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Addobbi natalizi luminosi

Indice

Premessa introduttiva

Siamo ormai arrivati quasi alla fine del 2013 e come ogni anno, con l’imminente arrivo delle feste natalizie, torna di attualità il problema degli addobbi luminosi; stelle, fili, cascate, pupazzi, sia per uso interno che all’aperto. Questo articolo vuole essere un utile supporto per tutti coloro che direttamente o indirettamente saranno coinvolti nella loro utilizzazione, in modo particolare per tutte quelle persone che in ambiente domestico si accingono a fare la felicità di moltissimi bambini apprestandosi ad illuminare alberi, presepi, balconi, facciate, giardini.


 Una via decorata con luminarie natalizie, impianto non soggetto al D.M. 37/08

Una via decorata con luminarie natalizie, impianto non soggetto al D.M. 37/08


Decorazioni natalizie in un supermercato, impianto soggetto al D.M. 37/08

Decorazioni natalizie in un supermercato, impianto soggetto al D.M. 37/08

Caratteristiche tecniche

Gli addobbi natalizi luminosi, comunemente definiti luminarie, sono a tutti gli effetti considerati componenti elettrici; si presentano generalmente come un insieme di catene luminose alimentate da un impianto elettrico, hanno carattere temporaneo e vengono installati all’aperto (strade, piazze, parchi) o all’interno di locali pubblici e/o privati (centri commerciali, negozi, abitazioni).

Dal punto di vista normativo le luminarie sono equiparate agli apparecchi di illuminazione e devono essere realizzate in conformità alle norme: EN 60598-1 “Apparecchi di illuminazione – Prescrizioni generali e prove”, recepita con la norma CEI 34-21 si applica agli apparecchi di illuminazione per lampade a incandescenza, lampade fluorescenti e altre lampade a scarica, alimentati con tensione non superiore a 1000 V; EN 60598-2-20 “Apparecchi di illuminazione – Prescrizioni particolari – Catene luminose”, recepita con la norma CEI 34-37 si applica alle catene luminose con lampade ad incandescenza collegate in serie o in parallelo all’interno o all’esterno e alimentate a tensione non superiore a 250 V. Alle medesime norme devono rispondere anche le luminarie assemblate “in loco” per adattarle alle caratteristiche architettoniche degli edifici, ad esempio per la decorazione di palazzi, monumenti, abitazioni; in questo caso l’installatore assume anche il ruolo di costruttore con assunzione delle relative responsabilità. Dal 1993 gli apparecchi di illuminazione possono circolare in tutta Europa con il marchio ENEC (European Norms Electrical Certification), il quale certifica che un prodotto è conforme alle norme EN 60598 e offre all’utilizzatore finale la massima garanzia per quanto riguarda le procedure applicate nella produzione dei prodotti.

Le luminarie vengono realizzate con lampadine in serie o in parallelo, a seconda dell’uso:

- collegamento in serie le lampadine vengono collegate una di seguito all’altra fino a formare un anello, per cui ogni lampadina è sottoposta ad una tensione pari alla tensione totale di alimentazione diviso il numero delle lampadine che costituiscono la catena; in queste catene devono essere riportate, in modo ben visibile, indicazioni con le caratteristiche delle lampadine al fine di evitare l’errata sostituzione con altre non adatte. Questo tipo di collegamento impiega lampadine a bassissima tensione il cui numero è limitato dal valore della tensione di alimentazione ed in caso di guasto di una sola di esse, si spegne l’intera catena; per questi motivi il sistema in serie viene usato soprattutto per piccole catene luminose in ambienti domestici, negozi o uffici.

- collegamento in parallelo ciascuna lampadina è collegata direttamente alla tensione di rete, di conseguenza i fili di alimentazione devono percorrere l’intera lunghezza della catena; rispetto alla tensione di alimentazione il numero delle lampadine può essere illimitato e in caso di guasto di una lampadina le altre restano accese. Per questa flessibilità il sistema di collegamento in parallelo viene usato per quelle luminarie installate in strade, piazze, monumenti, fontane, dove occorre anche limitare gli interventi di manutenzione.

