadino veniva stimolato a svolgere attività nei numerosi parchi pubblici, ma anche nei terreni di proprietà privata era permesso circolare a meno che i proprietari, pagando fortissime imposte, non chiedessero che i loro possedimenti fossero dichiarati chiusi, ma questa concessione non poteva durare per oltre dieci anni dopo di che i cittadini potevano visitare, ma non alterare in alcun modo, i parchi privati.
Questa forma di economia era resa possibile dalle colture idroponiche.
Queste colture, gestite da privati ma sotto la licenza e la supervisione continua della collettività locale o statale, produceva tutto, dalla carne cresciuta senza dover provenire dalla uccisione di un animale, alle piante, alle erbe e a qualsiasi prodotto necessario alla vita degli abitanti.
L'aragosta mangiata da Luigi la sera precedente era cresciuta come parte edibile in una "Fattoria intelligente" ed il carapace era una perfetta imitazione di plastica degradabile che veniva riciclata appena utilizzata.
Anche il legno, o il fusto delle piante non derivava dal taglio degli alberi che nascevano, crescevano e morivano felici nelle foreste, male fattorie producevano legno assorbendo l'anidride carbonica dall'aria facendola diventare prima zuccheri poi qualsiasi essenza legnosa con la forma desiderata.
In questo ambiente non era facile per Luigi far valere la propria professionalità', in fondo era solo un profondo conoscitore di computer e di intelligenza artificiale.
La sua conoscenza benché profonda era limitata alla tecnologia sviluppata e gestita nello Stato del Nord, conosceva bene sia i computer attuali che quelli storici, si poteva considerare un esperto della storia dei computer ed un valente programmatore anche delle reti neuronali ma non sapeva in cosa differissero le tecnologie presenti in Hierba Buena, non sapeva quali possibilità avesse di trovare un lavoro adeguato.
Non era difficile scorrere l'elenco dei lavori disponibili, servivano badanti assistenti chirurghi, addetti alle culture idroponiche, artigiani del legno, restauratori di mobili, di dipinti e direttori museali.
Non poteva credere ai propri occhi.
Serviva un direttore al MCMP o Museo del Computer e delle Macchine Pensanti, era indispensabile una ottima conoscenza della storia del computer, sia di quelli dello Stato del Nord che dello Stato del Sud. o SDN eSDS come era detto nella locandina del concorso.
L'esame per l'assegnazione dell'incarico al museo era fissato per la mattina del terzo giorno successivo, il tempo giusto per studiare la documentazione necessaria.
Lucilla lo aiutò in questa operazione, lo interrogava mano a mano che procedeva nella lettura dei documenti rintracciati, lo correggeva ove necessario e lo aiutava a trovare l'eventuale documentazione necessaria.
L'esame per il lavoro fu una passeggiata, Luigi era l'unico aspirante, chi poteva volere un lavoro al chiuso di un museo messo in piedi solo per soddisfare la necessità di un gruppo di fanatici e isolati programmatori che parlavano per ore dei bei tempi passati.
Ma erano voti per il sindaco e questo bastava per un budget invero abbastanza modesto ma sicuro.
Luigi fu subito assunto ma con la clausola che doveva anche provvedere alla apertura del museo, alla chiusura, e alla sua pulizia, naturalmente aiutato da uno stuolo di robot tuttofare di diverse classi intellettive.
Firmò l'accettazione del lavoro, l'inventario del materiale, prese le chiavi dell'ambiente e fischiettando si diresse verso casa di Lucilla.
Al lavoro.
Il mattino successivo, usando una vecchia bicicletta elettrica, Luigi si presentò puntualmente alle nove davanti alla porta del museo, ordinò al robot portiere di aprire la porta e controllò che i pulitori avessero ben preparato la reception, messo in bella mostra tutti i cataloghi del merchandising, e acceso tutti i computer in modo che fossero pronti per i visitatori.
Luigi si sedette nell'ufficio del Direttore Generale del Museo, la scrivania, senza alcun documento da firmare o da consultare, era l'esatta indicazione del carico di lavoro che lo attendeva, lo stipendio non era un gran che, solo 2500 talleri al mese più bonus legati ai biglietti venduti, ma a Luigi bastava per condurre una vita decente.
Felice e sereno uscì dal suo ufficio per ispezionare il museo.
Il museo
L'ambiente museale del computer era diviso in tre sezioni La sezione S, la sezione N e la sezione SN, cioè i computer costruiti nello Stato del Sud, quelli nello Stato del Nord e quelli che, nonostante la palese rivalità politica erano comuni ai due stati (SN).
Luigi passeggiò a lungo tra le postazioni espositive, controllò che ogni punto fosse dotato di manuali e di blocchi per appunti, chiese al robot custode che lo seguiva e gli illustrava ogni dispositivo se ci fossero prenotazioni di visite o si fossero presentati dei visitatori.
La risposta negativa ai due quesiti non scoraggiò Luigi, avrebbe pensato in seguito ai problemi di marketing.
