- Gli ultimi articoli di nunziato
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Come ti risolvo il tema di Maturità TPSEE 2017
pubblicato 8 anni fa, 8.952 visualizzazioni
Lo so adesso non serve più a nulla, gli esami sono finiti. Si ma mentre VOI studenti che studiano (e anche quelli che non studiano) avete fatto un esame io ne ho fatti molti quindi non è che abbia avuto molto tempo. Lo so, lo so che ero dall'altra parte della cattedra ma sempre molti scritti (4il doppio di molti considero anche le terze prove) e altrettanti orali ho dovuto sostenere.... Comunque se non serve ai maturandi 2017 potrebbe servire a quelli del 2018 o del 2019, isomma ai posteri, infatti, come disse quel mio amico che aveva una gigantografia di Marilin Monroe appiccicata ad una parete della sua stanza: "Ai POSTERS l'ardua sentenza" Ed ora a Lavoro.
Tema di: TECNOLOGIE E PROGETTAZIONE SISTEMI ELETTRICI ED ELETTRONICIPRIMA PARTE In una scuola ubicata in un edificio di tre piani, si deve realizzare un laboratorio tecnologico. L’edificio è alimentato in BT 400/230 V con punto di consegna in un locale tecnico sito al piano terra.Il locale destinato al laboratorio ha dimensioni 16 m x 9 m e deve essere dotato di:
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Di cosa misura il wattmetro nei sistemi trifase e di altre cose che potrebbero venir fuori...
pubblicato 8 anni fa, 8.284 visualizzazioni
Ho notato che spesso nel forum ricorrono domande sull'utilizzo dei wattmetri, soprattutto nei sistemi trifase e che a volte non è ben chiaro cosa misura tale strumento. Poiché io ho le idee tutt'altro che chiare, giusto per confondere ancor di più il mal capitato che si trovasse a leggere queste inutili note, scriverò dell'uso di codesto strumento per come l'ho sempre (male) utilizzato...
La potenza elettrica in corrente continua è :[Formula] quindi basta misurare la tensione e la corrente e moltiplicarle ed il gioco è fatto. E che c'entra inventare un nuovo strumento se gia voltmetro e amperometro l'hanno già inventati? Certamente per evitare di fare la moltiplicazione. Pensate sia semplice moltiplicare? L'avete mai fatto con i numeri con la virgola? E non venite a dirmi che hanno inventato le calcolatrici... Il wattmetro è stato inventato per non eseguire operazioni aritmetiche, infatti, con lo stesso strumento si misurano contemporaneamente la tensione e la corrente e "gualà" la potenza è bella e misurata, in watt naturalmente, altrimenti, se avesse misurato i cavalli vapore, lo strumento si sarebbe chiamato "cavallovaporemetro" che poi sarebbe stato uno strumento approssimativo perchè non sarebbe stato in grado di distinguere gli "asini fumo" (sottomultiplo dei cavalli vapore)...
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Come ti risolvo una rete. Tre Teoremi (2)
pubblicato 12 anni fa, 1.318 visualizzazioni
(2 - Segue)si prega di leggere in bianco e nero ed in atmosfera pregna di fumo di sigaretta ...
Laura Lorentz osservò il circuito ridotto, dove al posto di tutte quelle resistenze ve ne era una sola: equivalente.
"Ed ora vediamo come risolvere con una formuletta questa rete!" Esclamai con un che di trionfante. Tuttavia la ragazza continuava tenacemente a sostenere le sue tesi. "Voglio proprio vedere come fai senza Kirchhoff." "Oh!" Esclamai ancora. "Non ho mai detto che non avrei usato Kirchhoff, ho detto solo che non risolvevo un complicato sistema di equazioni." "Voglio proprio vedere." Disse, con saccenza, la ragazza.
"È una rete binodale (tutti i rami del circuito fanno capo a due nodi), applico il Teorema di Millman," nel frattempo stavamo dando fondo alla bottiglia di whisky, "questo teorema dice che posso sommare le correnti di cortocircuito di ciascun generatore (il rapporto tra la fem del generatore e la sua resistenza interna) e dividerla per la somma delle conduttanze di ogni singolo ramo (quindi la somma degli inversi delle resistenze), questa operazione mi dà proprio la tensione frai due nodi, la relazione matematica è semplice, " dissi, "applichiamola per calcolare la tensione fra i punti A e B:
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Come ti risolvo una rete. Tre Teoremi (1)
pubblicato 12 anni fa, 1.087 visualizzazioni
si prega di leggere in bianco e nero ed in atmosfera pregna di fumo di sigaretta ...
Erano pressappoco le undici del mattino, mezzo ottobre, sole velato e minaccia di pioggia torrenziale sospesa nella limpidezza eccessiva là sulle colline (cit. Il grande sonno di R. Chandler). Una telefonata, due ore prima, mi aveva svegliato nel mio ufficio, non ero tornato a casa la sera prima e, guardando la bottiglia vuota di whisky che si trovava sulla scrivania, avevo capito subito il perché avessi trascorso la serata in ufficio. La voce concitata della signora Whetastone era dall'altro capo del telefono. "Parlo con il signor Marlohm? il signor Philip Marlohm?" Cosa potevo fare? Cercava proprio me. Risposi si biascicando il monisillabo affermativo. La donna continuò. "Signor Marlohm, ho un caso da affidarle, venga da me al più presto." Appuntai l'indirizzo su un foglio di carta e dopo essermi acceso una sigaretta mi gettai nella caotica Los Angeles.
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Come ti risolvo una rete. Parte 5
pubblicato 12 anni fa, 722 visualizzazioni
(così ora mi odierà anche Galileo ...)
