Di tanto in tanto capito su articoli di alcuni anni fa e decido di farne una nuova edizione, od ampliarli, armonizzandoli con gli altri del blog, in particolare per le formule matematiche ed i disegni. In questo caso si tratta del metodo usato nello studio dei sistemi trifasi dissimmetrici e squilibrati negli impianti elettrici.
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Generalità
Normalmente le tensioni di un sistema trifase sono simmetriche ed i carichi importanti, equilibrati. Squilibri normali si hanno con carichi monofase e, nella distribuzione in bassa tensione, l'equilibrio può essere solo di tipo statistico.
Si hanno poi dissimmetrie e squilibri in caso di guasti (rottura dell’isolamento) ed interruzioni di fasi.
E’ necessario affrontare lo studio della rete trifase anche nelle condizioni anomale di guasto per dimensionarne le protezioni.
Si può ricorrere al sistema di equazioni derivato dai principi di Kirchhoff, ma per utilizzare considerazioni e formule dei sistemi equilibrati, ed anche per comprendere meglio la dipendenza di tensioni e correnti dai componenti dell'impianto, è utile la teoria delle componenti simmetriche.
Scomposizione di una terna dissimmetrica
Si può dimostrare che qualsiasi terna di vettori può essere scomposta in tre terne:
la simmetrica di sequenza diretta, la simmetrica di sequenza inversa e l’omopolare o sequenza zero.
La terna diretta è costituita da tre vettori uguali sfasati di 120° che si susseguono nel senso ciclico orario, stabilito nella rappresentazione grafica.
la terna inversa è costituita da tre vettori uguali e sfasati di 120 ° che si susseguono nel senso ciclico inverso (antiorario)
la terna omopolare è costituita da tre vettori in fase
.
Definendo l'operatore complesso
che, moltiplicato per un vettore lo fa ruotare in senso antiorario di 120° senza modificarne il modulo,
la terna diretta si può scrivere in questo modo
la terna inversa in quest'altro
e, per la terna omopolare si può scrivere ovviamente
Nella figura sequente è mostrato graficamente come la composizione delle tre terne simmetriche dia luogo alla terna dissimmetrica .
Matematicamente i grafici corrispondono alle espressioni
Partendo invece dalla terna dissimmetrica, si possono ottenere le tre terne simmetriche.
Possiamo infatti vedere che, sommando le tre equazioni scritte in precedenza e tenendo presente che
si ottiene
da cui si ricava il vettore della terna omopolare,
Dopo aver moltiplicato i due membri della seconda per e quelli della terza per
, tenendo presente che
si ha
Sommando le tre equazioni, sempre ricordando che si ottiene
da cui si ricava , il primo vettore della terna diretta.
Con procedura analoga si può ricavare il primo vettore della terna inversa
Il seguente grafico corrisponde alle precedenti operazioni algebriche
Nota:
- Nella precedente discussione si sono rappresentati i vettori con il simbolo E, in genere usato per le forze elettromotrici. Non bisogna per questo pensare che ci si riferisca solo alle tensioni: la scomposizione è valida qualunque sia la grandezza elettrica che il vettore ( meglio fasore) rappresenta
Circuiti monofase equivalenti
Un sistema trifase simmetrico ed equilibrato può essere studiato riferendosi ad un circuito monofase detto circuito monofase equivalente. In tale circuito la tensione del generatore è la tensione stellata del sistema, mentre le impedenze dei carichi sono quelle della stella equivalente. Ricordiamo che un collegamento a triangolo può essere sostituito da un collegamento a stella dove le impedenze sono un terzo di quelle del triangolo. Le impedenze longitudinali delle linee, dei generatori e dei trasformatori, sono in serie alle impedenze della stella, quelle trasversali in derivazione.
In definitiva un sistema trifase simmetrico ed equilibrato di tensione nominale U (che è la tensione concatenata), se è l'impedenza di un ramo della stella equivalente,
l'impedenza longitudinale di linee ed apparecchiature è riconducibile al circuito
che ne rappresenta una fase, quindi un terzo delle potenze in gioco. La corrente di quella fase si calcola con

Per le altre due fasi basta costruire la terna simmetrica sia delle tensioni che delle correnti a partire dalle grandezze di quella rappresentata.
Bipoli di sequenza
In presenza di squilibri e dissimmetrie tensioni e correnti in un sistema trifase danno luogo a terne dissimmetriche. Ogni terna dissimmetrica, come mostrato, tensioni o correnti che siano, può essere scomposta in tre terne simmetriche. Se ogni terna simmetrica di tensioni dà luogo ad una terna di correnti dello stesso tipo, il sistema trifase dissimmetrico e squilibrato può essere ricondotto allo studio di tre sistemi simmetrici, ognuno dei quali si risolve ricorrendo al circuito monofase equivalente che vi corrisponde.
Ciò vale per le reti trifasi simmetriche. In conseguenza delle loro caratteristiche costruttive, si assume che gli elementi delle normali reti trifasi (alternatori, linee, trasformatori) godano di tale proprietà, e che la stessa ipotesi valga anche per i carichi equilibrati in genere, motori asincroni compresi.