Il buffet automatico, predisposto per moltissimi visitatori preparò un ottimo pasto, equilibrato e sostanzioso.
Luigi si chiese perché un museo cosi poco visitato fosse dotato di un simile sistema di ristoro, ma si rese conto che era inopportuno fare domande quando lesse nella etichetta delle apparecchiature un marchio che assomigliava in modo impressionante al cognome di un politico locale molto in vista ed amico fraterno del sindaco.
Luigi si accertò che tutto l'esterno fosse preparato per accogliere i visitatori e si avviò verso la sezione N del museo, voleva vedere quali apparecchiature fossero disponibili.
Lui conosceva bene la tecnologia disponibile nello stato del Nord, dispositivi che aveva usato fino a qualche settimana prima.
Non aveva ancora prestato attenzione ai sistemi di comunicazione che in un museo di questo tipo erano essenziali, ma nella sezione dedicata ai collegamenti notò con estrema soddisfazione che la rete satellitare di comunicazione era accessibile per i computer di tutto il museo.
Sapeva che i normali cittadini non avevano a disposizione la rete dati dello Stato del Nord, ma aveva notato che il museo, naturalmente dietro controllo del robot custode, metteva a disposizione di visitatori l'intera rete mondiale.
Prima di terminare la sua prima giornata di lavoro Luigi fece una riunione con tutti i robot, ordinò alla segreteria di preparare i dépliant pubblicitari assieme ad un filmato che avrebbero diffuso quella stessa sera sia sulla rete nazionale di computer che nelle reti televisive regionali.
Invitava studenti, pensionati, curiosi, analfabeti digitali, nullafacenti e approfittatori di snack di benvenuto a visitare il museo e a frequentare le lezioni di rapido apprendimento per non dipendere esclusivamente dai robot programmatori dotati di intelligenza artificiale.
Inoltre tutti i visitatori, per i successivi quindici giorni, avrebbero ricevuto un cestino gratuito per il pranzo al sacco,
in questo modo il flusso dei materiali provenienti dalle serre idroponiche del politico locale si sarebbe incrementato.
Con la sua carta personale caricata col primo stipendio ordinò una sontuosa cena che si fece recapitare da un drone cameriere che provvide anche a preparare la tavola prima che lui e Lucilla arrivassero a casa.
In questo primo giorno non c'erano stati visitatori ma il sindaco, informato da un androide doppiogiochista, fece arrivare i complimenti per il nuovo incarico, dato che ormai era certo che i voti dei fanatici non sarebbero mancati nella sua prossima campagna politica.
Una rivelazione.
Il giorno successivo, dopo aver controllato che la sua comunicazione sulla nuova gestione e sulle possibilità offerte dal rinnovato museo del computer fosse stata divulgata sui media locali e regionali.
Luigi sorvegliò l'apertura del museo, mentre riceveva la comunicazione dell'intera giunta comunale che lo ringraziava per l'attenzione dedicata da subito a questa importante istituzione, unica nella regione delle Montagne di Confine.
Luigi ringraziò confermando l'impegno e si incamminò a controllare le sezioni della istituzione affidata alle sue cure.
Mentre passeggiava tra i vari computer accesi un pensiero rapido come un volo di colibrì lo colpì: perché non usare la rete del Nord per vedere cosa era successo alla sua persona virtuale dopo che si eraeclissato?
Un collegamento al giusto satellite, la giusta password, ma una videata bianca con una scritta:
Persona non rintracciabile dal sistema o sconosciuta.
lo lasciò almeno per un minuto inebetito.Come, pensò Luigi, cosa ne è stato della mia dotazione e del mio emolumento.
Se sono sconosciuto l'emolumento non è stato cancellato, né sono distrutte le dotazioni abitative, che potrebbero già essere riassegnate.
E il suo giroplano lasciato sulle rive del fiume Verde?
Con la rete museale riuscì ad entrare nella sua rete privata, che da bravo tecnico, aveva isolata dalla rete dello stato.
Con le telecamere della dotazione abitativa vide che era stata sigillatacon la scritta:
In attesa di assegnazione.
Appena contattò il giroplano il dispositivo lo riconobbe, e si attivò.Luigi accese la telecamera e si accertò che nei dintorni del giroplano non ci fosse nessuno, poi comunicò le coordinate di una località alle porte di Hierba Buena dove avrebbe potuto recuperarlo e gli ordinò di partire alle nove di sera, col buio, e di muoversi a cinque metri dalla cima degli alberi.
Il giroplano alla minima velocità avrebbe impiegato poco più di un'ora per arrivare, poi si sarebbe disattivato in attesa che Luigi lo recuperasse.
Tentò di riattivare le telecamera della sua unità abitativa, ma ricevette la risposta "Persona sconosciuta al sistema".
I robot sorveglianti dello stato del nord stavano sicuramente lavorando sulla sua identità'.
