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I confini della scienza

Oggi nella vita quotidiana siamo talmente invasi da gadget tecnologici da dare l'idea che la cultura scientifica sia la base assoluta di tutto l'universo, dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande.
Le cose invece non stanno proprio così ed anche la scienza ha dei limiti che non riesce a superare o meglio che non riesce a spiegare. Si era reso conto del problema già Aristotele nel III secolo A.C. , la cui raccolta di scritti fu divisa in due parti: i libri delle cose naturali, detti di fisica, ed i libri delle cose che stanno al di sopra della natura, detti di metafisica.

Indipendetemente dal fatto che Aristotele vi sia simpatico o meno, è certo che a quei tempi la metafisica fosse ritenuta la più nobile delle scienze, dato che si occupava di questioni fondamentali quali l'esistenza di Dio, il senso e l'origine del Cosmo, l'esistenza dell'uomo e la sua relazione con la trascendenza e tante altre. Poi invece per motivi che ignoro, la metafisica si è perduta, forse anche a causa della religione, ed è diventata la filosofia dell'irreale o peggio ancora del paranormale, con la conseguenza di far mancare una disciplina che mettesse dei paletti, delle linee di confine alla scienza "tecnologica", cioè quella materiale.

E così la domanda fondamentale "sulla vita, l'universo e tutto quanto", del romanzo dello scrittore inglese Douglas Adams, resta senza nessuna risposta, come anche la domanda posta in un noto sito italiano di astrofisica “Mi spiegate da dove è nata l'energia del Big Bang ?” Link vialattea.net.

Aristotele

Aristotele


Ma ci sono davvero dei limiti ?

Di limiti ce ne sono certamente, come ad esempio quello appena citato sull'origine dell'energia che ha avviato l'evoluzione dell'universo, ma oltre ai limiti, se parliamo di scienza, dobbiamo evidenziare una sua ulteriore "problematica" : l'insorgere nell'uomo di dubbi e perplessità a fronte di nuove scoperte.
Restando ad esempio sul Big Bang, si è creata una seria perplessità dovuta all'estrema precisione che questo evento ha avuto, una precisione calibrata infinite volte meglio del lancio di un satellite in orbita. Anche nei primi momenti, infatti, l'universo doveva fare i conti con la forza di gravità, tanto che se il Big Band avesse avuto un'energia leggermente più debole, dopo pochi istanti tutta la materia sarebbe ricaduta su se stessa, in quello che viene chiamato Big Crunch, come quando si lancia un sasso in verticale: dopo pochi istanti ci ricade addosso.
Al contrario, se l'energia del Big-Bang fosse stata più forte, anche di poco, tutte le particelle primordiali sarebbero state proiettate in tutte le direzioni a gran velocità, senza dar loro il tempo di soffermarsi a creare stelle, pianeti, galassie e nebulose, ed anzi non si sarebbero venuti a formare nemmeno gli atomi ! Tutto sarebbe andato irrimediabilmente perduto per sempre nello spazio.
Oggi sappiamo che i parametri che regolano il funzionamento dell'universo e delle particelle subatomiche sono talmente finemente calibrati che possiamo tranquillamente dire "siamo vivi per miracolo". Un soffio di energia in più o in meno nel giorno del Big-Bang e tutto l'universo si sarebbe ridotto ad un grumo di materia informe, buio e senza nulla da vedere né da apprezzare : nessuna Gioconda, nessun monte Fuji, nessun Taj Mahal, nessun fiume Niagara.
Ma di tutta questa vicenda, quel che è peggio, è la risposta della scienza alla domanda "Da che cosa deriva una precisione del genere", una risposta banale e disarmante "E' stato un caso".

Galassia

Galassia


E' stato un caso

Se un pilota di formula uno di fronte alle domande dei giornalisti sui motivi che lo hanno portato al ritiro, rispondesse "è stato un caso", certamente perderebbe di credibilità. Al contrario i piloti seri ed onesti, tipicamente rispondono "Il motore mi dava problemi ma non so a cosa fossero dovuti. Faremo delle ricerche e tenteremo di capire il perché".