La situazione che si presenta allora in una sezione di impianto, può essere pensata come la sovrapposizione dei regimi di tre bipoli monofasi indipendenti. Il bipolo alla sequenza diretta, quello alla sequenza inversa, quella alla sequenza zero. Per ognuno di questi circuiti si può stabilire una equazione del tipo dove
rappresenta la tensione presente nella sezione allo studio corrispondente alla sequenza considerata,
la tensione a vuoto prodotta da quella sequenza,
la corrente a quella sequenza e
l'impedenza relativa. La figura riassume quanto esposto
Le equazioni dei tre bipoli sono dunque
Le impedenze si determinano imponendo, nella sezione considerata, una arbitraria terna di tensioni, rispettivamente di sequenza diretta, inversa e zero, dopo aver spento i generatori della rete, calcolandone la rispettiva terna di correnti, e facendo il rapporto tra una delle tensioni di fase imposte e la corrente da essa generata. In pratica si ricava il generatore di Thevenin della rete visto nella sezione considerata, per ogni sequenza.
In genere poi, si ammette che i generatori della rete, diano luogo a sole tensioni di sequenza diretta per cui si assumerà . I bipoli di sequenza diventano perciò
Applicazione: cortocircuito fase-neutro
Supponiamo ci sia un cortocircuito tra la fase 1 ed il neutro mentre le altre due fasi sono integre.
Ciò significa che
Applicando le [4],[5],[6] alla terna dissimmetrica delle correnti si ottiene
Applicando le relazioni che definiscono i bipoli di sequenza e tenendo conto della precedente uguaglianza
Sommando le equazioni ed applicando la [1] si ha
da cui
Tutto avviene come se i tre bipoli fossero in serie a formare un circuito chiuso
Impedenze di sequenza
Per il calcolo della tensione a vuoto dei bipoli, basterà, in genere, come già osservato, determinare quella alla sequenza diretta nel funzionamento normale. Nella maggior parte dei casi la si considererà uguale alla tensione nominale del sistema.
Per le impedenze di sequenza, occorre invece considerare tutti e tre i casi.
Conoscendo la struttura della rete (generatori, trasformatori, linee, carichi) ed il regime normale di funzionamento è possibile ricavare, con i soliti metodi di calcolo, i parametri che definiscono i bipoli. Si rappresentano gli elementi di rete con gli schemi equivalenti che ne descrivono il funzionamento alla sequenza considerata, collegandoli secondo la configurazione della rete.
Quanto segue ha lo scopo di fornire un'idea dei valori delle impedenze di sequenza negli impianti di produzione e distribuzione, senza entrare nei dettagli.
L'impedenza alla sequenza diretta è quella che si deduce dopo aver rappresentato gli elementi della rete con i circuiti equivalenti, più o meno semplificati, impiegati nella trattazione del normale funzionamento trifase.
- Per una macchina sincrona in regime permanente, coincide con la reattanza di dispersione o con la reattanza sincrona, a seconda che la macchina sia provvista o meno di regolatore automatico di tensione in grado di mantenere invariato il flusso al traferro. La reattanza sincrona riferita alla impedenza di base data dal rapporto tra la tensione nominale stellata della macchina e la corrente nominale, varia dal 40% al 250%. E' bene ricordare che molte sono le reattanze di cui tenere conto per le macchine sincrone a seconda del regime che si desidera considerare e sono fornite dal costruttore. Rimando per esse alla letteratura specifica. Potrà essere argomento ad ogni modo di un nuovo articolo. Per ora segnalo qualche link, nell'ultimo paragrafo, che accenna all'argomento.
- Per i trasformatori coincide in pratica con la reattanza di cortocircuito.
- Per i motori sincroni dipende dalla potenza erogata.
- Per le linee di trasmissione con i valori che si ottengono dai parametri di esercizio che le caratterizzano.
Differisce da solo nel caso di macchine rotanti.
- Per una macchina sincrona, tanto per averne un'idea, si può considerare un'impedenza pari al 20% dell'impedenza sincrona, ma è un valore in realtà molto variabile comunque dell'ordine di grandezza della reattanza subtransitoria.
- Per i motori asincroni, l'impedenza alla sequenza inversa corrisponde in pratica all'impedenza di cortocircuito.
- Per i trasformatori è uguale all'impedenza di sequenza diretta come per le linee.
Qui le cose cambiano abbastanza radicalmente ed il valore dell'impedenza zero dipende dall'esistenza o meno di collegamenti che consentono la circolazione di correnti omopolari.
- Per una macchina sincrona con avvolgimento a stella, se il centro stella non è accessibile, l'impedenza zero è infinita. Se invece il neutro è accessibile e collegato a terra
è, per averne un'idea, dell'ordine del 10% dell'impedenza sincrona. Occorre poi considerare in questo caso anche l'impedenza del collegamento a terra: il triplo del suo valore deve essere aggiunto all'impedenza omopolare della macchina.
- Per un motore asincrono, mancando sempre il sneutro, l'imedenza alla sequenza zero è infinita.
- Per i trasformatori dipende dal tipo di collegamento degli avvolgimenti e dalla struttura del circuito magnetico.