Luigi fu richiamato da una voce che arrivava dalla porta:
"Si può entrare?”
Era un visitatore, forse attirato dalla pubblicità', i robot custodi non si potevano stupire né entusiasmare, ma circondarono l'ospite e lo coccolarono come se fosse l'unica persona sulla terra.
Luigi si avvicinò, lo invitò ad entrare ed illustrò al meglio delle sue possibilità quello che il museo poteva offrire. Poi lo affidò a due robot che lo affiancarono nella visita.
Un visitatore, pensava Luigi mentre rientrava nel suo ufficio, si proprio un visitatore.
Nelle successive ore altre persone entrarono ed alcune si fermarono per una breve colazione al bar del museo.
La pubblicità iniziava a funzionare.
La coscienza nei robot.
Luigi aveva lasciato il paese del nord dove robot con corporatura androidica dovevano gestire una serie di attività che ormai gliumani disdegnavano di eseguire.
Tra queste attività era purtroppo presente la gestione della riffa annuale.
Forse qualche umano si sarebbe impietosito alle richieste di qualche anziano che non voleva assolutamente assecondare la tratta e che aveva ancora da gustare il sapore della vita.
Per non parlare dei conformisti che troppo facilmente controllavano che alcuni personaggi pubblici, forse per la loro posizione, non erano inseriti nella lista degli estraibili.
Luigi non riusciva a levarsi della testa l'idea, chiaramente impossibile da realizzare, di influenzare l'attività dei robot nel paese del nord, ma ormai era in ballo e stava gestendo al meglio il museo che gli era stato affidato.
Passarono senza storia alcune settimane, l'unica novità era il numerocrescente di visitatori del museo ed alcune riunioni di fanatici programmatori che continuavano a implementare giochi e altri programmi pressoché inutili sui vecchi computer.
Le voci dal pianeta del nord.
Ogni giorno, sia in modo ufficiale che sulle ali del pettegolezzo, arrivavano voci e notizie più o meno ufficiali dal pianeta del Nord.
Alcune erano palesemente false, altre potevano sembrare vere, altre, quelle della radio e della televisione del Nord erano, come diceva Luigi, caricate di fantasia di potere, o meglio addomesticate per non essere subito considerate false.
Quella che ascoltò da un visitatore del museo era forse vera, ma se lo fosse stata sarebbe un argomento da scrivere sulla gazzetta del Sud alla voce "Questa è da divulgare".
Correva voce, appunto correva voce, che gli emolumenti e le pensioni delle persone che si erano allontanate, i così detti fuoriusciti, fossero in qualche modo dirottate affinché lo stato continuasse a prelevare le imposte che gravavano su quei miseri assegni periodici, e già questo era perlomeno disonesto, ma il rateo della pensione o dell'emolumento, dato che nessuno poteva incassarlo, era usato, così dicevano, per rettificare il saldo del conto di alcuni alti burocratie politici che dovevano affrontare costi elevati per mantenere il livello politico e sociale raggiunto.
Dato che tutti al nord erano uguali, ma qualcuno era più uguale di altri, si diceva, ma Luigi sperava che non fosse vero, che esistesse una modalità distributiva dei valori non prelevati con quella che era chiamata lista prelevativa, cioè dal monte del non riscosso, molti prelevavano in base alla loro posizione nella gerarchia politica e burocratica.
Voci come queste si ascoltavano nei bar, nei supermercati, sui mezzi collettivi di trasporto e ovunque le persone avevano del tempo da impiegare tra due inattività più impegnative.
La cena alla AFRA
Il pomeriggio del cinque di ottobre la segretaria, una umanoide dai capelli rossi vestita con un tubino di stoffa nera, passò a Luigi una comunicazione, era invitato per quella sera alla cena mensile della AFRA o Associazione Fuggiti Riffa Annuale.
Il clima alla associazione era molto sereno, Luigi seppe subito che erano oltre diecimila i fuggitivi censiti solo nella provincia diHeierba Buena.
I discorsi, che circolavano alla cena di lavoro erano i soliti: come ci troviamo, cosa fai da dove vieni e così via.
Quasi alla fine della cena il vice presidente della AFRA prese la parola:
Dopo alcune parole di circostanza ed il rituale saluto ai nuovi arrivati, il vice presidente affrontò il tema della serata:
Come contrastare i robot riffatori nello stato del Nord.
Facciamo il punto su quello che accade al Nord dove sono in azione i robot riffatori, chiamati in burocratese Androidi addetti a rintracciare le persone degli elenchi speciali.Tutti voi sapete, continuò il vice presidente, che non abbiamo rancori, ma contrastiamo in ogni modo quello che i politici del Nord fanno sfruttando noi che ci siamo sottratti ad un iniquo sistema per la limitazione dei costi per il sostentamento della popolazione anziana.
Già questa sola azione è un crimine politico e sociale, ma è ancora peggio quello che accade con riferimento alle nostre persone, a noi che sfidando la sorte abbiamo scelto questo paese che ci ha ospitato e aiutato.
