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Mario, Giuglio, Peano Urli e la luce sempre accesa.


Indice

Un anno dopo

Premessa e antefatto

In un precedente articolo, pubblicato nel 2025, avevo parlato di un curioso episodio accaduto il primo aprile del 2021 ma avevo tralasciato di dire che qualche tempo dopo i fatti raccontati avevo ricevuto la visita del mio amico Mario che mi chiese, naturalmente remunerato con l'antica procedura del baratto, di preparargli un certo numero di componenti elettronici che io ero. e sono ancora, in grado di produrre e di collaudare. Il baratto concordato era: Cornetto a colazione contro diodo all'ossido di rame. Io mi ero assicurato qualche mese di cornetti, Mario una completa fornitura di materiali per i suoi esperimenti.

Sembrerebbe un normale scambio di favori, ma per una completa comprensione di cosa produsse questo baratto faro' un piccolo viaggio temporale e tornerò' alla tarda primavera del 2022.

Avrete tutti notato che nel maggio del 2022 era passato un anno dagli avvenimenti che, da umile cronista, vi ho cosi' indegnamente raccontato, ma il susseguirsi degli eventi, che si collegano in modo intrecciato agli interessi di noi amanti della sperimentazione, mi costringe a dare forma alla sintesi dell'anno trascorso dal primo aprile del 2021.

Nella cronaca precedente avevo dimenticato di dire che Mario (ricordate il panificatore, o prestinè se detto alla milanese, del bel paese di Liparone), ha la fissa, cosi viene definita dalla moglie, di scoprire come fare l'elettricità dall'aria, o come diceva Mario, di estrarre energia elettrica dal salto differenziale di tensione realizzato con conduttori collocati ad altezze diverse. Tralasciando le definizioni scientifiche e' bene chiarire che il prestine' , detto anche prestino, e' quel lavoratore che, per motivi legati alla tempistica del suo lavoro, si deve alzare prima, molto prima, del sorgere del sole, mentre lo sperimentatore e' spesso una persona che dedica tutto il tempo, libero e non, a studiare, a tentare di realizzare, a sperimentare ma come conseguenza dimentica amici, amanti, mogli e figli, come fossero mere appendici della sua persona

Lo studio del problema

Mario passava quasi tutti i pomeriggi, mentre la moglie andava a giocare alla canasta ed al burraco con le amiche, nel suo laboratorio, cosi' aveva elevato di rango lo stanzino delle scope dopo che era riuscito a liberarlo dai vecchi strumenti di pulizia. La promozione intellettuale del vano scope era avvenuta a caro prezzo, il costo del più moderno degli aspirapolvere unitamente ad un sistema elettronico che spruzzava vapore, e che, stando alle promesse di un astuto venditore, avrebbe liberato la casa da insetti, bacherozzi, batteri e virus. Sembra che durante il colloquio pre vendita sia sfuggito all'agente che il prodotto avrebbe anche tutelato la casa da malefiche presenze,disse "spettri", ma negli atti queste affermazioni non sono state riscontrate.

Nel "laboratorio" Mario raccoglieva diligentemente in diversi cartolari, in ordine strettamente alfabetico, tutti i ritagli stampa di cui veniva in possesso che riguardassero progetti per la produzione di elettricità e cercava di realizzarli spendendo, per la gioia degli abili commercianti dei dintorni, ben di più di quanto la moglie sperperasse con le amiche col gioco delle carte.

In questa attività di sperimentatore Mario veniva aiutato da Giuglio, detto batacchio sia per il mestiere di sacrestano che per certe caratteristiche fisiche che sembrava, ma era la voce del popolo, madre natura fosse stata conlui molto prodiga. Si racconta addirittura, ma forse è una diceria,che una delle poste della canasta pomeridiana delle felici comari di Liparone, fosse proprio Giuglio ed il suo favoleggiato attributo.

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Giuglio era abilissimo a tendere fili dalla sommità del campanile che, stando alle teorie sviluppate da Mario, avrebbero dovuto captare e convogliare l'energia che pervade ogni cosa del creato. Anche la vicinanza di Giulio ai misteri del sopranaturale favoriva, secondo Mario, il raggiungimento dello scopo.