Al contrario la scienza, dall'astrofisica alla teoria Darwiniana, oggi nelle risposte fa un uso esagerato del "caso", che a tutti gli effetti è la peggior risposta che si possa dare. In primo luogo perché con questa risposta si negano, o peggio si nascondono, i limiti che naturalmente la scienza ha, un fatto che nei secoli scorsi non aveva nulla di male, mentre oggi viene preso come una grande vergogna.
In secondo luogo perché "il caso" nella storia dell'umanità ha anche altre interpretazioni, come ad esempio quella di Albert Einstein, che usava dire "Il caso è il nome di Dio quando viaggia in incognito". Una simile interpretazione significherebbe per lo scienziato dire "E' stato Dio", mescolando in modo maldestro ragione e fede.
Terzo, perché il compito della Scienza è di spiegare tutto ciò che è visibile, ma soprattutto misurabile e replicabile, sia fisicamente che matematicamente, come dire che non è compito della scienza rispondere a domande prive di risposta, per il semplice motivo che ..... non è scienza !!

Albert_Einstein nel 1921

Albert_Einstein nel 1921


Un bel tacer non fu mai scritto

Quando la scienza non ha le risposte, per concludere, dovrebbe semplicemente non rispondere, perché la risposta diventa opinione o dissertazione, e quindi passibile di infinite repliche tutte con il loro diritto di esistenza.
Oppure potrebbe semplicemente ed umilmente rispondere "Fin qui la scienza arriva, per tutto il resto, chiedetelo ai filosofi".
Che poi è come dire "Oltre a questo non sono più affari nostri..... mica dobbiamo dare tutte le risposte ! ".

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Commenti e note

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di ,

Mi aggiungo solo ora ai numerosi commenti (ma li ho letti tutti) essendo rientrato adesso adesso da un universo parallelo. Vorrei esprimere un parere in merito e, appoggiandomi agli scritti di chi mi ha preceduto, sono propenso a condividere l'affermazione di nextime (il secondo in ordine cronologico): "Quindi il fatto che l'universo ci appare cosi' perfetto e' solo perche' noi ne siamo parte..." (insomma, c'è quello che c'è come conseguenza). Certamente, in questo "spazio" virtuale, potrebbero portare un contributo quale supporto ed accompagnamento al confronto filosofi e teologi. Avrei invece da proporre un riferimento editoriale in tema: per chi volesse concedersi ad una lettura leggera suggerirei "Einstein e la formula di Dio" di "José Rodrigues dos Santos". E' un romanzo che ho letto un paio d'anni fa trovandolo, a mio avviso ovviamente, piacevole e suggestivo; è anche pieno di riferimenti a teorie di Fisica (e MetaFisica): secondo me a qualcuno potrebbe piacere (è disponibile anche nelle biblioteche, naturalmente). Saluti

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di ,

Ringrazio jordan20 , Bellissimo articolo !!
L'argomento delle supernove che spiegano l'espansione dell'universo lo avevo già letto dal qualche parte. Comunque il Fisico che ha scritto l'articolo è stato molto corretto perchè, quando era il momento di uscire dalla scienza lo ha evidenziato.
Ad esempio nelle conclusioni "una fisica alla ricerca di spiegazioni va a confondersi con la metafisica…",
oppure alla domanda “Al termine delle galassie visibili cosa troveremmo?”, risponde "Questa è una domanda filosofica, non scientifica, perché priva di falsificabilità (non potendosi superare la velocità della luce). La mia risposta filosofica è: altre galassie, probabilmente."
Questa è vera scienza, la scienza che sa accettare ed evidenziare quali sono i propri limiti.

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di ,

Consiglio la lettura di questo articolo: http://www.enzopennetta.it/2013/09/i-misuratori-delluniverso/

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di ,

esatto, nextime!

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di ,

Il multiverso e' una speculazione scientifica di derivazione prettamente logica che, sebbene non attualmente, in futuro potrebbe divenire anche osservabile/misurabile anche se al momento tutto farebbe pensare al contrario. La scienza spesso avanza per ipotesi e speculazioni che poi vengono testate tramite esperimenti empirici, misurazioni, costrutti matematici, dimostrazioni di vario genere. Dio al contrario NON e' una speculazione di derivazione logica, e' parte di un semplice insieme di credenze che nel tempo si sono evolute e conformate, ma non c'e' alcuna logica addietro. Il multiverso e' scienza, di frontiera, speculativa, ma pur sempre scienza. Dio, al di la che vi si creda o meno, no.

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di ,

Stiamo davvero basando delle argomentazioni sulle voci del vocabolario?

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di ,

Carissimo Clavicordo, vedo che la tua cultura in materia è molto approfondita, e sicuramente più della mia.
Comunque, prendendo la Treccani oppure Wikipedia alla voce FISICA "Scopo della fisica è lo studio dei fenomeni naturali, ossia di tutti gli eventi che possano essere descritti ovvero quantificati attraverso grandezze fisiche opportune... ", quindi dato che il multiverso e nemmeno Dio (o come vogliamo chiamarlo) sono misurabili, va di conseguenza che non appartengono alla Fisica.
Possiamo poi dissertare su cosa siano, ma certamente non sono Scienza.