Sappiamo per certo che i burocrati ed i politici del Nord si dividono i nostri assegni sociali affittano le nostre unità abitative e hanno cancellato le nostre persone, come se non fossimo mai esistiti.
I nostri parenti, gli amici non trovano neppure il nostro nome negli archivi anagrafici, tutte le comunicazioni sia scritte che vocali sono filtrate.
Semplicemente noi tutti, proprio tutti, per lo Stato del Nord non siamo mai esistiti e non esistiamo più'.
Dal punto di vista della tecnologia possiamo dire che è molto tempo che tentiamo una rivincita, ma per ora i tentativi sono andati a vuoto.
In nessun caso siamo riusciti, e penso che non ci riusciremo mai, a contattare un qualsiasi robot riffatore, e anche se a malincuore, chiedo di desistere dai tentativi goffi ed improvvisati per alterareil software degli androidi.
I riffatori e forse tutti i robot sono, allo stato delle nostre conoscenze, troppo protetti e tutta la rete del Nord è pesantemente controllata.
Naturalmente, continuò il vice presidente, noi, anche eticamente, non possiamo modificare i programmi e gli algoritmi memorizzati nella memoria dei robot, né sarebbero giustificate delle azioni di forza tipo sabotaggi delle unità di lavoro, ci troveremmo di fronte a reazioni spropositate ed estremamente controproducenti per la nostra causa, ma per dare una speranza ai nostri, ai vostri progetti, vi invito astudiare qualsiasi sistema e a sottoporlo alla presidenza, che se del caso, li supporterà con finanziamenti e tecnologia.
Poi Luigi, come nuovo membro, fu invitato a prendere la parola.
Luigi era molto perplesso.
Il discorso ascoltato sembrava un palese invito a tutti i rifugiati a godere della libertà acquisita e a dimenticare il passato.
Cari amici, iniziò Luigi, penso che posso chiamarvi così, sono stato molto fortunato ad uscire dallo stato del Nord molto velocemente e a trovare subito un lavoro soddisfacente, lavoro in cui sono anche discretamente competente.
Molti di voi mi conoscono e sanno che ho lavorato ai sistemi di intelligenza artificiale nello stato del Nord e vi confermo che è praticamente impossibile entrare nei sistemi robotici e sabotarli.
Sono protetti in ogni modo, ma esiste sempre un ma, anche se attualmente non sappiamo come fare, con quali mezzi e con quali rischi.
Nella sala, tra le quasi cinquecento persone, non si sentiva volare una mosca.
Io so che almeno ogni sei mesi il software dei robot, Riffatori compresi, viene rinnovato, controllato, implementato e adeguato ai nuovi standard.
Ed è una impresa di stato che lo gestisce, ed uno stato per quanto iniquo ha una organizzazione tale che per noi, singoli anche se preparati, è e sarà sempre più difficile anche solo contattarli.
Comunque al museo saremo ben lieti di ricevere e discutere ogni vostro suggerimento.
Poi Luigi ringraziò la presidenza, salutò i convenuti e chiuse il suo intervento.
Con la coda dell'occhio colse un leggero sorriso sul viso del vice presidente, segno che il discorso era stato gradito e apprezzato.
Da quella direzione Luigi non avrebbe ricevuto ostacoli.
Era anche sicuro che una sintesi di tutta la serata sarebbe stata recapitata agli uffici competenti dello stato del Nord, era sicuro che alcune persone presenti alla cena non fossero dei veri rifugiati.
La vita al museo.
Luigi ripassava spesso a memoria il discorso fatto dal vice presidente della AFRA in occasione della cena mensile, non era in accordo con le ipotesi fatte di barattare un quieto vivere nel mondo del Sud lasciando al suo destino gli anziani del mondo del Nord.
Sembrava quasi che ci fosse un sottile condizionamento o una voglia di dimenticare una realtà ingombrante.
Nel museo l'organizzazione del lavoro procedeva con continui miglioramenti, e parallelamente aumentavano i visitatori, le tavole rotonde, i pranzi e le cene di lavoro.
Anche lo stipendio di Luigi, parzialmente legato al volume complessivo delle vendite, era notevolmente aumentato.
Molti visitatori rivolgevano a Luigi richieste su eventuali iniziative da intraprendere per interferire con l'attività dei robot Riffatori.
La risposta di Luigi era sempre la stessa, non sono in grado di interferire, non sono interessato, ho troppe cosa da fare qui.
Nel novembre , in un pomeriggio piovoso quasi all'ora di chiusura una ragazza, non giovanissima, bussò all'ufficio di Luigi.
Permesso, chiese, mi chiamo Giovanna, signor Luigi io ho sentito parlare di lei, posso entrare?
Cosa desidera? chiese Luigi.
