Il costo dell’illuminazione pubblica si aggira fra il 15 e il 25% del totale delle spese energetiche e si può avvicinare al 50% di quelle elettriche. Indipendentemente dalla quota che varia in relazione al Comune considerato, la tecnologia mette a disposizione materiali e sistemi atti a ridurre sensibilmente i consumi di energia elettrica con evidente beneficio economico e ambientale. Al fine di ottenere un’efficienza energetica nella pubblica illuminazione (inclusi i semafori), si possono applicare i seguenti interventi:
- sostituzione dei componenti e sistemi con altri componenti più efficienti (lampade, alimentatori , corpi illuminanti);
- adozione dei sistemi automatici di regolazione, accensione e spegnimento dei punti luce (sensori di luminosità sistemi di regolazione di flusso);
- installazione di sistemi di telecontrollo e gestione energetica della rete d’illuminazione.
Per quanto concerne le lampade, la prima cosa da fare è la sostituzione delle lampade a vapori di mercurio (ormai dichiarate fuori legge), con quelle al sodio ad alta o bassa pressione.
L’evoluzione di queste lampade ha permesso il raggiungimento di rese cromatiche e durate di funzionamento eccellenti.
Per quanto riguarda gli alimentatori, la soluzione ottimale è di utilizzare quelli elettronici, che consentono di ridurre i consumi di energia tra il 5 e il 10%, di migliorare il funzionamento delle lampade grazie ad una frequenza di alimentazione elevata, quindi consentono maggiori durate rispetto a quelli magnetici.
Un altro aspetto importante è la scelta dei corpi illuminanti; infatti, una corretta scelta degli stessi consente di ottimizzare la distribuzione del flusso luminoso, il rendimento di riflessione e la manutenzione (si ricorda i regolamenti regionali obbligano l’uso di ottiche antinquinamento luminoso).
I regolatori di flusso consentono risparmi energetici ragguardevoli dell’ordine del 30%, ma il loro impiego è in parte ostacolato dalla norma UNI 10439 (requisiti di quantità e qualità necessari per la progettazione, la verifica e la manutenzione di un impianto d’illuminazione stradale); la norma limita la percentuale di abbassamento del flusso luminoso. In pratica, le riduzioni dei consumi conseguibili sono dell’ordine del 15-20 %. I riduttori di flusso luminoso consentono un risparmio energetico agendo direttamente sulla regolazione della tensione delle lampade e ottenendo una conseguente riduzione dell’intensità di corrente di linea. Ne risulta una potenza assorbita e, quindi a parità di tempo, una diminuzione di energia consumata.
Un altro dispositivo per la corretta gestione dell’impianto d’illuminazione è l’interruttore crepuscolare. Si tratta di un sensore che misura l’intensità della luce naturale e inserisce l’impianto in relazione alla luminosità desiderata. Un sistema di ritardo temporale e d’isteresi di comando impedisce il continuo alternarsi della chiusura e dell’apertura del circuito.
Per quanto riguarda i semafori a led, in una città di medie dimensioni il consumo dei semafori incide per circa il 10% sul totale della pubblica illuminazione. L’innovazione tecnologica ha messo a disposizione nuove lampade semaforiche formate da gruppi a led. La diffusione di queste lampade con attacco standard (E27), che possono essere montati in pochi minuti su impianti esistenti, è iniziata da tempo in molti paesi, mentre in Italia solo ora si stanno compiendo i primi passi. I vantaggi nell’uso del LED sono anche una maggiore sicurezza per le installazioni semaforiche, connessa a una maggiore visibilità in condizioni atmosferiche critiche. In questo caso, infatti, il LED non solo consuma meno, ma non ha bisogno del filtro (nel caso del rosso, per esempio, il vetro colorato fa passare solo il 20% della luce emessa), in quanto la luce è già colorata:tale luce, essendo monocromatica, risulta particolarmente brillante. Una lampada a led per una lanterna da 200mm ha una potenza di circa 10W; per gli attraversamenti pedonali o le frecce direzionali si scende a circa 5W e si utilizzano lampade in cui sono i LED a formare la figura senza bisogno di filtri. Inoltre, rispetto alle lampade a filamento, i LED hanno una minore perdita di luminosità nel tempo e sono meno sensibili alle vibrazioni, hanno di conseguenza una vita più lunga nelle applicazioni particolarmente gravose.
(Bibliografia: Le energie rinnovabili a cura di Luca Rubini, Silvia Sangiorgio HOEPLI Editore 2012)