Vediamo i casi più importanti.
- Collegamento triangolo-stella con centro stella collegato a terra. E' quello generalmente usato nella trasformazione MT/bt. Le correnti ompolari possono circolare negli avvolgimenti del secondario per il collegamento a terra e negli avvolgimenti primari perché possono richiudersi nel triangolo. L'impedenza di sequenza zero coincide allora con l'impedenza di cortocircuito del trasformatore. Le correnti di sequenza zero non circolano invece nella linea che alimenta il primario per cui ciò che sta a monte corrisponde, per la sequenza zero, ad una impedenza infinita. L'avvolgimento a triangolo rappresenta dunque per tali correnti un blocco
- Collegamento stella-stella con entrambi i centri stella a terra. Le correnti omopolari possono circolare sia nei secondario che nel primario per cui l'impedenza omopolare coincide, come nel caso precedente, con l'impedenza di cortocircuito del trasformatore. A differenza però del caso precedente, le correnti omopolari possono ora circolare anche nella linea che alimenta i primari, quindi vanno considerate le impedenze a monte per determinare la totale impedenza di sequenza zero della rete considerata.
- collegamento stella-stella con collegamento di un solo centro stella a terra. Non potendo circolare le correnti di sequenza zero negli avvolgimenti non collegati a terra, l'impedenza di sequenza zero è molto elevata e dipende dalla struttura del circuito magnetico. Nel caso più frequente di trasformatori a tre colonne, cioè a flussi vincolati, in genere l'impedenza zero è dell'ordine del 10% dell'impedenza a vuoto del trasformatore. Nel caso invece dei trasfornmatori a flussi liberi (trasformatori a 5 colonne o tre trasformatori monofase indipendenti, l'impedenza alla sequenza zero coincide con l'impedenza a vuoto.
- Per le linee la
dipende dalla disposizione dei conduttori, dalla presenza o meno della fune di guardia, dalla resistività del terreno. Come ordine di grandezza si può assumere un valore che va da tre a cinque volte l'impedenza alla zequenza diretta.
Esempio qualitativo
Un generatore sincrono con centro stella collegato a terra, alimenta un trasformatore MT/BT planare, con collegamento triangolo stella e centro stella a terra che, tramite una linea lunga l alimenta un motore asincrono e tre resistenze uguali collegate tra fasi e neutro.
Lo schema unifilare è riportato nella figura. Nella stessa figura poi sono rappresentati i circuiti da considerare per ogni sequenza, sostituendo agli elementi elettrici lo schema equivalente secondo le indicazioni in precedenza fornite.
Ad esempio si considera solo esistente la tensione di sequenza diretta; l'impedenza diretta della macchina sincrona è la reattanza sincrona; quella inversa è assunta pari al 20% della sincrona, quella alla sequenza zero pari al 10%. Le correnti di sequenza zero possono circolare per la presenza del collegamento a terra del centro stella.
Lo schema del trasformatore è il solito equivalente, con le normali reattanze di cortocircuito XccT e di magnetizzazione X0T sia per la sequenza diretta che per l'inversa. Per la sequenza zero invece esso rappresenta un blocco per le correnti omopolari (primario aperto verso il generatore) e la reattanza di magnetizzazione, essendo i flussi vincolati, quindi dovendosi richiudere con percorsi in aria tra giogo e giogo, è molto più bassa della normale reattanza di magnetizzazione, ed è stata assunta pari a 10 volte la reattanza di cortocircuito.
L'impedenza di linea per tutti e tre i circuiti di sequenza si trova moltiplicando reattanza e resistenza unitarie per la lunghezza della linea. La resistenza R è identica in tutte e tre i circuiti, mentre l'impedenza alla sequenza zero del motore è infinita; quella alla sequenza inversa pari alla reattanza di cortocircuito, quella alla sequenza diretta è dipendente dalla potenza erogata.
Se si ha un guasto a terra in S, dei tre circuiti disegnati si ricaverà il generatore di Thevenin vista da S, ottenedo i tre biboli di sequenza che, per calcolare la corrente di guasto, vanno ora messi in serie.
Per la ETh del generatore equivalente visto dalla sezione S in genere, senza tanti calcoli, si considera la tensione nominale a vuoto del sistema.
La è il parallelo tra l'impedenza equivalente dei carichi e l'equivalente del sistema di generazione e trasmissione. In genere l'impedenza dei carichi è abbastanza maggiore di quella del sistema di trasmissione, così che non occorre conoscerla con precisione ed è anche possibile in certi casi trascurarla senza commenttere grandi errori.
Biblografia e link
- Lezioni di impianti elettrici - vol I - Antonio Paolucci CLEUP, 1971
- Trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica - Noverino Faletti - Paolo Chizzolini, Patron editore, 2004
- Analisi dei sistemi trifase
- Cabine Mt/BT: teoria ed esempi di calcolo di cortocircuito
- Sistemi trifasi
- Reattanze delle macchine sincrone
- Reattanza subtransitoria di un alternatore
- Reti di sequenza (vecchio articolo...)
- Linee aeree: calcolo impedenza omopolare