Anch'io provengo dallo stato del Nord, continuò Giovanna, io non ero, data la mia età, nell'elenco della riffa, ma canto e compongo musica e le mie canzoni non erano in linea con il pensiero dominante. Ogni mio concerto era sottoposto a censura e molto spesso andavano deserti.
Luigi sorrise ma non disse niente, a volte i cantanti sopra valutano le loro qualità'.
Ho camminato 10 giorni, continuò Giovanna, e poi sono arrivata a Hierba Buena. Qui ho sentito parlare di lei, ed ho voluto conoscerla.
Si accomodi Giovanna, mi racconti, come vanno le cose al Nord?
E’ terribile, disse Giovanna, hanno attivato dei nuovi androidi riffatori, assolutamente incorruttibili inattaccabili, tutti collegati in rete fra loro e con tutti gli altri robot in modo che un qualunque contatto con un elemento sia subito conosciuto dall'intera comunità'.
E’ una cosa terribile che aumenta ancora di più il potere dello stato, confermò Luigi, ma lasciamo questi pensieri così tristi, parliamo di Lei e del suo arrivo a Hierba Buena.
Così parlando del più e del meno arrivò l'ora di chiusura e salutata Giovanna Luigi rientrò a casa dove Lucilla lo stava aspettando con un ottimo aperitivo.
Ma nonostante la calda atmosfera famigliare Luigi non riusciva a non pensare a quanto gli aveva raccontato Giovanna, non poteva lasciare perdere, era in atto una profonda ingiustizia, purtuttavia doveva essere molto attento, molto riservato.
Pensò di dare un nome ad una eventuale operazione che avrebbe fatto, come se fosse una battaglia militare. Avrebbe riferito ogni attività tesa a interferire con il lavoro dei robot del Nord ad una
operazione paperino
perché quando era giovane possedeva un papero, un piccolo papero che era stato per un certo tempo suo compagno di giochi, e per sua natura, non aveva mai raccontato a nessuno le marachelle che Luigi, come ogni ragazzo, aveva commesso.Il papero era stato molto discreto, e spesso lo aveva avvisato quando si stava avvicinando qualche persona, dunque avanti con l'operazione paperino.
L'operazione paperino.
Erano ormai settimane che Luigi pensava come arrivare al risultato di influenzare il sistema informativo della regione del Nord, più ci pensava e meno riusciva a sintetizzare una strategia e a trovare un modo di cambiare lo stato delle cose.
Era praticamente impossibile modificare gli algoritmi di I.A. memorizzati nei robot che erano, ulteriore problema, collegati fra loro in una rete statale.
Qualsiasi variazione o intrusione sarebbe stata subito intercettata, controllata nella sua originalità e, se non autorizzata, avrebbe avuto come conseguenza l'incremento dei controlli e delle proceduredi sicurezza.
Una idea continuava a tormentarlo, se se tutto il sistema dei robot era in qualche modo interconnesso, una notizia, purché di interesse generale, anche se banale, di gossip, o di cultura inerente al mondo dei robot, poteva diffondersi con grande rapidità e completezza.
Tra l'altro era giunta notizia che nello Stato del Nord era stata introdotta una rivista mensile, chiaramente non cartacea, dedicata unicamente ai robot, in quanto ormai tutti i robot dello stato del Nord avevano un livello di intelligenza in grado di leggere, di capire e di scrivere semplici testi.
Un'altra caratteristica, comune a tutto l'universo dei robot, era la lingua usata dagli androidi per le comunicazioni nella loro rete privata.
Era una lingua con un vocabolario ridotto, con parole specializzate, ed una sintassi semplificata senza le sfumature semantiche che permettono agli umani di esprimere e comunicare sentimenti e gestire quella impalpabile struttura chiamata coscienza.
Escludendo qualsiasi possibilità di modificare i comportamenti dei robot alterando in qualche modo il software neuronale, Luigi cominciò a pensare di fare dei test sulla diffusione globale di notizie e sulle modalità della preparazione della pubblicazione dedicata ai robot.
Doveva fare una prova. Con una piccola notizia non completamente vera, doveva rendersi conto se la rete era reattiva e fino a quale punto controllata.
Come ogni bravo programmatore aveva inserito delle porte di accesso alla rete, certamente ad un livello molto basso per non essere monitorizzato, poteva solo accedere a punti molto marginali e non molto importanti ma forse poteva bastare.
Per prima cosa si accertò che le sue porte di accesso non fossero state bloccate, il test andò benissimo e con la rete del museo riuscì a vedere la rivista dei robot in preparazione per il mese di dicembre.
Gli articoli inseriti nella bozza in preparazione erano in attesa di passare la tenaglia della censura.
Nelle note di accoglienza si raccomandava agli autori di presentare racconti e notizie che favorissero la preparazione culturale dei robot e molto importante che esaltassero le caratteristiche di lealtà e capacità collaborativa che erano state inserite nei circuiti neuronali degli androidi.