Le luminarie possono essere:

- smontabili sono costruite in modo tale che tutti i componenti possono essere sostituiti;

- non smontabili nessun componente può essere separato e sostituito dalla catena luminosa;

- sigillate ad esempio quelle infilate in tubi isolanti trasparenti rigidi o flessibili, sigillate alle estremità e prive di giunzioni;

- per uso interno possono essere utilizzate solo in ambienti interni privi di umidità;

- per uso esterno possono essere utilizzate all’aperto e sono protette dalla penetrazione di corpi solidi di piccolissime dimensioni e spruzzi o getti d’acqua.


Riferimenti normativi applicabili

CE 95/2006 “Direttiva Bassa Tensione”;

CE 108/2004 “Direttiva Compatibilità Elettromagnetica”;

Legge n.791 del 18/10/1977 attuazione della Direttiva 72/23/CEE;

D.L. n.194 del 6/11/2007 attuazione della Direttiva CE 108/2004;

EN 60598-1 “Apparecchi di illuminazione – Prescrizioni generali e prove”;

EN 60598-2-20 “Apparecchi di illuminazione – Prescrizioni particolari – Catene luminose”;

CEI EN 61347-2-11 “Dispositivi di controllo per lampade – Prescrizioni particolari per circuiti elettronici eterogenei usati con gli apparecchi di illuminazione”;

EN 55015-1 “Compatibilità elettromagnetica”;

EN 61000-3-2 “Compatibilità elettromagnetica – Limiti per le emissioni di corrente armonica”;

EN 61000-3-3 “Compatibilità elettromagnetica - Limitazione delle variazioni di tensioni, fluttuazioni di tensione e del flicker in sistemi di alimentazione in bassa tensione”;

EN 61547 “Apparecchiature per illuminazione generale – Prescrizioni di immunità EMC”;

La compatibilità elettromagnetica non si applica alle catene luminose con lampade ad incandescenza (ormai sostituite da quelle alogene) senza dispositivi elettronici. Per catene luminose di classe III si applica la norma EN 61558-2-6 “Sicurezza dei trasformatori, dei reattori, delle unità di alimentazione e prodotti similari per tensioni fino a 1100 V – Prescrizioni particolari e prove per trasformatori di isolamento di sicurezza e unità di alimentazione che incorporano trasformatori di isolamento di sicurezza”.


Principali prescrizioni normative

Le catene luminose devono rispettare le seguenti prescrizioni normative:

- essere alimentate da una propria fornitura se installate su suolo pubblico, non è consentito collegarle alla fornitura dell’illuminazione pubblica.

- se installate in luoghi pubblici e alimentate provvisoriamente dall’ente distributore, non sono soggette al D.M. 37/08; mentre se installate in proprietà private, ad esempio negozi, centri commerciali, abitazioni, possono essere collegate allo stesso impianto elettrico dell’edificio e quindi sono soggette al D.M. 37/08;

- se installate all’aperto, devono essere protette contro i corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm e contro la pioggia o gli spruzzi d’acqua con grado di protezione (Increased Protection) IP43 o IP44 comprese le cassette di derivazione e le spine che possono essere anche di tipo domestico; in funzione del luogo di installazione, ad esempio in prossimità di fontane, zone con continua presenza di neve, ambienti polverosi, è buona norma proteggerle anche contro la polvere e i getti d’acqua con grado di protezione IP55;

- essere di classe II (doppio isolamento) oppure di classe III (bassissima tensione di sicurezza, SELV);

- le guarnizioni devono aderire perfettamente intorno alle lampadine, devono resistere alle variazioni atmosferiche e devono rimanere sul portalampade anche a lampadina estratta;

- se realizzate con lampadine in serie devono riportare con apposita targhetta, posta in prossimità della spina di alimentazione, indicazioni circa la tensione delle lampadine al fine di evitare la sostituzione con altre non adatte;

- se non realizzate in classe III, devono avere un cavo di alimentazione in gomma tipo H05RN-F o altro equivalente, della lunghezza minima di 1,5 m e massima di 3 m, dalla spina alla prima lampadina; in caso di cavi di alimentazione superiori a 3 m il cavo deve essere in gomma tipo H07RN-F o altro equivalente;