Frugando abilmente tra le carte dell'indagine sono riuscito ad avere una foto dei fili tesi da Giuglio,che opportunamente ingrandita (un click e via), rende evidente la sua abilita' e visualizza la complessa struttura usata da Mario per i suoi esperimenti. Dalla foto ho cancellato, per ovvi motivi di privacy, il cavo di discesa dell'energia verso il laboratorio di Mario dato che avreste individuato il laboratorio, uno dei punti salienti di questo racconto, e fanatici sperimentatori ne avrebbero approfittato per pellegrinaggi sperimentali.

Sicuramente saprete che diversi anni fa il professore Peano Urli aveva pubblicato un libro dal titolo: "Come riciclare l'energia dispersa" nel quale esponeva "101 metodi per catturare l'energia del creato e vivere felici in barba alle sette sorelle" così recitava il sottotitolo di copertina.

Purtroppo sia le lobby dei petrolieri che quelle delle centrali nucleari vennero a sapere del frutto dell'ingegno di Peano Urli e comprarono il giorno stesso della pubblicazione tutti i libri, libri che fecero bruciare in località controllate da ispettori fuochisti nominati dal ministero della sicurezza nazionale. Sulla stampa apparve un trafiletto che classificava i libri in questione come, "Dannosi per i bambini e le loro fantasie, con pericolo di cecità per i soggetti maschi" , ma tutti sappiamo che erano solo biechi interessi di parte.

Dagli atti della delibera ministeriale si fa cenno a a buste contenenti le procedure da seguire e ad altre buste, più gonfie del normale, indirizzate a personaggi della nomenclatura, ma di queste buste si e' persa ogni traccia. Anche i membri della commissione istituita per indagare sul fatto ricevettero le stesse buste piene di istruzioni. Alcuni giorni dopo la commissione dichiaro' la chiusura delle indagini con un pranzo, una cena ed una serata danzante. Alcuni dei membri della commissione furono accompagnati al pronto soccorso con un evidente stato di alterazione etilica, ma di questo fatto i giornali non pubblicarono niente.

Ma torniamo al nostro racconto. Uno dei siti scelti per la procedura di eradicazione delle subdole teorie sulla captazione della energia cosmica era il forno di Mario, che forniva sia privacy che temperature ben al di sopra della soglia di accensione spontanea della carta. Mario con abile mossa, ma aiutato da alcune foto non proprio caste appese alle pareti, distrasse l'ispettore, nascose un libro nell'intercapedine del forno e facendo finta di rimestare la cenere e le pagine non abbrustolite, lo deposito' nel condotto di aspirazione dell'aria esterna, ben al sicuro dalle fiamme purificatrici.

Recuperato il volume, con qualche segno del fuoco ma totalmente integro, Mario lo lesse, lo rilesse e lo rilesse ancora, e da quel giorno non fu più lo stesso, iniziò a compiere gli esperimenti descritti nel libro. Il successo no tardo' ad arrivare, studio, dedizione, studio ed ancora dedizione. Il tempo trascorreva veloce con pomeriggi sempre piu' impegnati ed esperimenti sempre più arditi.

Nel mese di maggio Mario scrisse diverse lettere a Peano, chiedeva consigli, delucidazioni, suggerimenti ed integrazioni alle teorie esposte nel libro. Descriveva con dovizia di particolari gli esperimenti eseguiti, i successi ottenuti e le inevitabili frustrazioni per qualche risultato non in linea con le teorie, ma il grande scienziato, forse immerso in altri studi, o indispettito della mancata nomination al premio Nobel per l'energia , non aveva ancora risposto.

L'inizio della tragedia

Nel mese di giugno, verso il venti come raccontano ancora oggi le comari di Liparaone, Mario ricevette due lettere: una con l'indirizzo in stampatello, senza mittente e con il timbro di un paese vicino, ed una con un francobollo pieno di farfalle che sicuramente proveniva da un'isola esotica della fascia equatoriale del nostro pianeta. Nella prima in uno scritto fatto con lettere ricavate dal quotidiano locale, in italiano stentato ma molto comprensivo, si leggeva: "Mentre tu scaldi il forno tua moglie ti prepara dei cornetti caldi caldi per la prima, la seconda ed anche la terza colazione". Orribile la forma, la mancanza di punteggiatura, il fatto che le lettere fossero incollate non in perfetta linearità, ma il significato benché sintetico era chiaro,molto chiaro, e altrettanto preciso.

