DISCLAIMER: L'articolo usa un tono forte e alcune immagini sono crude.
Se qualche proprietario delle immagini che ho usato ne reclama il copyright non ha che da segnalarmelo, le rimuoverò immediatamente. Le immagini appartengono ai rispettivi proprietari, citati e linkati nel paragrafo relativo alla loro storia.
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Una introduzione atipica
Già, dovrei essere qui a scrivere di equazioni differenziali e, prima, di come si produce un oggetto industrialmente. Sono due articoli che ho promesso, per i quali non sono ancora riuscito a trovare un momento, purtroppo.
Novembre corre velocemente e il fatto che sia l'undicesimo mese dell' anno non aiuta certo la ricerca di un po' di tempo libero.
Oggi sono però riuscito a finire il mio lavoro prima del solito, quindi mi ritrovo in pigiama di fronte al PC, con la mente libera di pensare.
Come sempre mi succede in queste occasioni, in cui l'emotività riesce a sopraffarmi, ripenso intensamente a quelle immagini, a quei momenti di profondo dolore che ha vissuto Parigi, e con lei il mondo intero meno qualche sciagurato, per colpa del terrorismo. Ripenso a quando ne sono stato toccato, ripenso ai momenti in cui anche io ho realizzato che le cose non capitano sempre solo agli altri e non c'è un motivo oggettivo per il quale non debbano toccarmi in prima persona. La conseguenza di questi pensieri può essere soltanto una: sono sempre stato molto fortunato, molte volte a mia totale insaputa.
Io sono una persona sensibile e, credo fermamente, sia proprio questa la forza che in tanti anni e in tante occasioni (alcune davvero difficili) mi ha permesso di non abbandonare la ragione e di fare delle scelte che reputo giuste ancora oggi.
E' stato il mio desiderio di capire il mondo (assolutamente presuntuoso) che mi ha portato a studiare la physis, cioè la natura, fin da quando ero piccolo, quando mi stupivo con un ohmmetro di cui tenevo i puntali in mano.
Più li stringevo forte e più l'aghetto si muoveva verso il fondo scala. Quale strana magia collegava il mio sforzo alla lancetta?
Quando mi studio qualcosa di nuovo, di cui non so niente, cerco di rendermelo vicino, ti toccarlo con mano, proprio come fa un bambino quando porta alla bocca un oggetto nel tentativo di acquisirne più informazioni sensoriali di quante possano dargliene il tatto e la vista.
La prima reazione che ho avuto, quando ho appreso la notizia e nei giorni seguenti, è stata quella di volerla capire, di volerci ragionare sopra.
I fatti dal basso
Cosa sia successo al Bataclan e altrove a Parigi lo sappiamo tutti.
Gli innocenti che hanno messo la propria vita in mano a qualcuno che non esiste, in nome di qualcun altro che non esiste, per colpa di qualcuno che crede che andrà in un posto che non esiste ed avrà diritto a riscuotere i favori di sette donne vergini (che non esistono), hanno consegnato i fatti alla grande storia, seppur scritta nelle pagine della vergogna e non in quelle relative al progresso dell'umanità.
Ho scritto "gli innocenti", non lo stato islamico.
Ma chi sono questi innocenti?
Ne ho cercati alcuni e ho trovato delle storie straordinarie. Niente meglio di questo può spiegare quei fatti, per me.
Polina Buckley
è la fidanzata di Nick Alexander, l’addetto al merchandising della band Eagles of Black Metal che suonava quella sera al Bataclan. Purtroppo Nick viene raggiunto da molti proiettili e muore quasi subito.
Guardate, qui c'è la pagina Facebook della sua ragazza, Polina Buckley, appunto, che di lui scrive:
3 anni fa ci siamo incrociati per la prima volta. Mi sono innamorata sin dal primo momento in cui ho posato i miei occhi su di te. La nostra è stata la relazione più intensa che abbia mai vissuto. Eri tutto per me. Il mio amante, il mio migliore amico, la mia anima gemella”. Il mio cuore è distrutto. Mi mancherai terribilmente. Riposa in pace mio dolce principe. Ti amerò per sempre. Polina
Una storia semplice, vista così, che però permette di ragionare.