- ai sensi del D.L. n.151 del 25 luglio 2005 relativo allo smaltimento dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), è assolutamente vietato gettare i RAEE nella spazzatura generica, a fine vita devono essere raccolti presso le piazzole ecologiche comunali per essere poi inviati ad appositi centri di raccolta e recupero a carico dei produttori, che sono obbligati ad apporre sul prodotto il simbolo per indicare che a fine vita la catena luminosa dovrà essere oggetto di raccolta separata e non deve essere trattata come un normale rifiuto urbano. Nel caso non fosse possibile apporre il simbolo direttamente sul prodotto, dovrà essere presente e ben visibile su istruzioni o imballo o garanzia; la vigilanza sull’applicazione delle normative RAEE è demandata al Ministero delle Attività Produttive;

- essere installate con funi di sostegno in nylon o metallo adeguatamente isolato, il carico di rottura della fune di sostegno deve essere di almeno 20 volte il peso della catena luminosa con un minimo di 400 kg, mentre i sostegni della fune devono garantire una resistenza meccanica superiore a quella della fune. I pali di sostegno delle linee elettriche aeree non possono essere usati per ancorare le luminarie, fatto salvo il caso che le linee siano in cavo e si abbia il consenso del Distributore; lo stesso vale per i pali dell’illuminazione pubblica, fatto salvo il caso che si abbia il permesso del comune di competenza.

- le catene luminose, in quanto considerate componenti elettrici, sono soggette alla Direttiva di Bassa Tensione e devono riportare con apposita etichetta, in modo ben visibile, le seguenti indicazioni: marcatura CE ed eventuale marchio di qualità del costruttore; segno grafico per la classe II o III; grado di protezione IP con la dicitura “per uso interno” o “per uso esterno”; tensione nominale per le catene luminose di classe III.


Confezione di una luminaria per interno

Confezione di una luminaria per interno


Confezione di una luminaria per esterno

Confezione di una luminaria per esterno

Distanze di installazione consigliate

La norma CEI 34-37 non fornisce particolari indicazioni per quanto riguarda l’altezza di installazione delle luminarie, che comunque devono essere installate in modo da non arrecare intralcio al passaggio o creare problemi per la sicurezza delle persone e di altri impianti, in riferimento alla norma CEI 11-4 relativa all’esecuzione delle linee elettriche aeree esterne e, se alimentate a 230 V, in base al disposto della norma CEI 64-8 sulle zone a portata di mano. Relativamente alle distanze di installazione, per le luminarie posate in aree pubbliche occorre rispettare anche eventuali ordinanze comunali, provinciali e regionali. Nel caso si debba installare, per motivi logistici, una luminaria alimentata a 230 V in posizione accessibile, le norme consigliano l’adozione di una protezione meccanica e di un interruttore differenziale con corrente di intervento non superiore a 30 mA. Se invece le catene luminose sono in classe III bassissima tensione di sicurezza (SELV), possono essere installate a portata di mano. In caso di vicinanza di una luminaria ad una linea elettrica in cavo aereo, la norma non indica distanze minime, è sufficiente che la linea elettrica e la luminaria non siano a contatto. In particolare sono consigliate le seguenti distanze dal suolo e da altri impianti:

- i cavi elettrici e le funi di sostegno delle luminarie che attraversano la carreggiata stradale devono essere ad almeno 6 m di altezza, mentre gli elementi luminosi devono essere con la parte più bassa a non meno di 5,20 m di altezza;

- le luminarie devono essere installate alle seguenti distanze da altri impianti: almeno 1 m da linee elettriche aeree nude di categoria I, da linee di filobus o tram, da linee telefoniche nude; almeno 1,8 m da conduttori di linee aeree di categoria II; almeno 3,2 m dai relativi pali o tralicci;

- gli ancoraggi delle funi di sostegno o delle luminarie devono distare almeno 0,2 m dalle linee telefoniche;

- I cavi multipolari di sezione fino a 10mm2 possono essere posati senza fune portante con campata non superiore a 25 m, devono essere di tipo H07RN-F o similare e possono essere fissati a parete con opportune graffette, la caduta di tensione accettabile può essere superiore al 4%.