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Nella seconda era disegnato lo schema che riporto fedelmente, senza averlo capito se non nella sua essenza, dato che ne sono venuto in possesso per i motivi legati alla parte finale di questo racconto.

Verso la fine di giugno Mario, dopo aver acceso acceso e alimentato il forno, usci' dalla porta posteriore per non essere visto dalle telecamere di sorveglianza, prese la bicicletta, sicuramente non controllata e non pedinata, edopo dieci minuti constatò e documento', anche munito di strumento per la memorizzazione delle immagini, che la moglie stava realmente preparandogli almeno il secondo cornetto facendosi aiutare da Batacchio.

Giuglio, in arte batacchio, dopo un attimo di smarrimento, constatata l'inutilità di giustificazioni e di atti difensivi, vedendo la sagoma nerastra del fucile che Mario brandiva con la palese intenzione di usarlo, saltò fuori dal letto e superato di un balzo la finestra, tenendo in una mano pantaloni e nell'altra le scarpe si dileguò in un campo di grano che ormai assumeva il colore biondo maturo. Nella corsa zizzagava per cercare di evitare i colpi di fucile calibro 12 caricato con sale che dalla finestra spalancata Mario indirizzava verso l'ormai non più amico.

In questa tragedia una nota simpatica, prima che la vera causa del pittogramma rilevato nel campo di grano fosse di dominio pubblico, la locale sezione di ufologia interstellare pubblico' sul blog nazionale le foto del campo con pareri concordi che classificavano il pittogramma "Stravagante ma sicuramente di origine aliena". Piu' espliciti furono alcuni esperti internazionali che prenotarono subito un volo diretto, con la raccomandazione che il campo fosse acquistato per permettere misure elettriche, magnetiche ed atomiche.

Geltrude, tale e' il nome della moglie di Mario, tentò di negare (bisogna sempre negare,VERO???), ma le foto catturate con incredibile perizia e raro tempismo, mostravano Batacchio con tutti gli inconfondibili attributi mentre usciva dal letto della fedifraga Geltrude e la Geltrude con gli stessi abiti che sua madre le aveva fatto al momento della nascita che cercava, con invero poco successo, di coprirsi con le piccole mani, non certo per vergogna ma solo per evitare che fosse indegnamente imitata in questa moda da altre comari di Liperaone

Il processo

Lo scandalo fu enorme e la risonanza, anche per la notorietà dei personaggi coinvolti, fu tale che un giudice, uno non ancora toccato da fenomeni di andropausa, stabili' che il processo fosse fatto per direttissima, saltando addirittura le ferie estive. Le immagini del fattaccio furono sequestrate dalla zelante forza pubblica e ben conservate nei faldonigiudiziari.

La pratica contro Giuglio/Battacchio venne stralciata dalla causa principale e con le pressanti influenze della curia vescovile, al reprobo fu concesso il perdono giudiziario purché' si confessasse e recitasse alcune giaculatorie che lo liberarono immediatamente del peccato e, alla meta' di luglio ottenne, la completa riabilitazione, riottenne il posto da sacrestano ma dovette togliere tutti i fili captatori di energia che aveva collocato sul campanile.

Non tutti notarono che molte comari di questo ridente paesino misero di nuovo abiti leggeri e un poco scollati, ma cosa volete, era luglio e la vera notizia era il processo alla Geltrude. Il processo,stranamente rapido, non poteva non dare ragione a Mario, la sentenza sentenziò il divorzio con colpa della moglie, ma le attenuanti generiche, le lacrime versate e le caratteristiche evidenziate dalle foto del fattaccio, stabili' anche con grande scandalo della opinione pubblica che la casa coniugale rimanesse alla Geltrude, e che Mario togliesse il disturbo e ripristinasse alla funzionalità originale il "COSI' DETTO LABORATORIO".