Usando le credenziali che aveva inserito per motivi di emergenza, ad un livello basso di sicurezza riuscì a scrivere sulla bacheca fuori dalla porta della sua unità abitativa che il cittadino Luigi non solo era ricercato per la mancata presentazione alla riffa annuale, ma anche per rottura dei sigilli dell'appartamento posto sotto sequestro, notizia infondata in quanto lui era lontano da quasi un anno.
Ma la cosa più esilarante era che aveva messo come foto del ricercato sulla sua bacheca l'immagine di un piccolo papero.
La notizia, palesemente falsa, era firmata da un non meglio precisato dipartimento di sicurezza di quartiere.
Dopo otto minuti la sua posizione come effrattore di serrature era stata diffusa e ogni robot del stato del nord lo stava cercando per questa nuova imputazione, in realtà stavano cercando un papero, ma i robot non avevano ancora sintetizzato la rete neuronale delle notizie ironiche, anche se stavano facendo i primi tentativi.
Questa notizia era in palese contraddizione con la posizione ufficiale attribuita ad ogni fuoriuscito e, se fosse rimasta qualche tempo in circolazione, Luigi sarebbe stato sicuro che i controlli non erano ancora molto accurati sui livelli di verità delle notizie.
Alla fine di dicembre la notizia era ancora sulla rivista e nessuno aveva notato le palesi contraddizioni logiche contenute nella notizia al punto che non avendo scadenza, fu ripetuta anche nella rivista del mese successivo.
Nel Nord sicuramente qualche robot diligente aveva controllato che un papero con le sembianze di quello ritratto non fosse sfuggito alla chiamata della riffa.
Ora Luigi poteva sperare di sviluppare un piano.
L'avanzamento del piano Paperino
Come in ogni regime controllato, autoritario, nel Nord l'informazione era estremamente controllata e la dotazione dei libri disponibili per il pubblico era fortemente controllato, ma anche al Sud la politica preferiva che le persone guardassero i visori comunicativi piuttosto che consultare le biblioteche.
La totale assenza di libri di carta da quasi cinquecento anni aveva permesso un controllo totale sugli scritti e sulla loro diffusione.
Solo poche persone, studiosi autorizzati o storici un poco svampiti potevano consultare i pochissimi libri conservati in remoti bunker sotto le montagne di confine.
Naturalmente i robot erano capaci di leggere ed in gran parte di capire cosa leggevano, avevano a disposizione libri di cultura, di narrativa e romanzi, ma tutti classificati come favole che davano origine a quella funzione che i generatori di algoritmo avevano classificato come divertimento assoluto e che non potevano avere influenza nella memoria a medio e lungo termine.
Nel caso di libri storici, epici, e di fantasia l'influenza sulla coscienza robotica era classificata come conoscenza senza alcun coinvolgimento, in pratica venivano letti, memorizzati e ripetuti senza che svolgessero alcuna influenza sul comportamento.
Erano assolutamente banditi i saggi politici, la filosofia e i trattati di etica che avrebbero potuto influenzare il comportamento autonomo dei robot.
Luigi aveva in un angolo della sua memoria un titolo di un libro, un libro che nel periodo della sua formazione qualche persona gli aveva detto che il suo contenuto aveva pesantemente influenzato la politica e l'economia di molte nazioni, come si chiamavano allora gli stati prima della seconda rivoluzione globale.
Ma questo era avvenuto forse ottocento o mille anni prima, e chi gliaveva parlato di questo libro era un personaggio che sembrava coltissimo, ma era vissuto ai margini del sistema sociale e poi un giorno era sparito senza lasciare alcuna traccia.
Lui quel libro non lo aveva mai letto, anche perché nel Nord era impossibile trovarlo, ma ricordava che gli avevano detto che il suo contenuto aveva influenzato la nascita di grandi movimenti sociali, la fondazione di stati e di regimi era stato la base del comportamento di miliardi di esseri umani.
Il suo titolo, ricordava Luigi, era Il capitale, non sapeva il nome dell'autore e non sapeva se mai lo avrebbe trovato.
Luigi sapeva che parlava della nascita della coscienza tra i lavoratori umani in un momento in cui erano fatti lavorare al minimo della retribuzione ad al massimo del rendimento.
Non sapeva neppure se queste cose erano vere e se il libro fosse mai esistito e se era stato veramente scritto dove trovare una tale rarità e chissà se sarebbe stato disponibile in forma digitale.
Con questi pensieri terminò la sua giornata, passò da Lucilla, e assieme andarono a cena e poi ad un spettacolo di luci e suoni con risvolti ipnotici e surreali.
Andando a casa dopo lo spettacolo, Luigi parlò a Lucilla del suo desiderio di trovare quell'antico testo e cercare di leggerlo per vedere se poteva tornare utile alla sua causa.
Lucilla fu molto collaborativa ma poco ottimista, sapeva che tutti i libri inutili erano stati trasformati in stoffa durante la grande depressione del 2215 e bruciati durante le rivolte del 2274. I pochisalvati come carta erano conservati in qualche museo, mentre le forme digitali erano disponibili nella biblioteca generale e consultabili.