Modalità d'uso e raccomandazioni

Mentre le luminarie installate in luoghi pubblici (piazze, strade, monumenti, parchi, ecc), nella quasi totalità dei casi (esclusi piccoli comuni dove ancora si seguita ad utilizzare dipendenti tuttofare dal muratore all'imbianchino fino all'elettricista e al giardiniere) vengono assemblate, installate e certificate da ditte con personale qualificato e comunque sottoposte a precise normative e controlli locali quali permessi e regolamenti comunali, quelle domestiche e private, generalmente risultano le più esposte al rischio elettrico proprio perché spesso realizzate e/o usate in modo improprio. Per prevenire incidenti domestici come scosse elettriche, cortocircuiti e soprattutto incendi, è preferibile acquistare prodotti sicuri, costruiti secondo le normative vigenti ed accertarsi che siano presenti e ben visibili sia sulla confezione che sulle apparecchiature con apposite targhette: le caratteristiche elettriche delle lampade e la tensione nominale della catena; la classe II o III; l’avvertenza che la catena è solo per uso interno o anche per uso esterno; la presenza di marcatura CE che indica la rispondenza ai requisiti di sicurezza delle direttive comunitarie; la presenza di un marchio di certificazione, ad esempio IMQ, che certifica che il prodotto è stato sottoposto alle prove per verificare la conformità con le norme in vigore. Da qualche anno con lo sviluppo delle moderne tecnologie e le norme sul risparmio energetico, le comuni lampadine ad incandescenza sono state sostituite da quelle alogene, ma soprattutto dai led, più costosi rispetto alle lampadine alogene ma con un risparmio di energia pari a circa l’80%.

Infine si segnalano alcune semplici regole da attuarsi soprattutto in negozi, uffici e ambienti domestici:

- acquistare luminarie che riportano sulla confezione il marchio CE, che garantisce il rispetto delle regole di fabbricazione, ed eventuali altri marchi di qualità;

- prima di utilizzare le luminarie in ambiente esterno, assicurarsi che sulla confezione sia riportata la dicitura “per uso esterno” e sia presente la sigla IP43 o IP44;

- nella posa di qualsiasi tipo di luminaria, anche in aree private, occorre tenere sempre presente l’esistenza di eventuali specifici regolamenti emanati dai comuni o altri enti locali competenti per territorio;

- per collegare più catene luminose non usare una sola presa con relativa spina tripla, ma una presa multipla (ciabatta) 2P+T 16 A con prese P17/11 (bipasso) e P30 (schuko) interruttore luminoso ed eventuale dispositivo salvafulmine, regolarmente omologata; in alternativa usare più prese con opportune prolunghe;

- in ambienti interni usare le luminarie in luoghi asciutti o scarsamente umidi e soprattutto posizionarle lontano da fonti di calore come fornelli, stufe, termosifoni;

- scollegare le luminarie dalle prese ogni volta che non si è presenti (in ufficio, in negozio, in casa) in modo particolare durante le ore notturne.

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Commenti e note

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di ,

Buongiorno a tutti. Sto rileggendo alcuni articoli che scarico prima in pdf e poi stampo su carta per riflettere meglio. In merito al presente articolo che trovo interessante ed utile, mi sono sorte due domande. La prima è di carattere autorizzativo: poiché sembrerebbe non applicabile il DM37/08 potrebbe essere corretta l'ipotesi che non serva una DiCo a seguito dell'installazione. Dico (in questo caso verbo dire) questo perché ho notato che alcuni Comuni affidano a tecnici privati iscritti a Collegio o Ordine il "collaudo" delle luminarie. Al che resto un po' perplesso: senza camera di Commercio la DiCo non la posso produrre, quindi forse il "collaudo" è di fatto una Diri dove si dice che si rispettano norme generiche? In ipotesi di "collaudo" cosa andrei a misurare in soldoni? La seconda questione, che in parte si ricollega alla prima, riguarda il differenziale. Ho letto, cosa ragionevole, che se alimento in BT e le distanze non sono appropriate, le norme consigliano il Diff con Idn minore o uguale ai 30 mA. E da qui la domanda che mi pongo è: escludendo l'ipotesi della classe II di isolamento? E se non mi trovassi in classe II, allora se è corretto parlare di differenziale dovrei preoccuparmi anche di un picchetto di dispersione, PE, etc. o il Diff. perderebbe di valore. Grazie. Giulio Passarini

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