Fu la conclusione su le reti che nel NODO la summa delle correnti fosse zero e che, stessa istrana sorte ebbe a toccar a le tensioni in un percorso comunque chiuso su se istesso che mi spinse a trovar qualcheduno con lo qual disquisire sulle applicazioni di tali assai insoliti et istrani fenomeni. Non avendo però a trovar alcheduno di si fatta pazienza tal dallo affrontare cotesti oscosi argumenti ebbi a risolvermi a dissertare di ciò co l'unico disposto a perder lo tempo suo in tali reagionamenti. Questo qualcheduno est me istesso medesmo allo quale avrò a porre domande, passandomi ora per dotto (AH! AH! AH! AH!) ora per sommo ignorante delle cose elettriche.
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Come ti risolvo una rete. Parte 4
pubblicato 12 anni fa, 870 visualizzazioni
C'era una volt un generatore cattivo che frustava le cariche e le faceva camminare ma queste però facevano resistenza perché non volevano essere maltrattate. Le cariche però erano costrette a tornare dal loro aguzzino perchè la strada era una sola ed era chiusa. Quando tornavano, lui, l'aguzzino, le frustava di nuovo e le rimetteva con forza in cammino. C'era un'altra volt un omino che quando si accorse che il cattivo generatore frustava le cariche volle capirne il perché. in primis si risolse per chiedere direttamente allo spietato fustigatore. Gli si avvicinò e schiarendosi la voce disse: "Ohm... mi dofrebbe scuzare il dizturben (N.d.R. bisogna specificare che l'omino era tedesco) ma potrebbe dirmi per kuale motifo lei fustiga kuelle pofere cariche?".
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Come ti risolvo una rete. Parte 3
pubblicato 12 anni fa, 926 visualizzazioni
(si prega di leggere con voce greve e misteriosa) "Ci fu un tempo in cui strani esseri dai capelli ritti per l'eccessiva esposizione a cariche elettriche virtuali vergavano strani segni su fogli di carta e si accompagnavano a gemiti di approvazione quando il loro lavoro giungeva alla misteriosa conclusione. Questi esseri leggendari erano gli ultimi depositari di un sapere antico che risaliva alla notte dei tempi, proprio nel momento in cui ci si accorse che di notte era necessaria la luce, e benché il loro arcano sapere venisse sempre contestato, queste entità sovrannaturali continuavano il loro oscuro lavoro. Poi vennero gli elettricisti e dimostrarono che bastavano da due a cinque fili (si, ho contato pure il PE), poi vennero gli elettronici e dimostrarono che se le correnti erano basse bastavano delle sottili piste di rame, infine vennero gli informatici e dissero che bastava pigiare qualche tasto. E fu così che l'antico sapere venne perduto. Ora di tanto in tanto vengono ritrovate antiche pergamene pregne di questa antica erudizione e frammenti di quello che fu vengono rivelati..."Alcuni di questi frammenti sono QUI (parte 1) e QUI (parte 2)... Il fatto che qui e qui in italiano si scriva allo stesso modo complica un po le cose ....
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Come ti risolvo una rete. Parte 2
pubblicato 12 anni fa, 1.055 visualizzazioni
Avevo iniziato a riscrivere tutto ma poi mi sono ricordato che siamo su internet quindi per chi fosse interessato (cioè nessuno) la puntata precedente è QUI (parte 1) ...
Come nei migliori thriller, da buon serial killer, continuerò con l'assassinio delle leggi dell'elettrotecnica. La legge di Ohm è di facile applicazione su una resistenza. Basta conoscere il valore della resistenza, e la corrente in essa circolante o la tensione ad essa applicata e si calcola la grandezza incognita. Purtroppo gli elettrotecnici non si limitano ai semplici circuiti con un generatore ed una resistenza. No! quelli (gli elettrotenici) devono complicarsi la vita! Non bastava loro una resistenza ne devono mettere più di una e non si limitano a due o tre, in certi casi arrivano anche a cinque sei e i più sadici di loro anche ad una decina senza contare che poi vanno anche oltre e ci mettono dentro anche più generatori.
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Come ti risolvo una rete. Parte 1
pubblicato 12 anni fa, 1.380 visualizzazioni
Ho notato che spesso nel forum ricorrono domande sulla risoluzione di reti elettriche. In questo non mancano articoli e risposte sicuramente più precise, autorevoli ed esaurienti di quello che posso fornire. Mia intenzione, infatti è scrivere qualcosa che possa servire come promemoria a chi si dovesse ritrovare a risolvere delle reti elettriche e avesse dimenticato o mal compreso i principi di base. Poi è sempre possibile indirizzarmi commenti di biasimo o cancellare quanto ho scritto se (come credo) quanto scrivo si rivelasse totalmente inutile ...
Se Georg Simon Ohm quella sera si fosse fatto gli affari suoi, io oggi non ero qui a scrivere ... un bene per tutti! Cioè un bene che io non ero qui a scrivere. La legge di Ohm dice: "la forza elettromotrice o tensione elettrica che agisce tra le estremità della parte di un circuito è il prodotto fra la corrente e la resistenza della parte del circuito. Tradotto in "matematichese":
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Il cacolo del fattore di potenza lo puoi effettuare con la seguente formula: cos\varphi=\frac{E_a}{\sqrt{E_{a}^{2}+E_{r}^{2}}} dove: E_a è... 20:06
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Ricordo un articolo di Tuttonormel che sentenziava " i 20 ohm sono morti" 11:13
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o magari è stata Prysmian ad essersi ispirata a questo per il suo cavo :mrgreen: 19:24
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Non è tamto la posizione, quanto il fatto che manca il lavandino per lavarsi le mani... :D 19:24
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Vintage... che passione!
relè cronometrico.jpg Trovato rovistando nel laboratorio di mio padre (che non ricorda dove era installato) dovrebbe risalire agli anni '60. 14:46