Premessa
Malgrado il limitato interesse, da parte degli amici del Forum, verso la prima parte dell’articolo, ho pensato di ritornare in argomento proponendo una chiave di lettura un po’ diversa o un po’ più dettagliata. Ho già avuto modo di sottolineare che quando si parla di vita extraterrestre diventa inevitabile coinvolgere la religione. Il presupposto per comprendere l’interconnessione tra episodi storici religiosi ed entità extraterrestri, consiste nell'avvicinarsi ai fatti narrati dai cosiddetti Testi sacri “con mente aperta e distaccata, libera da filtri e condizionamenti” ma immagino sia più facile dirlo che farlo. La difficoltà a liberarsi da certi stereotipi e pregiudizi deriva principalmente dalla contingenza che la chiesa trovi nei genitori i primi alleati nel processo di plagio dei figli. Ogni generazione condanna la successiva a seguire ammaestramenti infondati che si tramandano da secoli, violando Il diritto alla libertà religiosa e all'autonomia del minore. Ritengo tuttavia più opportuno evitare l’approfondimento di quest’ultima asserzione per non dover deviare eccessivamente dal tema proposto.
Approfondimento
Arrivando al contenuto, mi attrae esordire con un brano esistente nella Bibbia che recita: “voi siete Elohim, siete tutti figli dell'Altissimo, eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti”. Perché nella Bibbia esiste questo scritto?
Riflettendo su questo brano (ma non soltanto questo) verrebbe da chiedersi chi sia veramente Dio. E’ una domanda che da sempre l’umanità si pone. La difficoltà nel rispondere ha generato diverse religioni; i greci ad esempio associavano una Divinità ad ogni evento naturale, i romani invece veneravano un pantheon di Dei simili all'uomo in quanto a vizi e peccati, poi arrivarono le grandi religioni monoteiste che pretesero di sentenziare la presenza di un unico Dio giudice e padre. Le motivazioni di questa “sentenza” meriterebbero un approfondimento speciale ma ciò richiederebbe troppo spazio e tempo per descriverle e questo testo è già piuttosto corposo così.
Eppure in uno dei libri più famosi del mondo, forse anche il primo ad essere riprodotto su carta stampata e dunque ad essere diffuso nella cultura di massa, ovvero la Bibbia, non si parlerebbe mai di un Dio ma da individui, considerati Dei, gli Elohim (almeno per quanto attiene l’Antico Testamento).
La Bibbia usa il termine Elohim per indicare una pluralità di individui. D'altra parte il termine Elohim è un termine indubitabilmente plurale (EL al singolare). Questo costituisce, ovviamente, per i teologi esegeti monoteisti, un problema notevole perché da secoli tentano di spiegare come mai, per indicare il presunto Dio (che nella Bibbia non c'è) venga utilizzato un termine plurale. Il contesto biblico ci fa continuamente capire che gli Elohim erano gruppi di individui ben distinti dagli Adam (gli Adam, quelli che noi tendiamo a considerare l'uomo). Questi Elohim sono quelli che hanno “fabbricato” gli Adam e sono quelli che erano dotati di conoscenze e tecnologie decisamente superiori all’Adam e la Bibbia ce ne descrive non soltanto le caratteristiche ma anche, come dire, gli atteggiamenti e i diversi nomi di questi Elohim. Nella Bibbia che conosciamo tutti, o meglio, in quella che ci insegnano fin da bambini, sarebbe dunque nascosto un vero e proprio inganno; una grande contraddizione che nasce dalla traduzione del termine Elohim. La teologia cristiana traduce questo termine con Dio, eppure nella Genesi per espellere Adamo ed Eva dal Gan 'Eden (che non si traduce con "Paradiso Terrestre") intervennero più Elohim. La versione alternativa che sovente ci viene data è che questi Elohim sarebbero gli Angeli inviati da Dio (quelli senza ali). E allora perché questa confusione di termini e ruoli? Il problema è che di Dio nessuno sa nulla. La teologia elabora un’idea di Dio, elabora un insieme di caratteristiche che attribuisce a quell’idea di Dio, poi passa secoli a discutere di quell'idea di Dio e di quelle caratteristiche che lei stessa ha elaborato. Non sfuggirà, immagino, che il presunto Dio dell'Antico Testamento e quello del Nuovo siano molto diversi. Il primo è un Dio degli eserciti, quasi un primo tra gli uguali. Il Dio del Nuovo Testamento o dei Vangeli, invece, non viene mai nominato in tal modo da Gesù che si limita a connotarlo come “il Padre”; è il catechismo che trasforma il Padre in Dio ma non la Bibbia. Se il primo si manifesta e cammina liberamente tra gli uomini, gli Adam, il secondo non lo ha mai visto nessuno. Ma bisogna tener conto che il Nuovo Testamento, da un certo punto di vista, è anche un libro di potere. Dunque la Bibbia, da secoli, viene letta attraverso diverse chiavi di lettura che hanno tutte un fondo e un obiettivo comune, cioè, coprire i racconti con una coltre di mistero in modo che non si capisca ciò che invece vi è chiaramente scritto, perché se si arriva a capire cosa chiaramente riporta, quel libro cessa di poter essere utilizzato come strumento di potere e di controllo delle coscienze. Questo lo si evince chiaramente anche dalla lettura attenta della Bibbia che più o meno tutti abbiamo in casa. Se ci si riflette in modo un po’ analitico, ci si accorge che la religione è un sistema di controllo delle coscienze e degli individui di gran lunga superiore a quello delle armi, perché se alle armi si pensa di potersi ribellare, attraverso il controllo della religione, invece, si esercita un potere talmente sottile che la gente si sottopone volontariamente a quel controllo.