Il giudice, prima di firmare la sentenza e scrivere le motivazioni, fu visto che annotava diligentemente l'indirizzo ed il numero telefonico della Geltrude. Vista la grande correttezza del giudice nessuno penso' che questi atti formali preludessero a contatti diretti con l'imputata, ma seguiti solo per avere una traccia nel caso fossero necessarie altre testimonianze dirette. Mario deluso dalla iniqua sentenza, sgombero' lo stanzino delle scope, cedette il forno , come disse poi, "per un tozzo di pane" si trasferì nei primi giorni di settembre, a Milano e cambiò lavoro. Mario sapeva fare molte cose: elettricista, idraulico, falegname, muratore, e molto altro; inizio' subito a farsi pubblicità come ripara-tutto nelle case delle persone sole, il tutto pubblicizzato in un sito Internet, che fui ben lieto di realizzare, dal nome evocativo "DA-MARIO--NON-TUTTO-MA-DI-TUTTO", abbreviato in "www.mario-ntt.com".

In breve tempo il suo sito fu molto frequentato e le prenotazioni fioccarono come neve a Natale sullo Stelvio.

A Novembre aveva gia' assunto un paio di persone e poteva dedicarsi alla gestione del business (come diceva Mario) con molto tempo libero.

Lo schema di Peano Urli

Archiviata la Geltrude, archiviato il processo, dimenticato l'affronto ricevuto dall'amico sacrestano, con una buona indipendenza economica e abbastanza tempo a disposizione , Mario riprese gli studi sull'energia.

Dai faldoni ordinati sugli scaffali del seminterrato estrasse la busta della corrispondenza con Peano Urli, dispose sulla scrivania tutte le carte contenute nella cartella e prese tra le mani il foglio ricevuto nello scorso maggio. Sollevo’ il foglio disegnato a mano dall’illustre scienziato lo pose sotto la luce della lampada pendente dal soffitto e lo osservo’ con estrema attenzione.

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Le poche ma essenziali note scritte da Peano dettero a Mario la certezza di essere sulla buona strada, le indicazioninello schema, scarne ma essenziali per una mente scientifica, erano li’ sulla carta, chiare per i pochi eletti ma volutamente oscure per gli scettici.

Tutti voi potete leggere " copper diode essential ", ma dove trovare i diodi di rame da poter poi montarli a ponte, e gli iper condensatori e le piastre di conduttore per la presa di terra?.

Subito ricordò che, da accanito lettore degli articoli sulla divulgazione scientifica, nei tempi felici della Geltrude e di Giuglio aveva letto una piccola, semplice pagina scritta da un certo Carlopavana (pseudonimo che spesso io uso) nella quale aveva descritto come ottenere i diodi rettificatori all’ossido rameoso (quello rosso), come provarli, come montarli, e come usarli per avere delle prestazioni molto interessanti sopratutto nella rettifica di frequenze molto elevate come quelle che permeano tutto lo spazio (o l’etere come scienziati eretici dicono)che ci circonda, da qui fino alle più remote galassie.

Molte voci dicono che l'enrgia catturata e'un sottoprodotto della materia oscura, ma per non incorrere in scomuniche scientifiche queste frasi sono sussurrate a bassa voce e solo tra amici.

Verso la meta’ di ottobre ricevetti una email da Mario e prendemmo contatti diretti. Mario mi illustro’ lo schema di Peano e mi propose di costruire per lui almeno 120 diodi rettificatori all’ossido rameoso. Mi chiese il costo di questo lavoro, io ricordando la professione per cui era famoso nel paese di Liparone gli proposi di procurarmi il rame ed il piombo necessari, poi ad ogni consegna fatta alle nove di ogni mattina mi avrebbe recapitato un vassoio di cornetti (dissi brioche) per non rivangare gli episodi generati dalla lettera che Mario aveva ricevuto lo scorso maggio. Non poteva opporre un rifiuto, l’odore che ogni mattina usciva dalle finestre di Mario tradivano il fatto che nella sua cucina si cuocevano ancora prelibatezze sia dolci che salate.