Perchè provocare deliberatamente tanto dolore?
Come avreste reagito se a morire fosse stato il vostro ragazzo o la vostra ragazza?
Già, la domanda è proprio questa, diretta, cruda, senza frasi satellite che ne mitigano il significato.
Avreste desiderato di ucciderli tutti?
Avreste desiderato di lanciare una bomba atomica sulla mecca?
No, sul serio, come avreste reagito?
Lasciando da parte l'emotività, invece, come avreste reagito? Qual è la cosa giusta da fare per fronteggiare i terroristi?
Filippo Salvioni
Filippo è un ragazzo italiano, è uno dei tanti emigranti che la nostra Italia ha visto andare via, con una bisaccia in spalle e tanta voglia di futuro. Ha studiato al conservatorio a Milano e ha deciso di andare a Parigi, dove, due anni fa, ha incontrato Michelli, una ragazza messicana, mentre coltivava l'amore per la musica.
E' il 26 Ottobre, "She said YES", ha scritto Filippo su Facebook. La sua Michelli ha accettato di sposarlo!
Poi ha postato una foto di loro due insieme, subito dopo.
Diciannove giorni dopo il giorno più bello, a La Belle Epoque, Michelli è stata uccisa dai colpi di Kalashnikov partiti da un terrorista.
"I’m fine, thnx everyone i need my line free". "Sto bene, grazie a tutti, ho bisogno che il mio telefono sia libero", scrive quella sera del 13 Novembre.
"Come sta Michelli?", gli scrivono tutti. Filippo risponde il giorno dopo, con il terribile post: "Ti amo amore mio, riposa in pace".
Eccoli, insieme. E' utile vedere che faccia avevano, queste persone che, a detta dei jihadisti, meritavano di morire:
E qui c'è il profilo Facebook di FILO, Filippo.
Sulla vetrina del ristorante c'è un foro fatto da un proiettile, dentro al quale qualcuno ha posto una rosa:
Michael O ‘Connor e Sara Badel
Si trovano entrambi al Bataclan, quando comincia l'inferno.
Il ragazzo si rende conto che i terroristi sparano dall'alto, quindi lui e la sua ragazza sono come dei pulcini in gabbia.
Prende la ragazza, la stende per terra e ci si sdraia sopra, facendo da scudo umano contro i proiettili purificatrici dei jihadisti.
Sono entrambi salvi. In una intervista che hanno rilasciato alla BBC lui dichiara:
C’erano due giovani che avanzavano dal fondo dell’arena. Hanno cominciato ad aprire il fuoco con quello che sembrava un 47s AK. Ho afferrato la mia ragazza e l’ho tirata giù per proteggerla. Abbiamo cercato di raggiungere l’uscita, ma non si poteva uscire. C’erano persone arrampicate su di me e ho pensato che se avessero sparato di nuovo noi saremmo stati colpiti così mi sono sdraiato sulla mia ragazza. Molte persone sono rimaste ferite intorno a noi, ma c’erano anche persone che erano evidentemente morte. Ho pensato che stavo per morire, non riuscivo a vedere in modo corretto, ma sparavano dal balcone sopra di noi quindi credo di aver pensato ‘stanno per spararci’ così ho detto a Sara che l’amavo. Che altro si può fare in quella situazione? Mi aspettavo di morire, e ho aspettato...
Ripeto, sono entrambi salvi. Evviva?
Dicono:
Le persone che ci hanno attaccato non erano musulmani, non erano nemmeno esseri umani. Non lasciate che questa tragedia ci divida, è esattamente ciò che questi animali vogliono.
E' una considerazione di una forza incredibile, che ci deve fare riflettere sulle domande che ci siamo posti prima.
Queste bestie sono musulmani? Sono umani?
Perchè si arrogano il diritto di autonominarsi portavoce di un dio che vola su un tappeto?
