Nelle mie intenzioni questo articolo, in cantiere da qualche tempo, avrebbe dovuto essere un'estensione dell'Appendice O.T. con cui concludevo Trattiamo bene le unità di misura, dove auspicavo un uso appropriato anche della nostra lingua italiana.
Ci sono errori banali, di battitura o refusi, che spesso sfuggono anche dopo una rilettura attenta di quanto scritto. Ad essi non si può dare eccessivo peso (sempre che il loro numero sia percentualmente trascurabile), ma ce ne sono altri che sono, come minimo, brutti da vedere.
I correttori ortografici aiutano, ma non sono la soluzione ideale. Addirittura poi ce ne sono di presuntuosi che interpretano, sbagliando, quanto si ha intenzione di scrivere, e se ci si dimentica di ignorare l'indicazione, usano scioccamente la loro forma errata. Succede più di qualche volta con l'iPad (io ho il primo: non so quanto sia aumentata l'intelligenza dei successivi).
Nel nostro forum desideriamo una correttezza formale oltre che di contenuto. Il miglioramento estetico che ne deriva è sicuramente un'informazione aggiuntiva, uno strumento che facilita la comprensione. Per questo "imponiamo" l'uso di FidoCaDJ per gli schemi elettrici, quello di LaTeX per le formule di matematica, e "vietiamo" l'uso del vocabolario degli sms.
Vorremmo "imporre" anche il corretto uso della grammatica e della sintassi dell'italiano, la nostra lingua ufficiale.
Di fronte ad errori grammaticali, non si è però mai sicuri di quale sia il comportamento corretto. Farli notare può far apparire supponenti, o pignoli.
Però la segnalazione dovrebbe essere vista positivamente. Tutti sbagliamo e tutti abbiamo qualcosa da imparare, ed una comunità che funziona e che è impegnata in una informazione corretta, rappresenta uno strumento efficace per migliorare la conoscenza di ogni suo componente in tutti i campi. E quello dell'interscambio scritto di informazioni è comune a tutti, è il substrato della comunità virtuale, se così si può dire.
Per alcune parole, come qualcuno avrà già notato o noterà, c'è un correttore automatico spartano ed autoritario, nel senso che non avverte e non permette di ignorare la sua correzione, se non imbrogliandolo (lo stesso metodo usato per correggere le unità di misura, che non è altro che un uso improprio della censura parole di phBB).
La lingua, lo sappiamo, non è rigida ed è l'uso ad imporne le regole. Ma si tratta di un fenomeno che ha tempi abbastanza lunghi e, nel momento in cui si scrive con l'intenzione di comunicare informazione ai contemporanei, è bene conoscere le regole grammaticali correnti ed attenersi ad esse. Una rivoluzione del linguaggio, eliminando le vocali od altro, ignorando i tempi dei verbi, cambiando il significato delle parole, modificandone la grafia, la si può fare anche ai nostri tempi, in contesti diversi però, sperimentali e creativi, più strettamente personali.
Mi proponevo dunque di elencare in questo articolo gli errori più comuni che si incontrano, una specie di grammatica da consultare. Ma non è un'impresa facile, tanto più che io non sono certo un linguista (né molto altro, a dire il vero :( ).
L'articolo lo pubblico soprattutto per segnalare la sezione del forum di linguistica, dove si è deciso di portare avanti quest'idea. L'idea c'era già quando si era pensato ad una sezione dedicata all'inglese, ma si è deciso di metterla più in evidenza dopo la richiesta di Sparafucile.
Abbiamo perciò modificato leggermente titolo e sottotitolo di quel forum in modo da inglobarvi anche le questioni grammaticali e sintattiche dell'italiano e magari di qualche altra lingua, perché no? Insomma la comunità può anche contribuire ad abbattere la torre di Babele che ci impedisce di comunicare.
Carlomariamanenti ne ha disegnato l'icona.
Dell'articolo originario lascio la bozza iniziata che magari può fornire qualche spunto per le discussioni sul forum.
Indice |
Errori frequenti
Periodo ipotetico
Uno degli errori più fastidiosi è la confusione tra condizionale e congiuntivo.
Quel che sorprende è come tale tipo di errore si diffonda e non crei, in chi lo commette, alcun disagio. Chissà, forse nel futuro i ruoli si scambieranno o spariranno i modi dei verbi. La sostituzione dell'indicativo al congiuntivo è un altro grosso argomento di questo tipo ("spero che tu non lo fai" invece di "spero che tu non lo faccia" ecc.) Per il momento comunque sembra meglio rispettarli. E, almeno per il momento, è bene condividere lo stato d'animo di un nostro lettore che esclama:
- Stramaledizione però
congiuntivi condizionali e costruzioni ipotetiche non dovrebbero essere un optional! "Se io potrei..." (per es.) mi fa letteralmente torcere le budella
Il periodo ipotetico inizia con una frase che esprime una condizione (se...), cui fa seguito quella che descrive la conseguenza. La prima frase è la protasi (=premessa); la seconda l'apodosi (conseguenza).