Cosi, nello spirito di collaborazione che contraddistingue gli amanti della scienza, rubando alla notte ore preziose, preparai 120 diodi all'ossido rameoso. Già dopo un solo giorno di produzione ottenni alcuni ponti e, dopo un attento collaudo, constatai che potevano sopportare una tensione di 60 volt e una corrente di 3 ampere. Forte di questi risultati iniziai le consegne dei diodi a Mario, consegne che procedevano con la stessa regolarità del viaggio che i vassoi di “cornetti” facevano dalla casa di Mario alla mia. La consegna dei diodi fini’ nella prima settimana di novembre ma i cornetti continuarono ad arrivare più per amicizia che per contratto.

Già dal primo giorno Mario mi disse che il lavoro procedeva, non sapevo che che velocità ne’ con quali risultati ma procedeva, Dalla sua voce purtroppo trapelava che la potenza non era tale da sperare di liberarsi delle sette sorelle, che, come tutti sanno, sono depositarie del potere energetico che costringe noi umani a privarci di una notevole fetta del nostro reddito per dar loro felicita’ e ricchezza. Giornalmente con Mario scambiavamo email, telefonate, spesso ci vedevamo per un aperitivo, cosi’ riuscii a seguire tutti i lavori e purtroppo a constatare la sua frustrazione per non ottenere i risultati che avrebbe desiderato.

Poco prima di Natale Mario ricevette una lettera, sempre con il francobollo con farfalle nella quale si trovava il disegno che riporto e la frase "Un albero di natale ha i rami accordati a varie frequenze come se fosse un sistemafrattale". Appena aperta la lettera sentii Mario urlò “PERDIANA E? VERO !!!! ORA CI SIAMO” Poi rivolto a me chiese “sono pronti gli altri ponti?” Certo risposi, sono più grandi e possono lavorare, se collegati in parallelo, con una tensione di 120 volt e sopportare una corrente di 200 ampere. Fino a poco fa ero sicuro che queste prestazioni non sarebbero mai state sfruttate, ma lo sguardo furbo di Mario mi instillò qualche dubbio.

Ritenevo allora che mai Mario avrebbe sfruttato completamente tali dispositivi e avrebbe come altre volte gettato al vento denari, anche se la mia mano d'opera era ben compensata da vassoi di “cornetti” che ogni mattina freschi e profumati rendevano più difficile stringere la cintura dei pantaloni. Purtroppo, o meglio, allora non sapevo quanto mi stavo sbagliando.

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Non vidi Mario per diversi giorni, un amico comune mi disse che aveva trovato una notevole quantità di tavole ricavandole da un mucchio di bancali (chiamati anche pallets) prelevati da un deposito di una ditta di spedizioni, e li aveva usati per fare un curioso albero di Natale tutto frastagliato e che sembrava un parto di una disegnatore tremante e che nessun bambino lo avrebbe usato per attirare i doni di babbo natale.

Quando passai per gli auguri di rito, vidi che l'albero di Natale preparato da Mario era messo orizzontale, adagiato sulla pergola del giardino e ornato di fili rossi. Perché rossi mi viene chiesto?. Sono di rame, e fu usata, mi è stato detto, una matassa di filo di rame, comprata in un campo nomadi delle vicinanze, matassa di filo lunga diverse centinaia di metri. Non sono mai riuscito ad avere lo schema preciso dei fili stesi da Mario ma ricordo che impiegò molti giorni a stenderli, tornando più volte a fare incetta di matasse di fili del rosso metallo.

Come ho gia’ detto io mi sono limitato a fornire alcune centinaia di ponti preparati in modo che potessero essere facilmente collegati sia in serie che in parallelo tramite morsetti a vite, ricevendo sempre, prima delle 9 di ogni mattina,una fornitura di cornetti spesso portate fa Linda. Linda chi? Meglio tacere che dire troppo! Linda e basta, o meglio Linda, che come recita l’etimologia del nome, è colei che porta i cornetti.

Rimasi assente da Milano per le festività natalizie ma il due di gennaio, aprendo il programma di posta, lessi una breve email trasmessa alle 3,45 della notte. Era di Mario che sommariamente diceva: Esperimento riuscito. Accesi fari, stufe, piani cottura, parabole a raggi infrarossi e molti altri dispositivi riciclando energia. Caricata anche batteriada 48 volt molto prima che con pannello fotovoltaico. Potenza MOLTO importante ma segreta.