Dobbiamo essere lucidi, giusti e severi.
Non possiamo perdonare, non dobbiamo perdonare, ma non dobbiamo farci divorare dall'odio.
L'odio fermerebbe le nostre vite, fermerebbe il bello che c'è nella nostra Europa, cioè la sua libertà, la sua uguaglianza, la sua fratellanza, la sua tolleranza, la sua laicità di stato, pur con tutti i problemi che abbiamo.
Costoro non vogliono invadere l'Europa. Se non ci fossero frontiere e non ci fossero europei liberi costoro non vorrebbero venire qui.
Queste persone, in realtà, sono contro quanto c'è di bello in noi: lo invidiano e lo temono, quindi vogliono distruggerlo.
Queste persone (sì, mi viene difficile chiamarle così, ma non avranno il mio odio) sono contro il bello che c'è qui, ma non ce lo toglieranno.
Queste persone non sono musulmani e i musulmani devono avere il coraggio di isolare e segnalare i jihadisti.
I musulmani si chiamano fra loro "fratelli", ma, cari musulmani, se siete venuti a vivere qui in Europa DOVETE accettare le nostre regole, e noi dobbiamo assicurarci che voi le accettiate, perchè ora, se siete qui, i vostri fratelli siamo noi.
Questo specialmente se siete qui perchè volete migliorare la vostra vita, perchè non vi va più di sottostare al trattamento riservato alle donne, ai bambini, ai gay, ai religiosi non facenti parte della religione di stato.
Così sconfiggeremo l'ISIS, con i nostri valori, europei musulmani e non, insieme, come veri fratelli pronti a costruire un mondo pacifico, da consegnare ai nostri figli nel segno della pace fra i popoli.
Antoine Leiris
Non potrei essere più in sintonia con il pensiero del sig. Antoine Leiris, per cui vi riporto la sua lettera senza alcun mio commento:
Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa. L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio.
E vi faccio notare che la persona che ha avuto la forza di scrivere questa lettera a quei carnefici ha vissuto questo (l'immagine è cruda, ma DOVETE vederla):
I segni del sangue sul pavimento sono stati fatti dalle persone ferite che successivamente hanno cercato di uscire trascinandosi fuori. Alcune di loro sono morte dissanguate mentre si trascinavano fuori.
Louis
Louis è un bambino (bisogna ricordare soprattutto i bambini, chi c'è più innocente di loro?).
Chi gli spiegherà che la mamma e la nonna sono morte crivellate di colpi per proteggerlo?
Qui potete leggere la notizia.
Conclusione
Chi è il jihadista modello? Chi è questa figura prestata ad allah che va in giro per il mondo a farsi esplodere o a fucilare i cani infedeli?
Ci va molto coraggio per prendersela con questi avversari temibili e spaventosi che abbiamo descritto qui, vero?
Erano persone normali, che andavano a cena o ad un concerto.
Erano persone con una famiglia, persone che si volevano sposare, persone con figli piccoli.
Erano persone pericolose perchè non andavano in giro con un AK47, ma con un cuore.
Non è ironia, questa volta. Voi agite così perchè avete paura e invidia di cosa hanno queste persone:
un cuore, dei sentimenti, l'incapacità di essere trascinate nell'odio che porta alla distruzione l'uomo.
La loro forza è quella di essere persone semplici.
Nessuno meglio di loro può farci capire questi attacchi.
Il loro sacrificio non era richiesto, queste cose le abbiamo già capite.
Questo è ciò che dovete temere dall'europa e dagli europei.
Guardatevi allo specchio, chi è il jihadista che va ad ammazzare e a morire in giro per il mondo?
Qui ne avete un esempio: la cugina di colui che ha organizzato gli attacchi di Parigi.
Una vita vuota, sregolata, senza valori. Una vita povera, inutile.
Il jihadista è un povero di cuore, che non ha una vita, che ha una ragione per morire, ma non ne ha nemmeno una per vivere, per godere di quanto bella e intensa possa essere la physis.
Pietro