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di ,

No, mi spiace, Marco, non condivido la tua impostazione di metafisica "oltre la fisica", a prescindere dai contenuti. Come già dicevo. La tentazione metafisica è confondere ciò che è scientificamente plausibile con ciò che è, o può essere, solo fantasticheria, accomunandoli come fai tu con un "non appartenente a". Ci hanno già provato alcuni filosofi greci a confondere l'essere reale con il pensiero del "poter essere". Addirittura S. Anselmo propose una "prova" dell'esistenza di Dio basandosi sull'argomento dell'esistenza come attributo di perfezione (nominalismo). Insomma per me ci sono ipotesi candidate alla validità e ipotesi candidate all'insensatezza; e questa è un'impostazione scientifica. Il resto... è o può essere un gioco e ognuno è libero di "giocare" come vuole, naturalmente!

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di ,

@Clavicordo
E'vero che "il multiverso e Dio appartengono a tipi logici diversi e quindi non comparabili", ma sono entrambi argomenti di "metafisica", intesi come oltre la fisica, oltre la realtà nella quale viviamo. Quindi sono ipotesi, ed in quanto tali... sono tutte valide (e personali). E sono entrambe questioni di "fede", cioè di credere a qualcosa che non si vede.
Ma stiamo andando fuori tema, stiamo ancora uscendo dai limiti della scienza !

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di ,

"La possibilità che di posti del genere ve ne siano un infinità, è plausibile quanto l'esistenza di Dio", dice Lillo. Mi pare che questa comparazione sia un errore logico, se vogliamo usare la logica con finalità semantiche (e mi auguro che questo sia il caso). Il multiverso e Dio appartengono a tipi logici diversi e quindi non comparabili. In più, dal mio personale punto di vista, in accordo con Feuerbach, l'attributo di esistenza a Dio è valido solo in quanto creazione della fantasia umana (che nessuno si offenda!). Per il resto, se una teoria mostra argomentazioni plausibili, passibili di verifica futura, e se è falsificabile, ben venga.

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di ,

Concordo con Lillo (e ringrazio anche lui per il suo apporto). La teoria del multiverso è una teoria curiosa ma non dimostrabile; quindi a tutti gli effetti si tratta di "metafisica" ! E'un altro modo per teorizzare l'origine dell'uomo e dell'universo. Personalmente (rimanendo più sullo scientifico), piuttosto che la teoria del multiverso, che ormai è datata, mi è sembrata molto più convincente e promettente la recente proposta di Paul Steinhardt Paul & Turok Neil nel libro "Universo senza fine. Oltre il big bang".
Comunque questo mio articolo voleva essere solo uno spunto di riflessione e discussione, nessuna intenzione..... di affrontare profondamente la questione !!!

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di ,

La teoria dei multi universi ha un fascino indiscutibile. E se vogliamo rimanere fedeli al nulla si crea e distrugge, ma si tutto si trasforma, il multiuniverso è la teoria che più si adatta. E in fondo la ritengo davvero spettacolare. L' universo è un contesto dove il concetto di unicità ha poco senso, è quel luogo dove le distanze, le dimensioni, e gli stessi tempo e spazio assumono quantità terrificanti. La possibilità che di posti del genere ve ne siano un infinità, è plausibile quanto l'esistenza di Dio.

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di ,

Nessuno clavicordo, appunto..

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di ,

Quali altri punti di osservazione esistono, al momento, oltre al "nostro" (quello di noi umani)? Comunque, complimenti all'articolista in primis e ai commentatori.

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di ,

bello e scritto molto bene, complimenti l'ho letto con interesse!

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di ,

Einstein, con tutto il rispetto per il suo genio e la sua figura storica, in quanto alla quantistica, che all'epoca muoveva i primi passi e iniziava a prender forma, ha preso diverse cantonate :)

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di ,

Ringrazio tutti per i tanti interventi, molto molto molto superiori alle mie aspettative. Se posso darò qualche risposta.
Nel frattempo, per correttezza, preciso la frase esatta di Albert Einstein : "Coincidence is God's way of remaining anonymous" (dal libro The World As I See It).