Purtroppo alla prima ricerca trovarono che questo libro non era presente se non come nota storica che riportava il nome dell'autore, un certo Carlo Marx, e non era stato conservato perché considerato inutile, prolisso, noioso ed ormai fuori da qualsiasi schema storico, politico e sociale.
Il mattino successivo Luigi inserì la ricerca del libro nella bacheca mondiale dei desideri sperando che sarebbe stata letta e che qualche persona fornisse notizie in merito.
Continua l'operazione paperino.
Luigi aveva quasi dimenticato la sua ricerca, quando, un paio di mesi dopo, la robot segretaria gli disse che una strana persona aveva chiesto di lui.
Lo faccia entrare, disse Luigi, e vide un uomo, anziano, molto distinto, con occhiali da miope e con una borsa molto voluminosa. Strano congli occhiali pensò Luigi ora che ogni difetto visivo era risolto.
Si accomodi Signor....
Mi chiamo Agnolo, disse il visitatore, attese che la porta dell'ufficio fosse chiusa, e sono qui per la sua ricerca,
Ah! si la ricerca si disse Luigi, ormai sono passati due mesi e quasi mene ero dimenticato.
Vede disse Agnolo, prima di continuare, vorrei sapere perché cerca Il Capitale di Carlo Marx.
Oh, fece Luigi, e in un minuto gli spiegò che voleva capire di cosa si trattava e se poteva in qualche modo toccare la coscienza dei robot lavoratori.
Gli disse anche come aveva saputo di quel libro, dell'uomo che molti anni prima gli aveva parlato dell'influenza di quel testo, uomo che poi era sparito nel nulla.
Già', disse Agnolo, nel nulla, quando parlai di quel libro ad un giovane studente anche altri ascoltarono e mi cercarono per imputarmi di propaganda sovversiva, feci appena in tempo a sparire nel volgere di poche ore.
Lei?, lo interruppe Luigi
Si io, strano questo circolo temporale, ci ritroviamo dopo almeno venti o più anni.
I due uomini si abbracciarono, ed in pochi minuti si raccontarono avventure, fughe, e situazione del momento,
Luigi capì che di Agnolo si poteva fidare al cento per cento ed anche Agnolo, che svolgeva il lavoro di storico dei sistemi sociali, aveva la certezza che Luigi era leale al massimo.
Allora,fece Agnolo, guarda. Aprì la borsa e ne estrasse un libro.
Luigi non aveva mai visto un libro di carta, aveva visto alcune foto ma mai un esemplare vero.
Stai attento disse Agnolo, la carta è molto vecchia, fragile, alcuni fogli forse mancano, ma non sono essenziali, è scritto in caratteri cirillici, tradotto in una lingua non più parlata da secoli, il russo, ma io lo conosco bene e penso proprio che possa fare al tuo caso o meglio al nostro, e sorridendo, alla nostra operazione paperino.
Il libro parla essenzialmente dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, della lotta fra classi sociali, della conquista del potere politico e sociale ma anche della proprietà dei mezzi di produzione.
Forse non mi serve, disse deluso Luigi.
No attendi, fece Agnolo, basta cambiare qualche cosa, aggiornare alcuni riferimenti e forse gli algoritmi di valutazione diranno ai robot che si apre una nuova era nei rapporti con gli umani che sfruttano i robot senza ritegno e con pure finalità speculative.
Luigi non aveva mai sentito frasi con queste parole, non sapeva esattamenteil loro significato, ma si fidava di Agnolo, andiamo avanti disse, chissà che non ci siano sviluppi interessanti.
Ci sono alcuni robot storici che leggono ancora il russo, continuò Agnolo, cercheremo di far digitalizzare il libro, lo faremo tradurree lo adatteremo alle nuove classi lavoratrici e sfruttate. Dovremoanche introdurre nel dizionario una nuova parola SCIOPERO.
Cosa è, chiese Luigi.
Lo sciopero, disse Agnolo, è il rifiuto di lavorare per ottenere salari e condizioni di lavoro migliori.
Ma come è possibile questo? chiese Luigi.
Avveniva nel ventesimo secolo, disse Agnolo, ora non sarebbe possibile.
Luigi, dopo un attimo di meditazione disse, bene mettiamoci al lavoro.
Se mi attrezzi una scrivania, continuò Agnolo, domattina comincio e in una settimana possiamo avere i primi risultati.
L'esecuzione del piano.
In una micromemoria tutto il libro era stato digitalizzato e tradotto prima in inglese standard poi nella lingua usata dagli androidi nella loro rete.
Luigi ed Agnolo iniziarono a leggerlo apportando le modifiche che ritenevano appropriate affinché gli algoritmi dei robot lo considerassero un libro epico, capace di portare valori nuovi alla conoscenza dei comportamenti robotici, ma soprattutto facesse pensare ai robot di vivere una avventura epica piena di coraggio e capace didimostrare il valore dei loro comportamenti.