Con questa notizia sono rientrato a Milano la sera del 4 gennaio e la mattina del 5, puntuale come la primavera, arrivarono i cornetti portati da Linda. Naturalmente chiesi di Mario, Linda addentando un cornetto sorrise e disse: Tutto bene, sta viaggiando, ma vedrai tu stesso appena verrai a trovarci.

Passai dalla casa abitata da Mario il 10 di gennaio, dalla strada si vedeva una grande quantità di luci accese,e, mentre la neve ingombrava anche il vialetto che portava al cancello di accesso al giardino, al di la’ della ringhiera diverse persone si muovevano nella casa e nel giardino in maniche di camicia, l’erba del prato era di un bel verde, nessuna traccia di ghiaccio nella casa. La cucina con pentole sulle piastre a induzione, lo stereo a tutto volume e tutte le luci accese. Le stufe elettriche e le parabole a raggi infrarossi fornivano un notevole tepore appena si varcava il cancelletto del giardino. Alcuni giardinieri stavano interrando dei cavi riscaldanti lungo il perimetro del giardino, anche questo era un simbolo di una incredibile disponibilità di energia elettrica.

Mario non era in casa. Mi accingevo a uscire dal giardino quando il suo vicino, quello che gli aveva permesso di montare quello strano albero di natale sulla pergola di confine mi fece cenno di avvicinarmi. Come tutti i vicini sicuramente un poco spione ed un poco pettegolo. Mario, mi disse, stava facendo viaggi verso la vicina Svizzera, ma, aggiunse ridacchiando, si ripara dal freddo con dei fogli di carta sotto la camicia. Ma risposi: cosa c’è di male! Niente rispose il vicino, solo che sembrano fogli da 500 euro e, sollevando la mano fece un gesto che non lasciava alcun dubbio, ripete’ 500 euro ciascuno,eh eh eh eh, e va in Svizzera,eh eh eh. Ridacchiava il curioso, forse sapeva, forse intuiva, forse era solo pettegolo.

Alla sera ci trovammo al bar “Aperitivo felice” e feci confessare a Mario un poco di cose. Mi confermò che aveva disdetto i contratti con le aziende distributrici di gas e di elettricità, ormai generava tanta energia che rischiava di riscaldare l’intero quartiere ma doveva stare attento perché i cavi di alimentazione delle case erano ormai vecchi e rischiavano di surriscaldarsi. Al secondo bicchiere confermo’ i viaggi in Svizzera, confermò anche che a causa del clima invernale indossava una maglietta fatta di fogli di carta, fogli che erano stranamente simili alle banconote da 500 euro dato che la carta in questione era molto tenace e particolarmente adatta a fermare gli spifferi della tramontana che e’ il vento prevalente in quelle regioni boreali. Al terzo bicchiere divenne serio,molto serio,dalla tasca interna della giacca estrasse alcune foto e me le passò. Le foto mostravano delle persone vestite con impermeabile nero, cappello a larga falda calato sugli occhi, dotati di strumenti simili a misuratori di campo che passeggiavano nella strada davanti alla casa di Mario. Leggevano lo strumento, scrivevano sul taccuino, due passi leggevano e scrivevano, parlavano tra loro, indicavano la casa, leggevano lo strumento, scrivevano i dati, parlavano al telefono. Si davano il cambio ma ormai da una settimana erano sempre presenti.

La sera del 31 di gennaio, anzi alle ore zero del primo febbraio, Mario sentì suonare alla porta, aprì e si trovò davanti uno strano personaggio con una nuvola di capelli bianchi che con un accento fortemente tedesco disse " Presto, le lobby della energia ti stanno per rapire, devi scappare, ti do un passaggio". Mario capì che non c'era tempo da perdere e, presi alcuni documenti e la valigetta con il circuito incriminato e i diodi rameosi che gli avevo preparato e seguì Paeano al vicino campo di volo amatoriale ove un convertiplano, silenziosissimo perché mosso da energia Peanica (rubata all'etere) sparì nella notte. Mario era tranquillo per il suo futuro, un grosso pacco di carta speciale, resistente al vento era ben conservato nella vicina, democratica e libera Svizzera, ma prima di lasciare la casa tirò una cordicella e l'intero sistema di cavi di rame precipito a terra in un tale disordine che nessuno avrebbe mai potuto ricostruire il suo aspetto originale.