Ma torniamo agli Elohim perché è importante capire cosa racconti realmente la Bibbia su tali individui. Rispetto agli Elohim la Bibbia racconta il rapporto di un popolo noto come il popolo degli israeliti, (da non confondere con gli israeliani) con un esponente degli Elohim, che la Bibbia rivela col nome di Yahweh, e che è colui che è stato poi, in un modo assolutamente artificioso e ingiustificato, trasformato in Dio. Quel popolo in realtà è sostanzialmente la discendenza tribale del patriarca Giacobbe (Israel come secondo nome); di qui gli Israeliti, e che il capo degli Elohim, che la Bibbia rivela col nome di Elyon, ha affidato a Yahweh. Secondo questa traduzione del “testo sacro”, gli Elohim sarebbero un insieme di colonizzatori, espressione di una civiltà aliena, che si suddivisero il pianeta Terra in sfere di influenza e che si combatterono poi tra di loro. Ora verrebbe da chiedersi da dove provenissero gli Elohim ma purtroppo la Bibbia non lo dice, almeno i libri della bibbia che ci sono rimasti, perché è noto che gli esegeti giudaico cristiani, quindi ebrei e cristiani, segretarono moltissimi testi Antico Testamentari, perché “non erano riconducibili all'idea del monoteismo” ed erano considerati troppo pericolosi per la nascente religione. Nella Bibbia che ci è rimasta, si parla anche dei Nephilim, che rivelano una curiosità: anche questo è un termine plurale e sono i cosiddetti Giganti o Titani, e il termine Nephilà, singolare aramaico, possiede un solo significato; qui non c'è interpretazione, significa: Costellazione di Orione. Non è una prova schiacciante della provenienza ma certamente è un indizio interessante. Gli Elohim della Bibbia, quindi, sarebbero individui in carne ed ossa con un grandissimo potere sugli uomini dell’epoca. La Bibbia, per quanto riguarda la formazione dell'uomo, ci parla, io direi abbastanza chiaramente, di interventi di ingegneria genetica e la Bibbia usa anche una terminologia per indicare la materia su cui intervennero questi Elohim. Noi, ora, la conosciamo come DNA. La Bibbia la chiama in un caso TSELEM, e in questo caso per il DNA degli Elohim, in un altro caso la chiama AFAR, e in questo caso indica il DNA degli ominidi su cui è stato innestato lo Tselem degli Elohim. Per quanto riguarda poi gli Adam in particolare, va detto che il racconto di Adamo ed Eva non è il racconto della "fabbricazione" dell'uomo (inteso come Homo Sapiens) ma è un successivo intervento di ingegneria genetica attraverso il quale gli Elohim "fabbricarono" una razza speciale che lavorasse per loro e che, nei corso dei millenni, ha dato origine ad una discendenza.