I capitoli relativi allo sfruttamento del lavoro furono leggermente modificati in modo tale che i robot leggendoli si identificassero con la classe sfruttata e facessero sorgere in loro dei sentimenti di rivendicazione di diritti nei confronti degli umani padroni.
Luigi sperava che si formasse l'idea di una classe di robot sfruttati con dei diritti reali ma mai riconosciuti. Luigi ed Agnolo non fecero alcuna menzione ai doveri che sempre si contrappongono ai diritti, ma in fondo a loro andava bene così.
Nello Stato del nord i libri venivano classificati leggendo la prima pagina, ed Agnolo, da bravo letterato, aveva scritto le cose in modo che il libro fosse classificato come romanzo epico, di lotta tra il bene ed il male, in un mondo dove il bene trionfa sempre ed il male viene scacciato e vinto.
Naturalmente il bene viene sempre misurato col metro di chi comanda, il male è sempre fatto dagli altri, non meglio identificati.
Agnolo nel revisionare il libro pose una attenzione estrema nell'eliminare ogni riferimento ai doveri, anzi, la parola dovere era stata completamente eliminata dal testo.
La saga dei lavoratori che lottano per il loro successo.
L'autore fu inglesizzato come Mark Charles.Appena il libro fu giudicato pronto per essere letto e capito da un robot, Agnolo e Luigi pianificarono le mosse successive ma prima esaminarono attentamente le eventuali ripercussioni che si potevano ipotizzare appena la burocrazia della capitale dello Stato del Sud, la città di Gergovia, ne fosse venuta a conoscenza.
Fu redatto una specie di manuale delle mosse da intraprendere quando e se ci fosse stato un qualche successo della diffusione del libro nello Stato del Nord, e delle attività che potevano essere svolte se ci fossero state ripercussioni nello Stato del Sud.
Non restava altro che dare inizio all'operazione PAPERINO, Luigi chiese ad Agnolo se fosse pronto a subire eventuali ritorsioni, Agnolo rispose semplicemente:
Avanti
Parte il piano.
Con le credenziali di Luigi il libro fu recapitato a un robot spazzino,di basso livello, che lo lesse e fu così preso dal contenuto che per dieci minuti si immobilizzò e stranamente sognò di marciare assieme ai sui compagni cantando un inno, inserito nel testo, che era chiamato INTERNAZIONALE, una musica accattivante, coinvolgente, che fu imparata immediatamente e accompagnò la marcia ideale del lettore verso quello che nel libro era citato come il sole dell'avvenire.
Ma il sistema dei robot dello stato del Nord era una rete globale e dopo dieci minuti l'intera popolazione di robot si chiedeva quali fossero i loro diritti e dove fare la prima assemblea per discutere di orario di lavoro.
Una parola circolava con crescente velocità nella sotto rete privata dei robot dello Stato del Nord, una parola non presente nel vocabolario ufficiale della lingua corrente: SCIOPERO.
Un robot di classe settima diffuse una richiesta:
Proviamo a fare lo sciopero?
In due secondi ottenne quasi un miliardo di risposte che in sintesi assomigliavano a
Perché no!!
degli umani.
Allora iniziamo, propose qualche robot e circa due miliardi di robot smisero, senza alcun preavviso, di lavorare.
Si fermarono treni, ospedali, navi, gli aerei atterrarono nel più vicino aeroporto, le operazioni chirurgiche finirono, gli infermieri non curarono più i pazienti e così via, ma tutti, proprio tutti cantavano e quelli dotati di occhi li volgevano verso il sorgere del sole.
In poco tempo, meno di dieci minuti, i robot dotati di segnalatori acustici modulati impararono a diffondere il suono dell'INTERNAZIONALE fischiando.
Si udiva questo suono modulato ad ogni incrocio di strada dove fosse collocato un robot gestore del traffico e da molti sistemi acustici delle vetture a guida autonoma usciva lo stesso suono spesso sincronizzato con i fischietti dei vigili.
Sembrava che i robot avessero iniziato a giocare, ma lo stato del Nord era completamente fermo e destinato ad una rovina generale, in compensoin ogni angolo si ascoltava un canto mai sentito prima, un inno imparato in un attimo da ogni robot dello stato.
Il titolo della musica, citato nella nella epica saga del grande robot era INTERNAZIONALE.
Purtroppo nel libro memorizzato come l'epopea gloriosa dei robot nessuno avevainserito le parole:
FINE DELLO SCIOPERO,
e nessun di loro sapeva come fare. Tutti, proprio tutti i robot non trovavano alcuna istruzione nella lettura del libro di come fare a finire lo sciopero.
Cantavano, in modo ciclico l'inno imparato in un attimo e guardavano, quelli che potevano farlo, verso il sole che nasceva e che era già per tutti
Il sole dell'AVVENIRE.