La mattina dopo trovai nella cassetta delle lettere una busta con un francobollo pieno di farfalle. All'interno un foglio con su scritto "Il volo di una farfalla nell'isola può provocare un uragano nel mare della Cina (o nella tranquillità delle coscienze)".

Al posto della firma l'impronta di un'ala, multicolore, con tutta la polvere che copre la membrana alare dei lepidotteri. Una folata di vento, improvvisa ma benvenuta, asportò la polverina che si dissolse in un attimo un unanuvoletta multicolore nel cielo. Sotto era scritto l'indirizzo esatto di Mario e di Peano Urli con il nome della compagnia aerea, la UTOPIA’S AIRLINES che e’ l’unica compagnia che effettua voli diretti con l'isola di U-Topos.

La replica dell'esperimento da parte mia

Ho tentato di replicare l'esperimento nei due mesi successivi, ma i risultati che ho ottenuto sono incredibilmente modesti. Al massimo ho acceso alcuni led alimentati unicamente dall'energia che sono riuscito a prelevare dall'aria.

Un breve tutorial

L'energia immagazzinata in uncondensatore può essere espressa come

W = 1/2(C*V**2)

ove

W = energia memorizzata (joule)

C = capacità in farad

V = differenza di potenzia in volt

La carica di un condensatore può essere espressa come

Q = It

ove

Q = carica in coulomb (C)

I = Corrente in ampere (A)

t = tempo in secondi (s)

Poiché la potenza e'l'energia dissipata in un certo tempo, l'energia potenzialmente generata da un condensatore può essere espressa come

P = W/t

ove

P=Energia potenziale (Watt)

t = tempo di dissipazione (s)

La prova finale

Io non ho la testardaggine, l'abilità manuale ed il fascino di Mario e neppure lontanamente l'intelligenza e le conoscenze di fisica di Peano, pertanto il fatti che descrivo sono finalizzati ad invitare i volenterosi a ripeterel’esperimento. Tengano conto gli sperimentatori che le sette sorelle (Le società internazionali che controllano l’energia) sono sempre sospettose e sul chi vive. Rispetto al totalità del lavoro quanto ho descritto e' una piccolissima cosa ma spero che possano uscire altri sperimentatori come Mario che possano cimentarsi in questo tipo di progetto.

Naturalmente rimango a loro disposizione per fornire i diodi al puro costo di produzione, con integrazione dialtri prodotti diversi dai cornetti che ormai sono prerogativa di Linda dato che non ha seguito Mario nella sua avventura mondiale ed e’ stata dotata di forno industriale,impastatrice e nuova biancheria intima che fa risaltare le sue caratteristiche formali.

Un'altra lettera

Proprio mentre sto finendo di scrivere, e’ la sera del 31 di marzo, anzi sono le zero del primo aprile, ho ricevuto un'altra lettera. E’ di Mario ed arriva da una remota e paludosa regione dell’America centrale. Convenevoli,saluti, un biglietto pre pagato per un volo e una fotografia. In sintesi dice: "Sto allevando 20.000 (ventimila) di questi animali e produco due mega watt al giorno". Vieni e ci divertiremo.

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Spero che sia vero, ma ho i miei dubbi. Parto e se torno in tempo il primo aprile del prossimo anno ne sapremo di più. Carlopavana

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Commenti e note

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di ,

meraviglioso!

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di ,

Davvero compimenti per la fantasia

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di ,

Un racconto fantasioso che ironizza con simpatia su passioni e bizzarrie mescolate ad interazioni più comuni. Gradevole l'umorismo un po' surreale con cui sono tracciati anche i rapporti umani più classici.

Rispondi

di ,

Un pesce d'aprile in anticipo, ma proprio di poco! Povero Electrophorus electricus, messo in mezzo senza permesso!

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