Forse, e sottolineo il forse, esistono anche alcune prove tangibili di questa discendenza speciale. Nel gennaio del 2013 alcuni scienziati dell'University College di Londra, hanno pubblicato uno studio che, se ulteriormente approfondito, potrebbe avere forti implicazioni sulla storia dell'umanità. Secondo questo studio, esisterebbe un vero e proprio DNA della leadership. Alcune persone, cioè, avrebbero un determinato gene, denominato rs4950, che le renderebbe più consone al comando. Sembrerebbe essere questa differenza genetica che ha spinto, sin dall'antichità, certe stirpi, a rivendicare il diritto divino a governare o regnare. Oramai i membri di una certa aristocrazia e della cosiddetta nobiltà, non sono più soltanto appartenenti alle vecchie dinastie regali ma li ritroviamo anche ai vertici del potere economico finanziario mediatico piuttosto che politico. Il caso emblematico è quello degli Stati Uniti, dove su 46 presidenti ben 34 sono imparentati tra di loro e quello che ha, diciamo, una genealogia più “regale”, più “nobile”, è il caso della famiglia Bush, che si ritrova tra l'altro imparentata con tutte le dinastie reali, regnanti e non, anche europee. Si potrebbe pensare che quest’appartenenza non includa il presidente americano Barack Obama e invece si è scoperto, lo raccontava lo stesso Obama, nella sua autobiografia Dreams from my father, che da linea materna egli discende dal primo presidente degli stati confederati d'America, ovvero, da Jefferson Davis. Obama e Bush sono solo alcuni esempi di questa linea di sangue reale. Molti studi di genealogia, hanno dimostrato gradi di discendenza sorprendenti. Al Gore, ad esempio, è cugino di Nixon e Bush, a loro volta imparentati sia con la famiglia Windsor che con quella di lady Diana.
Ad ogni buon conto, che questa stirpe reale esista o meno, è comunque chiaro che, nella Bibbia, venga raccontato che gli Adam furono “creati” dagli Elohim a loro immagine e somiglianza, benché la tradizione teologica dica che, l'uomo, sia stato “creato” da Dio a sua immagine e somiglianza. Ma se Dio, almeno nella teologia dogmatica, è eterno, gli Elohim, invece, condividono la natura mortale degli Adam. La Bibbia contiene un altro brano nel quale si fa chiaramente un'affermazione destabilizzante per la teologia; in questo brano si parla di un'assemblea degli Elohim e si dice che colui che presiede l'assemblea stia duramente rimproverando gli Elohim e ad un certo punto affermi: beh, è vero, voi siete degli Elohim, però ricordatevi che voi morirete come tutti gli Adam. Questa affermazione, relativa al fatto che gli Elohim muoiano come gli Adam, è ovviamente un'affermazione sovvertente per la dottrina monoteista perché non può accettare che Dio muoia come gli uomini o qualunque altro Essere vivente. Allora è chiaro, oltre che curioso, il fatto che mentre questa esegesi monoteista ribadisca costantemente che Elohim significa Dio, in questo passo (che ovviamente non si può accettare) improvvisamente il termine Elohim viene tradotto con Giudici. Cioè nel senso che si inventano le cose mano a mano che serve inventarsele, pur di non ammettere ciò che è chiaramente scritto nell'Antico Testamento, vale a dire che gli Elohim sono tanti, vivono a lungo ma muoiono come gli Adam.
CONCLUSIONE
Detto ciò e concludo; il dibattito sulla vera natura degli Elohim è ancora aperto ma la maggior parte degli studiosi emergenti ritiene che quegli esseri si possano accostare all'idea degli extraterrestri, ai viaggiatori delle stelle, a quegli antichi astronauti di cui parlano tutte le religioni antiche, senza motivo di ricorso alla fantascienza. Come accennato nel precedente articolo, a partire dal 2008, anche una componente delle gerarchie della chiesa romana ha iniziato a parlare apertamente della possibile esistenza degli alieni, e quindi, diciamo, queste conoscenze non sono più appannaggio di pochi, perché, ovviamente, all'interno di tali gerarchie ci sono soggetti che conoscono molto bene queste vicende ma altra cosa è avere il coraggio o la volontà o l'incoscienza di dirle, ma ci arriveranno. Chi è davvero Dio, quindi, è una domanda che cerca ancora una risposta e la teologia farà di tutto per mistificare la storia ed affermare il concetto che ciò che è vero è soltanto ciò che viene rivelato dalle interpretazioni, traduzioni e TRADIZIONI elaborate dal suo “ministero”.
Dovere della Chiesa sarà allora quello di diffondere il verbo anche nel cosmo? In quest'ottica sarà necessario al teologo anche immaginare che un giorno potranno necessitare ed esistere missionari spaziali che annuncino l'incarnazione terrestre del verbo divino e la conseguente possibilità di proselitismo e redenzione per tutte le intelligenze che popolano il cosmo. Ma quelle intelligenze, chiedo, potranno essere tutte vocate al cristianesimo? Magari proprio quello Cattolico?