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di ,

Ho letto l'articolo con molto interesse, complimenti per gli argomenti trattati, anche se purtroppo su tali questioni, almeno per il momento, non si riesce mai a raggiungere una conlusione certa e inconfutabile (forse è proprio questo il bello). Personalmente la mia umile opinione è leggermente refrattaria verso l'esistenza di multiversi, o almeno, prima di cercare risposte altrove, forse sarebbe più proficuo cercare di capire bene come funziona il nostro di Universo (anche se è stato proprio tale tentativo a produrre la teoria M). Quando mi pongo questi tipi di domande, oltre a non trovare risposte accettabili, ma solo stupide congetture, me ne continuo a porre altre (non più riguardanti strettamente la fisica). La più ricorrente è la seguente: "Siamo certi che la nostra logica sia la logica dell'universo?" Intendo dire che noi abbiamo solo un cervello, punto. Delle somme di prodotti sono la logica giusta? L'universo è basato sulla stessa logica? Anche lui è strutturato sulle condizioni necessarie, sufficienti? La comprensione di un fenomeno è sufficiente per implicarne uno che secondo la nostra logica né è conseguenza? Forse sto divagando troppo, ma mi ritengo talmente limitato da non poter nemmeno iniziare a provare a capire tali strutture così sfacciatamente fini (fini, sempre per i miei sensi e per la mia "somma di prodotti").

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di ,

No figurati, il tuo non mi è parso per nulla tono polemico, anzi... Sono io che voglio evitare la polemica tutto qua... Per spiegarti il mio ragionamento e di come invece la mia fede non vacilli, andremmo a parare inevitabilmente su discorsi teolologici, filosofici ed epistemologici... Fermiamoci qui e, come conclude l'articolo: "mica dobbiamo dare tutte le risposte !" Ehehehe. Buon anno :)

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di ,

PS: "in quel caso nulla sarebbe lasciato al caso". Mado' che frase *pessima* che mi e' uscita! Scusa, italiano, non volevo maltrattarti cosi' :D

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di ,

jordan20: tranquillo, non me la sono presa e non pensavo tu volessi polemizzare, pace e prosperita' anche da parte mia :D A volte la fretta di scrivere nei commenti puo' far sembrare il mio tono scontroso, ma non vuole assolutamente esserlo!! Davvero invece mi chiedo come mai tu pensi che il caso possa far vacillare un ateo? la mia e' reale curiosita' di comprendere questo filo di pensiero, perche' davvero non riesco a collegarlo, a mio modo di vedere e' semmai l'opposto, ho sempre pensato che il caso facesse vacillare la fede verso un disegno intelligente, in quanto in quel caso nulla sarebbe lasciato al caso...

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di ,

"non c'e' alcun motivo per cui questa cosa farebbe vacillare un ateo come me" c.v.d. Non voglio fare polemica. Ho espresso un mio parere come tu hai espresso il tuo :) Pace e bene.

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di ,

Al di la che io invece sono un fermo sostenitore dell'idea del multiverso ( ovviamente senza la presunzione di avere la verita' in tasca, e' una mera speculazione e per adesso oltre non si puo' andare ), e che quindi ho una spiegazione per quello che a noi appare al momento essere un caso ma che in realta', a mio modo di vedere, non e' un "caso", e non per questo ho turbe psichiche ( ma piuttosto c'e' da dire che i miei studi sono proprio su questi argomenti )... Quello che non capisco e' come si possa dire "ammettere che sia stato il "caso" a far nascere tutto, farebbe crollare le certezze su cui si aggrappano gli agnostici e gli atei, viceversa dovrebbe far ammettere l'esistenza (non dico del Dio cristiano, rischierei il linciaggio) ma quanto meno di un Creatore intelligente.". E perche' mai? anche se fosse un semplice "caso" non c'e' alcun motivo per cui questa cosa farebbe vacillare un ateo come me, il caso e' parte del nostro universo e dell'ordine delle cose, e non necessita comunque di nessun creatore intelligente, non capisco proprio questa associazione di idee.

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di ,

L'articolo desta molte "polemiche" in quanto ammettere che sia stato il "caso" a far nascere tutto, farebbe crollare le certezze su cui si aggrappano gli agnostici e gli atei, viceversa dovrebbe far ammettere l'esistenza (non dico del Dio cristiano, rischierei il linciaggio) ma quanto meno di un Creatore intelligente. In questi argomenti realtivi ai massimi sistemi, alla nascita della vita, alla ricerca dei "perché" piuttosto dei "come", al "fine tuning" cosmico, ecc... segnano una linea di demarcazione molto labile tra la scienza, la filosofia e la fede. Ad ogni modo nessuno detiene la verità assoluta (per fortuna). Io NON credo nel caso, ma in un motore intelligente e nell'esistenza di UN SOLO universo (quella del multiverso l'ho sempre reputata una disquisizione da turba psichica)... Bell'articolo btw ;)