Se l'ipotesi è un fatto reale indubitabile, per i verbi si usa l'indicativo:
"Se nel forum inneschi polemiche, non rispetti il Disclaimer"
"Se non rispetti il Disclaimer, sbagli"
Quando l'ipotesi è soltanto possibile il tempo da usare nella protasi è il congiuntivo imperfetto mentre nell'apodosi ci va il condizionale presente:
"Se tu leggessi le risposte, non scriverei per niente"
"Se tu fossi moderatore, potresti farlo"
"Se non ti lamentassi dei voti negativi, ne prenderesti di meno"
Invece capita di vedere:
"Se saprei la soluzione, non chiederei aiuto"
"Se cambierei la resistenza, il circuito funzionerebbe?"
"Se farei questo otterrei quest'altro?"
...
Accenti
Agli accenti si fa sempre meno caso per cui si trovano
"ne questo ne quello" invece di "né questo né quello" oppure
"quì " invece di "qui ", oppure "li" pronome plurale di "lo" (li ho visti) o "la" (articolo o pronome femminile, o sesta nota musicale) rispettivamente invece di "lì e "là ", avverbi di luogo (arriviamo fin là, aspetta lì). In compenso il pronome "li" viene sostituito a volte con "gli": "gli ho visti fare questo..!"
Non si distingue inoltre tra accenti acuti e gravi: ad esempio si scrive erroneamente "perchè " invece di "perché ", "finchè " invece di "finché " e così via.
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Apostrofi
Un errore frequente è inserire l'apostrofo quando è inutile. Tipico è il caso dell'articolo indeterminativo uno. Sembra naturale scrivere "un'altro" elidendo la o finale, ma bisogna ricordare che esiste "un" insieme ad "uno", come articolo maschile, quindi non c'è alcuna necessità dell'apostrofo quando il sostantivo maschile segue un. Quindi "un altro, un oggetto, un ampere, un argomento" ecc. e non "un'altro, un'oggetto, un'ampere, un'argomento".
Diverso è il caso in cui il sostantivo che inizia per vocale è femminile: esiste solo "una" come articolo indeterminativo, quindi la a finale si elide; in questo caso l'apostrofo ci vuole, per cui "un'altra, un'armatura, un'amica" e non "un altra, un armatura, un amica". Regola analoga vale per "nessuno", "qualcuno", "quale". Vanno senza apostrofo quindi "nessun altro, qualcun altro, qual è ".
C'è anche un'altra questione per l'apostrofo: la parola che segue deve essere immediatamente dopo l'apostrofo e non occorre uno spazio bianco; quindi "l'apostrofo" e non "l' apostrofo".
Sono questioni minori, ma anche la posizione della punteggiatura dovrebbe rispettare alcune regole. La virgola ad esempio, va posizionata subito dopo la parola, mentre la parola successiva deve essere distanziata di uno spazio. Così per il punto, i due punti ecc. (almeno credo.... :) )
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Un altro errore è usare l'accento in luogo dell'apostrofo. Succede quando si usa la forma abbreviata di "un poco": si deve scrivere "un po' " e l'apostrofo indica che c'è stata l'elisione del "co" finale. Spesso invece si trova scritto "un pò" che non è corretto.
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Oppure mettere l'apostrofo dove non c'entra nulla come in "c'è ne sono" con la variante "ce n'è sono", invece di "ce ne sono"; oppure non metterlo quando ci vuole: "non centra nulla" invece di "non c'entra nulla"
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Doppie
In questi casi il correttore ortografico può aiutare per cui si potrebbe evitare di mettere le doppie quando non ci vogliono come quando si scrive "immaggine" invece di "immagine"; "interruzzione" invece di "interruzione"; "correzzione" invece di "correzione"; "eccezzionale" invece di "eccezionale"
Certe doppie poi vengono usate per costruire parole inesistenti: " siamo apposto" invece di "siamo a posto"
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Verbi
"Non ce lo fatta" o "non ce lo ancora" o "non ce la detto nessuno". Non sono un bel vedere anche se a volte potrebbe dipendere da errori di battitura. Però insomma, si potrebbe anche rileggere il messaggio prima di inviarlo. Ovviamente se è un errore acquisito come forma corretta, rileggere non servirà. Leggere queste righe può contribuire ad eliminarlo. "Non ce lo ho" diventa "Non ce l'ho" quando si vuole dire che l'oggetto di cui si tratta non è in nostro possesso. "Non ce lo" lo useremo quando va bene come "Non ce lo metto" o "Non ce lo sogniamo nemmeno" ...
Aggettivi/sostantivi
Capita di usare aggettivi e sostantivi che hanno un suono simile al termine corretto, ma che hanno un significato completamente diverso. L'effetto in generale è comico, quindi se lo scopo è far sorridere va bene, in caso contrario meglio evitare. Non è, ad esempio, infrequente l'esordio:
"Non sono molto afferrato in elettronica, però vorrei sapere...
"Ho un autoparlante da otto ohm, posso..."
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Varie
Ci sono locuzioni che si stanno affermando ma che attualmente non hanno senso.
Una di queste è "almeno che" al posto di "a meno che".
Almeno è un avverbio in sé compiuto che significa "se non altro" o "come minimo". Con almeno, senza che, si può costruire una frase compiuta come "Almeno rispetta le regole del forum di EY".
"A meno che" invece ha bisogno di una frase principale: "Puoi partecipare al forum di EY, a meno che tu non ne rispetti le regole".
Conclusione
Beh, qui si conclude la bozza e, sperando di non aver commesso troppi errori ( che in questo testo risulterebbero amplificati)
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Continua...sul forum!