La rete ethernet per come la conosciamo oggi, cablata con cavi in rame, esiste da circa 30 anni. Era infatti il 1990 quando è stato standardizzato il cavo di Categoria 3 ed il connettore RJ45 al fine di realizzare reti "10BaseT", cioè reti che raggiungevano un massimo di 10 Megabit per secondo, utilizzando cavi con 4 coppie "twistate".
Nel 1995 siamo poi arrivati al cavo Categoria 5, che raggiungeva i 100Mb/s e nel 1999 siamo arrivati sempre su rame a 1000 Mb/s, detta anche Gigabit Ethernet, interfaccia che oggi hanno tutti i PC.
Cosa c'entra tutto questo con la Internet Of things? Il nesso c'è: vediamolo assieme.
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I vantaggi di Ethernet
La tecnologia delle reti ethernet con il passare gli anni ha raggiunto un livello di diffusione e di affermazione sul mercato a dir poco enorme.
Negli anni '90 si sono iniziati a cablare uffici ed aziende ma nessuno si sarebbe immaginato che un giorno sarebbe arrivato anche nelle nostre case; io stesso nel 1998 durante alcuni lavori in casa inserii qualche tubo corrugato in più per la telefonia senza immaginare che di lì a qualche anno mi sarebbero stati utili per tutt'altra cosa (e che sarebbe stato meglio posarne qualcuno in più!).
Questa tecnologia è così consolidata che oggi al supermercato tra uno yogurt e una saponetta possiamo acquistare una stampante multifunzione e quando arriviamo riuscire a connetterla alla rete domestica in meno di 30 secondi, il tempo necessario al nostro PC per riconoscerla ed iniziare a scaricare il relativo driver.
In pratica dopo pochi minuti siamo in grado di stampare o scannerizzare una foto: meglio di così cosa possiamo pretendere?
Internet of Things
E' dai primi anni 2000 che nel mondo informatico si parla di "internet delle cose" o IOT, un termine con il quale si indicava in modo generico la futura connessione alla rete di tutti gli oggetti elettrici ed elettronici, soprattutto del mondo domestico o delle piccole realtà aziendali (small office).
Le promesse che si sono fatte dietro a questa sigla sono a dir poco "migliaia": lavastoviglie che si comandano dal telefonino, frigoriferi che ordinano i prodotti esauriti, lavabiancheria che si adattano alle nostre abitudini, robot da cucina che scaricano automaticamente la nostra ricetta preferita e tantissime, tantissime, tantissime altre.
Per non parlare di tutto quello che è stato promesso agli operatori del mondo "building" quali progettisti, installatori, imprese, e persino istituti per l'emissione dei mutui, durante fiere del settore, convegni ed articoli di testate specializzate: finestre che si regolano con le previsioni meteo, luci che si spengono da sole, allarmi connessi a telefonini e PC, sistemi di controllo della temperatura e del comfort per ottimizzare i consumi energetici, elettrodomestici che si sincronizzano tra loro per non consumare troppo o per allineare i consumi nella fascia oraria di minor prezzo e tanto tantissimo altro... anche qui.
Tanto fumo e niente arrosto
Ma a vent'anni dalla sua presentazione e... dopo vent'anni di promesse la verità sulla IOT è purtroppo amara: si tratta di una tecnologia totalmente in alto mare.
Ad esempio ad oggi non c'è uno straccio di standardizzazione che ci permetta di collegare il condizionatore o la caldaia o qualunque dispositivo di climatizzazione alla rete di casa, cablata o wifi, e che ci permetta di vederli dal nostro PC o dal nostro smartphone e di poterli far funzionare come meglio ci aggrada, magari facendo tra i dispositivi anche delle connessioni "logiche".
Men che meno ci è possibile integrare i dispositivi sopra indicati con l'illuminazione, gli elettrodomestici o gli impianti di sicurezza furto/incendio che si possono avere in casa o in azienda.
Tutti questi sistemi e/o oggetti sono oggi pensati da ogni singolo costruttore dentro un compartimento stagno e se anche sono dotati di protocolli di comunicazione richiedono un enorme lavoro di sviluppo per essere minimamente integrati, sempre che la cosa sia possibile.
Dopo vent'anni quindi la favola IOT non ha portato praticamente al nulla: la pompa di calore non dialoga con l'impianto fotovoltaico né con il contatore elettrico a meno di utilizzare dispositivi proprietari con i quali è possibile accedere solo da determinate APP (che magari non possono parlare con la Caldaia o con l'impianto d'allarme e viceversa).
E tanta nebbia
Da stendere infine un velo pietoso sulla situazione normativa dei sistemi domotici e di Building automation con tanti comitati tecnici in sede europea o internazionale che hanno partorito standard di tipo generale, quasi fossero delle "dichiarazioni di intenti".
Questo in pratica significa che non esiste un connettore "standard" per realizzare l'automazione degli edifici, ed i risultati si vedono: oggi abbiamo un mercato dove la maggior parte dei sistemi "domotici" usa ancora reti a 9600 bit/s, cioè tecnologie concepite negli anni '70 e quindi prive di qualunque possibilità di scalabilità o "upgrade" verso tecnologie più efficienti.
In altri casi invece si usano soluzioni proprietarie che naturalmente sono limitate dai componenti proposti da un unico costruttore e non permettono nessuna interoperabilità se non ricorrendo a dispositivi ulteriormente "proprietari", realizzando il gioco delle scatole cinesi.
Del resto per rendersi conto di quanto caotico è questo settore basta pensare a quanti diversi tipi di telecomandi ci sono per i dispositivi più disparati (condizionatori, tende elettriche, illuminazione, ecc) che rappresentano gli infiniti protocolli di comunicazione che esistono nei dispositivi e negli impianti residenziali e del terziario. Un labirinto dal quale non si vede la minima luce in fondo al tunnel!
Conclusione
Dopo vent'anni tutto quello che ci era stato promesso con la sigla IOT non è arrivato ad alcun compimento. E' vero che ci sono tanti progetti, ma sono sempre soluzioni proprietarie, soluzioni che non sono minimamente equiparabili alla rivoluzione che ha portato lo standard ethernet. E questo purtroppo non vale solamente per le applicazioni domestiche, ma anche nel terziario avanzato, come quello dei grandi edifici pubblici e privati.
Oggi in 30 secondi colleghiamo una stampante alla rete. Dopo 30 anni di ethernet invece per caldaie o condizionatori ancora non c'è uno straccio di connettore standardizzato, software o hardware che sia.
Forse è il caso di ammettere che "Internet of Things" è stato solamente un sogno.
Link Utili
Wikipedia: Ethernet over twisted pair https://en.wikipedia.org/wiki/Ethernet_over_twisted_pair