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di ,

Articolo fortemente antropocentrico, più una associazione di idee che un reale tentativo di affrontare profondamente la questione, con imposizioni dall'alto non molto diverse dal tipo "è così perché di si" Questa almeno è la mia impressione. Ritengo assolutamente assurdo banalizzare il significato di casualità considerandola "altro modo di chiamare una qualche divinità" considerata l'attribuzione non proprio felice col pensiero di Einstein. Sulla scomparsa della metafisica poi se ne può parlare. Io credo che la fisica moderna contenga molte assunzioni metafisiche nelle sue teorie, trascendendo dal contesto religioso della parola metefisica. Non per questo la considero spazzatura.

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di ,

Scusate il disordine! il "quoto al 100%" si riferiva al contributo di nextime!

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di ,

quoto al 100%

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di ,

..il fatto che un evento sia altamente improbabile non implica che sia impossibile che si verifichi. Puoi giocare alla lotteria una sola volta nella vita e vincere. A qualcuno è successo....vedi i link qua sotto: http://www.marsicalive.it/?p=47290 http://www.acculotto.com/lottonews.pl?id=4 C'è un Big Bang e ne viene fuori un universo meraviglioso come il nostro..è successo,mi pare!

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di ,

Sul discorso della precisione del big bang ci sarebbe molto molto molto da dire.

Prima di tutto la risposta "e' stato un caso" non e' per nulla da riportare a un voler scappare dalla risposta per nascondere dei limiti, in quanto il "caso" e' una componente importantissima di quella parte della fisica che descrive una gran parte del nostro universo, la quantistica.

Inoltre non e' che tutti rispondono che sia stato un caso. E non e' nemmeno che nessuno sappia rispondere alla domanda "da dove arriva l'energia del bigbang.

Chiunque sano di mente e che ha studiato la materia alla seconda domanda, quella "da dove arriva l'energia", puo' risponderti qualcosa del genere:

"La scienza non e' ancora arrivato a saperlo con certezza (ammissione candida di un limite che non e' assoluto, ma semplicemente attuale), ma ci sono molte ipotesi, per il momento per lo piu' congetturali o speculative, su cosa potrebbe essere accaduto." e a seguire un elenco di moltissime possibili modelli di "pre universo". Ne cito un paio giusto per:

1- da nessuna parte, e' sempre stata li, il big bang e' solo un punto in un ciclo di continua rinascita dell'universo

2- da una perturbazione nella brama del multiverso in cui siamo immersi

3- dal fondo entropico del vuoto quantistico

Sono solo 3 esempi, ce ne sono molti altri.

Per la parte invece del "caso" anche qui ci sono diverse ipotesi.

La piu' "semplice" da comprendere e' questa, a mio parere: Non c'e' un solo universo, ma ci sono un'infinita' di universi "la fuori". In un'infinita' di universi tutti i possibili universi si creano, e noi siamo capitati in questo.

Un'altra e' la visione che e' determinata dal punto di vista, che si adatta sia a un possibile multiverso che a una situazione in cui esistesse solo questo universo: La domanda e' sbagliata. Non e' che ci dobbiamo chiedere quanto siamo stati fortunati a vivere in questo universo cosi' ad-hoc in tutti i suoi "numeri", ma e' il contrario, se siamo qui a dirlo e' perche' ci sono questi numeri, altrimenti non saremmo qui. Semplicemente. O forse piu' semplicemente ancora "se non ci fossero questi numeri, noi saremmo diversi e un altro ipotetico universo in cui fossimo sarebbe stato altrettanto perfetto per i "noi diversi"". Quindi il fatto che l'universo ci appare cosi' perfetto e' solo perche' noi ne siamo parte ed e' l'unico esempio che conosciamo di universo esistente per certo, quindi ci appare su misura per noi.

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di ,

Non ho molto capito le conclusioni, ammesso che queste ci siano e, per mia limitatezza, non posso dire nulla di utile. Tuttavia, leggendo l'articolo ho riletto affermazioni e disquisizioni non proprio di "primo pelo". Affermazioni peraltro che non condivido. non condivido questo cercare alternative col: se fosse stata di più, o se fosse stata di meno. E' indubbiamente andata così, è l'unica "certezza". Nel mio modo di vedere, c'è solo un punto fermo, che mi innesca dubbi ulteriori: qual'è il giusto punto di osservazione per poter iniziare a fare affermazioni? Il nostro?

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